INIZIAZIONE DEL PROFANO G. Ba

Iniziazione del profano   G. Ba.)

Rispet.mo   M .’. V .’.    

Carissimi Fratelli,

      abbiamo assistito ancora una volta, stasera, allo stupendo rito della iniziazione massonica ed ancora una volta abbiamo sentito vibrare le corde più sensibili del nostro animo, rivivendo il momento fondamentale del nostro ingresso nella Istituzione.

      Lo svolgersi solenne e rituale della cerimonia, che da iniziandi non percepiamo per intero, ci è apparso  in tutta la sua solennità  e ne abbiamo colto fino in fondo i profondi significati esoterici.

      L’iniziando è,  al tempo stesso, attore e spettatore della cerimonia e, anche se spiritualmente preparato, si sente intimidito e frastornato da tutto ciò  che avviene intorno al lui;  certamente egli è cosciente di vivere un momento molto significativo della sua esistenza,  ma non può sentire in tutta la loro importanza le promesse e gli impegni che egli assume, man mano che la cerimonia procede, fino al solenne giuramento finale.

      Ecco, Fratelli carissimi, che la cerimonia appena terminata, oltre a regalarci un momento di grande gioia, ci offre lo spunto per una profonda riflessione che ciascuno di noi deve fare, di tanto in tanto, nel corso del suo cammino iniziatico: quali di queste promesse e di questi impegni abbiamo rispettato e  onorato fino in fondo, senza lasciarsi prendere da sentimenti profani nel corso della nostra vita di Massoni?…

      Io credo che una serena e obiettiva analisi dei nostri comportamenti e un razionale esame degli errori commessi nel faticoso cammino iniziatico siano essenziali per la  costruzione del nostro Tempio interiore.

      Tu, carissimo Fr.’. G.Ba. con la cerimonia di stasera hai cessato di esistere come semplice uomo e sei stato “creato” libero muratore; a me la Loggia affida il compito di darti il benvenuto fra noi e di aiutarti a compiere il primo  breve tratto di strada del tuo cammino iniziatico.

      Per cominciare cercherò di dirti, in modo molto sintetico, che cosa è la Massoneria:  è un modo di interpretare la vita, non è né una filosofia né una idea.

      Per il massone l’uomo riceve dal creatore la “luce”, la possibilità di distinguere il bene dal male, di intuire  la verità delle cose per capacità propria. Nessun altro uomo può sostituirsi a lui, perché interpretare la verità per un altro è un  atto di violenza spirituale ed intellettuale.

      Per noi infatti è assoluto il riconoscimento della libertà di spirito  e di coscienza e la rinuncia ad ogni legame dogmatico.

      La libertà, cui la Massoneria ci indirizza, è quella che affonda le  sue radici nel profondo della coscienza individuale.

      Il Massone, in quanto uomo libero, è proteso alla ricerca della verità: vuole scegliere e decidere da sé e per fare questo deve conoscere. Ma sa che ogni conoscenza è imperfetta ed  è quindi pronto, in ogni momento, a verificare le conoscenze acquisite alla luce di nuovi elementi; sa che ogni verità è parziale e modificabile e che il primo segno della libertà spirituale è rappresentato dalla disponibilità e capacità di esaminare con umiltà idee nuove e le opinioni degli altri.

      Le certezze che il massone raggiunge sono sempre e soltanto delle ipotesi su cui meditare, da confrontare con il pensiero degli altri.

      E’ proprio nei lavori di Loggia, attraverso la sacralità del Tempio, la ritualità e  il simbolismo, in un ambiente nel quale c’è  estrema tolleranza e l’umiltà di non essere depositari della verità assoluta,  che la Massoneria esalta nell’uomo le capacità di intuire, di ragionare, di osservare, di dedurre, di confrontare e di rettificare il suo pensiero e il suo modo si essere.

      La Massoneria è un’arte di vita, detta anche Arte Reale, ed è stata definita  con una sintesi mirabile: un profondo e complesso sistema di morale, velato nell’allegoria e illustrato da simboli”.

