LE TRE LUCI DEL TEMPIO

LE TRE LUCI DEL TEMPIO

Le luci di una Loggia sono tre. Il Maestro Venerabile, che ha per gioiello una squadra e siede all’Oriente: il 1° Sorvegliante, che ha per gioiello una livella e siede nella colonna di mezzogiorno; il 2° ‘Sorvegliante, che ha per gioiello un filo a piombo e siede nella colonna del settentrione. Presso il 2° Sorvegliante è posta la statua di Venere, dea della bellezza, dell’amore. della fecondità: dea della generazione. Di qui nasce il motivo del perché al 2° Sorvegliante spetta la conduzione primaria dell’iniziazione di un profano. Si può affermare che Venere è il simbolo dell’iniziato, del nuovo nato alla luce massonica, tant’è che il sorvegliante dell’apprendista è il 2° Sorvegliante. Presso il 1° Sorvegliante è posta la statua di Ercole protettore del suolo e del bestiame. dio dell’abbondanza c della lealtà di parola. Infatti i Fratelli debbono rafforzare se stessi in tutte le loro qualità, debbono avvicinarsi alla luce massonica con modestia e semplicità. AI 1° Sorvegliante spetta il controllo dei Fratelli Compagni e la sua luce deve prepararli al maggior chiarore, ossia alla maestranza. Presso il Maestro Venerabile è posta la statua di Minerva, dea della sapienza, protettrice delle arti pacifiche, luce di tutti i Fratelli in quanto sono queste le doti che il Fratello Maestro deve raggiungere per esser degno di tale grado. Tre luci che raffigurano un numero chiave della Massoneria. Infatti tre sono gli anni dell’apprendista, base dell’edificio massonico; tre fondamento dell’universo stesso; tre graficamente rappresentato dal triangolo. Ma permettetemi di osservare questo numero Tre pitagoricamente scomposto nell’uno o nel due, cercando di comprendere il significato filosofico del numero Due ed i suoi rapporti con l’unità, e mentre procederò a questo studio, valutate le luci della Loggia.

Il due, che è simboleggiato per esempio dalle colonne, esprime quel principio o fenomeno fondamentale dell’universo sensibile che è chiamato principio di dualità o degli opposti. Luce e ombra, passato c futuro, destro e sinistro, alto e basso, positivo e negativo, essere o non essere, etc. Possiamo affermare che gli opposti sono inseparabili perché sono il duplice aspetto di un’unica realtà: realtà che non potremmo percepire, se non si manifestasse mediante questa dualità. Ma oltre che inseparabili gli opposti sono relativi, cioè ciascun attributo ha un significato di per sé, ma solo in rapporto all’altro. Un albero non è né alto ne basso se non in confronto ad un altro oggetto. Un bambino è piccolo rispetto ad un adulto, ma è grande rispetto ad un coniglio. Sembrano osservazioni banali. ma non lo sono più se le applichiamo a tutte le coppie di attributi 0 qualità opposte, non solo alle proprietà degli oggetti che cadono sotto i sensi, ma anche ai valori morali ed ai fenomeni sociali. Bello e brutto, buono e cattivo, sono anch’essi coppie di opposti, espressioni del principio universale di dualità, e quindi inseparabili e relativi. Una infinità di discussioni inutili e di gravissimi errori sociali derivano dalla credenza che gli aggettivi buono e bello possono avere un valore assoluto, indipendente dal riferimento o paragone con il cattivo ed il brutto. Pretendere che gli uomini siano tutti buoni e che la vita sia tutta bella c piacevole, è come desiderare che tutti gli oggetti siano ugualmente illuminati da tutte le parti. Questa può sembrare un’affermazione paradossale; ma è proprio uno degli insegnamenti che ci da il triangolo. Ad ogni vertice sta opposto un lato: non possiamo sopprimere i lati e ritenere i soli vertici o viceversa. Ed un punto isolato non è più un vertice: esso è tale solo quando è messo in relazione ed opposizione ad un segmento che ne rappresenti il lato opposto. D’altra parte il triangolo è il simbolo del Grande Architetto, vale a dire ch’è il fondamento dell’universo, che esprime una legge o principio che dir si voglia che si applica a tutto ciò che nell’universo si manifesta. Per affermare l’universalità di questo simbolo basterà considerare il fatto che esso si ritrova in tutti i capisaldi del rituale. Osserviamo che in questo il Maestro Venerabile non si rivolge mai direttamente ai Fratelli, ma sempre per il tramite dei due Sorveglianti. Ciò simboleggia appunto il fatto che l’uno si manifesta solo attraverso la dualità, e questa è per la sua stessa natura una dualità di opposti. Dunque l’opposizione ed il contrasto sono insiti nella natura stessa delle cose e non ci deve meravigliare che la stessa umana società sia tutto un tessuto di contrasti di opinioni, tendenze ed interessi. È nel riconoscimento della ineluttabile necessità della coesistenza degli opposti che ha radice la pratica della vera «tolleranza» e della pacifica convivenza degli uomini nell’esercizio della fratellanza. Poiché la vera fratellanza non è la sopportazione, non è semplicemente il rispetto del diritto di ciascuno a professare ed esprimere le idee che meglio crede; è il riconoscimento della ineluttabilità, della necessità, della esistenza di opinioni diverse; è l’intima persuasione che la ragione è relativa ed inscindibile dal torto; che la Verità non è una, perché l’Unica Verità può rivelarsi agli uomini solo attraverso la dualità degli opposti. Per meglio chiarire pensiamo al triangolo. Esso è formato da tre punti: due di essi rappresentano una coppia di opposti, il terzo la loro sintesi. Ora osserviamo il sacro Delta che splende all’Oriente: i due estremi della base rappresentano, abbiamo detto la coppia degli opposti; il segmento che li unisce ci dice la loro inseparabilità; i due lati del triangolo che uscendo dagli estremi della base convergono nel vertice ci mostrano che i due opposti derivano dall’Uno (se li consideriamo in senso discendente) e nell’uno si risolvono (se li consideriamo in senso ascendente). Ecco secondo una opinione l’inseparabilità delle Tre luci di Loggia le quali attraverso i suoi lati (colonne) debbono diffondere continuamente bellezza, forza, saggezza. Bellezza per il significato d’amore che si deve dare agli iniziati attraverso l’istruzione e la guida del 2° Sorvegliante; Forza per il significato di lealtà che si deve creare nei Fratelli verso se stessi ed il prossimo sotto gli insegnamenti del 1° Sorvegliante; Saggezza per il significato della tolleranza primaria arte della pace e della comprensione che nel suo vertice il Maestro Venerabile può dare a tutti i Fratelli nella completezza della dualità.

TAVOLA SCOLPITA DAL FR.’. R.P.R.

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