L’APERTURA DELLA LOGGIA NEL PRIMO GRADO
Al pensoso ed all’immaginativo una delle caratteristiche più emozionanti del rituale Massonico è il metodo cerimoniale, tramite cui frasi semplici e ripetute in un modo familiare collocano idee nuove nelle menti e permettono a queste di scorgere il Reale Sentiero, percependolo attraverso le parole quasi fossero porte che introducono in un mondo quadrimensionale; un mondo spazioso, fremente di miracoli, di misteri e di realtà superiori. Forse genericamente è stata dedicata più ingenuità ad immaginare ed interpretare le frasi della cerimonia dell’apertura che a qualunque altra parte del Rituale. L’impressione che queste domande e risposte trasmettono — un’impressione, la cui abitudine ad essa rivela sempre nuovi significati – è che grandi cose si vanno preparando, che forze potenti sono invitate ad intervenire, che segreti celati sono sul punto di venir scoperti e importanti azioni intraprese. La primissima frase – che, fatto molto indicativo, consiste di sette parole – afferra immediatamente l’attenzione quasi fosse uno squillo di tromba, poiché rivela nella sua più esterna struttura uno schizzo di introduzione alle fondamenta della Massoneria: «Fratelli vogliatemi assistere nell’apertura della Loggia». È l’appello del Maestro, lo scelto ed accettato condottiero, il rappresentante del Supremo: esso afferma la fratellanza, invita alla cooperazione, annunzia il varo di un’attività che sarà permessa con l’apertura o la vita della Loggia. Attività che deve essere compiuta da quell’organismo integrale del quale ogni Fratello è parte. Tra i molti modi che sono stati interpretati, circa il significato dell’apertura, noi proponiamo di sceglierne solo uno: quello del «microcosmo» o uomo individuale e Massone. Ci sforzeremo di mettere in relazione ciascun’Ufficiale e Fratello a qualche ben definito elemento della struttura psicologica umana e di estrarre da ciascuna frase della Cerimonia d’Apertura un significato che investe determinate forze e facoltà umane, di modo che ci si possa preparare ad intraprendere qualunque azione. Se riusciremo ad eseguire fedelmente tale nostro compito scopriremo che non solo vi è una relazione netta e riconoscibile tra ogni Ufficiale di Loggia e gli elementi che costituiscono il complesso della natura dell’uomo e che possiamo descrivere come corpo, anima e spirito, ma che ogni parola della cerimonia è concepita in modo tale per cui il Massone, prima di iniziare qualunque impresa, può facilmente concentrarsi, proiettare le suc forze nell’intervento, eseguire il suo lavoro con l’armonia di un abile artigiano. Il sistema è così perfettamente delineato da potersi applicare a qualunque atto individuale, grande o piccolo, sia esso il governo di un regno, ad esempio, o lo scrivere una lettera, l’aiuto ad un amico, o la soluzione di un problema; il tenere una conferenza, il fare una conversazione, il disporre il lavoro giornaliero, per un’ora 0 per un momento. In alcune Logge sono seguite preliminari cerimonie, quale l’entrata nel Tempio in processione e l’accensione delle candele. Considereremo allora le suddette abitudini un ripiegarci lontani dalle occupazioni del mondo esterno, un plasmare una ben definita atmosfera o condizione spirituale da cui le pubbliche abitudini delle occupazioni sociali. sono escluse. Ci viene allora la suggestione dell’inesauribile serbatoio di forza spirituale da cui, se vogliamo, possiamo avere una Saggezza infinita, una Forza onnipotente ed il riflusso della Bellezza che risplende attraverso l’intero universo. Ma per una più completa presentazione della nostra tesi ci vediamo obbligati a consultare la scienza psicologica dell’oriente, poiché in essa rintracciamo una ben più vasta e definita analisi della costruzione psicologica umana. Senza aiuto e senza appoggio la psicologia occidentale – sebbene stia avvicinandosi rapidamente alla più antica cd elaborata classificazione dell’oriente – non è ancora del tutto definita per corrispondere allo scopo che ci necessita. Quindi adopereremo un’analisi buddista e indù che, oggidì, è divenuta familiare in occidente, dando anche i termini in sanscrito, per il beneficio di quegli studiosi che si sono abituati al loro uso. Possiamo mettere in tabella le nostre corrispondenze come segue:
Ufficiali Occidentali Orientali
M. V. Saggezza Buddhi
1° Sorv. Forza e Volontà Atmà
2°Sorv. Bellezza o Mente creativa Manas Superiore
1° Diacono Religione o Intelligenza Manas Inferiore
2° Diacono Desiderio o Sentimento Kama
Copr. Int. Vitalità fisica o Cervello Pràna (Lingha Sharîra) Copr, Est. Corpo fisico Sthùlu Sharîra
ExM.V. Saggezza Maturata Karana Sharîra
È importante notare che l’essenziale differenza tra V’Ex Maestro Venerabile c gli altri ufficiali di Loggia sta nel fatto che i primi rappresentano la qualità completa e realizzata, mentre l’ultimo la potenzialità. L’ex Maestro Venerabile sta per ciò che l’uomo ha fatto, gli altri ufficiali per quanto può fare. Associamo ed esaminiamo ora, a turno, ogni domanda e risposta della Cerimonia d’Apertura. Già abbiamo constatato che le parole del Maestro Venerabile « Fratelli, vogliatemi assistere nell’apertura della Loggia » sono un invito del Maestro di Saggezza a tutte le forze e le facoltà che l’uomo possiede in modo che lo assistano nel compito che si accinge a adempiere. Il Maestro si rivolge poi alla mente come organismo che crea, che scopre vie e mezzi c chiede qual è il primo dovere del Massone; in risposta gli viene affermato che tale primo dovere è di assicurarsi che il Tempio sia coperto. Il Maestro allora invita la mente a mettere in pratica tale compito; la mente passa l’ordine al cervello che. dopo aver accertato che il corpo fisico è «al proprio posto», risponde in conformità. Volumi interi si possono scrivere sul lavoro del Copritore, la funzione del quale è indicata come primo, costante dovere d’ogni Loggia attraverso l’Arte Muratoria. Ogni aspetto della suddetta funzione riguarda strettamente la segretezza. Ora come ora, lasciamola da parte e limitiamoci a descrivere i compiti della Guardia Esterna che rappresenta il corpo fisico. Elenchiamo di conseguenza i doveri del Copritore. Innanzi tutto egli sta fuori della porta della Loggia, in secondo luogo è armato di Spada, in terzo luogo deve tener lontano gli importuni ed i profani; ed in quarto luogo deve badare che i candidati si presentino ben preparati. Siccome il Copritore rappresenta il corpo fisico, cioè l’elemento più esterno della personalità, non è difficile intuire la ragione per la quale egli si trova fuori della Loggia. Nulla che si riferisca alla sola personalità, agli aspetti o desideri del corpo possono entrare nei limiti vivi del Tempio. È stato detto che, proprio come i vestiti esterni e i cappelli sono lasciati fuori della Loggia, cosi ogni Fratello dovrebbe deporre i suoi sentimenti personali, gli interessi, ecc. fuori del Tempio. Ma non dobbiamo accontentarci solo di escludere le influenze indesiderabili dal Luogo Sacro; il Copritore Esterno ha significati c compiti assai più esatti di questi. Dobbiamo sempre tener presente che il Copritore è un Fratello Massone, un Ufficiale di Loggia. Sebbene egli si trovi in uno stato di esilio dai suoi Fratelli, pure nessuna Loggia è completa senza di lui. È primo e costante dovere dell’intera Loggia assicurarsi che egli si trovi al suo posto. senza di lui, una Loggia non può neppure essere aperta. Se egli manca al suo dovere, il lavoro della Loggia cessa d’essere efficace. La presenza del Copritore non deve mai appannarsi per un istante. Deve essere vigile in ogni momento, sempre sveglio, pronto per la rapida azione. La sua spada non sta mai deposta nel fodero e per tale compito sono necessarie delle ben precise qualità: vigilanza, rapidità, forza, abilità, decisione istantanea, coraggio, instancabilità. Ritornando alla nostra analisi psicologica, il significato di tutto ciò che è chiaro. In qualunque lavoro che intraprendiamo il nostro primo dovere è di analizzare le necessità fisiche e materiali in questione. Buone intenzioni, elevati motivi, nobili risoluzioni si rivelano cose inutili se non esistono i mezzi materiali per realizzarle. È sempre sul piano fisico che è applicata la dura prova della vita. La Massoneria non è soltanto alta filosofia ed etica sublime: essa è essenzialmente pratica ed i fondamenti spirituali dell’amore fraterno, dell’assistenza e della verità devono avere le loro