IL GRANDE ORIENTE NELLA NUOVA GALASSIA DI GUTENBERG
Matteo Menetti Cobellini
Instagram, Facebook e Twitter. I nuovi mezzi di comunicazione di massa e lo spirito iniziatico della Massoneria. Nemici o amici?
Il futuro si guadagna con il presente -Samuel J. Johnson
Che la Libera Muratoria debba agire per il bene dell’umanità attraverso un percorso iniziatico condiviso da un gruppo di persone dal comune sentire è un postulato. Un Ordine esoterico che fa della tradizione un collante indissolubile tra i percorsi della propria storia e quelli della società civile, deve poter parlare anche la lingua digitale con cui il mondo oggi si esprime? Herbert Marshall Mc Luhan, padre della teoria del Villaggio Globale, sosteneva che “il mezzo è il messaggio”. In effetti ne “La Galassia Gutenberg”, il sociologo precisa che “il messaggio”, nei secoli, ha cambiato forma e contenuto grazie all’invenzione dei caratteri tipografici, transitando dalla prevalenza di un senso, l’udito della cultura orale, alla prevalenza di un altro, la vista della cultura scritta. L’Arte Reale, nei suoi lavori di Loggia, assegna così tanto valore alla parola da farne prima un’esigenza rituale, poi una conquista, quella dell’apprendista, e infine un metro di comprensione e valutazione tra fratelli. Come inserirci, noi che della parola facciamo simbolo iniziatico e giudizio, in un mondo che comunica attraverso la meccanica di una tastiera e di uno schermo, posto anche all’altro capo del mondo? Perché farlo, ma soprattutto è doveroso farlo?
Dobbiamo distinguere tra contenuto e messaggio. L’essere massonico, se non trova il sistema di diventare messaggio, rischia di perdere quella funzione sociale per il quale è diventato aggregazione a favore dell’umanità, correndo il rischio di essere autoreferenziale. Se il contenuto, il divenire Massonico dunque, è difficilmente comprensibile da chi non vive questo percorso, il secondo, il messaggio, deve necessariamente adeguarsi a quella che è la capacità di recezione della società. E dunque, se all’interno della Loggia si deve rimanere ancorati alla condizione misterica della tradizione, diventa non solo legittimo, ma anche doveroso, che la nostra proiezione esterna, cioè quanto noi facciamo per il benessere comune, si adegui alle richieste di trasparenza della società. D’altronde di essa facciamo parte. Sia chiaro: non ci viene certo domandato di cambiare il nostro sentire più intimo, che così bene si esprime nell’intimità delle nostre Officine, ma solo di modificare il mezzo di comunicazione verso l’esterno, così da transitare tutto ciò che noi siamo – o vogliamo essere – agli occhi di quel mondo che tanto sosteniamo di amare.
In quest’ottica, se intendiamo il percorso iniziatico come un viaggio, dobbiamo assicurarci che chi viaggia accanto a noi sappia cosa facciamo, senza temerci. L’ignoranza genera, infatti, incomprensione e di questo la Massoneria è vittima. Nel linguaggio delle nuove tecnologie, l’Arte Reale subisce il danno delle fake news, cioè della disinformazione. Che sia essa frutto di dolo o colpa non è questione da affrontare in questa sede, ma è un problema che il Grande Oriente d’Italia sta cercando di risolvere, soprattutto attraverso il social network Instagram che, frequentato dai giovanissimi, si esprime principalmente attraverso immagini corredate, nei commenti, da piccole presentazioni. E così ben vengano le immagini, corredate da descrizioni, sulla nostra storia, i nostri principi, le nostre utilità. La “missione” sembra avere successo, considerando che, mentre scriviamo, i follower del nostro nuovo profilo Instagram superano i duemila account.
Rapportandosi con la società di cui fa parte, la Massoneria deve chiedersi chi siano i propri compagni di viaggio e, in questo senso, ma solo in questo, ha obbligo di trasmettere quelle virtù, quei landamarks, per le quali essa è stata costituita.
La Massoneria deve entrare nel “messaggio”, scriverebbe Mc Luhan, e deve farlo integrandosi in quell’umanità che promette di migliorare. Lo sappiamo: è l’Umanità a essere la nostra compagna di viaggio. Dobbiamo forse abbandonarla, rifugiandoci nei nostri templi? La società parla oggi la lingua dei Social Network: sono il mezzo attraverso cui si esprime il concetto. In sintesi: il messaggio stesso. Il Grande Oriente d’Italia può davvero permettersi di sottovalutare questi cambiamenti?
Questa lingua è oggi universale; ed è tanto universale quanto lo siamo noi nei nostri progetti, già dal 1717. Ma è anche una lingua tecnologica, digitale, velocissima, con segni, significanti e referenti univoci. Ricca di immagini, suoni, speranze, cultura, bellezza e approfondimenti, è anche colma di vanagloria, ostentazione, esibizione, imbrogli e disperazione. Questo rappresenta la dicotomia dell’umanità: il vizio e la virtù. In poche parole: è un sentimento umano. I mezzi in cui questa lingua si esprime li conosciamo bene e li abbiamo citati prima: Facebook, Twitter e Instagram. La lingua del mondo sociale. Può il Grande Oriente d’Italia aspirare a migliorare l’umanità raccontandosi a questi suoi compagni di viaggio, attraverso il lato nobile del nuovo linguaggio, senza perdere la propria identità iniziatica? Se si concorda con quanto sosteneva il filosofo Oswald Wirth negli Anni Trenta del XX secolo e cioè che la Massoneria deve essere “operaia del progresso”, comunicare con questo nuovo mondo è un percorso doveroso. Scriveva Samuel J. Johnson, poeta britannico: “Il futuro si guadagna con il presente”. Quale presente vuole essere il Grande Oriente d’Italia?
TRASTTO DA ” Hiram” 1/2019