QUINTA TORNATA
Prima di proseguire nella descrizione e nella interpretazione del Simbolismo Massonico occorre fare una considerazione, crediamo, fondamentale. Sul Simbolismo Massonico si è scritto molto e si sono date interpretazioni talvolta erudite, talora inclini alla mentalità dci tempi; è facile cogliere contraddizioni c spunti polemici tra i diversi autori, così il Boucher polemizza con il Ragom, così altri, probabilmente dimentichi del giusto spirito Massonico, introducono concetti derivanti dallo scetticismo ottocentesco o da recenti scoperte archeologiche, interpretate spesso da ricercatori del tutto profani. A nostro avviso ed in mancanza di una illuminazione diretta, il metodo di interpretazione dei simboli è quello di raffronto, sia fra gli stessi simboli, sia con le vedute esoteriche generalmente comprovate da quello che potrebbe essere il consensum popolorum che è quanto dire la Tradizione. In sostanza, con un processo di riduzione e di setacciatura, il Simbolismo, soprattutto per quanto si riferisce agli aspetti metafisici più elevati, si riduce a pochi clementi c riteniamo che in base a questi dati si debba riferire l’interpretazione. Da questi clementi primordiali si è fatto discendere un albero genealogico simbolistico la cui validità si basa su di una consequenzialità logica, analogica ed omologica (vedasi la Kabbalah), oppure sulla tensione psichica che convenzionalmente si è voluto, tradizionalmente o no, dare al Simbolo. Nella Muratoria la consequenzialità è data dalla tradizione del mestiere, un chiaro esempio né è la Cazzuola. È assai incerto che i Caldei ed i Fenici agli ordini di Abi Hiram usassero un utensile di tale fatta, ma è anche certo che la Cazzuola, che i muratori di questi ultimi venti secoli usano per spalmare la malta di calce sui giunti delle pietre o dei mattoni delle murature, può con tutta ragione simboleggiare il collegamento fra tutti gli elementi che formano il muro e quindi la Fratellanza fra tutti i componenti della Muratoria Universale. Ritornando al Tempio ed ai simboli che vediamo al suo interno ricordiamo, anzitutto, che esso deve essere di forma rettangolare ed il rapporto tra la lunghezza e la larghezza dovrebbe essere di media ed estrema ragione, cioè quello che fu chiamata la proporzione aurea. TI Tempio è ritenuto orientato come i templi antichi c le chiese delle prime epoche cristiane; la porta ad Occidente, l’abside (il presbiterio, il seggio del Maestro Venerabile) ad Oriente. Accanto alla porta, e rispetto a chi guarda verso l’Oriente, stanno le due colonne simboliche: a destra la colonna Jakhin ed a manca la colonna Bohaz (in alcuni Templi le due Colonne sono invertite di posto, ciò a causa di aver pensato di vederle dal di fuori della porta del Tempio. Le due colonne del Tempio di Salomone erano infatti, secondo il racconto biblico, poste all’esterno accanto alla porta d’Occidente. In alcune Logge le due Colonne non segnano l’ingresso del Tempio, ma l’accesso al Pavimento a scacchi, considerando questo come la zona consacrata anche dalla Squadratura che i Fratelli compiono ritualmente). Sulla parete dell’Oriente, sopra il tronetto del Maestro Venerabile, stanno cinque simboli il cui contenuto è di pretta derivazione Kabbalistica. Anzitutto, , entro una stella a cinque punte (una delle quali è rivolta verso l’alto), rifulge la lettera G. La Stella a cinque punte (pentacolo) è il simbolo cosmico dell’Uomo a cominciare dall’Uomo archetipale (1’Adam Kadmon) e terminando in ognuno di noi. La punta (testa) rivolta verso l’alto indica la tendenza alla spiritualità, cosmicamente la fase ascendente del Ciclo, la risalita dopo l’età delle tenebre. Il pentacolo rovesciato indica, ovviamente, la tendenza opposta, la coagulazione e la pietrificazione della materia. La lettera G, inscritta nel mezzo della Stella Fiammeggiante, è stata variamente interpretata, ma, in fondo, le varie interpretazioni coincidono. Essendo la prima Loggia Madre stata fondata in Inghilterra può essere storicamente valida l’interpretazione della lettera G come iniziale della parola God (Dio), peraltro la G corrisponde al Gamma maiuscolo greco ed la Ghimel ebraico. Il Gamma raffigura ancora una volta l’unione della verticale con l’orizzontale, già tante volte ritrovata nella Simbolistica Massonica; il Ghimel, kabbalisticamente, è la lettera che contrassegna il terzo canale del diagramma delle Sephiroth, quello che unisce verticalmente Keter (la Corona, il Demiurgo, il Padre, il Grande Architetto) con la sesta Sephira, Tiphereth (la Bellezza, il Sole, il modello del Creato) e con la nona Sephira, Jesod (il Fondamento, il coordinamento delle Forze creatrici, Jakhin c Bohaz). Ghimel sfocia nel canale Tau, l’ultimo, che porta a Malkhuth (il Regno,il Mondo fisico). Il diagramma Sephirotico, come anzi detto, è stato costruito sinteticamente dai Kabbalisti e vuol essere uno schema metafisico completo nel Cosmo spirituale, astrale e fisico, non solo una creazione avvenuta illo tempore, ma sempre in atto, sia nel nostro Microcosmo personale, sia nel Macrocosmo e vi sono reperibili chiare coincidenze con tutte le metafisiche iniziatiche. I primi tre canali dello schema Sephirotico sono contrassegnati dalle due prime lettere dell’alfabeto ebraico, Aleph e Beth, e dalla quarta, Daleth. Essi collegano la parte inferiore della prima Sephira, Keter, con la seconda, situata alla destra ossia dal lato Jakhin, e con la terza Sephira. La seconda Sephira, Hochman, corrisponde alla seconda Persona della Trinità fondamentale, il Verbo; la terza Sephira, Binah, posta sul lato sinistro, Bohaz, corrisponde all’Intelligenza attiva, lo Spirito Santo. Nella prima Trimurti Indù alla prima Sephira corrisponde Brahma (non Brahman, il cui suffisso di genere neutro “n” indica l’indefinibilità dell’Assoluto impossibile a qualificarsi); alla seconda Sephira corrisponde Shiva (e forse Purusha, lo Spirito), alla terza Sephira corrisponde Chakti (e, parallelamente a Purusha, la Prakrti, la Materia nella sua furiadi realizzarsi). Codesti tre canali formano il Triangolo, il Delta schiacciato, che con un occhio destro vediamo purebrillare al di sopra del seggio del Maestro Venerabile. Infine alla destra (Jakhin) è raffigurato il Sole, simbolo del Fuoco. della parte ascendente del ciclo; alla sinistra (Bohaz) si trova il simbolo della Luna, dell’acqua, del ramo discendente, del principio femminile. Dal lato sinistro, ove trovasi l’Oratore, sta l’immagine di Pallade Minerva, l’intelligenza nata direttamente dal capo di Zeus Giove, dal Padre, Keter. In determinate cerimonie rituali i Fratelli impugnano delle Spade, ora con la mano destra, ora con la mano sinistra. Il Maestro Venerabile dovrebbe tenere sul suo 26 trono una spada fiammeggiante, simile a quella che l’Angelo brandisce per cacciare la Coppia archetipale dall’Eden. La Spada non è solo un’arma, essa può essere presa come simbolo di convettore di energie psichiche; anche come arma essa è la materializzazione della volontà di ferire. Quando il Maestro Venerabile costituisce e crea il nuovo Libero Muratore pone il piatto della Spada Fiammeggiante, che impugna con la sinistra, sul capo dell’iniziando e vi batte, ad ognuna delle tre fasi consacratorie, con il