controparti sul piano materiale. Rispetto all’individuo il dovere del corpo fisico è una parte importante del lavoro del Copritore. La cattiva salute fisica può essere il tramite non solo d’influenze indesiderabili che trovano, così, la loro via d’entrata nella Loggia, ma anche la causa che rende inefficace ogni altra facoltà. Debolezza corporea, trascuratezza, pigrizia, mancanza di prontezza, viltà, mancanza d’abilità sono difetti che rendono inoperosa la copertura e diminuiscono l’efficacia del lavoro, È detto, infatti, da un Grande Istruttore Orientale che «Il primo passo sulla via per il Nirvana è la perfetta salute fisica». Comprenderemo poi che il Copritore, dal punto di vista psicologico, rappresenta quell’attività fisica che è intensamente legata alla salute biologica. Proprio come il Copritore medesimo il corpo fisico non deve interessarsi in modo diretto delle decisioni spirituali e tale condizione si avvera meglio quando la salute fisica è in perfetto ordine. Il corpo, fedele servo della mente. lavora più perfettamente quanto meno l’uomo è conscio di esso. | Noi vogliamo, però, considerare l’argomento ancora a più vaste linee e comprendiamo che il Copritore rappresenta le necessità materiali delle nostre imprese, primo e costante dovere in ogni lavoro umano. L’artigiano ha un’assoluta necessità di materiali per forgiare gli oggetti del suo commercio con gli utensili di lavoro ed un buon operaio si riconosce tramite la cura in cui egli tiene ordinati i suoi strumenti, il più importante dei quali è il corpo. così Il via vero che Massone egli usa s’interesserà siano a che ogni attrezzo fisico, ogni sistema, piano e perfetti e ne terrà somma attenzione. Solo se tale condizione è osservata egli sarà in grado di adoperare le sue facoltà a pieno vantaggio dell’opera Massonica. Lasciando da parte, per qualche tempo, le funzioni del Copritore apprendiamo che il suo dovere immanente e prossimo è di constatare che soltanto Liberi Muratori siano presenti e che i Fratelli siano esaminati in conformità. La ragione psicologica di ciò è chiara. All’inizio di ogni impresa è fondamentale saggiare ed esaminare ogni proprio sentimento, i motivi ed i pensieri allo scopo di provare che essi sono degni di un Massone e farlo in modo diritto, a squadra, puro ed immacolato come la decorazione del Massone. Il Maestro Venerabile, quindi, simbolicamente radunando le proprie forze in sé informa che sono presenti tre Principali Ufficiali. Il Volere, per fornire la Forza motrice. La Mente, per ideare piani d’azione. La Saggezza, per guidare. I quali occupano seggi presidenziali e rappresentano i principi statici nell’uomo spirituale, le sorgenti di potenza e non già i veicoli per la formulazione della potenza in atto. Per ultima informazione, ognuno di loro è collegato al suo Ufficiale Assistente il quale invece rappresenta un principio mobile e dinamico, libero di girare nella sala della Loggia, obbediente agli ordini dei Presidenti. La Saggezza dirige la ragione (1° Diacono.), la Volontà causa il desiderio (2° Diacono), la Mente stimola il cervello (Copritore Interno.) ad agire. Rivenendo di nuovo al Copritore, dopo averne già descritto la prima parte dei doveri, cominciamo a considerare i significati della sua funzione a «che i candidati siano bene preparati». Tenendo a bada gli intrusi, vale a dire i pensieri indesiderabili, il Copritore, o corpo fisico, ha anche il compito di aprire le porte del sentimento in modo che nuove impressioni, nuove conoscenze cd esperienze possano farsi avanti se bene preparate. Così la preparazione dei candidati resta allineata alla sua possibilità di assorbire mentalmente rinnovate considerazioni, dopo un ponderato esame ed un’analisi e applicarle al lavoro massonico. Dobbiamo spogliare ogni nostra emotività di profitti personali: dobbiamo renderla cieca a sue spese sì che, invece di guidarci o dominarci, si possa dirigere e controllare a volontà. Avendo rimosso ogni ostacolo potremo usare le nostre energie in maniera efficace. Con cuore lieto ci troveremo pronti ad utilizzarle al servizio di coloro che necessitano simpatia ed aiuto, perfino con il rischio di vedere i nostri sforzi ricambiati da ingratitudine, feriti dalla spada