L’ESOTERISMO MASSONICO (PARTE II )
di E. B.
II° L’ESOTERISMO DEI SIMBOLI MASSONICI
5. Simbologia nel Tempio.
A) Descrizione del Tempio.
Prima di proseguire nella nostra indagine, riteniamo opportuno prospettare al lettore i possibili significati esoterici dei principali simboli recepitili nel tempio massonico. Nel Tempio, alle spalle del posto (Trono) occupato dal Maestro Venerabile «presidente della loggia»,
che simbolicamente s’intende sempre collocato ad Oriente, campeggia
la scritta A.’.G.’.D.’.G.’.A.’. D.’.U.’. (Alla Gloria Del Grande Architetto Dell’Universo). Sotto a tale scritta vi è il Delta luminoso rappresentato da un triangolo equilatero con all’interno un occhio.
Sotto di esso è posta la Stella fiammeggiante a cinque punte con all’interno la lettera G (o, per alcuni rituali, in grado d’apprendista un triangolo con la lettera G). Ai lati, dietro il Trono, sono posti i simboli del sole e della luna; la scritta: Libertà, Uguaglianza, Fratellanza.
Davanti al trono del Maestro Venerabile (discesi sette gradini) e dietro un candelabro a sette bracci, è posta l’Ara, fatta in forma di triangolo, sulla quale, in apertura dei lavori di loggia, viene aperta la Bibbia, alla prima pagina del Prologo di S. Giovanni, e sulla quale, incrociati, vengono apposti la squadra ed il compasso aperto. Ai due lati del trono sono poste una pietra grezza ed una pietra levigata (cubica).
All’ingresso del Tempio, di forma quadrangolare, sono poste due colonne, la prima a destra con capitello dorico sul quale è riposto un mondo e sul centro della colonna è segnata la lettera B (Boaz, o Bohaz, o Booz), la seconda, a sinistra, con un capitello corinzio (per alcuni jonico) sul quale sono riposte tre melagrane e sul centro della colonna è segnata la lettera J Jfakin o Jachin). Altri simboli che adornano il Tempio sono la Spada fiammeggiante posta sul trono, mentre candelabri sono sul trono del Venerabile, (a 3 luci), sul banco del «1°Sorvegliante» (a 2 luci), sul banco del 2° Sorvegliante (a 1 luce) il 1°e 2° Sorvegliante sono, dopo il Maestro Venerabile le massime autorità (Luci della Loggia, seguite dal Segretario ed Oratore). Al centro
del Tempio, accanto a tre candelabri singoli, all’apertura dei lavori viene posto il Quadro (o quadrato) di Loggia, contenente il disegno dei principali simboli e la riproduzione della pianta del Tempio. Sulle pareti sono disposti una corda con 7 nodi ad intreccio. Il pavimento del Tempio è fatto a scacchiera a quadretti alterni bianchi e neri. Il soffitto riproduce un cielo stellato.
B) Possibili interpretazioni dei simboli del Tempio
Cerchiamo ora di indagare sul possibile significato di tali simboli del
Tempio massonico, premettendo che su di essi gli studiosi di simbologia massonica sono spesso discordi nell’interpretazione e che la stessa Massoneria afferma che ogni adepto è libero di dare ad essiil significato spirituale che possono avergli stimolato la sua ragione ed i suoi sentimenti.
- È univoco il significato dato alla scritta:
A.’.G.’.D.’.G.’.A.’.D.’.U.’. Alla Gloria del Grande Architetto Dell’Universo; anche se, come si è detto, per la Massoneria rappresenta la glorificazione del concetto di Ente Supremo, o Dio, così come ognuno se lo rappresenta.
b) Il Delta luminoso (triangolo) con all’interno l’occhio è variamente interpretato: per alcuni rappresenta l’antico simbolo della «Trinità» cristiana (Nardini); per altri sarebbe il Veggente eterno, cioè Dio (Porciatti); per il Righini significherebbe la «cristianizzazione della Tetractys» cioè del simbolo pitagorico:
.
