Antichi doveri e principi dei liberi muratori
ANTICHI PRECETTI MASSONICI
Dio è la saggezza eterna, immutabile, intelligente. Tu l’onorerai con la pratica delle tue virtù.
Fai il bene per amore del bene.
La tua anima è immortale.
Non fare cosa che possa degradarla.
Guardati dal contaminare la tua memoria.
Fai agli altri ciò che vorresti che gli altri facessero a te stesso.
Onora i tuoi genitori.
Rispetta gli anziani.
Istruisci la gioventù.
Proteggi l’infanzia.
Ama la Patria ed obbedisci alle sue leggi, adoperandoti per il loro perfezionamento
Fuggi le false amicizie.
Ama i buoni, compatisci i deboli, fuggi i cattivi.
Non odiare nessuno.
Parla fermamente con i grandi, sinceramente con gli amici, dolcemente con gli inferiori, teneramente con i poveri.
Non giudicare leggermente le azioni degli uomini, loda poco e biasima ancor meno.
Pensa che per ben giudicare gli uomini occorre scandagliare il cuore e scrutarne le intenzioni.
Cerca la verità.
Rispetta le credenze e le fedi sincere.
Rispetta la donna, non abusare mai della sua debolezza.
Sii per tuo figlio un protettore fedele: fa che sino a dieci anni ti creda, che sino a venti ti ami, che sino alla morte ti rispetti.
Sino a dieci anni sii per lui il maestro, sino a venti il padre, sino alla morte l’amico.
Sforzati di conoscere gli uomini per imparare a conoscere te stesso.
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PRINCIPI DEI LIBERI MURATORI
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Art. 528 – l’Ordine dei Liberi Muratori è indistruttibile perché è forte; è forte perché è unito; è unito perché la Patria dei Liberi Muratori è il Mondo. Sono loro compatrioti tutti gli uomini virtuosi, i loro principi sono le voci della natura. Ciò fu, è e sarà il felice risultato di una perfetta uniformità di legislazione e di Governo. (Dagli Statuti Generali della Società dei Liberi Muratori del Rito Scozzese Antico ed Accettato, Napoli 1820) Dichiarazioni di principi approvati dal Convento dei Supremi Consigli Confederati Riuniti a Losanna nel settembre 1875 La Massoneria proclama, come ha proclamato sin dalla sua origine, l’esistenza di un principio creatore, sotto il nome di Grande Architetto dell’Universo. Essa non impone alcun limite alla ricerca della verità, e è per garantire a tutti questa libertà che esige da tutti la tolleranza. La Massoneria è dunque aperta a tutti gli uomini di tutte le nazionalità, di tutte le razze, di tutte le credenze. Essa interdice nelle sue Officine ogni discussione politica e religiosa, accoglie qualunque profano senza preoccuparsi di conoscere quali siano le sue opinioni politiche e religiose, purché esso sia libero e di buoni costumi. La Massoneria ha per scopo di lottare contro l’ignoranza sotto tutte le forme; è una scuola scambievole, il cui programma si riassume in questi punti: obbedire alle leggi del proprio paese, vivere secondo l’onore, praticare la giustizia, amare i propri simili, lavorare senza posa al bene dell’umanità e perseguire la sua emancipazione progressiva e pacifica. Ecco ciò che la Massoneria adotta e vuol fare adottare a coloro che hanno il desiderio di appartenere alla famiglia massonica. Ma a fianco di questa dichiarazione di principi, il Convento ha bisogno di proclamare le dottrine sulle quali la Massoneria si poggia: essa vuole che tutti le conoscano. Per innalzare l’uomo ai suoi propri occhi, per renderlo degno della missione sulla terra, la Massoneria pone come principio che il Creatore supremo ha dato all’uomo, come il bene più prezioso, la libertà; la libertà, patrimonio dell’umanità tutta intera, raggio cosi luminoso che nessun potere ha il diritto di spegnere o offuscare e che è fonte di ogni sentimento d’onore e di dignità. Dalla preparazione al primo grado fino al conferimento del grado più elevato della Massoneria Scozzese, la prima condizione, senza la quale nulla è concesso all’aspirante, è una reputazione d’onore e probità indiscussa. Agli uomini per i quali la religione è consolazione suprema, la Massoneria dice. “coltivate la vostra religione senza ostacolo, seguite le aspirazioni della vostra coscienza”. La Massoneria non è una religione, non è un culto, benché persegua l’istruzione laica, la sua religione riposa su questa massima. “Ama il tuo prossimo”. A coloro che temono con tanta ragione i dissensi politici, la Massoneria dice. “Io proscrivo dalle mie riunioni ogni discussione, ogni dibattito politico. Sii per la tua Patria un servitore fedele e devoto, non avrai alcun conto da renderci. L’amore per la Patria, d’altra parte, si accorda molto bene con la pratica di tutte le virtù”!