Maglietto che impugna con la destra. Qui la Spada, oltre che vettore di energie, è simbolo del potere che al Maestro Venerabile è conferito. Per accogliere i Fratelli Visitatori di Grado elevato i Fratelli della Loggia formano la Volta d’acciaio, impugnando le spade con la mano destra ed elevandole a 45 gradi in modo da formare un corridoio coprente il percorso dell’ospite. Questa usanza è poi stata copiata da varie organizzazioni militari, ma è di indubbia origine magica. Il corredo simbolistico della Massoneria è vastissimo, qui dobbiamo limitarci ai simboli più importanti, più significativi e meno dubbi, fra questa serie non dobbiamo passare sotto silenzio il simbolismo dei numeri. La Scuola Esoterica che ha fatto del numero il simbolo maggiore è, secondo quanto ci è stato tramandato, quella Pitagorica. I numeri, alcune speciali relazioni fra alcuni di essi, rapporti numerici fra le note musicali, i solidi geometrici regolari hanno un senso metafisico ben più profondo di quello immediato che si insegnano l’aritmetica, l’acustica e la geometria. Senza approfondire l’argomento ci limiteremo a quanto spetta al livello di Apprendista, cd è già molto. È molto perché il numero corrispondente al Grado di Apprendista è il Tre ed il numero 3 ha il significato metafisico relativo al processo della primordiale manifestazione dell’Universo integrale che comprende tutti i livelli dell’Esistenza che si autolimitano e così si contrappongono all’Essenza. Contrapposizione illusoria perché l’Essenza, essendo assoluta ed infinita, non può se non contenere tutto. L’Illuminato per definizione contiene il limitato, a sua volta il limitato si crea l’illusione di una autonomia e di una contrapposizione che è la causa della progressiva involuzione, della progressiva materializzazione che il mondo profano scambia per progresso. Il limitato contrapponendosi all’Illuminato dà luogo alla Dualità, ma il limitato, nel suo seno, continua a frazionarsi, anzitutto individuando in sé stesso le due polarità, una polarità che tende a ritornare verso [Assoluto ed una seconda che tende a spingere sempre più l’individualizzazione. Si è così formata la Triade Originaria: il Padre, Keter, che è l’Assoluto o il suo riflesso; il Figlio, Hochmah, che ne è la prima effettiva personalizzazione; il principio dell’attività creatrice, Binah, la cosiddetta intelligenza attiva. Il Tre che contraddistingue l’Apprendista, è presente in tutti i momenti dei suoi Lavori: tre anni di età, tre passi rituali all’ingresso nel Tempio a Lavori iniziati, tre colpi di batteria, eccetera. Finora si è parlato dei simboli che appaiono in Tempio con esclusione di quelli che formano il vestito del Libero Muratore, ma tutti i Fratelli durante i Lavori rituali vestono alcuni simboli che caratterizzano, anzitutto, la loro qualità di Massoni, in secondo luogo, che ne contraddistinguono la Carica e la Funzione. Questi ultimi 27 simboli sono detti mobili perché possono trasferirsi dall’uno all’altro Fratello, i primi due sono invece fissi perché inerenti alla persona stessa del Fratello. Per rispetto al Tempio, alla Loggia ed agli altri Fratelli gli abiti che il Fratello porta in Loggia debbono essere consoni alla dignità del Tempio ed alla Loggia stessa. In passato era di prammatica il vestito da società, oggi sarebbe raccomandabile l’abito nero, o scuro, anche per ottenere una certa somiglianza di tutti. Il più caratterizzabile degli indumenti rituali del Libero Muratore è il Grembiule, che dovrebbe essere di pelle d’agnello bianca, cinto alla vita con una cintura che pure ha il suo significato simbolico. Il grembiule di cuoio