LA LEGGE MORALE

LA LEGGE MORALE

Le parole del Maestro Venerabile così spiegano al profano:

“La morale è una scienza che riposa sulla ragione umana.

E` la legge naturale universale ed eterna che regge tutti gli esseri intelligenti e liberi.

E` la coscienza scientificamente spiegata, scienza ammirevole che ci apprende i doveri e l’uso ragionato dei nostri diritti.

Essa si dirige ai più puri sentimenti del cuore per assicurare il trionfo della ragione e della virtù.”

La definizione della morale riassume e perfeziona la comprensibilità di quanto è stato già detto precedentemente. In particolare fornisce l’occasione di sottolineare ulteriormente, come in Massoneria, venga continuamente messa in contrapposizione l’esistenza di una “realtà oggettiva”, regolata da sempre dalle proprie leggi (universali ed eterne), che l’uomo – forse – non potrà mai afferrare compiutamente e la “scienza” che prende progressivamente corpo e consistenza come tentativo continuo dell’uomo di afferrare un significato da ciò che lo circonda o che è in sé stesso. Alla legge naturale che regge tutti gli esseri intelligenti e liberi (liberi per natura) la ragione dell’uomo contrappone quindi, sempre, la “sua” scienza, la “sua” legge. Nella fattispecie quella della morale che, come quella dell’etica ed altre, va pertanto considerata sempre come relativa ed imperfetta.

L’illuminista J.J. Rousseau, nello svincolare una volta per tutte il problema della morale dai contesti religiosi, ne fissò anche le condizioni di partenza affermando come il peccato originale delle società primitive trovasse fondamento, ovunque, in leggi, scritte e morali, che di fatto legalizzavano le diseguaglianze. Da allora la scienza della morale ha senza dubbio fatto enormi progressi, ma nelle direzioni più disparate: l’argomento verrà ripreso in altri punti. Certamente l’affermazione di Rousseau ha posto l’accento sul terzo principio naturale, non esplicitamente compreso tra le definizioni fondamentali delle leggi massoniche che stiamo passando in rassegna, ma in loro implicitamente sempre presente attraverso il continuo ricorso all’accezione di universalità: quello dell’eguaglianza.

Nella Libera Muratoria quindi la legge morale risulta dal continuo tentativo di equilibrare nella società reale le tre leggi naturali o principi per approssimarla a quella legge “utopistica” che si realizzerà soltanto quando il singolo uomo (intelligente nel suo divenire) saprà rispettare e vedrà rispettata integralmente la sua vera natura e quella degli altri.

Questo continuo lavoro ha sede nella coscienza dell’uomo che è il punto di incontro nel quale convergono tutti gli impulsi, giusti o ingiusti che pervengono dagli altri uomini, dove si macerano tutte le valutazioni che provengono dalla ragione e da cui partono – per il massone in un’unica direzione: quella del cuore – tutte le pulsioni del suo agire etico.

Commento

Le due radici della morale: l’altruismo e la ragione

Sul piano pratico si può riconoscere nella morale due radici o componenti: l’altruismo ed il rigore razionale.

L’altruismo è uno slancio spontaneo che si produce continuamente nella società in relazione di sentimenti che ci portano a desiderare ed ad agire per il bene di una collettività o di qualcuno, comunque a vantaggio degli altri, trascendendo noi stessi: l’amore materno, per la famiglia, per l’amicizia, per la solidarietà sociale, l’amor di patria, lo slancio e l’amore universale, sono tutti esempi di morale basata sull’altruismo.

Al contrario la morale razionale, basata cioè esclusivamente sul ragionamento è quella dettata dalla stretta osservanza dei rapporti giuridici o economici o politici tra gli uomini. Come tale si caratterizza per il suo maggior o minor rigore, risultando comunque sempre una morale fredda e poco adatta alla cultura umanistica.

Queste due componenti della morale , l’altruismo ed il rigore razionale, sono state più spesso separate che unite. Vi sono culture e società in cui si da più importanza allo slancio, alla passione, all’altruismo comunque si presenti. Altre, invece, in cui si da più importanza al calcolo ed al rigore. Ciascuna produce specifiche distorsioni che possono generare gravi problemi nello sviluppo dell’uomo sociale. Secondo una corretta interpretazione massonica la vera morale integrale deve risultare dall’equilibrio delle due componenti.

Da una parte la componente altruistica è rappresentata dal particolare valore che viene attribuito alla Fratellanza. Con essa scompare qualsiasi atteggiamento di competizione e viene imposto un continuo esame del rapporto con gli altri misurato sulla base della considerazione che noi abbiamo di noi stessi. Dall’altra l’aspetto razionale della morale comporta che il rapporto di fratellanza, che inizialmente era rivolto verso qualunque Fratello della Massoneria Universale, gradualmente, con il progredire della maturazione, viene ad essere aperto a tutti, cioè verso chiunque.

E ciò è in perfetto accordo con l’art.1 degli Statuti Generali che cosi recita:

“L’Ordine dei Liberi Muratori appartiene alla classe degli Ordini Cavallereschi: ha per fine il perfezionamento degli uomini ed il bene della Patria e dell’Umanità”.

e all’art.2 si dice:

“I Liberi Muratori di qualunque Paese essi siano, sono membri di una sola e grande famiglia, come una è la specie cui appartengono, uno il globo che abitano, una la natura che contemplano.”

e nell’art.11:

“… è indispensabile che il L.M. pratichi la vera morale, che suppone la cognizione e l’esercizio dei doveri e dei diritti dell’Uomo.

Egli deve essere quindi giusto, umano, sincero, benefico verso ogni specie di persone e soprattutto buon padre, buon figlio, buon fratello, buon marito, buon cittadino”.

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