IL SEGRETO MASSONICO
di Franco Massimo
La Libera Muratoria non è segreta: sono noti i suoi fini, i nomi dei suoi Capi, la sua Sede, i suoi stessi Rituali (integralmente pubblicati, anche se, a volte, con qualche errore intenzionale); la Libera Muratoria partecipa a pubbliche cerimonie con i propri Labari, sotto- scrive proclami e manifesti murali, annunci di beneficenza sulla stampa, ecc,
Sono segrete le sedute massoniche; ma, di grazia, quale società commerciale, industriale, bancaria o quale assemblea religiosa, dai Concistori alle assemblee dei Gesuiti o delle altre Congregazioni religiose, tiene in pubblico le sue sedute?
È fatto divieto ai Fratelli di divulgare il nome degli altri Fratelli; ma ognuno può proclamare ai quattro venti di essere Massone,
se lo desidera. Purtuttavia noi vi diciamo: siate cauti perché l’ignoranza che regna nel mondo profano intorno alla Massoneria e la cattiveria di taluni individui potrebbero procurare danno a quel Fratello che si scoprisse con eccessiva leggerezza. Siate cauti, siate prudenti; ma nulla di più.
E allora quali sono i segreti massonici?
Anzitutto, come ho detto, quello di non rivelare il nome dei propri Fratelli senza la loro esplicita autorizzazione. Poiché tra persone d’onore i giuramenti prestati sono sacri, la Massoneria è inflessibile nel punire coloro che trasgrediscono. Perciò guardatevene bene dal farlo!
Poi, quello di non rivelare alcunché dei lavori compiuti. L’arti- colo 15 degli STATUTI GENERALI recita: « Il Libero Muratore, considerando come profani tutti coloro che non riconosce come suoi Fratelli, deve guardarsi dal rivelar loro, o dal far loro comprendere, il minimo dei lavori, dei disegni o dei segreti dell’Istituto »; e l’articolo 16: «La stessa cautela deve usare verso i Fratelli non iniziati al suo medesimo grado»; l’art. 17 aggiunge: « È considerato come profano anche il Libero Muratore irregolare (preciso: cioè, non attivo
e quotizzante), fuorché in tempi ed in luoghi in cui la regolarizza- zione sia impossibile».
Naturalmente sono da mantenere assolutamente segreti tutti quei mezzi di riconoscimento (segni, parole, toccamenti, ecc.) che il Libero Muratore usa appunto nei vari gradi per riconoscere e farsi riconoscere.
A questo punto è bene ricordare che Chilone da Sparta (uno
dei sette sapienti della Grecia, al quale si attribuisce il detto « conosci te stesso » — gr., gnoti seautòn; lat., nosce te ipsum — che
si dice abbia fatto scrivere in lettere d’oro sul frontale del tempio
di Delfo) disse che le tre cose più difficili per un uomo sono: «mantenere un segreto; dimenticare le ingiurie; fare buon uso delle ore libere».
Ma, tolti i suddetti segreti — che hanno un fine evidentemente
pratico — qual’è il vero, il grande segreto della Libera Muratoria?
Il segreto massonico non è un segreto nel significato corrente
della parola, ma è dato dalla incomunicabilità della dottrina massonica e dei mezzi impiegati per illustrarla. Mi spiego meglio: vi ho
detto che la piramide massonica va salita faticosamente gradino
per gradino per potere aspirare a vedere la Luce che brilla al
vertice di essa. La Massoneria è un’altissima scuola iniziatica ed
è appunto mediante successive iniziazioni al grado superiore che
si sale la piramide perfetta. Ma che cosa significa? Che dopo un
certo periodo di permanenza in un grado si acquisisce automaticamente il diritto di passare al grado superiore? No!
Traggo da « La Massoneria nei suoi valori storici e ideali » (Ed.
Dott. G. Bolla – Milano, 1950) di Guido Francocci: la permanenza in
ogni grado « presuppone una lenta e progressiva preparazione, durante la quale un processo elaborativo d’intelletto e di coscienza
deve portare l’adepto alla maturazione sufficiente per apprendere
il sostanziale valore dei segni, dei simboli, delle parole di passo, degli
emblemi, delle allegorie, dei distintivi, ognuno dei quali ha un significato profondamente esoterico, rivela una tradizione di pensiero,
espone un indirizzo etico, una verità ancora ignorata, una luce an[1]cora opaca, una parola ancora inespressa. È il segreto del grado.
