DIO È VOLONTÀ
L’anticorpo o antimateria non potrebbe forse essere di natura spirituale, la forza di coesione dei corpi, l’elemento indispensabile per dare una fisionomia, un ordine, un posto alla materia, differenziandola nella grandissima varietà d’elle
cose, dal vento all’acqua al sasso alla carne…? E se così è, non vi pare che senza lo spirito « anche » la vita terrena sarebbe impossibile? Lo spirito è dunque elemento che ci « permette » di vivere, di « essere » qualcuno, qualcosa, e di continuare ad esistere materialmente per un « certo tempo », per poi ritornare nella dissolvenza dell’antimateria? Non potrebbe essere questa, forse, l’onda del creato e dell’Umanità, sui cui flutti di luce galleggiano vari vascelli, destinati a ridiventare spiriti, attratti, catalizzati da una forza superiore, che agisce come calamita centrale su tutto l’Universo, come centro di gravità di tutto il creato? Perché negare a priori tale flusso perenne, voluto da una « volontà » certamente superiore alla nostra: quella dell’Essere eterno, che ha creato altri esseri non eterni, ma che eterni dureranno in Lui?
« Sia fatta la Tua volontà, come m cielo, così in terra », ci insegna a pregare Gesù: la volontà del Padre, che è tale appunto in virtù del Suo spirito che aleggia nei Suoi figli, parti di Lui, figli della luce. Vivere non vale essere: essere è compartecipare pure della natura divina che è in noi, il che è manifestamente riservato solo agli uomini e – in particolare – a quei fortunati che vivono in Dio.
Essere, significa essere in Dio. L’idea stessa di Dio non può venire all’uomo (essere consapevole della gerarchia dei valori) se non dalla propria natura. La constatazione delle forze che agiscono nell’universo (e, più tardi, del loro ordine e
della struttura del creato), fecero pensare e adorare quella Volontà che le governa. Sicché si arriva a dire, con Galileo, che la natura rispecchia la mano, lo stile dell’Autore di essa, e che scoprendone leggi e segreti ci si avvicina sempre di più
a cogliere la meravigliosa onnipotenza e bellezza di Dio (senza il Quale noi siamo nulla, non bellezza, non scienza, non verità: ossia, non siamo). La dissolvenza del creato (e delle creature) nel « nulla eterno », non ha significato: il nulla non può essere né eterno, né transeunte, perché non esiste in quanto non occupa spazio, né impiega tempo, e ciò che non esiste non ha né presente, ne futuro.
Ritornerei alle monadi di Leibniz, in un senso più ampio: la monade è di natura spirituale non perché indivisibile, ma perché la materia è sinolo di corpo e di anima (spirito vivente), di corpo e di anticorpo: e in quest’ultimo, c’è l’eterno.
TAVPLA SCOLPITA DAL FR’. B. C.