Ogni
creatura vivente possiede un cammino personale, solo suo, legato alla sua
interiorità, alle sue peculiarità, alla strada che ha già compiuto, nel corso
delle vite, sul cammino dell’iniziazione.
Ma
quello che dobbiamo ricordare in ogni momento è che per il solo fatto di
essere vivi siamo su un sentiero sacro, ma pur in questa felice condizione,
la preziosa rinascita umana del buddismo, spesso non siamo consapevoli della
connessione tra noi ed il Creatore e tra noi e tutte le forme di vita che ci
circondano, le più grandi come le più umili.
Solo
ad un certo punto, per le vie più disparate, nei momenti più inaspettati
della vita, cominciamo d’un tratto a ricordare quello che il nostro spirito
ha saputo da sempre e diveniamo consapevoli di avere la reale
possibilità di metterci in contatto con i regni visibili e invisibili a noi
sconosciuti. In quel momento ricorderemo e sentiremo in noi la scintilla
divina che da sempre era dentro di noi, allora lo scopo delle prove
siano esse gioiose o dolorose diventerà chiaro.
Nessuno
forse può sapere il perché di questa vita, di queste prove, di questo
compito che abbiamo scientemente scelto incarnandoci ma che non
ricordiamo di aver scelto.
Ma
quel giorno che questo risveglio inizierà non saremo più gli stessi e
diventeremo guerrieri dello spirito, pronti a tutto pur di conoscere i
linguaggi di tutto ciò che ci circonda e allora non avremo più paura della
morte, della separazione, della solitudine.
Dobbiamo
combattere tutte le paure una ad una per fendere le nebbie delle limitazioni
spesso autoimposte poiché accade che il nostro volontario tentativo di
frenare il nostro stesso flusso vitale nel suo scorrere diviene più faticoso
e logorante che assecondarlo.
Le
buie notti dell’anima, nel percorso di tutte le creature, sono numerose, ma
ognuna di esse può segnare, se veramente lo vogliamo, un passaggio ad uno
stato più evoluto, una iniziazione reale. In quei momenti dobbiamo chiedere
alle invisibili forze che ci proteggono e a cui siamo inscindibilmente
legati, di farci da guida nel cammino che porterà alla liberazione della
nostra scintilla divina, quella piccola scintilla che rappresenta il filo
invisibile che ci lega appunto a queste potenze. Se busseremo ci sarà
aperto, se chiederemo ci sarà dato, ma la risposta, nella maggior parte dei
casi non sarà eclatante, dovremo ascoltare ogni più piccolo fruscio per
poterci accorgere che la risposta è lì, accanto a noi, silenziosa al punto
che troppo spesso non ce ne accorgiamo neppure.
Le
notti dell’anima sono le nostre reali prove d’iniziazione e dalla risposta a
queste prove si desume il grado di iniziazione raggiunto; spesso ci viene il
desiderio di abbandonare tutto, di lasciare tutto, ma dobbiamo essere
coscienti che quando si abbandona il campo di battaglia in realtà si
abbandona se stessi e questo è il peggiore dei tradimenti poiché
gettiamo la spada che serve a difendere noi stessi e tutte le creature che
con noi hanno una connessione. In questo cammino disperazione e sconforto ci
avvertono che abbiamo perduto memoria della nostra scintilla divina.
TAVOLA
SCOLPITA DAL FR.’. M. R. CICOGNA
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