LIBERTA’, UGUAGLIANZA, FRATELLANZA, SOLIDARIETA’

LIBERTA’, UGUAGLIANZA, FRATELLANZA, SOLIDARIETA’

Libertà, uguaglianza, fratellanza. È la divisa della Massoneria mondiale, Ma, ricordate, non è la espressione di una teoria politica, ma soltanto di un principio filosofico, poiché la Massoneria lavora solo nel campo delle idee e della spiritualità. È il trinomio perfetto, perché soltanto attraverso la sua concreta applicazione noi possiamo formare l’uomo perfetto politicamente, moralmente e sentimentalmente. Dice il Francocci (op. cit.): « Dare infatti all’individuo il concetto della libertà per sé e per gli altri, cioè il convincimento che l’espansione e l’estrinsecazione della propria personalità debba trovare giusto limite solo nel rendere possibile l’espansione e l’estrinsecazione dell’altrui personalità, significa aver creato l’uomo morale; dare all’individuo il concetto della sua stessa uguaglianza e dignità di fronte ai diritti e ai doveri della vita sociale e della comunione umana, vuol dire creare il perfetto uomo politico; dare infine all’individuo il ’condimentum amoris’, cioè l’aspirazione alla fratellanza, significa creare l’uomo sentimentale e, se volete, l’uomo religioso, che si sente cioè collegato (religàre = unire insieme), attraverso la carità umana e la rinuncia alla materia del proprio egoismo, alla divinità, che è sempre luce, che è sempre amore. «E quando si sarà formato il perfetto uomo morale, politico e religioso, si sarà creato il vero iniziato, che passerà tra gli uomini distribuendo a piene mani la bellezza e predicando la pace, la concordia e la virtù: sarà cioè maestro di vita e sacerdote di elevazione. «Trinomio massonico: Libertà – Uguaglianza – Fratellanza; essenza di valori spirituali: meta ascensionale umana: sintesi felice di tutte le filosofie e di tutte le religioni: segno di vittoria. “In hoc signo vinces’». Traggo dal Farina (op. cit.): «La libertà Massonica non ha nulla in comune con la licenza: la Massoneria non ignora, anzi ricorda ai suoi membri, che la libertà di ciascuno trova un limite nella libertà degli altri e che se queste due libertà sono in contrasto, l’interesse del singolo deve cedere all’interesse della collettività. Comunque essa considera suo dovere denunciare e smascherare ogni atto che attenti alla libertà individuale e alla libertà spirituale. «L’uguaglianza fa sì che agli occhi della Massoneria gli uomini non si distinguano, gli uni dagli altri, che per le loro qualità morali.

