LA TAVOLA SMERALDINA

LA TAVOLA SMERALDINA

di Adele Menzio

Nel 1978 una sonda spaziale americana ha scattato fotografie sul pianeta Marte.

Soltanto recentemente, dopo sviluppi ed ingrandimenti, gli studiosi hanno svelato quella che, senza dubbio, costituisce una delle più sensazionali e sconvolgenti scoperte. Le fotografie ritraggono piramidi e sfingi. Esattamente il doppio delle opere egizie.

Non vi paia strano od azzardato che io inizi questa breve nota sulla Tavola smeraldina di Ermete Trismegisto con un collegamento tra il molto antico e l’avveniristico.

Se la «corrispondenza» tra Terra e Marte è addirittura identità ciò prova quanto tutti gli iniziati, fin dai primordi, hanno sempre intuito, saputo e predicato.

Che UNA è la cifra 0, se vogliamo, il Numero o Logos; che il Tempo non esiste; che alto e basso, grande e piccolo sono identici.

Potevano parere — queste affermazioni — ai profani increduli vuote formule, postulati azzardati e non verificabili. Oggi la scienza, e non soltanto per quanto riguarda le sfingi e le piramidi di Marte, sta verificando, passo per passo, la verità oggettiva delle antiche conoscenze ed induce ad un profondo ripensamento sulla natura dell’uomo e del cosmo.

Sul pensiero Ermetico del Trismegisto sono stati versati fiumi di inchiostro e si sono cimentati studiosi, filosofi, sapienti, illuminati ed ermetici.

Non pretendo quindi di dire cose nuove o strabilianti. Voglio invece confessarvi il metodo da me seguito. Se, in un primo momento, ebbi l’idea e l’intendimento di leggere il maggior numero di testi e di studi sull’argomento, in un secondo stadio ho invece pensato che avrei dovuto leggere e rileggere e ancora leggere il testo e lasciare che le parole antiche, una ad una, lentamente potessero penetrare in me, carica ciascuna di una sua verità intrinseca, quasi che il suono stesso e la morfologia d’ogni sostantivo, aggettivo e verbo dovessero in qualche modo svelarmi una loro verità.

E ancora. Che se fossi riuscita a «sentire» il legame tra l’una e l’altra parola, ma in un modo diverso da quello logico e forse consueto, una piccolissima, infinitesima parte del pensiero ermetico mi avrebbe in qualche modo misterioso raggiunta.

È estremamente difficile dire l’indicibile, parlare senza emettere suoni, farsi capire senza un gesto esplicativo, comunicare soltanto con il silenzio.

Quindi ci rinuncio anche perché non credo di essere depositaria di grandi verità.

Devo però dire che questo metodo ha funzionato.

Leggi e rileggi, medita ed assapora, ad un certo momento che non esito a definire magico, ho acquistato come una sorta di visione unitaria.

Ricorrerò ad una metafora.

Su una specie di grande schermo sul quale contemporaneamente ed esattamente collocate trovavano dimora tante cognizioni diverse ed apparentemente contrastanti, si snodava una storia infinita che cominciava là dove finiva e trovava nuovo inizio proprio nel punto che pareva d’arrivo.

E LEI, la Legge cosmica, era arcanamente immanente in ogni immagine che compariva; la si poteva sentir pulsare dentro l’infinitesima parte, percettibile e non, d’ogni cosa e, al tempo stesso, gigantesca ed ordinatrice, sovraintendeva al disegno generale dell’opera.

Così che tutte le cose erano la stessa cosa: ogni apparenza era il suo esatto contrario; ogni molecola (l’infinitamente piccolo) si specchiava nell’infinità di una grandezza senza misura.

Mentre queste immagini continuavano a snodarsi ininterrotte a significazione dell’infinito, uno ad uno i misteriosi insegnamenti di Ermete mi giungevano all’orecchio interiore, sempre scanditi da un ritmo, sottolineati dalla magia della parola «OSA». Assistetti così alla creazione, alla nascita del Cosmo in un vortice abbagliante e coinvolgente che mi riportò, poco dopo, nella terra d’Egitto, tra gli adoratori del dio Sole, unico e solo, riconosciuto dalla intelligente e sintetica visione del più illuminato tra i faraoni.

Mi sentivo inondata di Sole, di luce, come folgorata dalla sia pure imperfetta percezione di una verità tanto intensamente bella e straordinaria da non poterla sopportare a lungo.

Ma quando, guidata dalle parole di Ermete, percepii che io stessa, solo che avessi osato, avrei potuto essere sole e luce, allora, dopo tanti anni, mi riuscì di ricompiere il viaggio astrale.

Credo sia opportuno che si mediti insieme sulle parole del Trismegisto.