«Come si vede, l’ottenimento di un più alto grado non rappresenta, o almeno non dovrebbe rappresentare, per il Libero Muratore
una facile promozione, un appagamento di piccola ambizione, una
semplice vanità decorativa: è uno scalino che taluno sale quando gli
altri, che già vi si trovano, lo giudicano degno. Ma per raggiungere
tale dignità, occorre frequenza e impegno di lavoro, studio di problemi risoluzione di quesiti, superamento di prove, faticosa conquista di mete, volontà tese e dimostrazione di comprendimenti e di
elevamenti per il volgo impossibili; insomma una serie di acquisizioni mentali e morali, un affinamento di spiritualità e un desiderio
severo di ascensione e d’illuminazione». omissis…
«L’uomo non tutto può sapere; il M.’. non tutto sa e non tutto
comprende: in ogni grado è un segreto che diventa poi conoscenza,
in ogni iniziazione è un mistero che diviene poi verità.
«Il Libero Muratore è sempre l’Uomo che cerca un bene forse
agli altri indifferente; che scava nella roccia perché ne sgorghi limpida la fonte ristoratrice; che investiga il passato ignoto per trarne conforti e moniti; che scruta la vita per scoprire una promessa lontana; che anela, fuori della scia comune, alla via delle stelle, alle parole della sapienza e della felicità.
«Svelare il segreto: ecco il segreto della Massoneria»,
Ecco il perché dell’incomunicabilità della dottrina massonica;
essa è incomunicabile come lo sono la gioia, il dolore, l’amore, la follia. Solo chi li prova sa che cosa siano!
Dice Giulio Sartorelli («Discorso sulla ritualità massonica» –
Ed. Atanòr, 1961): «Il segreto della Massoneria a volte è tanto profondo che i suoi stessi affiliati non riescono a penetrarlo».
Chiudo con le seguenti parole dette dall’Oratore di una Loggia
a conclusione del discorso pronunciato durante la cerimonia di iniziazione di alcuni profani (da «L’essenza del segreto massonico», Ed. EDINAC – Roma): «Fratelli neofiti. Ecco il vostro Tempio, ecco gli uomini liberi ed onesti che d’ora in poi chiamerete fratelli e che vi risponderanno fratelli. Se è la sola curiosità che qui vi ha condotti, non troverete buon posto tra le nostre fila. Ecco, voi conoscete il segreto attorno al quale si affolla, assillante di invidia, la calunnia del mondo profano. Pochi dipinti sulle pareti, spade che non feriscono, uomini che parlano come gli altri. È presto soddisfatta la curiosità di chi altro non sa cercare. C’è, fratelli, una piccola curiosità che si pasce di nulla, e c’è un grande desiderio di conoscere che ha sospinto e sospinge le anime verso la loro perfezione, il mondo verso i suoi destini. C’è un piccolo segreto che è presto conosciuto, c’è un grande segreto che non si conoscerà mai. Quest’ultimo nessuno ve lo dirà, perché solo da voi medesimi potrete intuirlo. L’ultima sillaba sarà nota forse con l’ultimo respiro, allorché dalla luce della vita passeremo alla luce del G…A…D…U… La Massoneria è tutta in questo segreto. Nessuno riuscirà a strappare il velo che Dio pose fra gli uomini e Se stesso, fra gli uomini e l’anima loro. Sorride ancora, sorriderà sempre la Sfinge di un conscio sorriso che riassume tutte le gioie e tutte le sofferenze umane, tutti i ricordi e tutte le speranze. Tu scrutala sempre, fratello, scruta e pensa, ma non saprai giammai di che sorride. Ed ora assilli la calunnia, cerchi la sacrilega curiosità di chi spia, rugga la marea attorno a noi. Tutto ciò non potrà che lambire il nostro segreto. Esso è più alto di ogni cosa. E se qualcuno qui dentro o fuori di qui affermerà di avere tutto conosciuto, noi negheremo a lui questo vanto, e risponderemo che allorquando l’ultimo uomo dell’infinito avvenire, avrà potuto intuire la piena verità della Luce, egli sarà transumanato in Dio ».