«La fratellanza mondo, porta gli uomini a considerarsi cittadini del a vedere nell’universo una sola grande famiglia un sol popolo di fratelli e nell’umanità». E parliamo ancora di questi tre pilastri meravigliosi sui quali si eleva maestoso l’edificio massonico; nulla di ciò che si può dire intorno ad essi sarà detto invano, ma nulla potrà mai magnificarli tanto quanto l’azione intesa a porre in atto tali fondamentali quanto l’esempio che ogni Libero Muratore princìpi; deve saper dare ispirandosi ad essi; quanto i fatti, anche minato. Verba volant, cexempla docent, facta manent. Libertà . Uguaglianza – Fratellanza. Questo sacro trinomio è stato la tomba del feudalesimo, dello schiavismo, di tutte le tirannie; è il faro della La democrazia; è l’essenza delle civiltà più avanzate. fratellanza nasce là dove alberga amore; non vi può essere fratellanza senza amore, così come non vi può essere costruzione segreto perfetta o perfetto ideale che non racchiudano in sé, quale tesoro della loro magnificenza, amore ed armonia. Viene fatto quindi di rappresentare il concetto di fratellanza con la seguente peri- frasi: armonico amore fraterno. Armonico: cioè non smodato, sgraziato o privo comunque di intelligenti proporzioni. Amore: dell’uomo-creatura verso il suo simile e verso la somma dei suoi simili, cioè verso l’umanità. Amore fraterno: cioè rivolto spiccatamente e particolarmente verso colui il quale, perseguendo i nostri Stessi ideali, marcia al nostro fianco e condivide la nostra fatica, le nostre gioie, le nostre Ed ecco scaturire il concetto di solidarietà massonica, che in sé racchiude una gamma di espressioni complementari: dalla tolleranza alla mutualità; dalla comprensione al perdono. Nella prassi, la fratellanza tra Liberi Muratori si manifesta con atti e parole che tale sentimento rappresentano con la maggiore efficacia, anche a costo di personali sacrifici e si concreta nella solidarietà. Il Fratello ricerca il Fratello anche (e, direi, ancor di più) nella vita profana; a lui sì confida; in lui ripone sincera fiducia; con lui opera ed intraprende attività; ricerca il suo ed il proprio bene morale e materiale e questo loro bene diviene il bene comune della grande Famiglia. L’art. 120 delle «Leggi e Regolamenti sul Governo Generale della Comunione del Rito S.’.A.’. e A.’. in Italia» precisa: «La solidarietà tra Fratelli si esplica mediante lo scambievole aiuto nel bene per la loro elevazione intellettuale e morale e per la difesa contro l’ingiustizia. Sono vietati i prestiti, anche graziosi, Chi concede prestito di denaro ad un altro Fratello è in colpa di fronte all’Ordine alla stessa guisa di colui che lo solleciti». Naturalmente, quanto riportato vale anche per le cosiddette «firme di favore» apposte su effetti cambiari. La Libera Muratoria condanna aprioristicamente la calunnia e la delazione: il Fratello va sempre difeso; le sue colpe attenuate e le sue virtù esaltate, specie agli occhi dei profani. Bisogna ricercare il bene per il bene. Contro un Fratello si debbono produrre solo prove inconfutabili: sarà l’Ordine, secondo le norme statutarie, a pro- nunciare una qualsiasi condanna. Solamente così, nel caos morale nel quale si dibatte il mondo profano, sarà possibile ritrovare la purezza dell’etica e ristabilire l’ordine. ORDO AB CHAO. Bisogna volere tutto ciò ad ogni costo; bisogna superare se stessi, il proprio egoismo, le proprie diffidenze. Bisogna dare ed amare; tollerare e comprendere; dare e perdonare; dare, dare, dare. In Loggia ci si affina, ci si perfeziona, si progredisce: colui il quale è refrattario si rivela, si smaschera e cade virtualmente in sonno. Egli ritorna nelle tenebre del mondo profano, tradisce se stesso, tradisce la benefica mano provvidenziale del G.’.A.’.D.’.U.’. che a quelle tenebre lo aveva sottratto per svelargli il mondo della luce. Meno complesso è il principio dell’uguaglianza. Simbolicamente esso è rappresentato dalla livella. Ciò significa che il L.’.M.’. sì spoglia di ogni distinzione profana per sentirsi nei propri diritti e nei propri doveri massonici uguale agli altri Fratelli, riconoscendo «che la sola qualità di uomo basta al Libero Muratore per credersi rispettabile al pari di chicchessia » (art. 55 degli Statuti Generali). Niuno dovrà valersi delle proprie qualità per umiliare un altro Fratello. La personalità di ognuno si annulla di fronte alla volontà dell’Officina. «Ciò non toglie che abbiansi a praticare dei riguardi rispettosi verso i Fratelli di maggiori virtù, di gradi superiori, o rivestiti del carattere di dignitari » (art, 14 degli Statuti Gen.). Lo stesso M.’.V.’. «non avrà deferenza che pei Fratelli che la  « Afferma molto saggiamente Jean Marie Ragon (“Massoneria occulta ed Iniziazione ermetica”, Ed. Atanòr – Roma, 1948, pag. 140): L’animale più pericoloso è: Tra gli animali selvaggi, il calunniatore. Tra gli animali domestici, l’adulatore». meritano sotto il duplice rapporto della morale e della cognizione massonica» (art. 55 citato). E lo stesso M.’.V.’., prescelto per la sua saggezza e per le sue doti massoniche, «è soltanto il primo fra i suoi eguali» (art. 54 degli Statuti Gen.). Ed infine il concetto di libertà; parola troppo frequentemente profanata! «Libertà vo cercando ch’è sì cara», scrisse il poeta. Ma noi raggiungiamo nella filosofia massonica quella libertà tanto agognata. Ecco l’uomo libero di pensare e di agire senza limite alcuno purché il suo pensiero e la sua azione tendano sostanzialmente al bene. Non vi è limite quindi alla ricerca della verità. Il Fratello che ha assimilato ed attuato i princìpi di fratellanza e di uguaglianza, che ha penetrato i concetti della nostra dottrina, veramente si sente libero e nella ritualità dei lavori massonici ritrova la protezione di questo preziosissimo patrimonio. Tale ritualità è la salvaguardia delle libertà massoniche oltre che il mezzo per perseguire le grandi verità. A tale fine, i più saggi Figli della Luce consigliano le Officine di attenersi in ogni circostanza alle norme dettate dagli Statuti Generali. In quelle poche pagine è l’esperienza di millenni e le più antiche Costituzioni, alle quali i nostri Statuti si ispirano, conservano ancor oggi la freschezza delle verità immortali. Legga ogni Fratello e mediti, articolo per articolo, gli Statuti Generali; sappia che egli possiede in essi il mezzo per progredire, l’arma per difendere ogni suo diritto, per propugnare la virtù, per perseguire il vizio. Mediti lungamente su quei brevi, concisi periodi e veramente egli vedrà la luce che essi sprigionano. Prepariamoci con perseveranza; approfondiamo le nostre cognizioni massoniche: l’ignoranza non è soltanto nemica della verità, ma è madre di ogni insuccesso. Amiamoci fraternamente, ricerchiamoci per scoprire i tesori che si celano nelle nostre anime: esse ne abbondano; se appaiono a volte eccessivamente chiuse, ciò è cagionato dalle immani cattiverie che dominano il mondo profano. Assistiamoci, apriamo il cuore ai nostri Fratelli, confidiamoci. Rispettiamoci l’un l’altro; siamo dolci, umani, clementi; perdoniamo i difetti dei Fratelli (nessuno ne è privo) e ricerchiamone i pregi. Amiamo e perdoniamo: Iddio è con chi perdona! Ogni Libero Muratore senta di essere stato prescelto per compiere l’impresa umana più nobile, sì che di lui si possa dire che veramente egli è un Cavaliere dell’Ideale! A conclusione, ecco le parole del Findel: «Lo scopo della Massoneria non è ancora raggiunto, perché esistiamo, perché è necessario ancora vivere, agire e svilupparsi. Bisogna quindi lavorare instancabilmente, con occhio sereno e in comunione d’intenti per la conquista della grande meta, per realizzare il grande compito della Massoneria. Questa fatica di perfezionamento morale e intellettuale il Massone deve indirizzarla principalmente a se stesso, sforzandosi di arrivare alla sua intima conoscenza, allo scopo di liberare la carità dai legami dell’egoismo, della sensualità e della pigrizia. Solo allora potrà incominciare a diffondere la verità, a ispirare la nobiltà e la virtù a coloro che l’attorniano, a procurare il bene degli altri secondo la volontà di Dio e senza aspirazioni egoistiche. «Se sarà capace di attenersi a questo programma, non conterà più nella vita dei nemici e la sua funzione sarà da tutti gli uomini invocata e benedetta».

