LA SCALA DEI DESIDERI

La  Scala dei desideri

    Chi ha mai sentito parlare della Scala dei desideri?

Lo so, si è sentito parlare, di Lampade Magiche, di Sorgenti dalle proprietà miracolose, addirittura di Maghe che dotate di poteri straordinari risolvono problemi e guai di ogni genere…

 Ma della scala dei desideri chi ne sa qualcosa?

Sicuramente, chi ha provato a salire i suoi scalini e si è sentito respingere all’indietro, rotolando in terra come un porcellino nel fango, oppure coloro i quali sono riusciti a salirvi senza problemi, anche se, posso assicurare che questi ultimi sono veramente pochi.

Questa Scala esiste ancora ben protetta da chiunque voglia provare a salirvi, per ovvi motivi di cui è bene adesso si parli:

Tutto iniziò tanti anni fa quando un bambino, per gioco salì i suoi scalini.

 La scala era stata portata proprio quel giorno, dal falegname che l’aveva costruita

 su commissione di un fattore.

Consegnandola l’aveva appoggiata dentro ad una stalla, pronta per portare chiunque ne volesse fare uso e ne avesse bisogno nel soppalco dove il fattore normalmente riponeva tutti quegli attrezzi che usava solamente in determinate circostanze ovvero,

 secchi adibiti all’allattamento di vitellini, coperte rattoppate, teli per la raccolta delle olive, cassette per la vendemmia ed altri oggetti che proprio per lo scarso utilizzo

 teneva in un posto dove non avrebbero ingombrato più di tanto.

Ma Matteo, che aveva solo cinque anni, pensava, e ne era anche fermamente convinto, che il padre tenesse un tesoro di inestimabile valore li sopra, tanto da impedire a chiunque di salirvi.

Appena vide la scala gli si illuminarono gli occhi dalla gioia e fra se e se incominciò a pensare:

  • Io sarò il Pirata Mascherato che scoprirà il tesoro, lo porterò sul mio vascello, e scapperò via! –

E mentre si dirigeva guardingo verso la scala, ripeteva fra se:

     – Però povero babbo, così rimarrà senza niente, in fin dei conti, babbo non è per

         niente cattivo, allora diciamo che darò una sbirciatina al suo tesoro e poi   

         deciderò! –

Così Matteo salì il primo scalino, poi il secondo, poi il terzo, e su, su, finché non fu arrivato in cima.

La sorpresa lo lasciò a bocca aperta!

Ad aspettarlo c’erano spade enormi sicuramente appartenute ad antichi guerrieri,

che valorosi, avevano difeso la loro patria; inoltre scrigni colmi d’oro e di monete,

 armature di ogni tipo e dimensione, pugnali luccicanti tempestati di pietre preziosissime, tutto, ma proprio tutto quello che aveva sempre sognato era lì davanti a lui.

  • Io lo sapevo che il mio babbo da giovane oltre ad arare i campi aveva anche difeso con onore la sua patria, ed ecco la prova, lo hanno ricompensato con tutte queste cose di grande valore. –Gridò il piccolo tutto eccitato di fronte a tutte quelle meraviglie.

Quando ne discese, provò l’immediato impulso di correre dal padre, per dirgli che anche lui adesso era a conoscenza del suo grande segreto, ma si fermò quasi subito.

Si fece serio, serio, si sedette su un ceppo di legno, su cui tante volte aveva visto il padre spezzare con una grande ascia, la legna da ardere. Con i suoi occhioni curiosi,

 guardava per qualche secondo verso la stalla ed il suo tesoro e per qualche secondo verso il campo e il trattore su cui era seduto suo padre.

La tentazione di andare a dirgli tutto era veramente tanta, ma contemporaneamente non riusciva a spiegarsi perché suo padre gli avesse tenuto nascosto un così grande tesoro.

 Pensò che forse voleva fargli una sorpresa.

Durante tutta la notte naturalmente Matteo, non riuscì a chiudere occhio e se lo fece,

sognò di indossare l’armatura e di attraversare campagne enormi in sella al suo cavallo, con al fianco il suo splendido babbo, tutto luccicante dentro ad una splendida armatura, pronti per una nuova battaglia…

  • E se davvero in realtà tutte quelle cose fossero lì solo in attesa di essere utilizzate di nuovo, che emozione! pensava il piccolo- io devo trovare il modo di saperne di più, devo imparare ad usare la spada, altrimenti babbo non mi porterà con se, io devo riuscire a scoprire qualcosa.-

 Il mattino seguente, Matteo era più distratto del solito, la mamma lo guardava curiosa, ma fuori tutta la fattoria era  n subbuglio.

Era il giorno della vendemmia, c’erano le cassette da tirare giù e sistemare nei filai,

 c’era da preparare la cavalla da legare al carro perché portasse le cassette piene di uva in cantina, poi la macina da sistemare sul tino in modo che gli operai potessero macinare agevolmente  e da organizzare tutte le persone venute a dare un aiuto;

La vendemmia è anche un momento di ritrovo fra i contadini della zona, ogni giorno sarebbero stati tutti impegnati per questa o quella vendemmia, girando a vicenda tutti i poderi della zona così finché non avevano finito tutti…

La mamma non aveva il tempo materiale di badare a Matteo e a tutti i suoi discorsi sui guerrieri e che gli sarebbe piaciuto diventare uno di loro

  • Ne riparleremo, ma adesso tutti ad aiutare il babbo!-

La scala quel giorno non fu toccata, era un lavoro troppo sporco e dispiaceva rovinare

 subito una cosa nuova, così per scendere le cassette fu usata una scala diversa.

