Mistici, lussuriosi, atei: ritratto di un popolo ostaggio del cellulare
Marcello Veneziani 4/14/2014
Il giorno di Natale l’Italia è stata
sommersa da una bufera di messaggi contagiosissimi. Il virus più diffuso
recitava così: «Caro Gesù Bambino, quest’anno ti sei portato via il mio
cantante preferito, Michael Jackson, il mio attore preferito, Patrick
Swazye, la mia attrice preferita,Farrah Fawcett, il mio presentatore
preferito, Mike Bongiorno, la mia poetessa preferita,Alda Merini.
Volevo dirti che il mio politico preferito è Antonio Di Pietro e
che l’anno non è ancora finito!». Ho ricevuto 31 sms così, con due varianti
magico-religiose: 20 erano rivolti a Gesù Bambino, undici –
presumibilmente di credenti rispettosi o di atei integrali – erano
deviati su Babbo Natale. Il politico più gettonato in questione, invece,
era Tonino Di Pietro in ben 19 casi, Berlusconi in sette casi, e Fini in
cinque. Di sinistra manco uno e non per assenza di antipatia verso sinistra ma
per assenza di sinistra.
Ho cercato di mettere a frutto l’inedia e la bulimia di Natale lavorando su una
statistica augurale. Nel solo giorno di Natale ho ricevuto 350 messaggi
di auguri e sono così riuscito a fare un’indagine psico-sociologica sugli
italiani. Non sono riuscito a quantificare invece i messaggi precoci
che mi hanno mandato gli Ansiosi, già 7-8 giorni prima di Natale. A Natale
invece, nel cazzeggiare pallido e assorto sotto un rovente presepe d’orto, ho
lavorato con più serietà e dunque vi offro il risultato della ricerca.
Nel primo girone si contemplano i Mistici, gente che a
Natale scopre una vena lirica e religiosa sepolta lungo l’anno e si effonde in
messaggi papali e sentimentali. Tra loro anche autentici caimani e feroci
commercianti senza scrupoli. Una quantità spaventosa, circa 50 sms. Non
sospettavo tale quantità di santi clandestini nel nostro Paese. Ancora più
sorprendente è l’ispirazione poetica di insospettabili commercialisti e le rime
baciate di geometri neo-romantici con retrogusto gotico-zotico. Natale fa
riemergere il fanciullino che riposa dentro di noi, con la sua letterina di
Natale, o tradisce la vena mancata, di letterati languidi e crepuscolari. Tra
questi da segnalare anche un’amica che mi ha mandato un vero romanzo d’auguri,
racchiuso in un chilometrico sms. La mia risposta lapidaria – «Ricambio di
cuore» – le suonerà come una stroncatura. Temo di ricevere la parte seconda, la
Vendetta, a Capodanno. E l’opera omnia a Pasqua.
Nel secondo girone, seguono a ruota, i Goliardici, spiritosi
in proprio o con sms preconfezionato. Una caterva (45), se si considerano nella
etnìa dei comici non solo i messaggi virali che si diffondono per contagio, ma
anche gli spiritosi creativi, con battute d’artigianato, su misura. Notevoli
anche gli Scherzosi Lussuriosi con i loro messaggi pornonatalizi (11) che
esortano a pratiche erotiche natalizie irriferibili: il più casto invita a
tatuarsi con l’immagine dell’euro il proprio organo per veder finalmente
crescere il proprio capitale. Sarebbe un miracolo, anche perché per la prima
volta le donne lo aiuterebbero ad accrescere il suo capitale, anziché
dilapidarlo.
Ci sono poi i Decorativi (9), che fregiano i loro auguri di disegni
e immagini, anche se i più leziosi e pacchiani preferiscono mandare auguri
bizantini tramite e-mail (e lì diventano svariate decine). Risalendo dai loro sms,
immagino con raccapriccio le loro case natalizie bardate a festa, le loro palle
variopinte a intermittenza, i babbi natali che si arrampicano ovunque, le
luminarie, i festoni e i fiocchi. Roba da sperare in un violento cortocircuito
con incendio finale e panico tra i famigliari con giuramento di un prossimo
Natale sobrio e francescano. Tra gli sms iconografici colpiscono i decorativi
poveri e anche leggermente funesti, come quello di un’amica che ha seminato il
biglietto augurale di croci, come se fosse un cimitero. Forse voleva dare
maggiore enfasi festiva agli auguri ma mentre digitavo con una mano la risposta
(«Ricambio di cuore») con l’altra compivo esorcismi scrotali; non si sa mai.
Non mancano i Confidenziali (10) che cercano di cucire gli auguri
su misura della tua privacy, personalizzandoli oltre la soglia dei Kazzipropri; i
Monumentali (8) che fanno auguri solenni come se fossero presidenti
della Repubblica, a cui ti verrebbe da rispondere in piedi con l’inno di
Mameli. I restanti sono i Convenzionali, che non escono dal
frasario minimo ovvio e obbligato. Inquietante e vagamente mafioso un sms
allusivo di cui non ho capito il senso; irritanti i «sinceri auguri» di un
assessore che mi ha solato mille euro, e raccapricciante l’sms di una porca che
mi invita a ripetere con lei le maialate del Capodanno scorso a Frosinone, ma
io ero in Venezuela, non la conosco e non mi faccio chiamare, come lei mi
chiama, Popone (avrà sbagliato numero). Ammiro infine i sintetici, che mandano
solo un sms vuoto, con un brevità divina, metafisica, surreale, di facile
risposta. Mi inquietano gli sconosciuti, tantissimi, che mi mandano auguri
anche a nome di terzi ancora più sconosciuti, persino nomi russi e arabi, ma a
volte così confidenziali da indurmi al dubbio di avere l’alzheimer o una doppia
vita a mia insaputa, schizoide, con un giro di amici sconosciuti al mio doppio.
Agli auguri precoci non rispondo perché non riesco a cogliere auguri prematuri,
sono troppo acerbi, fuori stagione. Ai convenzionali seriali nemmeno, perché
sono uno dei mille e non penso che poi faranno il censimento con ritorsioni
verso gli inadempienti. Ai personali cerco con fatica di rispondere, ma non
supero le tre parole, distinguendo tra i normali («Ricambio di cuore») agli
speciali («Ricambio di vero cuore»). Soffro di un’avarizia di auguri davvero
impressionante ma dopo aver scritto centinaia di volte «Ricambio di cuore»,
temo di dovermi sottoporre ad un’operazione cardio-chirurgica per un ricambio
della valvola mitrale, troppo consumata dall’uso natalizio di auguri.
(Il Giornale 27/12/2009)