dell’ostilità e dell’incomprensione. Insisteremo ad essere disposti di offrire tutto ciò che possediamo, riverentemente ed in umile servizio, rimanendo in contatto con la madre terra, la dura terra del reame relativo e pratico: resteremo pronti a dare le intere nostre forze per il fine che abbiamo in vista ed affronteremo, con coraggio, ogni pericolo anche sino al nostro ultimo respiro. Il successivo passo dell’apertura, trattando la funzione del Copritore interno, è di descrivere l’attività direttiva del corpo: il cervello. Ciò viene compiuto per inquadrare principi già noti e che stanno per passare il saggio della prova, come pure per ospitare, dopo le ovvie precauzioni, nuove idee e nuove conoscenze. Il Copritore Interno, o cervello, viene descritto inoltre come servitore della mente (2° Sorvegliante): lezione abbastanza semplice da capirsi, sebbene non sempre facile ad applicarsi. Non tutti i Massoni riescono a rendere il proprio cervello servo obbediente della mente perché, talvolta, esso sfugge e prosegue una corsa irregolare trascinando la mente con sé. Possiamo rilevare, di passaggio, che nei sistemi della filosofia orientale è ripetuto che la Mente Superiore controlla la corrente di Prana, o Vitalità, rafforzando la veridicità di quanto oggi molte scuole di psicologia proclamano, forse in forma difettosa: vale a dire che la funzione mentale è importante riguardo alla salute del corpo. I doveri del 1° Diacono e del 2° Diacono (che sarà bene considerare un binomio) quali vengono rivelati dalle loro incisive risposte sono di grande interesse psicologico. Il 1° Diacono rappresenta l’attivo razionale intelletto, la normale coscienza di veglia e trasmette messaggi ed ordini dalla Saggezza al Volere. Questo ultimo, rappresentato dal 1° Sorvegliante, provvede affinché la forza messa in movimento esegua il lavoro e stimola il suo messaggero, il 2° Diacono o desiderio, il quale a sua volta riferisce l’ordine al 2° Sorvegliante, la Mente Creativa, la quale riceve così i piani per eseguire il compito. Il dovere che il 2° Diacono ha di osservare che gli ordini siano «puntualmente rispettati» si riferisce al fatto che il desiderio è insistente e resta inattivo, ma aggressivo, fino a quando la mente non ne afferra le redini e formula dei piani per darne sfogo alla vitalità. Così pure, la Mente Inferiore, la ragione, rappresentata dal 1° Diacono «aspetta il ritorno del 2° Diacono», vale a dire la normale coscienza di veglia rimane in uno studio passivo sino a che il desiderio non ha eseguito quanto si propone e soddisfatto cessa l’attività. Dopo che i fattori inferiori appartenenti alla successione della vita formale sono stati, in tal modo, definiti noi osserviamo un rimarchevole cambiamento nella fraseologia del Rituale, poiché il Maestro Venerabile si rivolge ora agli clementi superiori, ai principi, rappresentati dai sorveglianti. Il posto del 2° Sorvegliante, la Mente Creativa, è descritto come marcante il sole al suo meridiano, il punto più alto che esso raggiunge nel cielo. Il fatto aiuta ad indicare che in ogni modo nel 1° Grado il più alto livello di coscienza al quale l’uomo, normalmente, perviene è la Mente Superiore. Inoltre, come il sole governa il giorno, così la più alta intelligenza dovrebbe comandare l’uomo. E poiché i movimenti del sole servono a chiamare l’uomo dall’impegno del lavoro al riposo, 0 dal riposo condurlo di nuovo al lavoro, nello stesso modo l’intelletto interiore deve determinare quando per gli uomini è il momento dell’impegno ed il momento del rilassamento. Solo nel caso in cui l’intelletto – ma, si noti bene, non già il desiderio o la volontà – governa e dirige ne possono essere sia profitto che piacere; cioè l’uomo può essere felice ed efficiente contemporaneamente. Al riguardo del 1° Sorvegliante, la volontà che simboleggia la fine del giorno, il sole al tramonto, noi comprendiamo che quando il Maestro, o la Saggezza, o l’Ego che governa l’intera coscienza comanda, il volere ritrae la sua motrice dalla Loggia e quindi l’azione tace. Ma ciò avviene soltanto dopo che ogni Fratello. «ha compiuto il proprio dovere»; in altre parole, dopo che ogni facoltà e possibilità sono state esercitate nella massima espressione