…
…..
……
raffigurante la «totalità divino-cosmica»; per altri ancora (Gentile) rappresenterebbe – l’Occhio della coscienza – (che non è la sola «ragione») «che sarebbe pienamente risvegliata dalle tre verità: Tesi, Antitesi, Sintesi» concepite come i «tre momenti del ciclo dialettico, non solo cosmico, ma inteso come categoria di base della ricerca razionale:
affermazione, negazione, posizione nuova per una ulteriore ricerca».
Noi propendiamo per quest’ultima interpretazione, perché il simbolo dell’Ente Supremo è già stato dato dal richiamo alla gloria del G.’.A.’.D.’.U.’., e non avrebbe ragione, a nostro avviso, un duplice richiamo (Veggente eterno) al concetto di divinità. Né, tanto meno, ci sembra accogliere un triplice o quadruplice, o quintuplice richiamo se, come vedremo, si dovesse dare un significato di Dio anche agli altri simboli. Del pari non condividiamo il riferimento alla Tetractys, sia perché pensiamo che in tale caso sarebbe stato usato direttamente il simbolo pitagorico del triangolo formato dai nove puntini o, quanto meno, entro un triangolo non vi sarebbe stato bisogno di disegnare un occhio al posto del puntino centrale, sia perché sarebbe pur sempre una specificazione ulteriore del concetto di divinità.
Analogicamente non riteniamo attendibile la tesi che il Delta luminoso
con l’occhio rappresenti l’antico simbolo della Trinità cristiana, perché sarebbe una determinazione teologica della divinità, che è invecevista in Massoneria, come vedremo, come fatto di gnosi; ed inoltre, caso mai, già basterebbe, in senso gnostico, il triangolo a dare l’idea della Trinità (Delta) non solo in una prospettiva cristiana, ma in quella di tutte le tradizioni ieratiche che l’esprimono. Propendiamo infine per l’interpretazione suddetta dell’occhio della coscienza perché nella Massoneria ci sembra fondamentale non solo il richiamo gnostico (vedremo poi a proposito della lettera G), ma, come diremo più innanzi, anche il richiamo alla più completa liberalizzazione dell’uomo da ogni sudditanza spirituale, dogmatica o teologica, secondo la concezione pitagorica e platonica che fa appello alla ragione ed alla immaginazione («occhio della coscienza») che implica pur sempre una ulteriore ricerca. Ciò è in armonia, come vedremo, con il principio massonico che «ogni concezione dell’uomo è progressiva e di conseguenza relativa», giacché «la Libera Muratoria non ammette alcuna concezione come definitiva» (dal rituale del 1° e 4° grado scozzese).
c) La stella fiammeggiante a cinque punte, starebbe a significare il fuoco centrale della natura o fuoco sacro (per Ermete Trimegisto) o il Principio Generatore. La lettera G che compare entro la stella, è variamente interpretata: per alcuni significherebbe God, Dio Jod, Jehovah in ebraico (Guénon, Moramarco), per altri Geometria, in senso pitagorico come invito «ad agire geometricamente, giustamente» (Kloss, Testi, Farina); per altri significherebbe Generazione (dei corpi), non in senso alchemico ma in quello della filosofia Ermetica, come «principio generatore», «generazione», e quindi come tale Dio (Ragon); per altri ancora significherebbe Gnosi, nel senso di «rivelazione individuale» (Gentile, Porciatti). Noi propendiamo per quest’ultima interpretazione di G = Gnosi, giacché, come si è visto per il Delta luminoso, il Simbolo dell’Ente Supremo è già espresso nella lettera G.’.A.’.D.’.U.’. che già di per se stesso è anche «principio generatore» come ciascuno possa rappresentarselo – e quindi la G, come God, o «Generazione» sarebbe una inutile ripetizione del concetto. La G come Gnosi ribadirebbe invece
proprio la affermata libertà di rappresentarsi il concetto stesso di divinità, come fatto di Gnosi, e come accettazione di rivelazione individuale del «principio generatore» espresso dalla Stella fiammeggiante (o dal Triangolo). Né ci sembra prospettabile la G per Geometria in senso pitagorico (come «agire geometricamente», «giustamente») perché tale concetto è espresso da altri simboli, fra i quali la squadra ed il compasso.
