A proposito del
Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani
di Gustavo Raffi
Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani
Venerabilissimi Gran Maestri
Carissimi Fratelli,
La Massoneria, nella sua dimensione internazionale, sta attraversando una crisi profonda; essa è visibile nel calo degli affiliati e nella difficoltà che la nostra istituzione deve affrontare nel tentativo di trovare un linguaggio che risulti comprensibile al mondo contemporaneo in modo da farne apprezzare la straordinaria originalità, in particolare alle nuove generazioni. In Italia, per far fronte a questa crisi, che si era riflessa non solo sul numero degli appartenenti, ma soprattutto sul prestigio della Massoneria, abbiamo sotto la nostra Gran Maestranza preso la decisione di operare secondo alcuni principi essenziali, tutti in linea con la Tradizione, dai quali sono scaturiti risultati di eccezionale significato e che forse potranno essere di utilità anche per altre Gran Logge. Innanzitutto, ci è parso fondamentale agire con più attenzione sulla qualità del
lavoro di loggia, potenziando le tornate in camera di maestro e, d’altro canto, seguendo con estrema cura la preparazione degli apprendisti e dei compagni d’arte. Per tali ragioni, il GOI ha favorito il moltiplicarsi di seminari di studio e di riflessione sia sulla storia della Massoneria sia sui rituali, la loro simbologia e soprattutto sul valore dell’esperienza esoterica, che, unitamente all’iniziazione, deve aprire il massone a un orizzonte più vasto e attento, in cui la profondità si unisce al fortissimo riconoscimento di tutti quei valori che hanno fatto della nostra istituzione uno strumento di civiltà e di progresso nel continente europeo.
Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani Lunedì 5 e martedì 6 novembre si è svolto a Londra, presso la Gran Loggia Unita d’Inghilterra, un “Meeting speciale” dedicato ai principi della regolarità massonica e riguardante in particolare il tema dei riconoscimenti internazionali tra le Gran Logge regolari d’Europa. Tra le 44 Gran Logge presenti, anche il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani, per la prima volta dal 1993, è stato invitato a partecipare in veste ufficiale. Egli ha così potuto “varcare” la soglia del Tempio di Great Queen Street presso la Freemasons Hall londinese. Il Duca di Kent, Gran Maestro della Gran Loggia Unita d’Inghilterra ha accolto tutte le Massonerie regolari europee presenti, mentre i lavori sono stati introdotti dal Pro Grand Master, Marchese di Northampton. Il nostro Gran Maestro, Avv. Gustavo Raffi, è stato uno dei pochissimi relatori ufficiali del meeting. Data l’importanza dell’evento, pubblichiamo per intero il testo italiano e quello inglese presentati durante la seduta di martedì mattina.
È su questa scia che la nostra attività si è declinata con estremo vigore. Abbiamo, infatti, operato secondo il principio che, in una società libera e democratica, quale quella europea del XXI secolo, la Libera Muratoria è uno strumento di straordinaria attualità e non un piccolo cenacolo per un limitato ambito di persone.
Quindi, è per questo che abbiamo attribuito un valore essenziale al tema della comunicazione. Non si può, infatti, pretendere di essere compresi, quando nulla si fa per esserlo. La crisi del mondo postmoderno con le banalizzazioni del vivere civile che essa propone, ad esempio esaltando valori negativi, come il benessere fine a se stesso, il consumismo, il disprezzo della vita e della sofferenza, costituisce un fenomeno gravissimo, su cui, senza alcuna interferenza di carattere politico o partitico, i Liberi Muratori hanno
il dovere di riflettere e di intervenire. Tale attenzione si è per noi tramutata in un forte impegno di solidarietà umana e civile verso i più deboli, non solo attraverso numerose forme di charities, ma anche grazie alla promozione di incontri pubblici, con personalità del mondo della cultura, delle Università, delle Istituzioni e delle Chiese: tutti ampiamente pubblicizzati dalla stampa locale e nazionale, volti a coagulare l’attenzione soprattutto dei giovani, che si trovano privi di esempi etici di alto profilo, spesso lasciati a se stessi di fronte a un mondo che propone di costruire la personalità dell’individuo solo attraverso la sua immagine esteriore e non nel profondo. Abbiamo cioè proposto la Massoneria come esempio civile di impegno e di rigore etico. Per questa ragione, la nostra Obbedienza ha ripreso il tema, antichissimo e tradizionale, della paideia, intesa come educazione permanente del cittadino, che, anche grazie al lavoro di loggia, come dicono i nostri rituali, impara a perfezionare se stesso e a condividere un’esperienza di crescita profonda in permanente ricerca della verità. Ciò è stato fatto non soltanto attraverso la celebrazione del nostro passato e dei grandi protagonisti della storia massonica, ma con il chiaro intento di sottolineare la continuità nel presente e nel futuro del loro impegno. La Massoneria della Tradizione è parte della storia, quindi, non fuori di essa. Il tema della ricerca della verità, inteso in senso massonico, costituisce un punto nevralgico dell’azione esoterica. Noi non siamo né libertini, né atei impenitenti, ma siamo uomini dotati di fede, ciascuno la propria, che hanno accettato di mettersi in gioco nella convinzione che anche le parti di verità possedute dagli altri siano importanti e vadano ascoltate e meditate. La necessità del dialogo profondo, del confronto intellettuale, trova nella nostra Obbedienza un’attenzione educativa che la distingue da tutte le altre associazioni che propongono verità preconfezionate, richiedono obbedienza assoluta e non aiutano il soggetto a diventare un protagonista critico, ossia libero, della modernità. Dinanzi a una serie drammatica di nuovi fondamentalismi, il ruolo storico della Massoneria, come punto d’unione universale di uomini desiderosi di pace e di conoscenza, capaci di contribuire alla costruzione di un nuovo tessuto nei rapporti umani e sociali è quindi fondamentale. Per alcuni versi la nostra funzione è tornata a essere quella che si aveva nel XVIII secolo, quando l’Europa usciva dalle guerre di religione e doveva trovare una sua nuova via. Oggi lo scenario è globalizzato e quindi il confronto con le minoranze, con altre culture, trova anche in Massoneria uno strumento di equilibrio, di assimilazione ed educazione ai valori della tolleranza, del rispetto e della costruzione di una società più giusta. Tale ruolo è stato evidenziato attraverso numerose iniziative di carattere culturale, nelle scuole, nelle università e in altre sedi pubbliche, ove le ragioni di esistere della nostra istituzione non erano affatto chiare o peggio venivano completamente fraintese. Siamo stati artefici di momenti di dibattito pubblico tra esponenti delle diverse fedi, soprattutto cattolici, protestanti, ebrei e musulmani. Abbiamo insistito sulla necessità del dialogo e sul ruolo della Massoneria come palestra di tolleranza e di mutuo fraterno confronto. Si è talora detto che noi saremmo politicamente coinvolti. Ciò è oggettivamente impossibile, poiché i nostri Fratelli appartengono a strati e aree politico culturali, religiose e filosofiche molto eterogenee. Il fatto che noi insistiamo sulla necessità che la Massoneria sia originale e non una associazione conformista rende tale assunto di per se stesso falso. Un grande riscontro ha avuto, invece, come valore etico e non partitico o politico, la nostra difesa dell’educazione pubblica e della qualità del sistema scolastico e universitario, come espressione del pluralismo culturale, strumento di integrazione delle minoranze, collante sociale, atto a far comprendere che si può essere diversi ed eguali allo stesso tempo e che la diversità l’impegno a tutela della libertà della ricerca scientifica e della salute umana, soprattutto nel caso dei ceti più deboli. Esistono aspirazioni al miglioramento della qualità della vita dinanzi alle quali il Grande Oriente d’Italia non ha dichiarato la sua estraneità. Anzi, riteniamo che il dolore dell’umanità sofferente non possa essere inascoltato e pertanto noi ci siamo resi disponibili a favorire una riflessione più serena su questi temi. Noi non siamo mai entrati nel merito delle leggi o delle opzioni che i partiti devono
assumere nel libero confronto democratico, anzi ci teniamo ben lontani da tale agone, proprio perché il nostro compito è di altra natura, ossia esso è etico, esoterico, spirituale, ma anche formativo. Il Grande Oriente d’Italia ha, a questo proposito, dato vita anche a una serie di tavole rotonde che hanno ospitato i più importanti studiosi di bioetica, medicina e filosofia, mostrandosi così istituzione attenta alle idee che agitano la società civile e parte integrante di essa e non corpo estraneo.
Questi eventi hanno visto un’adesione sempre più crescente non solo di addetti ai lavori non massoni, ma di cittadini bisognosi di trovare un contesto aperto alla discussione e foriero di conoscenze. Si deve, altresì, precisare che nel nostro paese il dialogo con le istituzioni religiose ha una sua complessità storica. Il nostro impegno è stato quello di favorire la chiarezza e di estinguere antichi equivoci. In particolare, lo scontro con la Chiesa Cattolica è per noi questione superata, che, peraltro, riguardava non la religione, ma il potere
temporale esercitato da quest’ultima, giacché non è nostra funzione entrare nel merito delle teologie o degli articoli di fede. Certamente non amiamo le “scomuniche”, ma credo che non piacciano neppure a Voi cari Fratelli, tanto più che la posizione ufficiale della Chiesa Cattolica, espressa dall’allora Cardinale Ratzinger nel lontano 1983, quale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, è rimasta immutata e riguarda tutte le Massonerie, anche quella che ci ospita. Essa afferma – a nostro giudizio erroneamente – l’inconciliabilità tra fede cristiana e Massoneria tout court. Ribadiamo, altresì, l’impegno storico della nostra tradizione a rivendicare la sovranità del Parlamento nei confronti di ogni eventuale d i k t a t di natura ecclesiale e teologica o di altro tipo, a cui non possono uniformarsi né il diritto né le leggi di un paese democratico e laico. I Liberi Muratori sono cittadini fedeli allo Stato, a cui riconoscono il ruolo di garante dei diritti e delle libertà, anche religiose, di tutti. Se mai è nostro merito il fatto di essere rimasti in Italia tra i più strenui difensori del principio della separazione del potere civile da quello religioso, che opera soprattutto a tutela delle stesse Chiese; fatto che ci ha portato un’enorme simpatia da parte degli stessi credenti. Vorrei, ancora una volta, sottolineare l’importanza di tutte le attività pubbliche intraprese dalla nostra Obbedienza, le quali hanno eliminato dalla Massoneria quel velo di impropria segretezza che non deve essere confuso con la riservatezza. La società civile ha il diritto di conoscere le finalità, gli obiettivi, le idee che agitano la Libera Muratoria. E noi lo facciamo, sia attraverso il nuovo format assunto dalle Gran Logge, che si sono tramutate in una grande convention, la quale, a fianco dei lavori esoterici, rigorosamente riservati, è arricchita da serie di eventi pubblici, tavole rotonde, dibattiti, concerti, esposizioni di opere d’arte, mostre di storia massonica, esposizione di libri, etc.. Giornalisti, uomini delle pubbliche amministrazioni, studiosi, ma anche semplici curiosi interessati al nostro mondo, riempiono i saloni dei nostri incontri. Tale outing, affiancato da seminari tenuti presso le Università, ai quali più volte è stato invitato lo stesso Gran Maestro come relatore, il moltiplicarsi di convegni rigorosamente scientifici sulla Massoneria e sulla sua storia, la creazione di un sito web con una dinamica area multimediale, al cui interno trovano spazio sia una radio online (GoiRadio) che una televisione online (GoiTV) costantemente aggiornate e un archivio video, la crescita del numero delle tesi di laurea e degli studenti e degli studiosi che frequentano le nostre biblioteche e i nostri archivi, testimoniano il fatto che il clima sia ormai cambiato.