      Infatti essa, come cita la costituzione dell’Ordine, segue il simbolismo nell’insegnamento e l’esoterismo nell’Arte Reale”.

      Nell’antichità i “sapienti”  (sacerdoti e filosofi) ritenevano indispensabile il “segreto” in quanto le verità che essi faticosamente conseguivano non potevano essere  date in pasto ai profani che potevano non comprenderle e travisarle, per cui  il Tempio sacerdotale o la Scuola divennero i luoghi nei quali venivano gelosamente custodite tali verità segrete che venivano “svelate” man mano che l’iniziato saliva i vari gradi dell’ordine al quale era stato ammesso.

      Si coltivavano così in materia religiosa, filosofica e scientifica due dottrine:

  • una adottata per la generalità delle persone e perciò definita “essoterica” ( dal greco exotericos = pubblico, comune, esternato)
  • l’altra riservata agli iniziati  e definita esoterica (dal greco esotericos = riservato, intimo, interiore).

      Le verità celate nell’esoterismo venivano trasfuse in simboli (numerici, grafici, strumenti di mestiere, ecc.) che dovevano servire all’iniziato come mezzi per cogliere l’essenza concettuale  in essi racchiusa  e farne oggetto di intima (cioè esoterica) meditazione, mentre il dialogo rappresentava il metodo di insegnamento da parte del Maestro.

      La Massoneria ha adottato questo insieme di elementi utilizzando sia il simbolismo per  approfondire i temi della vita spirituale sia il metodo del dialogo.

      I simboli hanno il pregio di essere  identici  per tutte le obbedienze massoniche del mondo e quindi  costituiscono un linguaggio unico per tutti i massoni e facilitano, al di sopra delle diverse credenze religiose o delle differenze culturali e filosofiche, la ricerca dell’unione spirituale fra tutti i Fratelli e, attraverso loro, fra tutta l’umanità.

      In  questo Tempio appaiono molti simboli , alcuni di semplice e immediata intuizione, altri più complessi e che richiedono una meditazione approfondita per essere compresi.

      Io ti invito, Fr.’. G.Ba., a studiare e meditare su tutti  i simboli che vedi  e sugli altri che, pur non presenti nel Tempio, fanno parte della tradizione esoterica della Massoneria.

      Il  periodo che dovrai passare nel grado di  Apprendista serve proprio alla meditazione e al silenzio; ricordati che tali elementi sono basilari perché tu possa conoscere meglio te stesso e la loro sublimazione si realizza nella sacralità del Tempio.

      L’Istituzione nella quale sei entrato, liberamente e spontaneamente,  può aiutarti a diventare uomo migliore, ti offre gli strumenti per  una maturazione spirituale e intellettiva la cui realizzazione è legata al tuo lavoro e ad un presupposto fondamentale: la partecipazione ai lavori di Loggia.

      Fuori  del Tempio non esiste Massoneria, esistono club di vario nome, di vario titolo e di vari interessi; fuori del Tempio è possibile una crescita materiale dell’individuo ma sempre a scapito del suo spirito.

      Desidero imprimere nella tua mente questo concetto, nei tuoi primi istanti di vita massonica: devi assolutamente intervenire ai lavori della tua Loggia e quando puoi a quelli di altre Logge.

      Solo lavorando assiduamente nel Tempio potrai superare, con l’aiuto e l’amore dei Fratelli, i momenti di difficoltà  che inevitabilmente incontrerai nel cammino iniziatico.

      Solo così potrai porre le basi solide per la costruzione del tuo Tempio interiore ed operare per il tuo e il nostro perfezionamento  e lavorare per il bene e il progresso dell’Umanità.

      Spero, carissimo Fratello G.’., di averti fatto compiere senza sforzi eccessivi questi primi passi e ti lascio procedete lungo la strada che hai intrapreso con l’augurio che in questo Tempio tu possa, lavorando seriamente  e serenamente , trovare la tua verità e vedere  quella luce che  stasera  hai chiesto:

noi tutti ti aiuteremo a sciogliere la benda.

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