VITA MASSONICA
LAVORARE MASSONICAMENTE
di Adele Menzio
Che cosa significa lavorare «massonicamente» in Loggia e nell’Ordine?
Significa tutti insieme aiutarci a ritrovare la vera natura dell’uomo nell’alveo della tradizione esoterica.
Siamo entrati in Massoneria per scoprire chi siamo veramente, qual è il nostro personale ruolo individuale e sociale, per far emergere dal profondo di noi stessi la parte migliore o, se volete, la nostra scintilla divina. Che c’è, esiste, ma spesso è ottenebrata e soffocata dalle preoccupazioni profane.
Mi direte che in Loggia si fanno discorsi sempre rivolti al passato, alla storia antica, mentre fuori nel mondo premono problemi importanti, drammatici, che non si possono rimandare ed alle volte nemmeno risolvere. In altri termini, che siamo anacronistici. Ebbene sono costretta a dire che la Massoneria come ente non può proprio far nulla nel mondo esterno e che non è suo compito agire in tal senso, anche se storicamente ciò è avvenuto, ma sempre a scapito del suo carattere iniziatico. Dirò di più. Proprio nelle epoche profanamente più violente, caotiche quando sembra che tutti gli eterni princìpi etici siano sconvolti e l’umanità destinata alla distruzione o comunque ad un rivolgimento totale (e noi viviamo una di queste epoche di mutamenti radicali), proprio allora è indispensabile che un drappello di iniziati salvi i princìpi base, i pilastri su cui poggia la vita.
Depositari dei fondamenti dello spirito, assolutamente refrattari ad ogni dogmatismo, ad ogni parziale e fanatica visione della realtà, gli iniziati (e quindi noi massoni) hanno il compito non solo di portare avanti la ricerca, ma anche di conservare, evolvendoli, gli eterni princìpi che sono nascosti in ogni uomo e che devono essere risvegliati e compresi. – Questo è il compito della Massoneria e questo l’indirizzo fondamentale dei lavori di loggia.
È ovvio che la Massoneria ha una sua filosofia che trae le proprie origini dai primordi ma che, nel corso dei millenni, ha sempre dimostrato la sua validità,
Un esempio fra tutti.
Umanesimo e Rinascimento, questi movimenti che hanno riportato l’uomo, con tutte le sue meravigliose capacità, alla intelligenza delle cose, che hanno dato (e voglio citare solo un nome) un Leonardo, in tanto hanno potuto fiorire in quanto proprio in quel periodo esoterismo, Kabbala e Tradizione furono alla base degli studi e della ricerca degli intellettuali.
A coloro che rifiutano l’esame della storia del pensiero e che si annoiano nello studiare quali siano le costanti universali della storia dell’uomo, vorrei dire prima di tutto che sono sempre state le idee a governare il mondo e gli individui.
Verne, tra le molte altre cose, descrisse la T.V. molto prima che la tecnologia la realizzasse. Verne ebbe l’idea. Il nostro secolo è caratterizzato da uno sviluppo tecnologico straordinario e da un avanzamento scientifico quasi da capogiro. Tali da stravolgere il ritmo e le abitudini della vita di tutti. I futurologi prospettano un mondo ove la biogenetica applicata all’uomo (che pare potrà costruirsi persino un gemello di ricambio) condurrà ad una limitatissima attività lavorativa.
Che cosa farà l’uomo? Allungata la vita sino ai limiti di quella dei patriarchi biblici (e mi domando… ma allora dov’è la novità?) con la possibilità di viaggiare da un pianeta ad un altro, senza più il problema della fame e del freddo, con cuore, reni, stomaco, arterie e polmoni di ricambio, come passerà il tempo? Comunque decida o possa trascorrerlo, alla fine morirà. Quanto, mi domando, gli saranno servite le conquiste della scienza e della tecnologia, sfruttate massimamente per il progresso materiale, ad affrontare consapevolmente l’ultimo traguardo che tutte le macchine di questo mondo non saranno mai riuscite a spiegargli? E come vivrà, lui che ci tiene tanto a vivere, quando avrà ogni giorno 10 ore da trascorrere? Si drogherà di più, si darà ad atti di violenza più raffinatamente crudeli o penserà maggiormente al suo spirito?