ANTICHI PRECETTI MASSONICI

Dio è la saggezza eterna, immutabile, intelligente.

Tu l’onorerai con la pratica delle tue virtù.

Fai il bene per amore del bene.

La tua anima è immortale.

Non fare cosa che possa degradarla.

Guardati dal contaminare la tua memoria.

Fai agli altri ciò che vorresti gli altri facessero a te,

Onora i tuoi genitori.

Rispetta gli anziani. Istruisci la gioventù.

Proteggi l’infanzia.

Ama la tua patria e obbedisci alle sue leggi; adoperati per il loro perfezionamento,

Fuggi le false amicizie.

Ama i buoni, compatisci i deboli, fuggi i cattivi.

Non odiare nessun

Parla fermamente con i grandi, sinceramente con gli amici, dolcemente con gli inferiori, teneramente con i poveri.

Non giudicare leggermente le azioni degli uomini: loda poco e biasima ancor meno.

Pensa che per ben giudicare gli uomini occorre scandagliarne il cuore e scrutarne le intenzioni.

Cerca la verità.

Rispetta le credenze e le fedi sincere.

Sii per tuo figlio un protettore fedele: fa che fino a 10 anni ti creda, che sino a 20 ti ami, che sino alla morte ti rispetti. Sino a 10 anni sii per lui il maestro, sino a 20 il padre, sino alla morte l’amico.

Sforzati di conoscere gli uomini per imparare a conoscere te stesso, —

E’ più grande il piacere di donare che non quello di ricevere.

L’amore è come il legno di sandalo, che profuma  l’ascia che lo taglia.

 Seneca: E’ ben poca cosa non fare il male a chi il bene. si potrebbe fare il bene.

Un uomo non sarà mai infelice se nella vita conterà degli amici. Ovidio: Sarai triste se sarai solo,

Dio benedica gli uomini che malgrado il arrecano aiuto peso dei loro dolori

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *