“Comunicazione e Massoneria”
“Come utilizzare le nuove tecnologie per diffondere i valori della massoneria nel mondo profano”
La Massoneria è sempre stata e probabilmente sempre sarà, una scuola permanente di pensiero che educa le persone a divenire cittadini, uomini sempre migliori, nel rispetto reciproco dei propri doveri e diritti. Può essere definita una “pedagogia del dialogo”.
Nell’opera di educare e di preparare ad un futuro progressivamente migliore si è trovata talvolta ad essere l’elemento propulsore di un rinnovamento culturale, sociale e politico.
Ogni rinnovamento, inteso come cambiamento positivo della società, non è mai avvenuto improvvisamente, ma è sempre stato il frutto di una lunga sequenza coordinata di avvenimenti fatti di correnti di pensiero innovatrici, continuo fiorire di studi e di ricerche, nuovi ideali molto spesso in contrasto con “i dogmi” degli ambienti del potere politico istituzionale, fonte di corruzione e di distribuzione di ingiusti privilegi.
Possiamo certamente affermare che nel periodo risorgimentale in Italia la Massoneria riuscì nei suoi obiettivi primari che portarono l’Italia all’unità, combattendo sul campo con gli strumenti dell’epoca: un perfetto modello di “rete” costituito da gruppi (la Carboneria, la Giovane Italia, i Maestri Perfetti, i Riformati, i Figli di Marte ecc.) ben collegati e coordinati tra di loro con un unico obiettivo ed ideale. Si diffusero così la cultura dei valori massonici di Unità in uno spirito di Libertà, Fratellanza e Uguaglianza.
Vi sono alcuni aspetti del senso di smarrimento etico dell’attuale situazione italiana che ricordano il periodo pre-risorgimentale. Forse maggiormente che in altre parti del mondo occidentale, si percepisce un comune sentimento di incertezza, di precarietà, di difficoltà ad avere speranza nel futuro. Molte, troppe persone vivono in questo stato e quando al disagio si accumula disagio, dilaga la sensazione di solitudine e facilmente l’egoismo o meglio gli egoismi prendono il sopravvento e con loro emergono il desiderio dell’apparire, i facili arricchimenti, il potere, la frammentazione politica, il rifiuto del Bene comune. Fattori che facilmente possono portare a rigidità totalitarie e ad integralismi, anche religiosi, con conseguenti ulteriori disagi e povertà materiali e spirituali.
L’avvento di nuove tecnologie, che sono sempre più parte integrante della nostra vita, personale, professionale, sociale, ha radicalmente modificato le abitudini dell’Umanità.
Alcuni intellettuali parlano di quinta rivoluzione che la storia umana registra nel decisivo settore della comunicazione:
1 – l’invenzione dell’alfabeto (lingua parlata) che ha codificato il modo di trasmettere il pensiero e aperto la strada al sorgere delle prime organizzazioni umane;
2 – l’invenzione della scrittura che ha fornito un importante supporto alla trasmissione del sapere dall’elite di un gruppo sociale ad un altro e da una generazione alle successive;
3 – l’invenzione della stampa, che ha fornito lo strumento decisivo per una potenziale trasmissione a tutti, delle conoscenze e dei valori e che ha pertanto cambiato la faccia dell’Europa e del mondo aprendo la via alla democrazia e alla tolleranza;
4 – la nascita dell’elettricità e dell’elettronica che hanno consentito la trasmissione analogica (telefono, radio e televisione) e digitale (computer) dell’informazione realmente a tutti rendendo possibile, nell’arco di soli 100 anni, l’introduzione delle grandi masse nella storia e la nascita delle mega organizzazioni produttive dell’attuale mercato globalizzato;
5 – l’integrazione sistemica dei mezzi elettrici ed elettronici di comunicazione (world wide web, satelliti, canali a microoonde, wi-fi ecc.) che sta rapidamente facendo di ognuno di noi il “terminale” finale di una rete mondiale in costante connessione.
Nello spazio di un paio di generazioni si è arrivati ad una realtà in cui le dinamiche, le metodologie ed i canali di informazione si sono moltiplicati al punto da creare nuove difficoltà di relazione e comunicazione intergenerazionali e di conseguenza educative. I giovani hanno metodologie di comprensione ed aspettative condizionate dalle esperienze multimediali e dall’utilizzo di queste nuove tecnologie che agevolano connessioni e salti concettuali.
Le fisiologiche difficoltà sempre esistite tra diverse generazioni sembrano perciò amplificate rispetto al passato proprio dalla difficoltà con la quale gli ambienti familiari e i docenti ai vari livelli faticano ad adeguarsi ai nuovi modelli, prediletti invece dai giovani, e questo rende più difficile l’educazione intesa come “trasmissione dei valori”.
Pur essendo fondamentale per alcuni versi il ruolo giocato dagli individui più maturi di età, i giovani restano comunque sempre la maggiore risorsa per la continuazione di qualsiasi tradizione e sottovalutare ciò potrebbe risultare un fatale errore anche per la Massoneria.
