RIFLESSIONE SULLA “CATENA D’UNIONE”

RIFLESSIONE SULLA “CATENA D’UNIONE”

Se immagino una “catena” di anelli apparentemente tutti uguali, perfetti forti, legati in  una completa armonia…essa non può essere che il simbolo cui deve tendere la nostra visione Libero Muratoria. Infatti, essa si dirige verso una perfezione o un’aequalitas , in cui tutti gli anelli sono uguali – i singoli adepti- che alla fine sono legati da valori comuni, come l’uguaglianza, la fratellanza, la libertà e il rispetto reciproco. Questa deve essere raggiunta dopo aver abbattuto tutte le nostre barriere, i nostri ostacoli, solo dopo aver superato tutte le nostre contraddizioni e solo dopo essere andati oltre a noi stessi; solo dopo aver raggiunto la “perfezione”. Questo deve avvenire, grazie al nostro percorso iniziatico, molto lentamente: dobbiamo maturare come i frutti o il grano, attendendo, senza chiedere nulla, con perseveranza i lenti cambiamenti della nostra interiorità, del nostro pensiero, del nostro modo di vedere il mondo circostante.  Più si ascende è più si converge…in noi e tra di noi … in un’armonia, in un Ordine, nel vero senso della parola, quello dell’“aequalitas”. L’Ordine Iniziatico, in realtà ha “in nuce “ un’ inaequalitas (l’ordine per raggiungere la sua armonia o il suo ordine, deve inizialmente essere disarmonico, disordinato e solo dopo averlo ordinato si raggiunge l’ordine vero, l’armonia. Cioè, noi adepti siamo disuguali all’inizio del processo iniziatico, e guai se non lo fossimo, ognuno è diverso dall’altro con i propri pensieri, ognuno con il suo “modi cogitandi” ( modi di vedere le cose , diversi dal mio o dal tuo, ma piano piano, grazie ai materiali e metodi comuni, che ci dona il Nostro Ordine Iniziatico, raggiungiamo una visione armonica, una visione di sintesi,  ma sempre individuale …perché il percorso iniziatico è solo individuale. Nel Nostro Ordine ci si educa e educhiamo, contemporaneamente. L’educazione massonica è una CO-EDUCAZIONE. E se ci fosse un anello o più anelli deboli della catena, essi devono essere immediatamente rafforzati, affinché la catena in toto non perda la sua potenza. E, a che cosa ci si educa? Dal latino, educare deriva da enucere, cioè “trarre fuori”; quindi essa non aggiunge nulla, ma fa emergere , fa uscire , tira fuori ciò che è in “potenza” nella mente di un adepto, e lo fa trasmutare in “atto”. Educare significa aiutare la “maturazione” di una persona. Ma che cosa s’insegna all’interno del Nostro Ordine ? S’ insegna solo una cosa, s’insegna la LIBERTA’, la libertà è il dono più grande che è stato donato dall’Essere Supremo agli uomini, e noi continuiamo a educarci alla libertà, perché è la libertà che definisce intimamente un uomo e caratterizza fortemente l’adepto. L’educazione massonica promuove la libertà in colui che viene educato…cioè lo libera. Ciò significa che l’uomo/adepto dev’essere accettato per quello che è, nella sua natura più profonda e peculiare. Educare non è in questo caso, un atteggiamento come quello di un padre verso il figlio o di un docente verso il discente, di un dominio dall’alto verso il basso. Non dobbiamo vederla come un’educazione asimmetrica tradizionale: perché non dobbiamo condizionare nessuno con i nostri pensieri o idee, ma dobbiamo solo stimolare, far muovere gli animi, animare e animarci. Educare deve essere movimento… energia…forza viva…che smuove ad ulteriori riflessioni o approfondimenti.

L’insieme degli anelli così perfetti, uguali, legati…cioè tutta la “catena d’unione degli adepti”, deve essere vista come uno stimolo, per la nostra azione progressiva di pensiero orientata verso la perfezione … tutti i Fratelli – in una visione unica – devono essere la nostra guida … a me piace definirla “MUSA”. Questo mi evoca un passo di Philip Roth (“Perché scrivere”. G. Einaudi, 2018) che diceva: “ io quando lavoro non ho in mente un particolare gruppo d’interesse  le cui convinzioni io debba assecondare  o contrastare , ma un lettore ideale che , in cambio della serietà d’intenti dello scrittore , è disposto a dedicarli tutta la propria sensibilità…ecco dobbiamo sapere che tutti i Fratelli della Loggia a cui apparteniamo, in particolare, ma anche tutti i fratelli della Comunità, sono disposti e predisposti ad ascoltarci/vi, a dedicarci/vi tutta la loro sensibilità, con delicatezza e attenzione…con amore. Questo ,secondo me, è il concetto di Musa. E questa sensazione bellissima-stupenda, ci permette di “Lavorare” serenamente, in pace, senza nessun tipo di ansia.  Questo tipo di educazione, cui ci sottoponiamo, durante il nostro Cammino Iniziatico, richiede tempo e pazienza, richiede virtù quali tolleranza, temperanza, fortezza, carattere, saggezza, fiducia reciproca e docilità ( non umiltà !)  

Ed infine …a che cosa serve educarci alla “liberta”’? La libertà serve a ragionare…LIBERTA’ È RAGIONARE …e nel Nostro “Ordine Iniziatico” ci si educa a ragionare…ecco perché noi Libero Muratori siamo LIBERI PENSATORI ! Ragionare ed essere liberi vuol dire saper scegliere il bene, saper scegliere tra “vie” o “pensieri” opposti, contrastanti; tra il male e il bene per esempio…tra la giustizia e l’equità, tra la verità e la menzogna… solo la miglior via ci porterà verso una serenità del vivere, facendoci avvicinare alla “Verita”. Dobbiamo sempre cercare di superare noi stessi…le nostre contraddizioni interne, per raggiungere l’armonia o la perfezione interiore …o meglio, raggiungere il divino che è in noi !

TAVOLA SCOLPITA DAL FR.’. C. S.

Pisa, 16 maggio 2020 (nel momento della mia vita delle ore 1.52)

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