RITUALE DI UNA ONORANZA FUNEBRE MURATORIA

RITUALE DI UNA ONORANZA FUNEBRE  MURATORIA

(da O. Ragon, Liturgie Maconnique, 1876)

Lavoro originale di ricerca e traduzione a cura di Giuseppe Vatri

PRELIMINARI

Da sempre si onorano i morti. Gli Antichi li invocavano, con il nome di Mani, in feste annuali. In Grecia, era proibito parlar male di un morto, persino quando fosse stato insultato da uno dei suoi figli. Presso gli Egizi, il corpo morto di un parente prossimo era un pegno sacro, sul quale si poteva prendere a prestito; ma colui che non liberava il pegno era marchiato di infamia. Quel popolo aveva stabilito leggi penali che si applicavano alla memoria dei morti. La privazione della sepoltura era considerata come la pena più infamante.

Nessuno poteva sperare di essere seppellito che per pubblico decreto e solenne; il tribunale dal quale emanavano queste sentenze temibili, era composto di quaranta giudici che si riunivano il giorno indicato per la sepoltura del defunto. La legge permetteva a tutto il mondo di venire ad esporre le proprie querele contro il morto.

Si pesavano le sue azioni buone e cattive. Se era giudicato di aver mal vissuto, gli si negava la sepoltura; se, al contrario, non vi era alcun rimprovero contro la sua memoria, lo si seppelliva onorevolmente.

Ciò che vi era di più ammirevole in questa inchiesta pubblica, era che la corona non garantiva i re: le loro anime erano punite o ricompensate, secondo le loro azioni buone o cattive.

I Greci si impadronirono di questo dogma Egizio, immaginando che le anime fossero giudicate, negli inferi, da tre giudici: Minasse, Eaco e Radamente, e inviate ai Campi Elisio al Tartaro, secondo le loro virtù od i loro crimini. Questa favola degli inferi, utile ai suoi sfruttatori, fu poi modificata. I corpi si imbalsamavano.

L’imbalsamazione dei corpi risale alla più alta antichità. In Egitto, non lontano dall’antico sito di Menfi, è situata una piana il cui fondo, a due metri sotto la sabbia, è una roccia piatta, per un diametro di circa sedici chilometri.

Indipendentemente dalle idee religiose che facevano della imbalsamazione dei morti un dovere, gli Egizi vi erano obbligati a causa delle esalazioni pestilenziali che, in quel clima bruciante, avrebbero prodotto dei focolai di infezione, mentre la mancanza di legno impediva

la cremazione e le piene del Nilo impedivano l’inumazione.

Il culto dei morti si è sempre conservato in Francia, soprattutto a Parigi: i Liberi Muratori vi sono rimasti fedeli.

PREPARAZIONE

La Loggia è tappezzata di nero e di ghirlande nere e bianche, con lacrime e frange d’argento.

L’altare, il trono, il Jahvé, i tavoli degli Ufficiali e i sedili, sono rivestiti di nero. La fronte dell’altare rappresenta, in argento, un teschio con ossa incrociate, da entrambe le parti un cesto di fiori.

L’aula è rischiarata da ventisette candele gialle, distribuite in nove gruppi di tre; i candelabri sono contornati da un crespo nero.

AI centro, il catafalco tappezzato di nero e di bianco; su di esso si dispongono i decori ed i gioielli Muratori del defunto, dei guanti bianchi e una spada con un crespo. Alla testa si innalza, su tre gradini, una colonna triangolare e nera, che porta un’urna funeraria sormontata da una lampada sepolcrale.

Sul lato avanti della colonna, sono iscritti i nomi del defunto (se i defunti fossero più di uno, iscritti nell’ordine temporale del loro decesso); al di sotto, l’occhio dell’Eterno al centro di un serpente che si morde la coda; sul secondo lato, un teschio sormontato da una farfalla che esce dalla sua crisalide, simbolo di rinascita, e sul terzo lato un genio, che tiene nella mano destra una fiaccola innalzata e accesa, e nella mano sinistra una fiaccola rovesciata e spenta.

Di fronte all’altare, un treppiede antico adornato di un crespo nero, che sostiene un vaso di profumo e da ogni lato un brucia profumi con incenso e profumi vari.

