I due fanciulli
(R. F.)
Rispett.mo M.’. V.’.
Carissimi FFr.’.
mi é tornata alla memoria un’ode del Fr.’. Giovanni Pascoli, una poesia che a molti di voi sarà nota; essa ha per titolo:
“I DUE FANCIulli”.
Ma anche se conosciuta, mi sembra utile e in sintonia con la commemorazione che stiamo celebrando, ricordarne i contenuti che sonosempre attuali.
Quello che mi ha colpito é stata la profonda meditazione che il poeta concentra sulla MORTE, sulla IMMENSITA’ dell‘universo, sull’AMORE come unica forza motrice dell’esistenza sull’ESORTAzIONE agli uomini perché, deposte le loro ire e i loro rancori, si stringano finalmente in un abbraccio fraterno.
Di questa poesia, che narra del litigio di due piccoli fratelli che trovano poi la pace, la serenità, “la fratellanza” avvolti dalle tenebre della notte, io vi leggerò solo l’ultima parte, quella più significativa, diciamo l’essenza dell’ode stessa, la sua morale universale:
Uomini, nella truce ora dei lupi,
pensate all’ombra del destino ignoto
che ne circonda, e a’ silenzi cupi
che regnano oltre il breve suon del moto
vostro e il fragore della vostra guerra,
ronzio d’un’ape dentro il bugno vuoto.
Uomini, pace! Nella prona terra
troppo èil mistero; e solo chi procaccia
d’aver fratelli in suo timor, non erra.
Pace, fratelli! e fateche le braccia
ch’ora o poi tenderete ai più vicini,
non sappiano la lotta e la minaccia.
E buoni veda voi dormir nei lini
placidi e bianchi, quando non intesa,
quando non vista sopra voi si chini
la Morte con la sua lampada accesa.