d) Il Sole simboleggia la fermezza, la forza razionale, la «forza che dissolve il solidificato delle idee» (Porciatti) ed è massonicamente inteso
quale simbolo maschile.
e) La Luna simboleggia la sensibilità intuitiva, l’immaginazione che «riveste l’idea di una forma appropriata» (Porciatti) e è massonicamente
intesa quale simbolo femminile. I suddetti significati simbolici del Sole e della Luna non appaiono controversi nella letteratura massonica, anche se possono, come sempre, prospettarsi ulteriori implicazioni
e molteplici richiami storici su di essi da parte di svariate scuole iniziatiche che usano detti simboli. Secondo noi può assumere rilievo il dualismo dei due simboli, intesi però fra loro non disgiungibili, perché potrebbe affermare il concetto che nella ricerca introspettiva l’uomo non può affidarsi soltanto alla fermezza, od alla forza razionale,
cioè alla pura ragione (od alla sperimentazione, o al razionalismo scientista), ma deve sapere fare appello anche alla sensibilità intuitiva ed alla forza della immaginazione (o alla forza del sentimento), da porsi fra loro in armonica correlazione.
f) Le due colonne poste all’ingresso del Tempio, hanno anch’esse indicazioni di opposto segno: maschile e femminile. La prima colonna,
con la lettera B (Boaz, ebraico Beth = in forze, forza, fermezza) è ritenuta simboleggiare il sole, segno maschile, fecondante, che incide sul mondo. Il mappamondo è posto sul capitello dorico e, per il Farina, simboleggia il regno etico della Massoneria. La seconda colonna, con lettera J (Jakin = Stabilità) è ritenuta simboleggiare la luna, segno femminile, recettivo. Le tre melagrane sono poste sul capitello corinzio (per alcuni autori jonico) e simboleggiano il frutto e la Fratellanza umana (Porciatti). Ambedue le Colonne simboleggiano gli opposti complementari, l’equilibrio delle forze (fisiche e psichiche) a cui devono tendere i fratelli che nella loggia siedono nel lato dell’una e dell’altra colonna, rispettivamente agli ordini (e sotto la guida) del 1° e 2° Sorvegliante (ufficiali, o «Luci», delle rispettive colonne).
g) Il pavimento a scacchiera, ad alterni quadrati bianchi e neri, esprime
ancora il dualismo: fra luce e tenebre, fra bene e male, o la dialettica della vita stessa, nel dramma degli opposti, ed inoltre il dualismo che regge la manifestazione cosmica, intesa come polarità dei ritmi del cosmo.
h) Il Quadro di Loggia – che riproduce, in 1° grado, la pianta ed i simboli del Tempio – ci sembra evocare l’immagine del micro-cosmo nel cosmo, quest’ultimo rappresentato dal Tempio (Macro-cosmo); concetto sempre ricorrente nell’esoterismo massonico. Il «quadro di Loggia» potrebbe quindi significare anche il «Tempio interiore» di ogni fratello e nel contempo quello creato dall’unione corale dei Fratelli di Loggia.
î) Le Statue di Minerva, Venere, Ercole, che figurano nel Tempio, per accettata interpretazione, rappresentano la Sapienza (o Saggezza), la Bellezza, la Forza. Concetti quest’ultimi che vengono evocati, prima di dare inizio ai lavori della Loggia, accendendo le tre candele poste a triangolo al della centro sala (o accanto al Venerabile, al 1° ed al 2° Sorvegliante) e pro- nunciando le parole, dopo ogni accensione: «Che la sapienza illumini i nostri lavori», «che la forza li renda saldi», a cui fa seguito la finale invocazione: «alla gloria del Grande Architetto dell’Universo, e per il bene ed il progresso dell’Umanità». Cioè, nella sempre presente duplice proiezione della ricerca spirituale del vero e della ricerca strumentale del giusto.