Come lo guideranno i mass-media? Di quali occulte potenze profane sarà la preda? Sarà forte o fragilissimo?
L’esperienza mi dice — e me ne dispiace — che il benessere produce uomini fragili. Gli psicanalisti sono proporzionali al reddito. Allora, forse più di oggi, sarà necessario che gli iniziati anch’essi abbiano raggiunto una evoluzione spirituale superiore per soccorrere i deboli. I massoni saranno più che mai necessari. Veniamo ora al nostro lavorare. Ho parlato prima di filosofia della Massoneria.
Essa è fondamentalmente di marca platonica ed ha recepito i fondamenti dello gnosticismo.
Ma quanti tra di noi conoscono o ricordano queste correnti di pensiero?
Proporrei quindi di dedicare qualche tavola proprio ad un esame di certi princìpi. Fondamenti dello gnosticismo, ed argomenti di altrettante possibili tavole, sono:
— il mondo è il male ma nello gnostico vive un elemento divino che anela di tornare al Padre;
— stretto e soffocato nel corpo l’elemento umano ha perduto la nozione della sua origine divina. È come serrato in una tomba. È oro, ma nascosto nel fango. Di qui la necessità del risveglio, della purificazione;
— il risveglio è una operazione terribilmente difficile, forse superiore alle singole forze dell’uomo. È quindi necessario un aiuto, una chiamata;
— il percorso dello gnostico è questo: natura divina incarnata, oblio del divino, schiavitù nel corpo, chiamata, risveglio, presa di coscienza del suo vero essere;
— tradotte massonicamente queste tappe si possono esprimere così: attitudine ad apprendere da sé, con l’aiuto dei fratelli, le scienze che la massoneria offre. Morte nella profanità. Rinascita iniziatica. Cooptazione. Elevazione alla maestranza. . Altri punti gnostici che sonostati recepiti dalla Massoneria sono:
— la conoscenza è contrapposta alla fede. Tutte e due hanno il medesimo obiettivo: la ricerca della verità, ma le vie sono diverse;
— la ricerca soggettiva, con mezzi a misura d’uomo, della verità;
— il rigetto d’ogni dogmatismo;
— il tentativo di dare una spiegazione razionale ai fatti che le religioni
pongono sotto l’aspetto fideistico, trascurando il significato simbolico della tradizione;
— lo gnostico iniziato massonicamente è un individuo non certo avulso ma immerso nella umanità per la quale opera. Libertà di pensiero assoluta, tenuto conto del fatto che la problematica delle origini e degli scopi dell’umanità è stata oggetto di intuizioni sorprendenti, ma sempre è stata violentata dalle varie ortodossie;
— la filosofia della conoscenza deve essere intesa come conquista dell’intelligenza che si alimenta ed approfondisce in se stessa;
— la liberazione dalla materia è un fatto elitario;
— il rapporto con Dio non è una questione di gruppo, ma un affare squisitamente privato;
— nessuno detiene la verità, alcuni detengono varie loro verità;
— non è la fede, ma la ragione il mezzo per l’identificazione dell’uomo. Ho voluto, brevemente, proporre e suggerire alcuni temi su cui lavorare e meditare col duplice fine di non abbandonare la nostra linea di pensiero tradizionale e di informare i neofiti e gli apprendisti su alcuni princìpi che, a mio parere, costituiscono i pilastri del pensiero massonico che — come ognuno di noi sa bene — deve continuamente evolversi ed aggiornarsi e che, pur innestandosi nel passato ha sempre — come finalità ultima — il progredire ed il migliorare dell’uomo. Tanto dal punto di vista materiale-sociale quanto e soprattutto da quello spirituale.