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          Per erigere templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio. 1° S. ”a quale scopo ci riuniamo?” M.V. ”per erigere Templi alla Virtù, scavare oscure e profonde prigioni al vizio e lavorare al Bene ed al Progresso dell’Umanità”. Così recita il rituale dell’apertura dei Lavori in Primo grado, e credo che in questo breve scambio di battute sia contenuta l’essenza stessa della Libera Muratoria. Talvolta l’apertura dei lavori può scivolare sulla Loggia con la monotonia della ripetitività, ma nelle frasi che la compongono è racchiuso il motivo per il quale migliaia di persone in tutto il mondo lasciano le loro case ed i loro familiari per riunirsi, al termine di una giornata di lavoro profano, il più delle volte lungo e stressante. Perché dico che in questo dialogo vi sia l’essenza stessa della Massoneria, perché quando siamo stati iniziati il M.V. ci ha spiegato quelli che sono i capisaldi della nostra scuola di pensiero, ed in questa spiegazione vi ha posta molta enfasi , dovendoci unire e legare a lui ed a tutti gli altri FF. non solo di Loggia, ma di tutto il mondo, con il vincolo sacro e solenne del Giuramento. Egli quindi nella sua saggezza, peraltro tramandatagli da migliaia di altri M\V che lo hanno preceduto, voleva che fossimo ben consci di ciò che stavamo facendo. Ma che cosa sono il vizio e la virtù nel mondo profano? Leggiamo pedestremente dal Dizionario Garzanti della Lingua Italiana la definizione di vizio: la disposizione abituale al male; l’acquiescenza continua agli istinti più bassi. Vediamo invece la definizione di virtù: la disposizione costante della volontà a uniformarsi alla legge morale; l’abitudine connaturata di fare il bene. Quali sono invece le accezioni massoniche di vizio e virtù? Nei rituali più vecchi si trovano quelle che secondo me sono le definizioni di vizio e di virtù più attinenti al significato massonico di questi termini.” La parola virtù, che secondo la sua etimologia vuol dire forza, è la forza di compiere il proprio dovere. Essa è virtù pubblica quando è dedicata alla patria,allo stato, alla società; essa è virtù privata quando si esercita senza sforzo, ma con disinteresse, in favore degli individui. Essa è virtù domestica quando è rivolta ai doveri familiari; in una parola la virtù, in tutta l’estensione del termine, non si arresta né davanti ai sacrifici, né davanti alla morte quando si tratti di compiere un dovere.” Ed allora che cos’è il vizio? “ Il vizio è ogni concessione fatta all’interesse ed alla passione a spese del dovere. E’ la soddisfazione dei cattivi desideri dell’uomo, specchio ingannatore che mostra, sotto i più dolci aspetti,i piaceri impuri;ostacolo odioso ma seducente, posto innanzi alla virtù che si sforza di pervertire; pericolo contro il quale bisogna armarsi con tutte le forze della ragione, con tutta l’energia del carattere e che si perviene a distruggere con il quadro dei godimenti così puri e così dolci quali sono procurati all’uomo da una vita di saggezza e di virtù. Ecco dunque le definizioni profane e massoniche di vizio e virtù, ma quali le differenze? Nell’accezione profana si parla in entrambe i casi di una disposizione quasi naturale sia al bene che al male, mentre nella definizione massonica si parla di scelta, quasi che nel significato profano l’uomo fosse predeterminato e non libero di scegliere. Per il Massone abbiamo visto che la virtù è il compimento di un dovere, ma quali sono i doveri del Libero Muratore? Anche qui il rituale di iniziazione è profondo ed assolutamente esplicativo, infatti le tre Luci indicano all’ancora profano i suoi tre doveri una volta iniziato, e li indicano tenendo conto delle loro rispettive peculiarità. Il M\V guida e luce della Loggia indica al profano il suo primo dovere, che è quello di seguire la via iniziatica tradizionale per il proprio perfezionamento interiore, infatti il M.V.è colui che ha il dovere di proseguire il cammino iniziatico, di mantenere la tradizione e far sì che per suo tramite i FF possano avvicinarsi alla Luce, stimolandoli e conducendoli sulla via della saggezza. Il secondo dovere, indicato dal 1° S. è quello di praticare appunto la Virtù, di soccorrere i Vostri Fratelli, di alleviare le loro disgrazie e di assisterli, con i vostri consigli e con il vostro affetto. Queste virtù, che nel mondo profano sono considerate qualità rare, sono per noi soltanto il compimento di un dovere gradito. Il terzo dovere è quello di conformarsi alle leggi ed ai regolamenti dell’ordine, ed è il 2° S. ad informare il profano di questo sua incombenza. Ecco quindi che il dovere per il Massone si trasforma in un qualche cosa di assolutamente gradito, perché diventa il compimento della sua essenza di essere Uomo, ecco che quindi il vizio non diventa una cattiva qualità connaturata alla natura umana, bensì una mancanza di conoscenza di se stessi, una impossibilità data dalla mancanza di analisi interiore. Ecco quindi che in queste due parole “vizio” e “virtù” trovo l’essenza stessa del Massone, trovo la sua capacità di interrogarsi di mettersi in discussione, di capire che la virtù significa realizzare la sua vera essenza ed il vizio significa il non riuscire ad elevarsi al disopra dei vili interessi il non riuscire a mettere un freno alle nostre passioni profane. Ecco dunque a quale scopo ci riuniamo, per elevarci spiritualmente, e per rispettarci come esseri umani, e per rispetto intendo dire la considerazione che dobbiamo a noi stessi in quanto esseri umani dotati di intelligenza e di libero arbitrio. Come logica conseguenza del rispetto verso noi stessi deriva il rispetto nei confronti di tutto il resto del genere umano, perché soltanto guardando dentro noi stessi possiamo essere tolleranti, soltanto riconoscendo i nostri difetti possiamo comprendere quelli degli altri, soltanto riconoscendo che anche l’opinione del nostro interlocutore è importante potremo essere dei buoni educatori di noi stessi e dei nostri figli, non è coercendo che affermiamo la nostra posizione o la nostra autorevolezza, bensì comprendendo. Dal compimento dei doveri derivano anche quella calma e quella serenità che si respirano in tempio, i FF. non si parlano mai addosso, non si interrompono mai, la stessa posizione di ordine dell’apprendista, oltre al noto significato della punizione che il F. meriterebbe se venisse meno al suo dovere di segretezza, invita alla riflessione, alla calma ed al ragionamento, stando fermi all’ordine quando si parla si riflette molto a lungo su ciò che si sta dicendo, le parole sgorgano dall’anima senza veemenza, ed anche in questo il Massone può essere di esempio ad un profano, trasportando nella vita comune il compimento dei suoi doveri e dimostrando quanto si proficuo il lavoro dell’Arte Reale. M.V. FF. carissimi con queste poche e povere considerazioni non era mia intenzione togliere al F. Or la sua prerogativa di custode ed esplicatore dei rituali, bensì riportare la mia e la Vostra attenzione su alcuni aspetti del nostro bellissimo rituale che qualche volta, come dicevo all’inizio viene ascoltato quasi per abitudine, senza soffermarsi troppo sulla sua grandissima profondità. Credo altresì fermamente che uno dei doveri di un F. Maestro Massone sia appunto anche questo, quello cioè di scrutare all’interno delle parole che vengono lette in tempio e cercare di penetrarle e comprenderle per il suo ed il Vostro miglioramento, e per poter lavorare proficuamente al bene ed al progresso dell’Umanità lavorando il più possibile sulla propria pietra grezza.
         
         
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