NOTE MASSONICHE

Note massoniche

(R.F.)

Rispet.mo   M .’.  V .’.      

Carissimi Fratelli,

      le finalità immediate dell’ideale massonico, che hanno precisato due orientamenti particolari sono state: da un lato la evoluzione spirituale, l’ascesi individuale e collettiva, dall’altro il raggiungimento di una vera giustizia, sana e non settaria, giustamente ispirata non all’eguaglianza assoluta, ma alla identità dei diritti giustificata da una eguaglianza di capacità. Il primo naturalmente operante nella ristretta cerchia di adepti di elezione, pensatori e studiosi astraentisi dalle necessità terrene, l’altro tipicamente “pratico” , nobilmente assorto in attività filantropiche dirette a soccorrere coloro che, per capacità minori o avversità di sorte, fossero preda di un qualsiasi tormento.

      Si delinearono così due indirizzi diversi, l’uno spirituale e trascendente, l’altro contingente. Il primo chiuso in un ascetismo meditativo, l’altro tipicamente operante nel campo sociale, orientato al raggiungimento di un benessere fisico tale da consentire, in un secondo tempo, la evoluzione spirituale.

      é naturale che, secondo le condizioni di vita delle varie genti, ed a seconda del particolare orientamento intellettuale, l’una o l’altra della finalità immediate abbia trovato un terreno più adatto al proprio sviluppo, e perciò abbia fatto oggetto di più particolare cura.

      Lo scopo della Massoneria , diciamo fondamentale, è sempre stato ,come é noto, quello di pervenire  alla Fratellanza universale ; tale scopo può essere raggiunto in due modi diversi:

  • o convincendo della comune discendenza spirituale da una “Sorgente Unica”, con tutti i corollari che da tale principio derivano;
  • oppure attuando, o cercando di attuare, un livello di vita terrena se non per tutti proprio identico, il che sarebbe assurdo, almeno, nella sua sostanzialità materiata, quasi uguale.

      Tecnicamente potrebbe dirsi che si tratta di un problema di livellazione che può essere risolto, dal punto di vista strettamente spirituale, elevando tanto alto da fondere e confondere la persona nel grande “Grembo dell’Origine”; dal punto di vista tipicamente terreno e temporale, e certo a tendenza prevalentemente materialistica, riducendo le possibilità di coloro che godono di una posizione privilegiata a favore di coloro cui la vita é irta di difficoltà.

      é evidente che per il pensatore che tiene conto della complessa natura umana, delle sue aspirazioni naturali derivanti dalla psiche e dalla materia, dalle idealità e dagli stimoli, la soluzione vera deve essere ricercata nella equilibrata considerazione dei due fattori dominanti, e deve tendere, praticamente, all’assopimento degli stimoli, i quali originati dalla materia e spesso esacerbati divengono brame che conducono alla colpa, e tendere nel contempo ad ingentilire l’animo, portarlo progressivamente ad un incontenibile desiderio di bene collettivo che consenta l’aperto e giocondo sorriso di vivere sì da trasformare l’Utopia in Realtà.

      Proprio per questo e per le difficoltà che ostacolano la pratica realizzazione di un delicato e collettivamente instabile equilibrio fra il soddisfacimento delle oneste necessità materiali ed il conseguimento di più elevate aspirazioni animistiche, praticamente, per quanto non logicamente, le tendenze si sono polarizzate verso l’una o l’altra finalità, determinando, sovente per ragioni ambientali i due distinti indirizzi cui abbiamo fatto cenno. Essi però, non solo non sono antagonistici, ma sono invece, per lo scopo cui tendono, l’uno necessario complemento dell’altro.

      Dei due indirizzi di cui sopra, quello ascetico e quello positivo, l’uno tende prevalentemente al Vero, l’altro al Giusto. Il Vero é bensì un assoluto unico, ma ad esso si può pervenire, o meglio, ci si può dirigere per sentieri diversi.

Il Giusto é determinato dal giudizio che, per quanto equilibrato ed obbiettivo, é pur sempre soggettivo, talora ambientale perché influenzato da permanenze ataviche e suggestive di cui non é facile spogliarsi, quando non lo é da opportunità o da necessità vere e proprie, assumendo così tale una elasticità da conferire tendenze diverse e talora antagonistiche ai vani assertori.

      La vera sostanza della Massoneria, mirante alla elevazione del Genere Umano, comporta entrambe le essenze, quella tipicamente spirituale volta alla ricerca del Vero, e quella particolarmente sociale volta al raggiungimento del Giusto.

Rari sono stati, nella storia dell’umanità i veri grandi iniziatori, le effettive figure storiche, che hanno fatto del Vero e del Giusto un solo Astro, e che sorretti da una dottrina organica e totalitaria, hanno svolto il loro apostolato al duplice fine di tendere alla elevazione morale ed al sano assetto sociale dell’Umanità.

           Se guidati da un positivismo intransigente, facciamo astrazione da Manù, Zoroastro, Mosè e Gesù, figure di un piano particolare, non ci restano che Pitagora e Platone, e dopo di loro soltanto figure minori che non hanno saputo tracciare un solco altrettanto profondo ed in esso affondare le radici del sano e vigoroso albero svettante verso il cielo della perfezione.

           Ma il solo fatto che queste figure tutte, mitiche o reali, si dividano l’ammirazione, la deferenza, il culto della maggioranza dell’Umanità, costituisce la prova che essa intuisce, se pur non sente, come l’ideale della evoluzione umana sia costituito da un giusto equilibrio fra quanto tende all’educazione dell’animo e ciò che mira al miglioramento della vita.

           Ed è a questo ideale evolutivo che in sostanza tende la vera e ben compresa Massoneria.

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