RIFLESSIONI DI UN COMPAGNO LIBERO MURATORE

RIFLESSIONI DI UN COMPAGNO LIBERO MURATORE

Maestro Venerabile, Fratelli carissimi, Recentemente sono stato indotto, vivendo un banale episodio, a trarre alcune considerazioni per me di una certa importanza, se messe in relazione alla Via che da alcuni anni ho iniziato a percorrere. Perciò ho pensato, a questo riguardo, di esporre mio pensiero in questa tavola, il L’episodio si è svolto durante uno dei miei occasionali viaggi in autobus. Il veicolo era già quasi completo di persone quando possibile, allorché io vi entrai e mi sistemai a fatica dove mi fu giunse alle mie orecchie una voce distinta e lamentosa proveniente dalle mie spalle: “proprio qui dovevi metterti. proprio davanti a me dovevi fermarti, non potevi andare in un altro posto, ecc.”. Seguirono altre frasi dette più o meno nello stesso stile. Quando il flusso delle persone mi permise una maggiore libertà di movimento mi voltai per vedere chi poteva essere colui che più degli altri mal sopportava la calca. Vidi un giovane pallido che mi diede l’impressione di non essere abituato alla vita scomoda. Ma da quel momento cessarono le sue lagnanze. Poi prosegui verso la parte anteriore dell’autobus per cercare un posto più adeguato, quando una giovane signora mi offrì il suo posto a sedere e lo fece con tale insistenza che mi sentii obbligato ad accettare per non deludere la sua cortesia. Ma l’ammettere la mia condizione di inferiorità, come fossi un vecchio o un invalido, comunque bisognoso di certe attenzioni, mi costò più fatica che non quando fui costretto a sopportare le lagnanze del giovanotto insofferente. Non appena seduto notai di fronte a me il giovanotto già citato, anche lui seduto comodamente e con un’espressione meno sofferente. Ciò mi diede un senso di sollievo perché ebbi l’impressione che l’ambiente fosse diventato più sereno. Ciò che più mi ha colpito di quanto è successo, è stata la predominanza della mia tendenza ad essere egoista, cioè a porre soprattutto me stesso al centro delle situazioni contingenti, con una relativa mancanza di tolleranza nei confronti dei mici simili. Facendo l’esame di questo episodio, sono stato indotto a fare in parallelo l’esame di me stesso, scoprendo in me una mal contenuta tendenza alla insofferenza nei confronti dell’ambiente; poiché, sia le parole che lo sguardo del giovanotto, non sarebbero stati da me neanche notati se non ci fosse stata una analogia della mia, con la sua, abitudine nell’affrontare le situazioni con poco senso di tolleranza. Inoltre il desiderio della signora di offrirmi un aiuto, anche se mi ha fatto piacere da un lato, mi ha in parte ferito nell’orgoglio, facendo emergere in me parte di quella eccessiva considerazione di me stesso, che ero ormai convinto di avere, in una certa misura, superata in virtù del lavoro massonico già effettuato. Questo episodio mi ha indotto a riflettere sul fatto che l’ambiente spinge in cui viviamo ci tendenzialmente, e nostro malgrado, verso il vizio. Perciò per ripristinare il giusto equilibrio, che è la saggezza della vita, come ci ricorda il rituale di iniziazione del grado di apprendista Libero Muratore, è necessario lottare costantemente contro i nemici (i vizi) che sono in realtà insiti in noi stessi. Ma il Libero Muratore non può accettare di accontentarsi di avere delle ristrette vedute come quelle di un comune profano. Egli ha il dovere di veder, di osservare e vagliare in tutto quanto che gli accade, per banale che possa essere la situazione, un insegnamento del Grande Architetto dell’Universo. È mia convinzione che il Libero Muratore debba, nella misura in cui ne è capace, trarre profitto dagli insegnamenti dei fatti che gli accadono, come è stato più volte ricordato dai Fratelli durante i lavori in Loggia. Questa condizione di disponibilità iniziatica denota, secondo me, nel Libero Muratore, una interiore malleabilità e ricettività nei confronti della Influenza Spirituale e del suo insegnamento. Anche in questo modo, secondo me, è possibile percorrere la strada lungo la quale, grazie al nostro lavoro massonico, condotto con vigilanza e perseveranza sulla nostra pietra, si potrà operare la trasmutazione dell’uomo Libero Muratore da iniziato virtuale a iniziato effettivo in pieno possesso della Luce Massonica. Ma tutto questo lo possiamo concepire solo noi che siamo iniziati Liberi Muratori, che camminiamo verso la direzione opposta alle tendenze ordinarie, poiché il nostro lavoro consiste, come ci ricorda il rituale di apprendista Libero Muratore, nello scavare oscure e profonde prigioni al vizio, elevare templi alla virtù e lavorare al bene ed al progresso dell’umanità.

TAVOLA SCOLPITA DAL FR.’. DANTE OBERTO

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