La Giustizia
“Giustizia” dal latino iustitia, deriva da iustus “giusto”; virtù eminentemente sociale che consiste nella volontà di riconoscere e rispettare i diritti altrui attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto secondo la ragione e la legge.
Questo il significato etimologico della parola, ma il valore “giustizia”, come ogni altro valore – inclusi quelli di libertà e di uguaglianza, spesso collegati e talora identificati con quello della giustizia – non può essere esplorato in astratto, ma soltanto nelle sue concrete realizzazioni.
In questo nostro secolo possiamo individuare tre gruppi di fatti che hanno impresso il loro marchio ed hanno generato le più significative tensioni in termini di giustizia.
Il primo gruppo mette in primo piano una serie di fatti certo non nuovi nella storia dell’umanità, se non per la brutalità della loro realizzazione in un’epoca ed in una società che si proclamano moderne e progredite: regimi totalitari; tirannie di uomini, di parti, di ideologie; l’oppressione e lo sterminio di individui, di gruppi, di razze, di religioni, il più delle volte nel nome di una pretesa superiorità di individui, gruppi, razze, religioni; rudi violazioni di quelli che già due secoli prima furono proclamati come i “diritti naturali” di ogni uomo.
Il secondo gruppo pone in risalto due immani, disastrosi conflitti fra Stati e gruppi di Stati, portando a livello mondiale quelle lotte fra nazioni che si erano prima mantenute entro più limitate dimensioni di spazio.
Il terzo gruppo rivela gigantesche trasformazioni economiche e tecnologiche, di dimensioni senza precedenti e accompagnate, a loro volta, dalla più profonda rivoluzione sociale, intellettuale e ambientale mai vissuta dal genere umano. Tali trasformazioni si manifestano nel grande movimento d’industrializzazione di regioni sempre più vaste del nostro pianeta; nella formazione di enormi conglomerati urbani; nel deterioramento dei tradizionali tessuti familiari e sociali; nella rivolta dei lavoratori, delle donne, dei giovani; nella formazione di una “civiltà delle macchine” e “dei consumi”, con tutte le sue potenzialità di alienazione per l’individuo e per i gruppi. In tutto questo contesto la nostra vita è stata spesso regolata da norme legittime ma non giuste.
Le società contemporanee si sono sforzate di risolvere i “problemi di giustizia”, generati dai fatti testé elencati, mediante principi , leggi ed istituzioni che tendono a dare alla giustizia tre dimensioni fondamentali: costituzionale, internazionale e sociale.
La giustizia costituzionale è radicata nei grandi conflitti storici, di cui essa tenta di essere il superamento, fra “equità” e “legge” e fra “diritto naturale” e “diritto positivo”. A sua volta, la giustizia internazionale rappresenta il tentativo dell’umanità di superare la storia plurisecolare di nazionalismo, la rigida separazione, fonte di tanti disastrosi conflitti, delle molteplici sovranità statali assolute, e la concezione dello Stato-nazione come fonte esclusiva del diritto e della giustizia. Infine, la giustizia sociale rappresenta la reazione a una concezione della giustizia tradizionalmente intesa come libertà puramente individuale e come uguaglianza puramente formale e la naturale evoluzione di tale concezione; allo stesso tempo, essa rappresenta il tentativo di superare il più minaccioso confronto politico ed ideologico del nostro tempo.
Le tre dimensioni di giustizia, benché in teoria distinte, sono essenzialmente legate fra loro: rappresentano cioè le tre frontiere di una evoluzione unitaria ed integrale. Da un lato, la giustizia costituzionale è integrata dalla giustizia internazionale: quegli stessi valori basilari, che trovano posto nei cataloghi dei diritti fondamentali delle costituzioni moderne e nell’apparato istituzionale inteso a proteggere tali diritti, tendono infatti a trovare un loro posto e una loro protezione anche in documenti e istituzioni trasnazionali. Dall’altro lato, sia la giustizia costituzionale che quella internazionale sono integrate dalla giustizia sociale, nel senso che i “diritti sociali” sono andati emergendo come parte integrante e vitale dei “bills of rights” non soltanto a livello costituzionale, ma altresì a livello soprannazionale.
E’ auspicabile che questi concetti abbiano uno sviluppo integrale e unitario, infatti la “frontiera” sociale e di welfare non può interamente soddisfare il moderno desiderio di giustizia, fintantoché sia limitata a pochi Stati (o gruppi di Stati) privilegiati. Essa deve espandersi internazionalmente e universalmente per spianare quel baratro di ingiustizia che si è andato scavando fra i paesi economicamente sviluppati ed un affamato Terzo Mondo.
Troppe leggi sono ancora lontane dalla giustizia; e nella mente di troppi di noi manca ancora la consapevolezza che il destino del genere umano è minato, se non saremo capaci di compiere la più profonda rivoluzione sociale e spirituale che mai sia stata compiuta, il più profondo mutamento di qualità. Giustizia al di sopra delle nazioni e della loro ottusa bilancia del potere, giustizia al di sopra dell’oppressione, giustizia alla portata di tutti: sono questi, ancora, sogni ed utopie scherniti da molti, non creduti dai più.
Certo, nessuna fra le grandi avventure umane nel campo della giustizia, della libertà e del diritto è stata priva di difficoltà, di dubbi, di cadute e di ritorni. Né alcun progresso umano è mai stato capace di condurre a uno stato di perfezione.
Siamo pronti ad ammettere che anche le più significative istituzioni, come ad esempio il controllo operato da forti nazionali o soprannazionali, non sono altro che strumenti nelle mani di uomini, e gli uomini, naturalmente, non sono dei. Ma siamo consapevoli anche del fatto che non c’è stata nella storia dell’uomo alcuna rivoluzione progressiva che non abbia avuto una sua propria utopia; né conosciamo alcun importante sforzo dell’uomo che non abbia avuto dietro di sé una potente forza morale e ideologica.
Il costituzionalismo e l’internazionalismo moderni, i “bills of rights” nazionali e trasnazionali, i diritti sociali di libertà, la protezione giurisdizionale, operata a livello interno e soprannazionale, di tali diritti – tutti questi possono ben essere appunto gli aspetti molteplici della grande Utopia della nostra epoca
TAVOLA SCOLPITA DAL FR.’. G. T.