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ESTRATTO DEI DOVERI DI UN LIBERO MURATORE
(Edizione del 1723)
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Estratti dagli antichi documenti di Logge di oltremare e di quelle di Inghilterra, Scozia, Irlanda per l’uso delle Logge di Londra. Da leggere quando si fanno nuovi Fratelli o quando il Maestro lo ordini.
I – CONCERNENTE DIO E LA RELIGIONE
Un Muratore è tenuto, per la sua condizione, ad obbedire alla legge morale, e se egli intende rettamente l’arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso. Ma sebbene nei tempi antichi i Muratori fossero obbligati in ogni Paese ad essere della Religione di tale Paese o Nazione, quale essa fosse, oggi peraltro si reputa più conveniente obbligarli soltanto a quella religione nella quale tutti gli uomini convengono, lasciando ad essi le loro particolari opinioni; ossia, essere uomini buoni e sinceri o uomini di onore e di onestà, quali che siano le denominazioni o le persuasioni che li possono distinguere; per cui la Muratoria diviene il Centro di unione, e il mezzo per conciliare sincera amicizia fra persone che sarebbero perpetuamente distanti
II – DEL MAGISTRATO CIVILE SUPREMO E SUBORDINATO
Un Muratore è un pacifico suddito dei Poteri Civili, ovunque egli risieda o lavori non deve essere mai coinvolto in complotti e cospirazioni contro la pace e il benessere della Nazione, né condursi indebitamente verso i Magistrati inferiori; poiché la Muratoria è stata sempre danneggiata da guerre, massacri, e disordini, cosi anche gli antichi Re e Principi sono stati assai disposti ad incoraggiare gli uomini dell’Arte, a causa della loro tranquillità e lealtà ; per cui essi praticamente risposero ai cavilli dei loro avversari e promossero l’onore della Fraternità, che sempre fiori nei tempi di pace. Cosicché se un Fratello divenisse ribelle contro lo Stato, egli non deve essere favoreggiato nella sua ribellione, ma piuttosto compianto come uomo infelice; e, non convinto di altro delitto, sebbene la leale Fratellanza possa e debba sconfessare la sua ribellione e non dare ombra o base per la gelosia politica del Governo in essere, egli non può venire espulso dalla Loggia e il suo vincolo rimane irrevocabile.
III – DELLE LOGGE
Una Loggia è un luogo dove i Muratori raccolgono ed operano per cui tale assemblea, o debitamente organizzata società di Muratori, è chiamata una Loggia, e ogni Fratello deve appartenere ad una ed essere soggetto alle sue norme ed ai regolamenti generali. Essa è particolare o generale e ciò si comprenderà meglio frequentandola e mediante i regolamenti inerenti alla Loggia generale o Gran Loggia. Nei tempi antichi, né Maestro né Compagno poteva esservi assente, specialmente quando convocato d’apparirvi, senza incorrere in severa censura, salvo che non risultasse al Maestro e ai Sorveglianti che forza maggiore lo aveva impedito. Le persone ammesse come membri di una Loggia devono essere uomini buoni e sinceri, nati liberi e di età matura e discreta, non schiavi, non donne, non uomini immorali o scandalosi, ma di buona reputazione.
