xx SETTEMBRE 1870

«XX settembre 1870»

di P.-C. S.

Le truppe del Regio Esercito, da poco Italiano, il 20 settembre 1870 entravano in Roma dalla breccia di Porta Pia e contro di loro si spegnevano le ultime fucilate dei soldati pontifici che, inconsapevoli, più che sparare contro gli uomini stavano sparando contro la Storia. La quale, inesorabilmente, aveva ormai già decretato da tempo la fine del potere temporale dei papi e deciso l’inarrestabile corso dell’unione del Paese. Di quel giorno di giubilo non gioirono 19 Zuavi pontificie 49 soldati del Regio Esercito, che caddero in una di quelle assurde battaglie della storia, nelle quali un «pugno di morti» serve per sedere ad un tavolo di trattative o, come in questo caso, per dimostrare alla diplomazia mondiale che si era ceduto alla forza. A quegli eroi dell’inutile un doveroso pensiero anche dopo 120 anni. Il grande balzo su Roma fu una scelta durissima e lacerante, il Re indeciso, la destra riottosa e il mondo cattolico in pieno subbuglio; l’evento era e rimane di grande importanza per la Massoneria in quanto è l’atto conclusivo della più grande opera compiuta dai Massoni italiani. Quel momento coincise per la massoneria con il massimo splendore e influenza, sia direttamente che indirettamente; il Risorgimento fu una vera e propria epopea massonica. La positività del pensiero e azione massonica doveva addirittura essere riconosciuta indirettamente cento anni dopo da un Papa silenzioso ma di grande cultura: Paolo VI. Il quale riconosceva pubblicamente che la perdita del potere temporale fu per la Chiesa un fatto positivo: dopo secoli di ingerenze nel potere secolare la Chiesa poteva ritornare alla sua funzione spirituale. Quale esempio possono trarre da quell’evento e successivi riflessi i Massoni di oggi? Il principale grande impulso deve essere quello di tornare alla forza

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e splendore di quei tempi, senza eccessi; è da rammentarsi che negli anni successivi al XX settembre si sviluppò quell’anticlericalismo violento che doveva essere poi una delle cause della scissione del 1908, fatto certamente non positivo nella vita delle due Obbedienze. Maestri devono essere quindi anche gli errori di allora, le due obbedienze devono cercare maggiore comprensione e collaborazione, e acquisire maggiore tolleranza anche, a volte, verso chi non tollera; la Chiesa ultimamente ha dimostrato di non aver ancora superato totalmente il problema dei rapporti con la Massoneria. Nella Storia si trovano tutti gli elementi costitutivi degli eventi attuali, la loro analisi sensibile e attenta può aiutare a prevenire o risolvere molti problemi di oggi. Bisogna far sì che almeno per i Fr.°. massoni la Storia non sia la solita Grande Maestra inascoltata. Altra grande lezione è quella che ci giunge dagli eventi dell’agosto 1991: il processo di disgregazione dei regimi totalitari dell’Est, iniziato nel 1989,si è compiuto, ora tutto sarà diverso, sono da ritenersi terminati tutti gli equilibri sociali, politici, territoriali ed economici scaturiti dal 2° conflitto mondiale, molte certezze che parevano ir reversibili sono svanite. Questo nostro Paese purtroppo si trova davanti  a questi grandi eventi incerto, disordinato, moralmente indebolito e carente di guida. Mai come ora ha bisogno della forza e della morale massonica. La Pubblica Amministrazione deve ritornare limpida e efficiente, le Forze Armate devono tornare a livelli di efficienza e dignità tali da poter difendere in modo adeguato la nostra democrazia e civiltà, l’Ordine Pubblico e la Giustizia devono ritornare nei territori dello Stato dove sono ormai quasi scacciati. Le istituzioni sono in crisi  e i partiti politici sono ingabbiati  fra interessi non ideologici che impediscono la ricerca del giusto e dell’equo in ogni campo. Nella crisi di tutti questi valori rimane valido l’Istituto Massonico, ma non basta certo avvoltolarsi in esso in inerte compiacimento. I Massoni devono tornare ad essere esempio di iniziative concrete, punta di lancia della civiltà in modo tangibile e attivo, far sì che le teorie vengano applicate e non solo enunciate, evitando lo sfoggio

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 di cultura sterile e priva di senso 0 di ancora più inutile nozionismo. È inutile negarlo, le morbide utopie non funzionano, i FF.’. devono marciare con le spade sguainate, per poter entrare  testa alta nel secondo millennio ormai alle porte. Questo XX settembre 1991 forse per qualcuno appare ancora come tutti gli altri, ma non lo è, il futuro che guarda è pieno di incognite e ostacoli. Che il Gr. A.DU. assista, protegga e illumini tutti i FFr.’. impegnati in questa nuova  vecchia battaglia che ci attende, per dei vecchi ideali, nuovi come non mai.

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