IN COSA CREDONO I MASSONI

Una tavola di quasi 70 anni fa (1947) spuntata dagli archivi del Capitolo scozzese di Ferrara. Nel linguaggio del tempo, l’affermazione di concetti eterni della Massoneria sulle sue credenze, i suoi riti, le sue iniziazioni.

Tavola del fr:. G:. C:. M:.

Raccontava un giorno un ufficiale, membro effettivo di una loggia, che trovandosi a parlare della Massoneria con un cappellano militare ne riceveva terrificanti notizie e che aveva dovuto ascoltare anche un racconto ancora più terrificante circa la cerimonia di iniziazione durante la quale, secondo il buon prete, il candidato sarebbe costretto a pugnalare un’ostia per attestare il suo disprezzo contro la religione cattolica.

La favola maligna non è nuova, ed è un fatto che intorno alla Massoneria circola un’infinità di false notizie perché pochi in effetti sanno ciò che esse realmente sia, e non è facile nemmeno trovare fra gli stessi iniziati chi sappia dare una definizione esatta dell’Ordine al quale appartiene.

Determinare che cosa sia la Massoneria non è facile anche perché le stesse pubblicazioni su di essa – ve ne sono a centinaia, forse migliaia – offrono spesso definizioni fin troppo complesse, spesso perfino contraddittorie.

Nelle Costituzioni del 1972 pur non essendovi una esplicita definizione, vi è precisato almeno lo scopo che l’Ordine Massonico si prefigge:

“Il regime di vita dei nostri padri, nutriti e cresciuti in mezzo alla perfezione, presenta un quadro ben diverso dai nostri costumi moderni. In quel tempo avventurato, l’Innocenza, la Purezza ed il Candore conducevano naturalmente il Cuore verso la Giustizia e la Perfezione. Però con il tempo si distrussero tutte le virtù a cagione della corruzione dei costumi e del traviamento del cuore e dell’intelligenza; e l’Innocenza ed il Candore pericolanti, scomparvero man mano, lasciando l’umanità immersa negli orrori della miseria, dell’ingiustizia e dell’imperfezione.

Ciò nonostante il vizio non prevalse generalmente fra i nostri padri. I nostri primi cavalieri seppero tenersi lontani dai numerosi mali che li minacciavano di rovina, e si conservarono in quel felice stato di Innocenza, Giustizia e Perfezione che fortunatamente legarono alla posterità, di secolo in secolo, rivelando i sacri misteri soltanto a quelli meritevoli di potervi accedere; in essi, nei Misteri, l’Eterno ha permesso che noi fossimo iniziati”.

Nelle “Nuove e Segrete Costituzioni della Antichissima e Venerabilissima Società”, promulgate nel 1786 da Federico di Prussia, è scritto:

Questa Istituzione Universale, le cui origini risalgono alla culla della Società Umana, è pura nei suoi dogmi e nella sua dottrina; è saggia, prudente e morale nei suoi insegnamenti, nella pratica, nei propositi e nei mezzi; la raccomandano specialmente il fine filosofico e umanitario che si propone”.

Ha per oggetto l’Armonia, la Fortuna, il Progresso della famiglia umana in generale e di ogni uomo individualmente. Con tali principi è suo dovere lavorare senza posa e con fermezza fino a raggiungere questo fine unico che si riconosce degno di essa”.

Secondo gli Statuti Generali del 1820, l’Ordine dei Liberi Muratori del Rito Scozzese Antico ed Accettato, che appartiene alla classe degli ordini cavallereschi, è così definito:

Quella unione di uomini saggi e virtuosi, che con allegorico significato si appella “Società dei Liberi Muratori” è stata in ogni tempo considerata come il santuario dei buoni costumi, la scuola della virtù, il tempio della filantropia. Essa ha per principio l’esistenza di un Dio, che adora e rispetta sotto la formula del G:.A:.D:.U:., Grande Architetto dell’Universo; ha per fine il perfezionamento del cuore umano e si propone, quale mezzo necessario per raggiungere questo fine, l’esercizio e la pratica della Virtù”.

La Società dei Liberi Muratori è per sua natura eminentemente umanitaria ed è incessantemente occupata ad erigere e fabbriche templi alla Virtù ed a scavare oscure e profonde prigioni al Vizio”.

Eccovi dunque esposti gli scopi della Massoneria.

Nata nei recessi del grandi templi dell’Egitto, dell’India e della Grecia, laddove il Mistero avvolgeva ogni attività spirituale e religiosa, la Massoneria vive rigogliosa attraverso tutto il medioevo con i Templari, con i Rosa Croce, gli Alchimisti e le associazioni di mestiere, per riapparire poi agli inizi del XVIII Secolo con la sua attuale fisionomia.

Pur fra tante vicende, fra gli alti e bassi della Storia, la Massoneria ha conservato attraverso i tempi le sua basi filosofiche, alle quali ha saputo aggiungere i principi della filantropia e della fratellanza, arricchendo il proprio pensiero alla luce del progresso scientifico.

Così, accanto alla credenza nel Dio unico, oggetto principale degli Antichi Misteri, essa pone tutta se stessa nell’opera del perfezionamento del cuore umano, nella pratica della virtù, nella lotta al vizio.

I massoni credono in Dio – gli atei più avulsi dal senso del Sacro non possono essere ammessi; come logica conseguenza i massoni credono anche nell’immortalità dell’anima, cioè ritengono che l’anima ascenda all’Oriente Eterno per contemplare quelle cognizioni che qui ha solo sfiorato. Infatti nel Rituale per i Funerali Massonici è contenuta la seguente invocazione:

Grande Architetto dell’Universo, Forza Infinita, Fuoco Venerato che tutto ciò che vive fecondi, Immutabile Origine di ogni trasformazione, fa che il nostro Fratello possa vivere eternamente con te, come ha vissuto con noi”.

La filosofia massonica non costituisce una scuola particolare perché nel suo simbolismo rappresenta la sostanza di tutte le filosofie.

Dallo studio dei differenti sistemi la Massoneria trae i mezzi per conciliarli tutti sui punti necessari alla morale sociale, e di conseguenza alla felicità dell’umanità.

Si afferma da parte di alcuni adepti che la Massoneria è per sua natura “progressiva” e si vogliono trarre da ciò argomentazioni per spingere l’Ordine nelle lotte politiche, cosa che è decisamente interdetta da tutte le Costituzioni e da tutti gli Statuti.

Il Progresso Massonico non consiste in uno smodato amore per tutte le innovazioni, anche perché la Massoneria sa, per dura esperienza, che accanto al bene di un miglioramento si può celare qualche pericolo imprevisto e imprevedibile. Sa anche che il Progresso per essere durevole deve svilupparsi con Saggia Lentezza (Prudenza) attraverso la preparazione morale degli uomini, preparazione che richiede il quotidiano, tenace, costante contributo dei Liberi Muratori alla diffusione della Luce, per il progresso nel Bene, nella Moralità, nella Virtù.

La Morale Massonica non è né cristiana, né ebraica, né maomettana. La Massoneria proclama determinati principi sui quali i moralisti di tutti i paesi e di tutte religioni sono d’accodo, La Massoneria si sforza costantemente di armonizzare le opinioni che a volte sono contrastanti, ma spesso solo in apparenza.

La divisa “Libertà – Uguaglianza – Fratellanza” non è per la Massoneria l’espressione di una teoria politica, ma soltanto un principio filosofico, lavorando esso solo nel campo delle idee.

La Libertà Massonica non ha nulla in comune con la licenza: la Massoneria non ignora, anzi ricorda costantemente ai suoi membri che la libertà di ciascuno trova un limite nella libertà degli altri; e che se queste due libertà sono in contrasto, l’interesse del singolo deve cedere all’interesse della collettività. Comunque essa considera suo dovere smascherare e denunciare ogni atto che attenti alla libertà individuale ed alla libertà spirituale.

L’Uguaglianza fa sì che agli occhi della Massoneria gli uomini non si distinguano gli uni dagli altri che per le loro qualità morali.

La Fratellanza induce gli uomini a considerarsi cittadini del mondo, a vedere nell’universo un sol popolo di fratelli, nell’umanità una sola famiglia.

* * *

Come si è detto la Massoneria impone ai suoi membri la credenza in Dio, sotto il simbolo del Grande Architetto dell’Universo, al quale i buoni massoni rendono un culto particolare.

Alcuni credono la Massoneria una religione, ritenendo che nessun’altra religione giustifichi così bene il senso etimologico della parola come la Massoneria stessa che è riuscita a congiungere gli uomini al Creatore con i suoi legami di amore e di rispetto, ed a riunire tutte le creature fra loro con legami di fraternità, di amicizia e di filantropia.

Ma la Massoneria non è una religione. Innanzi tutto, accanto alla credenza in Dio, ogni religione ha posto una serie di dogmi e speciali riconoscimenti impenetrabili alla ragione, ma che formano tanti articoli di ciascuna Fede. E poiché questi dogmi variano secondo le differenti religioni e ciascuna religione si dichiara infallibile in virtù di una pretesa rivelazione divina, esse sono giunte ad una reciproca esclusione. Inoltre le forme stabilite per onorare la Divinità subiscono varianti così importanti e sostanziali che ogni persona religiosa crede di servire male il suo Dio se non si attiene, per il culto, alle speciali pratiche che la sua religione gli prescrive.

La Massoneria, al contrario, non prescrive e non esclude né dogmi né culti particolari; essa esige una sola professione di fede: credere in Dio. Del resto essa ammette nel suo seno uomini praticanti qualsiasi culto e qualsiasi religione, educandoli alla tolleranza e allontanandoli dal fanatismo e dalla superstizione.

