IL REGNO DI DIO
Se la fede è viva, la speranza è molta e la carità abbonda nelle nostre azioni. Venga il Tuo Regno, imploriamo con Gesù, l’eterno Padre di tutte le genti davanti all’ingiustizia, alla cecità, al sopruso, alle iniquità, all’omicidio, alla frode, alla fame, alla crudeltà, alla menzogna, alle miserie, alle oscenità, alle turpitudini de! mondo: e sia fatta la Tua volontà come in Cielo, « così » in terra. Tale atto non può non avvenire che con il « consenso » della creatura che Dio ha forgiato a Sua immagine, altrimenti Dio smentirebbe se stesso, non essendoGli possibile non volere ciò che ha voluto. L’uomo ha quindi questa duplice nobiltà: di essere il mezzo, lo strumento, con cui Dio si è obbligato a manifestare la Sua volontà, ed esplicare i Suoi disegni, e, al tempo stesso, di potere disubbidire al Creatore. Dopo il peccato di origine che fu l’inizio della ribellione e cioè il pronunciamento diverso da quello di Dio, l’uomo è condannalo a conquistare Dio e cioè a meritare di ascoltare e seguire la Sua volontà. Perciò la nostra «libera» volontà, altro non è se non « difetto » di volontà, che cerca il completamento nella volontà della Legge, della Rivelazione, nel dettato dei Santi Padri, nello spirito di coloro a cui Dio concedette di illuminare fedeli e non credenti con la luce della Sua parola. Facciamo difatti distinzione fra volontà desiderata e volontà ordinata, fra volontà così detta libera e cioè anarchica e la volontà buona o volontà nella legge: parliamo difatti di arrivare alla conquista e alla realizzazione della « volontà etica», che ci assicura la « libertà » nella legge, l’unica possibile all’essere razionale. Perciò se il Regno di Dio non è di questo mondo per quanto riguarda il prevalere del male sul bene e l’infelicità del giusto e la fortuna (apparente e caduca) di chi inganna il prossimo, e del malvagio, aiutati e protetti dalle forze demoniache nei loro misfatti, può essere benissimo realizzato nei singoli individui, in gruppi di individui votati a tenere accesa la lampada per lo Sposo promesso; quando essi cioè lealmente e moralmente sottomettono l’orgoglio e la superbia (conseguenza di una volontà senza limiti e quindi senza un fine, una guida, una regola, una luce) alla volontà dell’Onnipotente, trasformandola in volontà d’amore, di dedizione, di sacrificio per il bene delle anime e la maggiore gloria d’Iddio.
Tanto più si estenderà tale regno nel sacrario della coscienza umana, tanto meno avremo ad assistere a fatti rattristanti e a scemenze, che ci fanno temere sulla sanità mentale dell’uomo. Saggi e savi, dovrebbe essere lo slogan di ogni scuola che non deve cercare solo di formare l’individuo a ben esercitare il suo mestiere di uomo, e quindi solo sottomesso a sé, ma di uomo credente e cioè sottomesso ai voleri di Dio: la prima educazione è volutamente parziale, mentre la seconda appaga a tutti » i bisogni dell’uomo compresi (e in primis) quelli dell’anima, coronando l’ansia divina che è nell’uomo. Basterebbe un nulla a Dio per «obbligare» tutte le volontà a seguirlo, ma con ciò cancellerebbe, in un attimo, la nobiltà e l’eccellenza della ragione umana, il segno distintivo dell’uomo, che rimane arbitro di realizzare il regno di Dio nel mondo dell’uomo e quindi pienamente colpevole di subire le conseguenze della non realizzazione di un mondo di verità e di pace.
Spiegami, o mio Dio, il mistero del perché gli uomini sono cosi ciechi, da pervicacemente tenerTi lontano, vantandosi di non conoscerti, di ripudiarTi, di – o vaneggiamenti di dementi! – combatterTi? Perché Ti offendiamo? Quanta pazienza e misericordia è la Tua, per attendere l’ora del nostro rinsavimento, senza punire le offese, tutto macerando all’altare del sacrificio, incredibile olocausto dove, per volontà Tua (0 inaudito mistero d’amore!) mandasti il Figlio a riscattare con il Suo sangue, a farsi uccidere dagli uomini per i delitti e i peccati dell’uman genere!
TAVOLA SCOLPITA DAL FR .’. B. C.