IV – DEI MAESTRI, SORVEGLIANTI, COMPAGNI E APPRENDISTI
Tutte le preferenze tra i Muratori sono fondate soltanto sul valore reale e sul merito personale: Che cosi i committenti siano serviti bene, che i Fratelli non debbano vergognarsi né che l’Arte Reale venga disprezzata: Perciò nessun Maestro o Sorvegliante sia scelto per anzianità, ma per il suo merito. E’ impossibile descrivere tali cose per iscritto ed ogni Fratello deve stare al suo posto e addestrarsi in una via peculiare a questa Fraternità: I candidati possono sapere soltanto che nessun Maestro può assumere un apprendista se non ha bastevole occupazione per lui, se non è un giovane perfetto, non avente nel suo corpo mutilazioni o difetti che lo possano rendere incapace di apprendere l’Arte, di servire il compitene del Maestro e di essere creato Fratello e poi a tempo debito Compagno d’Arte, quando egli abbia servito un termine di anni quale comporta il costume del Paese; e che discenda da genitori onesti; che cosi, se altrimenti qualificato, egli possa accedere all’onore di essere il Sorvegliante e poi il Maestro della Loggia, il Gran Sorvegliante ed anche il Gran Maestro di tutte le Logge, secondo il suo merito. Nessun Fratello può essere Sorvegliante se non ha volto il ruolo di Compagno d’Arte, né Maestro se non ha funzionato da Sorvegliante, né Grande Sorvegliante se non è stato Maestro di una Loggia, né Gran Maestro se non è stato Compagno d’Arte prima della sua elezione, essendo anche nobile di nascita o gentiluomo delle più elevate maniere o eminente studioso od originale architetto od altro artista, discendente da genitori onesti e che sia di merito singolarmente grande nella opinione delle Logge. E per il migliore, più agevole e più onorevole adempimento di tale Ufficio, il Gran Maestro ha il potere di scegliere il suo proprio Deputato Gran Maestro che deve essere, o essere stato precedentemente, il Maestro di una Loggia particolare, ed ha il privilegio di agire come può agire il Gran Maestro, suo principale, a meno che il detto Principale sia presente o interponga la sua autorità con una lettera. Questi Ordinatori o Governatori, supremi e subordinati, dell’antica Loggia, debbono essere obbediti nei loro rispettivi ambiti da tutti i Fratelli, secondo gli antichi doveri e regolamenti, con tutta umiltà, reverenza, amore e alacrità.
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I DIECI COMANDAMENTI UMANI DELLA GRAN LOGGIA DELL’INDIA
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1 Rivolgi la parola alla gente. Niente è più piacevole di un gentile saluto.
2 Sorridi alla gente. Per il cipiglio occorrono 72 muscoli, per un sorriso 14.
3 Chiama la gente per nome. Sentire il proprio nome è musica per l’orecchio.
4 Sii gentile e premuroso. Chi vuole avere amici, deve essere amichevole.
5 Sii cortese. Parla come se tutto quello che fai, fosse un vero piacere.
6 Interessati alla gente. Se vuoi, puoi amare quasi tutti gli uomini.
7 Sii generoso con le lodi ma prudente con la critica.
8 Risparmia i sentimenti degli altri. Generalmente ci sono tre lati di una disputa: il tuo, quell’altro e quello giusto.
9 Sii pronto ad aiutare la gente. Quello che fai per gli altri, conta più di qualsiasi altra cosa.
10 Aggiungi a tutto ciò una buona dose di buon umore, una grande dose di pazienza e un soffio di umiltà, e sarai ricompensato.
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