Su una tavola, si trovano: un grande cesto bianco pieno di fiori sfogliati, emblema della nostra fragile esistenza; un vaso di vino, uno di latte e un grande vaso di acqua lustrale con il suo aspersorio.

Al posto del Fratello deceduto, una sedia coperta da un telo nero cosparso di lacrime.

La tribuna della colonna di armonia è ugualmente tappezzata di nero.

I Fratelli sono vestiti di nero ed hanno guanti bianchi; portano il crespo di lutto al braccio sinistro.

I muri del Tempio presentano quattro segni zodiacali: i Gemelli e il Leone, a Nord; la Bilancia e l’Acquario a Mezzogiorno, per ricordare che in ogni momento la morte prende uomini di ogni età; a grandi intervalli, degli stemmi con divise del tipo di queste:

Vedi la cenere del povero: non la calpestare, perché se la sua tomba è ai tuoi piedi, la tua è a due passi.

Metti a profitto l’istante che il cielo ti lascia, perché il presente è tuo, ma l’avvenire di Nessuno.

La dolce eguaglianza, che rifiuta l’orgoglio folle, non è più un problema difronte al feretro.

Questa morte che tu temi, per il Muratore fedele non è che il primo passo verso la vita eterna.

OSSERVAZIONE.

La morte è considerata come il passaggio o l’iniziazione dell’anima ad un’altra vita. Ecco perché si dà al corpo, che era il suo involucro materiale, la stessa purificazione che deve subire ogni profano meritevole che chieda di essere iniziato.

Così, il sarcofago (dal greco sarx, carne, e phagò, io mangio) o la tomba, rappresentano la camera di riflessione, simbolo della Terra, dalla quale veniamo e alla quale ritorneremo; l’aspersione simbolizza la purificazione per mezzo dell’ Acqua; il fumo dei brucia profumi o l’incenso, è la purificazione per mezzo del Fuoco; il trasporto del corpo alla sua ultima dimora è la purificazione per mezzo dell’Aria; il lancio dei fiori in Loggia sostituisce le manciate di terra gettate nella fossa; e il ramo di immortale o di acacia, emblema di un’altra vita, è il ramo dell’iniziato per entrare nel Tempio della Gran Loggia universale.

La Chiesa pratica un uso simile per il suo impressionante ufficio dei morti.

IL LUTTO FRANCESE UN TEMPO PORTATO IN BIANCO

In Francia, sotto Enrico III, si dava il nome di regine bianche alle vedove dei nostri re, che portavano il lutto dei loro mariti, persuase, come lo sono ancora i Cinesi per i loro parenti, che non lasciassero la vita che per passare ad un soggiorno risplendente di luce: in effetti, la luce che è ciò che noi possediamo dipiù prezioso, è rivestita di bianchezza.

I Greci portavano il lutto in nero, conformemente alle loro idee sul Tartaro che avevano inventato. Perché noi abbiamo lasciato il colore della Cina, che portavano i nostri antenati, per prendere quello della Grecia?

Il pensiero dei Cinesi sulla morte, questo lungo sonno senza sogni, è ingegnoso e consolante, ed i Muratori potrebbero applicarlo nello loro cerimonie funebri così interessanti; in verità, occorrerebbe, in alcune parti, modificare questo rituale; sarebbe meno triste e forse soddisferebbe meglio i sopravvissuti, stimolando la loro speranza e la loro aspirazione nella vita a venire.

APERTURA DEI LAVORI

LAVORI.

 ello loro cerimonie funebri così interessanti; in verità,

occorrerebbe, in alcune parti, modificare questo rituale; sarebbe meno triste e forse

soddisferebbe meglio i sopravvissuti, stimolando la loro speranza e la loro aspirazione nella

vita a venire.

APERTURA DEI LAVORI

LAVORI.

Il Venerabile batte un debole colpo di maglietto (emblema della nascita dell’uomo); il Primo  Sorvegliante batte un forte colpo (indica l’età piena); il Secondo Sorvegliante batte un colpo quasi insensibile (ricorda l’ultimo sospiro).