C) Tentativo di una sequela interpretativa dei simboli.
Si potrebbe quindi tentare di prospettare una sequela interpretativa dei simboli del Tempio:
a) Sui tre simboli centrali: A.’.G.’.D.’.G.’.A.’.D.’.U.’., Triangolo con l’occhio; Stella fiammeggiante con la G (o triangolo con la. La Loggia nel Tempio lavora: – alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo (A.’.G.’.D.’.G.’.A.’.D.’.U.’..) richiamandosi «all’occhio della coscienza» (occhio) che consente alla ragione, attraverso il metodo della ricerca razionale — rappresentato da: Tesi = affermazione, Antitesi = negazione, Sintesi = posizione nuova per immettersi ancora în una ulteriore ricerca — di proiettarsi verso il perfetto infinito (Triangoli, Delta) cercando di comprendere il « principio generatore» (0 «Forza creativa»), (Stella fiammeggiante, o il «Delta») come un fatto di Gnosi (G) — e non una rivelazione teologica accettata a priori — nella quale l’uomo, sentendosi «partecipe del tutto» (indizione), può prendere coscienza della propria Deità.
b) Sugli altri simboli, che ci paiono confermare la suddetta prospettata sequela, ad integrazione della stessa, ci sembra possibile prospettare la seguente concatenazione interpretativa.
La Loggia lavora inoltre, affinché:
— si ottenga il risultato dell’armonica riconciliazione degli opposti complementari, rappresentati (per ciascun adepto e collettivamente) dalla fermezza e dalla forza razionale (Sole, Colonna B) e dalla «sensibilità intuitiva e dall’immaginazione» (Luna, Colonna J) così da consentire (all’adepto e collettivamente) di discernere fra luce e tenebre,
fra bene e male (scacchiera bianca e nera) e di equilibrare ciascun «opposto» in una duplice contemporanea proiezione fra Trascendente (luce, bianco, Triangolo con la punta in alto) ed immanente nelle cose del Mondo (tenebre, nero, Triangolo con la punta in basso), così come avviene nella dialettica della vita stessa;
– nel contempo ricercando ciascuno la propria realizzazione spirituale
(quadro di Loggia: tempio interiore «microcosmo ») e dall’altro lato la partecipazione attiva ad una ascesi collettiva (catena dai sette nodi di «amore» che collega le due Colonne, Quadro di Loggia inteso come Tempio di tutti i Fratelli);
– per realizzare tutto ciò ciascuno deve raggiungere la sapienza (la conoscenza) «Minerva», essere ispirato dalla bellezza (intuizione, immaginazione) «Venere» rivelata dalla natura e dall’armonia del Cosmo, ed acquisire la forza (Ercole) che possa rendere saldi i propositi
contro tutte le avversità esterne e psichiche;
_ consentendo a ciascuno di comprendere ed essere partecipe sia del
la propria Deità sia della propria Umanità (alla gloria del G.’.A.’. D.’.U.’., e «per il bene ed il progresso dell’Umanità»)
Ed è quest’ultima l’invocazione collettiva, formulata dalle Tre luci della Loggia (Maestro Venerabile, 1° e 2° Sorvegliante) all’apertura dei lavori attuata all’atto dell’accensione delle Tre candele poste al centro del Tempio, (o per alcuni, ai lati dei posti delle Tre «Luci»), sempre in modo da formare fra loro i tre angoli di un Triangolo. Triangolo che può evocare: il Delta; la Trinità di ogni Tradizione; i Tre piani della costituzione energetica umana: fisico, animico, spirituale; i Tre aspetti animici: vegetativo, astrale, immortale; le Tre verità intellettive:
tesi, antitesi, sintesi; ed ogni altra delle molteplici rappresentazioni
esoteriche del numero Tre in Massoneria.
D) Significato simbolico dei numeri.