Matteo notò come il padre nel salire, non facesse il minimo caso a ciò che si trovava davanti in quel momento, però notò anche che impediva a chiunque di salirvi, il che, per Matteo, significava chiaramente che tutto quello che si trovava in quel soppalco  doveva rimanere un grande segreto.

-Non regge il peso- diceva a tutti il babbo, ma probabilmente chiunque avesse visto

 quelle ricchezze in realtà” non avrebbe retto il colpo”, pensava Matteo.

Matteo aveva un compagno di gioco, Simone, che era venuto ad aiutare i genitori nella raccolta dell’uva. Lui era un pochino più grande, quindi effettivamente una mano la dava, ma capitava ogni tanto che si allontanasse ed andasse a giocare con lui.

Il piccolo Matteo resse fino quasi a sera, poi però dovette rivelare tutto ciò che aveva visto all’amico Simone, che non solo non gli credette, ma che incominciò a prenderlo

in giro ridendo come un pazzo.

  • Sali sciocco e vai a vedere! Sali dai, ma attento a non sporcarla, questa è quella nuova del babbo e se la sporchiamo si potrebbe arrabbiare, ma vai anche tu a  vedere così la smetterai di ridere !-

Simone ancora ridendo salì i primi tre scalini, ma poi perse   l’equilibrio e cadde sulla  paglia sottostante,lamentandosi.

  • Che patata!- gli disse Matteo, 
  • va bene vado io, tu sarai stanco, e ti mostro qualcosa io, ma fai silenzio!-

Matteo sali scalini prese la più grande spada che riuscì a trovare e la mostrò a Simone.

  • Accipicchia!!!! –

 Simone diventò tutto rosso, provò a salire ancora ma questa volta cadde già                                          al secondo scalino, così tentò ancora ed ancora, ma ogni volta non riusciva a salire oltre il terzo scalino, poi in un modo o in un altro cadeva e… che capitomboli!

Eh si, non c’era proprio modo di salire, e pensare che quella spada già se l’era vista fra le mani, così se la sarebbe portata subito via; In un attimo quel birbante di Simone aveva già pensato a tutto!

  • Tiramela, visto che la stanchezza oggi mi fa dei brutti scherzi! –

Gli disse Simone.

  • Neanche ci penso, è troppo pesante, non  ce la farei mai a riportarla su,così il mio babbo mi scoprirebbe subito. –

Quella notte a non dormire fu Simone;

 Nel bel mezzo della notte, arrivò fino a casa di Matteo, entrò nella stalla e cercò

di salire su per la scala, ma al terzo scalino ancora una volta cadde all’indietro. Sfortunatamente questa volta erano state lasciate delle cassette vuote proprio sotto la scala e Simone vi cascò proprio sopra, provocando un gran fracasso.

-Chi si vuol rubare la mia uva bell’e colta!!- gridò il padre di Matteo                                          correndo all’impazzata con un bastone in mano verso la stalla.

La confusione aveva svegliato tutti, anche Matteo che corse a vedere che nulla minacciasse il suo tesoro.

Nel vedere Simone tutti   si fermarono ed aspettare spiegazioni, che non mancarono

di arrivare da parte di Matteo per primo e di Simone, poi.

  • Bambini miei, ma siete pazzi! Lassù non vi è nulla di ciò che mi dite, Matteo tu hai sognato! –
  • No babbo non ho sognato nulla e voglio diventare un grande guerriero come te,  così potremo combattere insieme, quando sarò grande .-

Salì sulla scala e mostrò anche a lui una grande spada. Il padre rimase senza parole, provò a salire, ma quella scala, non permetteva a nessuno di entrare nei sogni altrui se non ci si credeva con la stessa forza, così anche lui cadde.

 Presa un’altra scala però, riuscì a raggiungere il posto esatto in cui era anche Matteo,

 ma davanti a lui, non c’era niente.

Come per magia, anche per Matteo scomparve tutto, niente più spade, scrigni ed armature…

 chissà dove erano finite!

Ma il mattino seguente, giunse il falegname e con se, portò alcune spiegazioni:

  • Niente paura, tutte quelle meraviglie erano ancora dentro ai sogni del piccolo Matteo. Eh si, quella scala porta dove sogniamo di andare Io me ne sono liberato perché ad un certo punto era diventata una tentazione troppo grande per me salirvi e scoprire dove mi avrebbe portato ogni volta. Inoltre penso che ogni tanto un sogno lo debba realizzare ognuno di noi. Questa volta è toccato a Matteo, la prossima volta chissà, sicuramente toccherà a qualcun altro                          

Disse il vecchio falegname con un sorriso.

Eh si, di chi sarà il prossimo sogno da realizzare. . .

In fin dei conti, chi non ha mai visto una scala di legno?

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