Questo compito è tutt’altro che di facile attuazione, anzi presenta le più gravi difficoltà, in quanto la Massoneria non si illude di dare al mondo uomini perfetti per il solo fatto che essi siano stati iniziati. L’iniziazione crea lo stato d’animo adatto a ricevere i principi massonici: il lavoro di assorbimento è lento e si ottiene solo dopo un’opera tenace. Ecco perché in Massoneria esistono i vari gradi.

Si è già detto che il fine ultimo della Massoneria è che le frontiere (reali e mentali) si abbassino avanti la ragione umana, l’universo divenga una famiglia e l’umanità un popolo di fratelli. Per raggiungere tale nobilissimo scopo la Massoneria si avvale di un insegnamento speciale svolto attraverso i “Misteri”.

La parola “Misteri” consacrata dalle antiche iniziazioni, è stata naturalmente adattata alle iniziazioni moderne, ma occorre precisare bene il suo senso per distruggere le pericolose prevenzioni nate nel passato e per prevenire, per quanto possibile, future errate interpretazioni.

I Misteri Massonici sono tutte le verità morali nascoste sotto forme allegoriche, cioè espresse con segni, parole, numeri, formule, racconti e cerimonie simboliche. Se questo simbolismo serve in parte come mezzo di riconoscimento fra gli iniziati, esso in realtà concorre a mettere in evidenza i punti essenziali della dottrina massonica.

Se il parlare più diretto sembra a prima vista il più convincente per insegnare la morale e la virtù, non si tarda a convincersi che senza il concorso dell’allegoria, l’insegnamento morale, privo di attrattive per la maggior parte degli uomini, rimarrebbe sempre infruttuoso e sterile.

L’allegoria tratta dalla natura è stato il linguaggio primitivo dell’umanità, ma è soprattutto quando il pensiero si lanciò dal mondo fisico a quello morale che divenne indispensabile ricorrere all’allegoria.

Quando si vollero rendere concrete le idee più astratte, quali l’esistenza di Dio, l’immortalità dell’anima, la costruzione armoniosa dell’universo, al linguaggio figurato delle parole si aggiunse quello dei segni e degli emblemi. I una parola: i simboli.

Con un triangolo equilatero si rappresentò la Divinità, con una farfalla l’anima o la vita interiore… da qui i racconti meravigliosi della mitologia, le parabole, e tutte le figure misteriose che fecero la delizia dell’antichità.

L’allegoria, specie in Egitto, divenne linguaggio sacro. Il confronto fra le iniziazioni moderne con quelle antiche, non permette di dubitare che la Massoneria deve all’Egitto la maggior parte dei suoi Misteri e quindi anche la maggior parte del suo linguaggio simbolico.

L’allegoria sola riesce – attraverso le vicissitudini di secoli – a salvare e trasmettere il deposito sacro delle scienze che nessun altro linguaggio umano sarebbe riuscito a conservare. Ora sia che si consideri la Massoneria come contemporanea degli antichi misteri, sia che la si consideri semplice ereditiera di questi, essa non potrebbe abbandonare il simbolismo senza ripudiare in un certo qual modo la sua stessa origine, la sua storia, e senza smarrire il filo prezioso che deve dirigere i suoi adepti nel labirinto presso che inestricabile del passato, della Tradizione.

Ma non basta: il presente stesso reclama il soccorso dell’allegoria, se non per proteggere l’Ordine dalle persecuzioni, almeno per salvarlo dagli attentati più pericolosi contro la sua stessa esistenza. Più forte, cioè, è la lotta nel mondo profano al regno dello spirito e della virtù, più bisogna opporre ai nemici del Bene i principi fecondi della fraternità, della carità e dell’amore massonico, principi che all’Ordine è caro trasmettere ai suo adepti attraverso il suo secolare simbolismo. Quel simbolismo che superando le barriere delle varie lingue, presenta da solo ai massoni sparsi sul mondo, i vantaggi inapprezzabili di una lingua universale; esso formula e risolve i più ardui problemi della morale con la rapidità e l’energica concisione del pensiero; esso infine, risalendo alla fonte di tutte le credenze umane, di cui riassume i misteri, porta la fiaccola della verità sugli errori più funesti, e compone i più deplorevoli dissensi.

In conclusione la Massoneria è nata e vive per liberare lo spirito dell’uomo. Non però con assalti inconsulti si otterrà la sua liberazione, perché gli assalti non riusciranno che con la prudenza e la ragione. La lotta ha bisogno di uomini provati e risoluti. Fornire questi conduttori resi abili dallo studio, implacabili dal dovere, è lo scopo dell’insegnamento e dell’azione della Massoneria nelle sue iniziazioni

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