ed è stato fatto tutto ciò che era possibile compiere. In conclusione il Rituale ci rivela che il Maestro, o la Saggezza, rappresenta la fonte di luce, l’origine della coscienza. Che noi ne siamo consapevoli o meno vi è, nel nostro io, un Maestro, Ego Superiore, il Governatore, la vera sorgente della nostra vita e delle nostre azioni. Ecco il Supremo Ego che apre la Loggia, introducendoci al lavoro «impiegando ed istruendo i Fratelli in Massoneria»; così, si dirigono e si impiegano le nostre facoltà nell’arte di vivere spiritualmente. Il Maestro ha ora chiamato in esistenza tutte le sue qualità subordinate ed il compito di ognuno è stato definito; ma prima che i lavori abbiano avuto inizio l’intero stato di coscienza si è però elevato e si è interiorizzato verso il Supremo Architetto ed ha riconosciuto che solo da Lui proviene l’intera Saggezza, tutta la Forza c la Bellezza. Continua in tal modo quella preghiera affinché il lavoro intrapreso, iniziato metodicamente e con ordine, sia portato alla conclusione armoniosamente e pacificamente. Formulata ritualmente essa rivela ogni facoltà umana e ne determina l’applicazione individuale. Nel nome del G.A.D.U. il Maestro dichiara che la Loggia è debitamente aperta e chiede intensamente che tutte le proprie facoltà e forze si rivelino attive c pronte all’azione, in base al riconoscimento fatto dai Segni, La parola dell’ex Maestro Venerabile, l’apertura del Volume della Sacra Legge, l’applicazione della Squadra e del Compasso significano che tutta la conoscenza passata e l’esperienza acquisita entrano in campo per l’uso che se ne vuol fare, c la Saggezza secolare è protocollata nella parola scritta e l’eterno simbolo della squadra e del compasso rimangono davanti allo sguardo per regolare le nostre azioni e comportarci, nel giusto limite, con tutti gli uomini. Ci viene anche ricordato che solo da Dio, l’unica sorgente di luce e di vita, procede ciò che costituisce la nostra intima struttura e quanto conosciamo e che ogni atto è soltanto la parola manifesta di Dio. Abbiamo dato un’interpretazione molto semplice ed elementare dell’apertura della Loggia dei Massoni di 1° Grado analizzando le antiche formule, che nessuna ripetizione è in grado di rendere prive di freschezza e che l’intimità mai riesce ad incrinare nella dignità; tale appello al Supremo Spirito in noi, tale necessità di approfondire i significati attraverso l’esteriore velo delle parole o delle forme per rintracciare il mondo delle cause, di cui ogni altro elemento transitorio della vita rappresenta un effetto fluttuante è parte intrinseca della Grande Arte. Concludendo, riteniamo utile riassumere brevemente tutta l’Apertura, in termini d’interpretazione psicologica. Prima di affrontare qualsivoglia compito, non importa se grande o piccolo, il Massone raduna tutte le proprie forze e si apre nella giusta attitudine mentale tenendo presente l’infinita Bellezza, Forza e Saggezza su cui può riporre le proprie necessita e i suoi desideri. Quindi, escludendo più che possibile ogni condizione imperfetta, per non contaminare la meta, egli analizza e saggia i suoi motivi personali per esaminare se sono puri ed immacolati. Dopo avere eliminato le influenze indesiderabili c indegne prepara la sua natura a ricevere, con gioia c dopo una doverosa preparazione, tutte le nuove conoscenze e le possibilità che potranno servirgli nel lavoro. L’Ego Supremo emana l’ordine che è trasmesso attraverso la normale coscienza di veglia alla Volontà la quale, a sua volta, fa nascere uno stimolo vivo che diviene desiderio urgente: la mente concreta formula, di conseguenza, un piano – che dovrebbe essere di pura bellezza – e lo presenta al cervello cd al corpo per l’esecuzione. Le suddette attività, in tal maniera, sono controllate, vivificate dalla volontà, ma provengono dal Super-ego. Malgrado tutto il Massone dovrà sempre ricordare che solo dal Cosmico, di cui egli è emanazione, procede l’esistenza poiché. come la Scrittura Cristiana – menzionata nel Rituale – espone in parole che difficilmente possono essere parafrasate, senza distruggerne la profonda armonia, nella Legge è la sola ispirazione, in Essa risiede la prima e l’ultima parola, il principio e la fine.