Parlare della Menorah o candelabro a sette bracci, che la Massoneria conserva come meraviglioso oggetto ricevuto sul Monte Sinai e trasmesso da generazioni e generazioni dopo il Patto attraverso il filone ebraico della Tradizione, sarebbe cosa non certo da potersi esaurire in poche pagine per la complessità supporto esoterico che esso suggerisce alla mente aperta, alla intuizione luminosa e non c fantasioso esercizio dell’immaginazione. Interpretazioni sul suo significato o messaggio simbolico non ve ne sono nel senso profondo e meta diversi autori, le disparate fonti dei manoscritti, dei testi, dei dizionari si fermano solamen allegoria, all’emblema o tutt’al più al senso generale di “oggetto portatore di Luce”. Il suo simbolismo religioso si appoggia sul suo simbolismo cosmico. Secondo Filone la Menorah è l’imitazione terrestre della sfera celeste archetipa. Nella sua Vita di Mosè 2, 102, 103, la Menorah rappresenta il cielo al centrodel quale brilla il Sole con i suoi pianeti e l’altro luminare, la Luna. Simbolo di Luce spirituale, di Semente di vita e di salute è equivalente dell’albero della Luce dei Babilonesi. Rappresenta il mandorlo, ossia la “Noce d’Oro” che ritroviamo in molte civiltà. Anche Zaccaria vede accanto al candelabro due alberi d’olivo che forniscono d’olio le sette lampade come fossero gli occhi di Dio abbraccianti la Terra, come Logos, luce del mondo. Solo la Tradizione orale può trasmettere le intuizioni folgoranti che i Maestri (gli Eletti, scelti tra i Chiamati) hanno ricevuto dalla Energia Prima, o, per restare nei nostri termini massonici, dal Grande Architetto dell’Universo, per trasmetterla a loro volta ai discepoli, agli Apprendisti dell’Arte Reale. Ora, rileggendo insieme l’Esodo 25, 31, 40.
Il candelabro
“Farai un candelabro di oro puro; il candelabro, il suo piede e il suo fusto saranno lavorati al martello, i suoi calici, i suoi boccioli e i suoi fiori saranno tutti d’un pezzo con esso. Sei braccia usciranno dai suoi lati, tre braccia del candelabro da un lato e tre braccia del candelabro dal secondo lato. Tre calici in forma di fior di mandorlo sopra un braccio, con bocciolo e fiore, tre calici in forma di fior di mandorlo sopra l’altro braccio, con bocciolo e fiore. Così per i sei bracci uscenti dal candelabro. Nel candelabro ci saranno quattro calici in forma di fior di mandorlo con i loro boccioli e i loro fiori: un bocciolo sotto due braccia che escono da esso, un bocciolo sotto due altri bracci che escono da esso così per i sei bracci uscenti dal candelabro. | suoi boccioli e i suoi bracci saranno tutti d’un pezzo con esso ,il tutto d’un solo pezzo di oro puro lavorato al martello. Farai anche le sue lampade in numero di sette. Si metteranno le lampade in alto, in modo ch’esso faccia luce sul davanti. | suoi smoccolatoi e i suoi piattelli saranno di oro puro. Di un talento ene di oro puroSee lo si farà, esso e tutti questi utensili. Guarda ed esegui secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte”. Quale modello o quali modelli ha “visto” Mosè? Poiché ogni cosa, ogni “realtà”, ogni mondo, prima di “essere” è stato “pensato” viene spontaneo porsi la domanda: “Come è stato pensato il modello?”. L’Uomo, il Massone soprattutto, che ricerca Dio dentro e non fuori di lui deve porsi la domanda. E trovarne risposta è gioia dell’intelletto, aiutando così lo spirito ad ascendere gli spazi che ci separano dalla nostra condizione umana per ritrovare quell’espansione energetica-androginica o equilibrante che chiamerei, senza esitazione, angelica, o, sempre rimanendo nei nostri termini, la raggiunta Maestria Muratoria. Può essere che il “modello” visto o “scelto” da Mosè e portato agli orafi perché lo costruissero con 48 chilogrammi (un talento) d’oro puro e lo forgiassero con martelli e mani purissime, fosse proprio quello descritto in Esodo, 25, 31-40, ma non ne abbiamo testimonianza. L’unica è quella scolpita sull’Arco di Tito dove si notano già le trasformazioni e le stilizzazioni avvenute posteriormente e altre che possiamo ritrovare nella vastissima iconografia degli oggetti cultuali ebraici tra i quali, appunto, le diverse forme della Menorah. Propongo, dunque, all’attenzione e allo studio dei Fratelli il modello evidentemente approvato dalle Autorità rabbiniche competenti, che appare ai primi dell’ottocento e che è diffuso, generalmente, nelle Comunità e famiglie europee. La Menarah è costituita da 3 parti: — Base: Che è il piedistallo formato da 3 gradini ottagonali, analogicamente legati ai “Tre Corpi”, fisico, animico e spirituale e ai “Tre Mondi” inferiori della Cabalah, cioè Briah, letzirah e Asiah, rispettivamente correlati alle Leggi Binaria, Ternaria e Quaternaria; — Tronco: Che si eleva verticalmente lungo l’asse che passa per il centro della base; rappresenta il Fuoco Centrale e su di esso si collocano i Tre Elementi Archetipi: Aria, Acqua, Fuoco; — Bracci: Che sono costituiti da 3 semicerchi, ruotanti sul tronco, e formanti 6 bracci. Sull’asse orizzontale, cioè sui 6 bracci e sulla sommità del tronco si collocano le Sette Lampade, alimentate con olio d’olivo, che, come vedremo nelle tavole di corrispondenza, sono analogicamente legate ai Giorni della Creazione, ai pianeti, ai metalli, ecc.. Sulla Lampada del Tronco, che possiamo identificare anche come Punto di Origine, collochiamo una punta del compasso per tracciare i semicerchi ogni volta più ampi dei bracci, e da lì tracciamo pure i “raggi” che dividono i semicerchi secondo vari canoni con le relative attribuzioni. Nella seconda parte di questa esposizione continuerò con le proposte per lo studio e la ricerca dei Fratelli. Con il Libro della Sapienza, ricordo che se anche qualcuno tra i figli degli uomini fosse perfetto, a nulla varrebbe se la Sapienza gli fosse lontana. 9,6.
Tratto da HIRAM – N. 1 – Febbraio 1980