Tralasciamo, non rientrando nel più ridotto quadro delle nostre indagini, di prospettare al lettore il significato simbolico dei numeri, limitandoci a segnalare che essi hanno notevole rilievo nell’esoterismo massonico, anche se su di essi i rituali ed i dialoghi non danno spiegazione — richiamandosi prevalentemente alla tradizione pitagorica e qabbalistica (nella letteratura massonica al riguardo in particolare segnaliamo le opere di Guénon, Ragon, De La Ferrière, Boucher, Porciatti, Farina, Baylot, Stol ed altri). Da quando abbiamo fin qui esposto confidiamo che sia già apparsaal lettore l’importanza del numero 3 per i massoni (almeno nel grado d’apprendista) e ciò può spiegare come essi amino riconoscersi, come è notorio, con i tre puntini
posti a triangolo, rispondendo ciò ad un significato esoterico e non meramente di codice convenzionale, come con superficialità alcuni hanno sostenuto.
6. La dispensazione massonica.
Da quanto abbiamo fin qui esposto, riteniamo sia parso evidente al lettore come non si possa concepire la dispensazione massonica su base dogmatica o come proclamazione di una dottrina che l’uomo debba singolarmente conoscere ed abbracciare fideisticamente. Le uniche dispensazioni a nostro avviso sono:
a) L’indicazione di un metodo per la ricerca introspettiva e di gruppo che ha per fine di consentire la più ampia possibile autoliberazione dell’uomo da ogni sudditanza spirituale. La Massoneria, infatti, non pone alcuna meta a tale ricerca interiore e già nell’iniziazione ad «apprendista» (1° grado) si precisa iniziando: «La Massoneria è avanti tutto progressiva, non impone alcun limite alla ricerca della verità» e non prospetta premio o compenso finale (come invece avviene in quasi tutte le religioni). Al massimo si indica un concetto di auspicata identità con il Tutto, così come però ognuno singolarmente può giungere a rappresentarselo, in una visione, teistica o naturalistica di energia cosmica che sia, secondo la propria ragione.
b) Altra dispensazione è rappresentata dalla offerta di un mezzo: quello
della iniziazione muratoria ai vari gradi degli organismi della istituzione, nella quale, il massone è partecipe su un piano di eguaglianza, anche se l’ascesa nei «gradi» che compongono gli organismi massonici avviene sempre per cooptazione da parte di chi è già insignito nel grado e mediante iniziazione. La eguaglianza nei diritti-doveri si acquista con l’iniziazione al 1° grado, ma nel contempo vi è una gerarchia di funzioni, liberamente accettata dagli adepti, per cui un massone non potrà mai «lavorare» ad un grado che non gli sia proprio per avvenuta cooptazione iniziatica.
III. LA RICERCA DEI CONTENUTI ESOTERICI ATTRAVERSO
L’ESAME DEI RITUALI, DEI SIMBOLI, DEI DIALOGHI,
DEI GRADI DELL’ORDINE
7. Schema unitario dell’esoterismo massonico.
La ricerca dei contenuti — in una sintesi concettuale – dell’esoterismo massonico, a questo punto va spostata, per trovare o meno conferme sulle considerazioni fin qui tratte, partendo da altri « angoli di visuale» sui rituali, sui simboli, sui dialoghi della Massoneria Azzurra, che rivelano l’esistenza di uno schema concettuale unitario, recepitile da tutte le Tradizioni «tesaurizzate» dalla Massoneria nell’Ordine e nei Riti. Sostanzialmente esatta ci sembra a tale riguardo l’osservazione del Moramarco della esistenza di una equazione:
Massoneria = Gnosi, che forse può costituire uno degli elementi più salienti per comprendere cosa sia l’esoterismo massonico. Noi aggiungiamo a tale equazione, come caratteristica peculiare:
a) l’esistenza di una diarchia d’indirizzo: pratico-operativo (ricerca del giusto) e speculativo-spirituale (ricerca del vero), così come è costante il collegamento con i valori espressi dalla Tradizione ed è costante il richiamo alla ragione ed alla libertà di coscienza e di pensiero, attraverso una ricerca introspettiva sia della propria moralità (ricerca del Giusto, partecipazione dell’Umanità) sia della propria Deità (ricerca del Vero, partecipazione della Divinità, od Indizione).