era portato dai muratori in cantiere, è il simbolo del Lavoro che, anche nelle tradizionali corporazioni di mestiere, non era solo quello puramente materiale, ma anche quello di apprendere le tecniche del mestiere e, soprattutto, quello di perfezionare la spiritualità dei Liberi Muratori. Il grembiule ha assunto forme varie nelle diverse epoche e nei diversi Riti, per noi ha forma quadrata ed è munito, nella parte superiore, di un risvolto triangolare (ecco un’altra volta il Ternario!), la bavetta che l’Apprendista porta alzata, in modo che il perimetro del grembiule stesso viene a formare un pentagono. Magicamente il grembiule, fatto di pelle e ritenuto perciò fortemente protettivo (isolante), difende dagli influssi disturbatori i centri (Chakra) inferiori (il centro sacrale, il centro genitale e quello immediatamente superiore) nei quali è, secondo i Maestri Indù, raccolta dormiente la Kundalini, la forza di Cakti e di Civa, che simbolicamente si raffigura in un serpente ravvolto in tre spire e mezza. La nostra forza è raccolta come una molla pronta a scattare appena se ne sappia liberare i capi, ma è anche soggetta a ricevere dal di fuori influssi disturbatori. Data la grande portata simbolica del Grembiule non si dovrebbe mai evitare di rivestirlo, inoltre, cingersi le reni con la cintura ha un doppio valore di protezione e di dignità. In certe usanze antiche l’uomo squalificato era privato della cintura. Essa è un cerchio magico. Nei Gradi di Compagno e di Maestro il Grembiule viene adornato dei simboli del Grado, ma il suo significato fondamentale rimane identico. Altro indumento fisso è il paio di Guanti bianchi; oltre al significato allegorico di mani nette, è detto che il colore bianco conferisce migliore proprietà di energie magiche. Gli indumenti mobili sono i Collari, formati da un largo nastro di seta a colori simbolici ed internamente foderati in nero e le Sciarpe, anch’esse di nastro, portate a tracolla. Alla punta inferiore del Collare è appeso il Gioiello che indica la funzione del Dignitario di Loggia che lo indossa. I Gioielli dovrebbero, tradizionalmente, essere di metalli diversi a seconda del significato astrologico ed alchemico della Dignità che indicano ed in ogni caso dorati. I Gioielli delle tre Luci (alcuni autori attribuiscono la qualifica di Luce anche al Maestro Oratore che rappresenta l’Ordine e può, in specialissimi casi, anche opporsi al Maestro Venerabile) sono: per il Maestro Venerabile, la Squadra Pitagorica avente i bracci a lunghezza diversa nelle misure di 3 e 4; per il Primo Sorvegliante, la Livella;
per il Secondo Sorvegliante, il Filo a Piombo,
per l’Oratore, il Libro (Costituzioni e Statuti).
Gli altri Dignitari sono il Tesoriere ed il Segretario, mentre gli Ufficiali sono il Copritore Interno, il Primo Esperto (già chiamato nella cerimonia d’Iniziazione Fratello Terribile), il Maestro delle Cerimonie, il Primo ed il Secondo Diacono, la Ospedaliere, l’Elemosiniere, 1’ Architetto Revisore, il Maestro di Casa ed il Porta Stendardo; le loro funzioni sono ben definite dai Testi dell’Ordine c non crediamo dover riesporre quanto già ivi detto. Riteniamo invece di dover tornare ad insistere sull’importanza magica del Rito e della sua conservazione per mezzo della Tradizione. È faciloneria ed ignoranza il passare sopra ai riti, alle cerimonie ed ai simboli col pretesto di uno spirito moderno. Lo Spirito non è né moderno, né antico, è lo Spirito e basta. Persone più qualificate di noi ci hanno tramandato una Tradizione: è nostro dovere Massonico rispettarla, conservarla e tramandarla.
EDIZIONE A CURA DI BEPPE BOLATTO