La capacità di farsi portatori di contenuti etici, di apertura culturale e di dialogo, ha attirato un numero sempre crescente di giovani, che ha portato la nostra Obbedienza a circa i 19.000 iscritti dopo una fase in cui il numero totale si aggirava attorno alle 12.000 unità. L’età media è in continua discesa (53 anni quella nazionale e 42/43 anni quella degli iscritti del periodo di questa maestranza), indice di una palese sintonia con le nuove generazioni, che ritrovano nelle logge un ambiente di armonia e di crescita spirituale. I contenuti da noi agitati, peraltro, mentre attirano le menti più vive della società, permettono al contempo di tenere lontani tutti coloro che sarebbero attratti dalla Massoneria nella sola speranza di poter trovare un club potente per fare carriera e affari, aggirando le leggi dello Stato e la meritocrazia. La capacità del Grande Oriente d’Italia di operare su un profilo più alto ha portato altri benefici, quale quello di vederne
enormemente cresciuto il prestigio e il rispetto anche nell’opinione pubblica nazionale. I nostri Fratelli non Italiani non possono dimenticare che il nostro paese è stato stretto nella morsa di istituzioni a priori profondamente ostili alla Massoneria. La sola appartenenza a questa istituzione era considerato un crimine morale, misconoscendo il suo ruolo storico che, con figure come Garibaldi, ha determinato il processo di unità nazionale, versando inoltre molto sangue anche nella lotta contro il fascismo, che la perseguitò in modo brutale. Oggi noi ci siamo guadagnati stima e rispetto e gli attacchi gratuiti, peraltro inevitabili, sono sempre meno efficaci, poiché trovano ampie e circostanziate risposte, non solo da parte nostra ma dalle stesse istituzioni dello Stato. Non si dimentichi, inoltre, il ruolo che noi abbiamo avuto presso la Corte di Strasburgo nel far sanzionare, con sentenze, leggi illiberali che miravano a perseguitare gli appartenenti alle istituzioni libero-muratorie del nostro paese. Si rammenti che se noi avessimo perso queste cause, le conseguenze di tale rovescio si sarebbero sentite anche presso altre Obbedienze, visto che di tanto in tanto altre nazioni sono a loro volta attraversate da sentimenti ostili alla Libera Muratoria. Questo in breve il nostro operato. Per quanto concerne,
invece, la questione dei riconoscimenti internazionali, noi ci opponiamo a ogni operazione che voglia violare
il principio dell’unicità delle Gran Logge sul suolo nazionale (Giurisdizione esclusiva).
Una tale modificazione aprirebbe uno scenario di anarchia imprevedibile, le cui conseguenze sarebbero esiziali. Se alcuni paesi hanno dei problemi, bisogna trovare le soluzioni di mediazione e di discussione
caso per caso, ma non è possibile stravolgere la tradizione e i princìpi della regolarità massonica. Il Grande Oriente d’Italia si è già da tempo adoperato e con successo in un processo di normalizzazione della situazione, riaccogliendo molti Fratelli che si erano perduti in una diaspora apertasi alcuni anni or sono, mediante processi di regolarizzazione di singoli e con essi di intere logge, purché regolari. Tale operazione non ha coinvolto solo ex appartenenti al Grande Oriente d’Italia, ma anche Fratelli iniziati in altre Obbedienze.
Nel caso di altre Gran Logge regolari da noi non riconosciute, che operano sul territorio italiano e sono di recente costituzione (meno di 15 anni), è bene ricordare che la loro storia e il loro peso non sono affatto comparabili a quelli della nostra Obbedienza, giunta ormai a superare i due secoli di esistenza. Al riguardo, noi non possiamo che prevedere e auspicare la loro incorporazione nel seno del Grande Oriente, senza discriminazione alcuna, in quanto siamo pronti ad accogliere fraternamente i loro membri: questa ci appare come la soluzione più ragionevole e quella tecnicamente più praticabile, ovviamente riconoscendo i meriti e i ruoli dei Fratelli che si sono distinti al loro interno. In conclusione, ci auguriamo che da queste giornate scaturisca una libera riflessione che permetta di favorire la crescita e la collaborazione tra le Gran Logge regolari d’Europa in uno spirito fraterno e sincero di comprensione reciproca, affinché ogniombra sia levata e la luce possa splendere più fulgida che mai nei nostri cuori e illuminare le nostre menti.
DA “HIRAM ” 2007/4