b) L’esigenza di permearsi, attraverso l’idea di un perfezionamento progressivo dell’adepto, mediante una rinnovata catarsi-iniziatica nell’immagine della morte e rigenerazione (o rinascita) spirituale nei «gradi» iniziatici — di saldi principî morali, che gli consentono un sempre più vivo spirito d’indipendenza – di pensiero, di coscienza e d’azione – che lo stimoli sempre più, facendo appello alla ragione, da ogni sudditanza dalle idee ricevute che egli possa avere acquisite e liberamente accettate – per fede religiosa, o per formazione filosofico socio-politica — perfino che lo svincoli dallo stesso acquisito legame spirituale o culturale con la Tradizione offerta dalla stessa Massoneria o dai richiami alle molteplici scuole ieratiche del passato delle quali la massoneria conserva l’eredità. Al limite quindi dell’evoluzione iniziatico-spirituale offerta dalla dispensazione massonica, non vi è la rivelazione della verità, né la conoscenza di un millenario segreto o mistero ieratico, come compendio della acquisita conoscenza dell’Arte Reale, ma vi è la più elevata liberalizzazione dell’uomo, che in pieno spirito d’indipendenza può aspirare a rilevare in sé il Giusto ed il Vero.
Nel simbolismo massonico dei vari gradi, vi è la costante della edificazione del Tempio, ma è essenzialmente concepita come costruzione del Tempio interiore e non come Tempio della fede, casa di Dio, cioè come creazione in una chiesa che raccolga dottrine teologiche
dispensate da «sacerdoti» depositari di un verbo, ed accettate fideisticamente dagli adepti come atto di credo, così come avviene nelle
religioni e nel loro concetto di Tempio. La fede, infatti, in chiave teologica, può essere simboleggiata dal Tempio, inteso come casa di Dio o come chiesa, come luogo di culto per invocazioni adoratorie o propiziatorie, tipiche di ogni concezione esoterica della religiosità.
La fede, qualunque essa sia — compresa quella che il massone possa acquisire recependola dai tesori della Tradizione o dalle scuole umanistiche delle varie epoche — può apparire appagante per l’uomo (anche per la sua relativa semplicità) e può essere illuminante in alcuni
stadi della sua evoluzione spirituale. Gli statuti ed i rituali dell’istituzione massonica non respingono di per sé una «fede», riconoscendone
il valore morale, rispettandola come libera estrinsecazione d’ognuno. Anzi, in un Antico dovere se ne fa una condizione indispensabile per ogni massone (non essere un «ateo stupido ed un libertino irreligioso) che aspiri ad una autentica conoscenza spirituale, indicando come minimo credo la credenza nell’esistenza di Dio e ponendosi «come veicolo di quella religiosità universale e metastorica fondata sul sentimento dell’unità della vita, sulla certezza interiore dell’esistenza di una legge morale, sull’esperienza mistica e razionale al contempo, del “sacro” che irrompe nella quotidianità», come acutamente scrive il Moramarco. Il massone però, così indicano tutti i rituali, deve avere come meta la verità della ragione e quindi deve porre al vaglio critico ogni fede acquisita, compresa quella che gli possa essere insorta, come «credo» od assioma accettato ed immodificabile, attraverso le sue esperienze iniziatiche muratorie. È, sostanzialmente, un processo di liberazione mentale e spirituale dell’uomo che la Massoneria propone all’adepto di compiere — in tutti i campi — e questo, a nostro avviso, è uno dei pilastri del pensiero massonico e dell’esoterismo, deducibile dalla dispensazione gradualistica dei rituali massonici.
Cercheremo di verificare quanto sopra attraverso l’esame dei simboli e dei dialoghi del rituale massonico dell’Ordine.