«È vero senza menzogna, certo e certissimo che l’inferiore è come  il superiore ed il superiore è come l’inferiore.

Per compiere i miracoli di una cosa unica.

E come tutte le cose ebbero inizio a cominciare da uno per mediazione

dell’uno.

Così tutte le cose nacquero per adattamento di questo uno.

Suo padre è il sole. Sua madre la luna. Lo portò nel centro il Vento. Sua nutrice è la terra.

Questo è il padre di ogni talismano e consumazione del mondo intero.

La sua forza è perfetta se convertita in terra. Separerai la terra dal fuoco.

Il sottile dallo spesso soavemente. Con grande ingegno. Ascende di terra in cielo. Quindi cola di muovo in terra e riceve la forza dei superi e degli inferi. Così hai la gloria di tutto il mondo. Perciò fugge da te ogni oscurità.

Questa è la forza di ogni forza che vince ogni cosa sottile e penetra ogni cosa solida. Così fu creato il mondo. Di qui adattamenti meravigliosi dei quali questo è il modo. Così sono chiamato Ermete Trismegisto che ha le tre parti della filosofia di tutto il mondo».

Dalla tavola emergono sette fondamentali princìpi che vi enuncerò

brevissimamente.

Essi sono: mentalismo, corrispondenza, vibrazione, polarità, ritmo,

causa ed effetto e genere.

1. Tutto è mente.

L’universo è mentale. Infinito, eterno, immutabile. Secondo il pensiero ermetico qualsiasi cosa, ciò che noi chiamiamo reale, è nulla. Il TUTTO è spirito o Mente vivente infinita che l’uomo non può comprendere appieno. Il TUTTO crea mentalmente l’universo. La conseguenza? Tutto qui è illusione o, per dirla con Calderon, sogno.

2. Corrispondenza.

Tutto ciò che è nell’universo emana dalla stessa fonte. C’è dunque una armonia, o meglio, una corrispondenza tra i diversi piani di manifestazione dell’essere.

3. Vibrazione

Gli ermetici dividono l’universo in tre principali categorie fenomeniche.

Piano fisico, piano mentale, piano spirituale. Si tratta di tre diversi gradi della scala della vita che, partendo dalla materia grezza, giunge allo spirito. Come si differenziano i tre piani?

In base alla vibrazione, appunto. Tanto più intensa è la vibrazione, tanto più alto è il piano e tanto più elevato il fenomeno vitale che occupa quel dato piano.

Il principio della vibrazione evidenzia il concetto e la verità del movimento, che si manifesta in ogni aspetto del cosmo.

L’etere universale è la più alta manifestazione della materia, così come l’intensa vibrazione spirituale, quella che può condurre alla trasmutazione mentale, è uno dei capisaldi dell’arte ermetica.

4. Polarità. È il principio che mette in evidenza il duplice aspetto (positivo e negativo) d’ogni cosa ed insegna come la verità debba ricercarsi nella conciliazione degli opposti.

5. Ritmo

Qualsiasi fenomeno ed ogni nostro modo umano ed individuale oscilla da un polo all’altro.

Ad ogni azione corrisponde una reazione. Per quanto riguarda l’uomo il suo animo è continuamente preda di questa oscillazione che dal dolore lo porta al piacere e viceversa.

Insegnano i maestri ermetici che con la trasmutazione è possibile sottrarsi ad alcuna delle azioni ritmiche. Ciò in quanto spesse volte la oscillazione del pendolo avviene sul piano inconscio. Possiamo qui vedere anticipato il nucleo della teoria freudiana che risolve i malesseri della psiche invitando ad una presa di coscienza dei sussulti inconsci.

6. Causalità

Nel cosmo regna l’ordine. Non il caos. Nulla avviene per capriccio, ma tutto ha una causa derivante dalla mente.

7. Genere

Su ciascun piano sono presenti il principio maschile e quello femminile. (Il Sole e la Luna). Loro compito è quello di generare. Cioè produrre. Creare. Il principio maschile dirige una particolare energia verso il principio femminile che compie, a sua volta, il lavoro creativo.

Entrambi i princìpi soggiacciono alla legge di gravitazione in base alla quale, per attrazione misteriosa, tutte le particelle dell’universo tendono l’una verso l’altra per determinare ogni cosa.

Tra i mille e più pensieri che la tavola smeraldina può suscitare in ciascuno di noi, solo che la si compenetri quotidianamente, mi piace qui proporre un solo tema di meditazione.

Abbiamo parlato di ritmo.

Tutti noi portiamo dentro un ritmo che è quello del nostro respiro. Senza il quale non potremmo esistere come fenomeno. Ora tale nostro ritmo personale, che è parte del ritmo dell’armonia globale, deve necessariamente sintonizzarsi con il Verbo. Attraverso

un altro ritmo: quello del    cuore.

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