Occorre pertanto elaborare una strategia di comunicazione moderna e costantemente aggiornata che trasmetta ai giovani, ma non solo, i nostri ideali, e sgombri però il campo da interpretazioni errate e pregiudiziali. Per quanto riguarda nello specifico il panorama italiano si ha una necessità in più: far conoscere ai profani, quasi sempre totalmente disinformati, gli eventi storici dei quali la massoneria è stata protagonista perseguendo la sua tradizione liberale, le iniziative filantropiche e sociali che i massoni sostengono alacremente nel silenzio, il costante impegno per i diritti umani, gli insegnamenti etici che il messaggio massonico veicola facendo chiarezza sul fatto che la massoneria italiana non è la “P2”.
Una massoneria moderna non può prescindere dal presentarsi con maggior trasparenza e visibilità nell’enunciare il proprio pensiero.
L’impegno delle figure istituzionali dovrebbe pertanto cogliere le opportunità della moderna comunicazione mediante una reale disponibilità alle apparizioni pubbliche, siano esse interviste on line, presenze televisive, partecipazione ad eventi culturali, convegni o tavole rotonde multimediali, al fine di divulgare il progetto massonico.
Le più moderne conquiste tecnologiche ci mettono a disposizione mezzi di comunicazione sociale alternativi che si rivelano spesso strumenti potenti di educazione e di arricchimento culturale, di commercio e partecipazione politica, di dialogo e comprensione interculturali, e quindi possono esserlo anche per la causa della massoneria.
Come i massoni risorgimentali sono riusciti a fare rete, perchè non dovremmo riuscirci noi nell’era della “rete” per antonomasia?
Ovviamente è fondamentale la qualità di questa interconnessione che oggi, a differenza di ieri, non ha più limite territoriale ma si estende al globo intero.
Le reti tra istituzioni che, come la nostra, divulgano cultura e tradizione, possono diventare uno strumento per affrontare e risolvere problematiche dell’Uomo, promuovendo lo sviluppo integrale dell’individuo che vive in ambiente sociale, il suo sviluppo intellettuale ed estetico con l’obiettivo di perseguire la comprensione reciproca fra i popoli e le nazioni su scala globale, un mondo governato da giustizia, pace e amore.
Tuttavia non si deve trascurare l’altra faccia della medaglia: l’utilizzo di queste tecnologie che dovrebbe essere rivolto al Bene degli individui e delle comunità, può invece produrre anche sfruttamento, manipolazione, corruzione.
La diffusione del “world wide web” solleva pertanto questioni etiche di varia natura: la riservatezza, la sicurezza, la proprietà intellettuale, l’incitamento all’odio e alla violenza, la diffusione di pettegolezzi e di diffamazioni mascherati da notizie solo per citarne alcune.
Proprio per questo i massoni dovrebbero sentire in maniera ancora più stringente l’esigenza di strutturare i propri sistemi d’informazione e divulgazione con una modalità tale da garantire autenticità, certificazione, eticità dei messaggi, ma come?
Uno dei criteri fondamentali per garantire una informazione è l’autorevolezza di chi ce la trasmette; non casualmente il più grande tra i problemi del web è quello di recepire notizie non verificate e mancanti di una ragionevole certificazione: la stessa informazione trasmessa da un oscuro sito o da quello di una grande testata ha un diverso peso di credibilità.
Il nostro dovere come massoni quindi è quello di operare affinché la nostra Istituzione acquisisca il massimo della autorevolezza e di credibilità anche nel mondo delle nuove tecnologie di comunicazione e, con tale autorevolezza, faccia circolare le corrette informazioni.
Fare circolare le informazioni, oggi questo significa “fare rete”.
Troppo spesso molte ed importanti idee, spesso innovative, rimangono all’interno delle Logge o degli “addetti ai lavori”.
Ad esempio i forum dedicati e limitati agli addetti ai lavori hanno sì permesso ai FF di comunicare meglio tra di loro implementando la reciproca conoscenza, ma non consentono normalmente la divulgazione delle idee a quella parte del mondo profano che sarebbe in grado di accoglierle e condividerle; in tal senso il limite dell’auto-referenzialità è quello che impedisce la formazione di un circolo virtuoso che allarghi gli orizzonti della nostra istituzione.
Il 2009 è stato dichiarato l’anno europeo della Creatività, perché non approfittarne?
Il logo dell’iniziativa è una rete: di neuroni, di stelle…….
Accettiamo questo invito e questa sfida e proviamo ad applicare la creatività alla tradizione!
Se riusciremo a parlare un linguaggio più comprensibile al mondo di chi non ci chiama FF solamente perché non ci conosce o non sa come raggiungerci, con particolare attenzione a quello dei giovani, la nostra ambizione di realizzare quel progetto in cui crediamo, quel disegno di una umanità riunita sotto il segno del GADU, potrà allora avere maggiore probabilità di essere perseguito e realizzato.
TAVOLA SCOLPITA DAL FR’.’ G. T.