Riflessioni sul Trinomio
(L. M.)
Rispet.mo M.’. V.’.,
Carissimi Fratelli,
Durante la Rivoluzione Francese, tra tante idee, tre sopra le altre divennero attive socialmente, due di queste Libertà e Uguaglianza da allora non sono più uscite di scena dal contesto sociale, mentre la terza componente del trio, la Fratellanza ha dato prova di minore efficacia.
Che cosa vuol dire letteralmente Libertà?
La Libertà è un termine vago, ma questo non è strano: quasi tutti i termini importanti del nostro linguaggio hanno questa caratteristica; la loro vaghezza non li rende meno importanti. Il punto importante è rendersi conto che la Libertà sin dall’origine non indica un qualcosa di omogeneo e univoco; la Libertà è un termine singolare che sta per un plurale. La Libertà è essenzialmente un catalogo. Secondo me in ogni caso l’esercizio dei tipi di Libertà e i dilemmi della loro combinazione si basano sul presupposto che l’Umanità sia costituita da persone emancipate capaci di scegliere autonomamente.
La Libertà è regolata dalle leggi ma soprattutto è consapevolezza dei propri doveri e dei propri diritti.
Nel mondo profano viene di domandarsi dove è l’Uguaglianza, in quanto oggi regna la qualità, quindi la diversità, oggi i valori si presentano: nello spazio come diversità, nel tempo come discontinuità; il globale, l’indistinto, l’omogeneo sembrano fuori moda.
La domanda che mi pongo spesso è se si possono conciliare Uguaglianza e diversità. Dico che la diversità ha caratteristiche e radici sessuali, etniche, religiose, razziali, culturali, economiche e sociali: se rispetto la diversità e lascio le cose come sono dove va a finire l’uguaglianza? Ma se cerco di assimilare il più debole al più forte dove finisce la diversità? Viene allora proposta la soluzione dell’Uguaglianza come uguale diritto alla diversità con l’indirizzo pratico delle pari opportunità: dare vita ad uguali condizioni di partenza al di sopra delle quali l’individuo possa affermarsi liberamente. Per questo non bastano leggi; occorre un impegno collettivo, un salto di cultura. La ricetta per guarire dal razzismo, dal nazionalismo, dal fondamentalismo sta secondo me nell’applicazione dei principi Massonici in quanto il male è dentro di noi senza tregua, la paura del diverso che minaccia la nostra identità e la necessità del diverso per l’affermazione della nostra stessa identità convivono senza sosta.
E’ prima di tutto dentro di noi che dobbiamo batterci per trovare una soluzione al rapporto fra uguale e diverso.
E’ quello che avviene dentro le nostre Officine, dove con l’iniziazione ognuno di noi si è fatto riconoscere Fratello da altri, con uguali diritti e doveri indipendentemente dalle condizioni profane.
Le idee di Libertà e Uguaglianza sono talmente astratte da consentire una vasta gamma di interpretazioni; la Fratellanza invece è un concetto aderente al tempo reale ed è priva dell’elasticità delle sue due sorelle. La Fratellanza non è un mezzo per raggiungere qualche altro obbiettivo, ma è il fine principale stesso. La Massoneria è identificabile come Fratellanza, originariamente di mestiere oggi ideale.
Secondo me gli uomini possono riconoscersi Fratelli se hanno acquisito il concetto della paternità comune dell’Essere Supremo; infatti in Massoneria non ci si iscrive ma ci facciamo riconoscere Fratelli. L’Uguaglianza e la Fratellanza non possono raggiungersi che per libera e spontanea volontà individuale che infranga le leggi della natura; ciò avviene solo fra le nostre colonne.
A differenza della società che ci circonda, noi qui diamo, o cerchiamo di dare, del tutto gratuitamente qualcosa agli altri, ed è proprio questo disinteressato rapporto di dare e ricevere che cambia sostanzialmente i valori. Quando entriamo nel Tempio siamo spogli dei metalli ma siamo ricchi di una forza e di un fluido quasi percepibile che ci accomuna, che ci rende più sensibili ma anche più determinati e tolleranti allo stesso tempo. La Tolleranza è una virtù sublime; erroneamente si ritiene che chi è tollerante sia uno che accetta più o meno di buon grado tutto ciò che gli si propina. Se ciò accadesse veramente sarebbe un grave errore perché nessuno deve accettare ciò che gli viene proposto se non ne è veramente convinto. Se così fosse verrebbe a cadere quel rapporto di dare e ricevere e verrebbe a mancare il dialogo costruttivo che viene chiamato critica; Tolleranza non è quindi silenzio ma rispetto.
La Tolleranza è la risultante del trinomio Libertà, Uguaglianza, Fratellanza.
A cosa porta operare in Libertà, Uguaglianza, Fratellanza? Una teoria dice che l’allievo troverà il Maestro solo quando sarà pronto a ricevere i suoi insegnamenti; io credo che il segreto di questi fenomeni sia dentro il nostro cuore e ognuno di noi ne sa fare l’uso più appropriato a seconda del caso.
Questo segreto si chiama limpidezza d’animo, amicizia, rispetto, umanità; in una parola sola: Tolleranza. Ognuno di noi si è accorto che la sua vita è cambiata con il suo ingresso in Massoneria: sono cambiati i suoi rapporti con gli altri, cambiato il modo di pensare, le ragioni e le aspirazioni, trova cioè lungo il suo cammino il Maestro e trova pure se stesso.
Per finire dico che il trinomio Libertà, Uguaglianza, Fratellanza è la catena d’unione sempre viva, che non si spezza mai, dove ho trovato tutti voi e me stesso in voi.