IL TEMPIO DELLA VIRTÙ
Prendiamo esempio ed ammaestramento dall’arte muratoria, alla quale costantemente ci ispiriamo. Per costruire un edificio si deve:
a) ricercare, raccogliere e portare sul luogo di lavoro pietre grezze che abbiano caratteristiche comuni di solidità e di compattezza;
b) dirozzarle, squadrarle e levigarle;
c) costituire con dette pietre una solida base omogenea, collocandole in sito a rigore di livella;
d) elevare quindi la costruzione pietra su pietra sino a giungere alla sommità.
Per essere perfetto l’edificio deve essere costruito con la saggezza, che serve a concepire l’opera; con la forza, che serve ad eseguirla; con la bellezza, che serve ad ornarla.
La Libera Muratoria è impegnata nella costruzione di un grande edificio che deve comprendere tutta l’umanità; dispone di Liberi Muratori i quali lavorano incessantemente per portare a compimento l’opera. Quando sarà terminata, l’umanità vivrà felice.
Vediamo ora, riferendoci sempre all’arte muratoria, come procede la Libera Muratoria per raggiungere la meta sublime.
a) Mediante il proselitismo, i LL.-.MM.. ricercano, vagliano con rigore e portano al Tempio (luogo di lavoro) la pietra grezza, cioè uomini che possano validamente divenire parte della costruzione;
b) mediante l’uso sapiente di appropriati arnesi da lavoro (le verità espresse da simboli, allegorie, misteri, ecc.) la Libera Muratoria dirozza, squadra e leviga dette pietre, cioè eleva l’uomo sino a farne un Iniziato;
c) mediante il lavoro che costantemente i LL. MM… svolgono su tutta la superficie della terra con uniformità di metodo, viene creata una base omogenea, cioè una somma di uomini elevati che mirano ad un unico scopo comune;
d) mediante un sistema graduale, cioè mediante successive iniziazioni al grado superiore, la Libera Muratoria eleva la costruzione sino alla sommità, cioè porta gli Iniziati al vertice della SAGGEZZA.
I tre pilastri della perfezione che reggono la Libera Muratoria sono: « la SAGGEZZA che l’ha fondata e che presiede alle sue deliberazioni; la FORZA morale, che per la sola autorità della ragione porta i suoi adepti ad eseguire le sue prescrizioni; la BELLEZZA dei suoi risultati, consistenti nell’unire, illuminare e rendere felici tutti i membri della Famiglia Massonica » (S. Farina, « Il Libro dei Rituali del Rito Scozzese Antico ed Accettato», Ed. Piccinelli – Roma, 1946).
Questo magnifico edificio massonico, denominato Tempio della Virtù, è opera degli uomini e pertanto ad essi è affidata la sua stabilità.
Quindi, come nell’arte muratoria ogni anomalia, ogni disparità delle pietre che compongono l’edificio, rappresentano un pericolo per la sua stabilità, per la sua armonia, così nell’edificio massonico necessitano uniformità e perfezione per dare alla costruzione stabilità ed armonia e quindi potenza e luminosità.
Dice Terenzio ne «Il penitente»: «Sono uomo: e nulla di quanto è umano mi è estraneo. L’umanità è la costruzione e noi ne siamo le pietre. Se esse non stanno unite il mondo crolla». Il neofita, che assume il titolo di «Apprendista», deve quindi meditare su queste verità e così ragionare: spontaneamente e liberamente mi sono fatto ricevere Massone; perciò é mio preciso dovere pervenire ad una rigorosa preparazione nei vari gradi se voglio comunicare con i miei Fratelli. Se ciò non facessi, non giungerei mai a parlare la loro lingua e, di la costruzione diverrebbe conseguenza, babelica. Diverrei una pietra anomala che deturperebbe l’edificio. Inoltre, come potrò sperare di vedere la luce se non salirò faticosamente gradino per gradino la grande scala che ad essa mi condurrà?
Se egli sarà convinto della validità di questo ragionamento che compendia il suo primo dovere verso se stesso e la Comunione, avrà compiuto il primo passo in senso massonico; egli avrà compreso di essere l’artefice, il Libero Muratore di se stesso ed in sé, nel proprio atanòr, egli principierà ad edificare un Tempio alla Virtù.
FR.’. F. M.