Il Venerabile spiega questa batteria misteriosa e dice:

Fratelli Sorveglianti, vogliate assicurarvi che il Tempio sia coperto e che i Fratelli che ornano le vostre colonne possiedano le qualità per poter assistere ai nostri lavori.

Il Primo Sorvegliante riferisce al Venerabile della avvenuta esecuzione dell’ordine.

APERTURA.

…omissis—

INVOCAZIONE.

Grande Architetto dell’Universo, potenza infinita, fuoco sacro che fecondi tutto ciò che esiste, essere misericordioso che può essere concepito, ma che non può essere definito, immutabile per te! La luce e le tenebre per te sono identiche.

Tu ci condotto alla nostra morte, così come ci avevi condotto alla nostra nascita. I segreti della tomba ti sono noti. Possa il nostro Fratello …… .. Vivere per sempre con te, così come ha vissuto tra noi. Possa la sua morte insegnarci a morire e prepararci a gioire con lui, nel tuo seno paterno, nella vera immortalità.

Il Venerabile e i Sorveglianti si portano ai piedi del cenotafio. Il Maestro delle Cerimonie presenta una fiaccola accesa al Venerabile, che la innalza tre volte, dicendo ogni volta: Fratello ……… , i tuoi Fratelli ti piangono e ti chiamano, mi rispondi?

Dopo la terza chiamata, il Venerabile fa una pausa e dice:

Miei Fratelli, il nostro Fratello ……… è sordo alla nostra voce. Come questa fiamma, era pieno di vita; come questa fiamma, egli ci illuminava, e noi lo indicavamo a chi cercasse la luce; ma come questa fiamma (la spegne soffiandoci sopra) un soffio lo ha spento e gettato nelle tenebre della morte. Invano lo chiamiamo in questa aula, egli non è più! Noi non sentiremo più la sua voce! Rendiamogli allora i nostri ultimi doveri, e che dal seno dell’eternità nella quale sta viaggiando, che sia sensibile ai nostri accenti dolorosi e fraterni!.

In questo momento solenne, si accresce nel nostro cuore tutto ciò che ricorda la fine di un amico, mentre si sente ancora di più quanto sia crudele una separazione eterna.

Il Venerabile insieme con i Sorveglianti ed il Maestro delle Cerimonie che porta il cesto di fiori sfogliati, e seguiti dai Fratelli all’Oriente, fanno il giro del cenotafio, sul quale ognuno getta tre pugni di fiori.

Poi dice: .

Alla vista dei cupi colori che velano questi muri e i nostri decori, del dolore che ci strazia e di questi lugubri e silenziosi trofei di morte, ricordiamoci, Fratelli miei, che è dal seno stesso della corruzione che nascono i profumi e gli incanti della vita. La morte non è che l’iniziazione alla vita eterna e chiunque abbia vissuto saggiamente non deve temerla.

Il Venerabile fa tre aspersioni di vino, dicendo:

Che la forza che sgorga per mezzo tuo dal regno vegetale gli sia resa e ritorni con la tua spoglia alle fonti della vita materiale, per servire ai saggi disegni del Grande Architetto!

Fa tre aspersioni di latte dicendo:

Più felice di noi, tu sei libero dalle trappole della duplicità, della adulazione, dell’intolleranza, dell’ipocrisia e della menzogna! Che la verità brilli per te con tutto il suo splendore e ti consoli delle aberrazioni dell’umanità.

Il Venerabile fa allora tre aspersioni di acqua lustrale, dicendo:

Sii purificato dalla morte! Che il ricordo della tua debolezza si perda nelle acque della carità, e che in presenza della tomba ove tu riposi, noi non pensiamo ad altro che alla virtù!

Il Venerabile passa l’aspersorio ai Fratelli dell’Oriente, affinché ciascuno faccia la sua aspersione.

Il Venerabile si porta vicino al treppiede, vi versa tre volte dell’incenso e dice: Che l’anima del nostro Fratello risalga verso la sua patria celeste, come î profumi di questo incenso salgono verso il cielo! Che il Grande Architetto la riceva con bontà e le accordi la ricompensa del giusto! Rendiamo ai mani del nostro Fratello l’ultimo tributo del Muratore.

Il Venerabile e i Fratelli dell’Oriente posano ai piedi del catafalco il ramo di acacia che il Maestro delle Cerimonie offre a ciascuno, e tutti riprendono il loro posto.

Il Venerabile:

Fratello Maestro delle Cerimonie, vogliate distribuire i rami misteriosi ai Fratelli primo Sorvegliante, al Fratello Oratore e ai Fratelli della colonna di Mezzogiorno.

Miei Fratelli, anche voi andate a rendere al nostro benamato Fratello, che tutta la Loggia rimpiange, gli onori funebri della Muratoria, onori dovuti alle sue virtù e alle sue qualità Muratorie, così come ai suoi meriti personali e civili.

Fratello Primo Sorvegliante, andate, preceduto dallo stendardo, accompagnato dal Fratello Oratore, e seguito dai Fratelli della vostra colonna, andate a fare il viaggio misterioso, l’aspersione, il lancio dei fiori e il deposito del ramo dell’iniziato.

Il corteo si mette in marcia dal Nord; arrivato di fronte al cenotafio, il Primo Sorvegliante esprime al defunto i suoi rimpianti e quelli dei suoi Fratelli, fa le tre aspersioni, i tre lanci di fiori, depone il suo ramo e ritorna al posto dal Mezzogiorno; ogni Fratello fa lo stesso.

Il Venerabile: Fratello Maestro delle Cerimonie, abbiate cura che nessuno, al Nord, manchi del suo ramo.

Fratello Secondo Sorvegliante, compite lo stesso viaggio, preceduto dallo stendardo, accompagnato dal Fratello Segretario e dal Maestro delle Cerimonie e seguito dai Fratelli (solo quelli) della vostra colonna.

Il corteo si mette in marcia dal mezzogiorno; giunto di fronte al cenotafio, il Secondo Sorvegliante fa la sua allocuzione, eccetera.

Il Venerabile: – Fratello Maestro delle cerimonie, fate il terzo viaggio, preceduto dallo stendardo e seguito dai parenti e dagli amici del defunto.

Il Maestro delle Cerimonie, preceduto dal Portastendardo, invita le Signore, i parenti e gli amici del defunto, muniti di rami, ad accompagnarlo; passa per il Mezzogiorno; arrivato al cenotafio, egli esprime, a nome di tutti, i sentimenti dolorosi che la perdita di un Fratello costringe a provare; dopo questo triste addio, fa le sue tre aspersioni, dicendo: Che riposi in pace!, poi i tre lanci dei fiori dicendo: Che /a terra gli sia leggera!, poi, deponendo il suo ramo, dice: Anima del nostro Fratello, che tu sia ammessa nel seno del Grande Architetto!.

Tutta la Loggia risponde: Amen!

Di seguito, ogni persona del seguito compie l’aspersione, lancia dei fiori e depone il ramo. Infine, il corteo ritorna al posto.

Il Primo Sorvegliante:

Venerabilissimo, il pio pellegrinaggio, l’aspersione, il lancio dei fiori, la deposizione dei rami, sono terminati.

Il Venerabile accende il brucia profumi chesta sull’altare e dice: In piedi, spada în pugno, miei Fratelli!.

INVOCAZIONE.

Padre celeste, misericordioso e buono, sei tu che, nella tua saggezza, hai posto un termine alla vita, per consolare la virtù sofferente, liberare l’oppresso e spaventare il criminale. Il tuo potere ha tutto stabilito affinché nulla perisca: il nostro corpo si trasforma, ma la nostra anima sfugge all’annullamento. Ti siano rese grazie, padre degli umani, per il sentimento che questa idea consolante ci ispira! Da sola, essa basta a calmare il dolore che questo lugubre apparato risveglia nel nostro spirito. Che la terra e gli elementi impieghino, seguendo i tuoi progetti, i resti trasformabili del nostro Fratello; ma che la sua anima immortale gioisca della pace, della felicità e dei casti inebriamenti che le hanno meritato la sua assiduità nella ricerca della luce e della verità!

Miei Fratelli, sediamo.

Fratello Oratore, a voi la parola.

Dopo il discorso e i ringraziamenti del Venerabile, se un Fratello dovesse leggere un pezzo di architettura, riceve la parola.

Il Venerabile:

Miei Fratelli, la beneficenza è una virtù che i Muratori amano praticare: non separiamoci mai senza pensare agli sfortunati. Fratelli Sorveglianti, annunciate alle vostre colonne che sta per circolare la cassetta dei poveri.

Dopo che l’ordine è stato eseguito, il Primo Sorvegliante informa il Venerabile che il Fratello Ospitaliere si trova tra le due colonne.             

Il Venerabile: Fratello mio, avanzate all’altare. Fratello Oratore, Fratello Segretario, vogliate assistere allo spoglio.

Il Venerabile rimette all’ Ospitaliere l’importo della cassetta che il Segretario menziona nella sua minuta.

Il Venerabile: Fratelli Sorveglianti, informate i vostri Fratelli stiamo per formare la catena di unione.

Fatto l’annuncio, il Venerabile dice: Miei Fratelli, noi abbiamo compiuto il nostro penoso dovere, rendendo gli onori funebri alla memoria di un Fratello rimpianto. Più sereni che all’inizio dei nostri lavori, non separiamoci senza riformare la nostra catena di unione e senza fare circolare l’abbraccio di pace; unitevi a me, miei Fratelli, e formiamo il cerchio intorno al sarcofago.

Il Venerabile lascia la propria poltrona.

Formata la catena, il Venerabile (senza fare il segno) invia, attraverso il Mezzogiorno ed il Nord, l’abbraccio di pace e di unione.

Dopo che il Primo Sorvegliante ha annunciato che l’abbraccio di pace e di unione è circolato regolarmente, il Venerabile stende le braccia e pronuncia questa

ESORTAZIONE:

In presenza di questo pietoso emblema del nostro dolore e dei nostri rimpianti, sotto questa volta funebre, muti testimoni dei nostri religiosi omaggi, davanti a questi simboli del nulla del nostro essere e dell’immensità dell’eterno, ogni pensiero egoista o astioso deve essere

bandito; io vi invito tutti a prestare con me il giuramento di dimenticare le ingiurie e le offese che ciascuno di voi potesse avere ricevuto. Che la pace e la concordia siano con noi! Basta con i vani litigi! Non pensiamo più che alla nostra opera e che alla grandezza della Libera Muratoria. Non dimentichiamo mai il primo precetto della nostra morale: fate agli altri quello vorreste vi fosse fatto, e non fate quello che non vorreste vi fosse fatto.

Il Venerabile aggiunge: Lo giuro!

Tutti i presenti stendono il braccio e dicono ad alta voce: Lo giuro!

Il Venerabile: Fratelli miei, riprendiamo i nostri posti.

Fratello Maestro delle Cerimonie, invitate i parenti e gli amici del Fratello defunto (i Lewton adottivi, se ve ne sono) a portarsi tra le colonne.

Quando l’ordine è stato eseguito ed il Venerabile ne sia stato informato dal Primo Sorvegliante, il Venerabile dice: In piedi, Fratelli miei, spade in pugno.

Il Venerabile, con una allocuzione affettuosa, ringrazia le Signore, i parenti e gli amici del defunto per essere venuti a condividere il dolore della Loggia e per avere, con la loro presenza, dato maggiore importanza alla cerimonia; e aggiunge: Voi potete ora giudicare se il male che si dice della Muratoria e dei Muratori possa avere qualche fondamento.

Fratello Maestro delle Cerimonie, vogliate consentite agli onorevoli presenti l’uscita dal Tempio ed accompagnarli sul sagrato. (Escono)

Fratelli Primo e Secondo Sorvegliante, domandate ai Fratelli delle vostre colonne se qualcuno ha osservazioni o proposte da fare, sia per il bene dell’Ordine in generale che di questa Loggia in particolare, e se qualche fratello richiede il sacco delle proposte.

Il Fratello Primo Sorvegliante rende conto dei risultati dell’annuncio.

Il Fratello Maestro delle Cerimonie rientra nel Tempio, con l’incarico di esprimere i ringraziamenti dei parenti del Fratello deceduto.

CHIUSURA.

Il Venerabile batte come all’apertura; i Sorveglianti rispondono;

…omissis…

I lavori sono chiusi, usciamo in pace.

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