LA PARABOLA DEL PANE E …

La parabola del pane e delle tre sfere

di Giacomo Durio

È una leggenda Sufi che può essere presa in considerazione per meglio capire il significato dei tre gradi della massoneria azzurra.

Il grano dei campi.

L’acqua del ruscello.

Il sale della miniera.

Nella condizione dell’uomo naturale, nello stato della prima sfera, i tre elementi sono in condizione di singola potenzialità. Ognuno di essi è cresciuto, si è mosso o si è sviluppato a modo suo. Nello stato della seconda sfera il grano viene macinato e trasformato in farina, l’acqua raccolta e conservata in un serbatoio, il sale estratto e raffinato. È una sfera di attività, di duro lavoro, di applicazione di una determinata conoscenza sperimentata che deve produrre determinati risultati in funzione della introduzione nella terza sfera. La terza sfera nasce quando acqua e sale sono stati mescolati alla farina per fare la pasta. Quando il lievito viene portato da una fonte, quando il forno è preparato per la cottura, la «conoscenza» necessaria per fare il pane sarà anch’essa fornita. Questo studio viene definito una scuola. Superati i limiti della prima, nella seconda sfera le materie sono recuperate, trattate, sistemate e conservate. Ma è solo nella terza sfera che i processi finali hanno «un» termine (non « il termine») e richiedono un fornaio specializzato e maestro. Alcune persone, incapaci di vedere chiaramente il processo, rimangono ancorate alla prima ed alla seconda sfera, privandosi delle possibilità di prendere consapevolezza delle tappe reali del grande lavoro. Il successo del lavoro della terza sfera dipende sempre da una corretta formulazione, al momento opportuno, nel luogo giusto e con le persone adatte. Questo è ciò che affermano i custodi permanenti della tradizione.

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