ADOLESCENTI
“L’amore dei poeti è come quello degli adolescenti
che vorrebbero essere quello che non sono,
che vorrebbero che gli altri fossero quello che non sono,
che vorrebbero dare l’amore a chi non lo vuole,
che perdono l’amore appena lo possiedono,
che se ne stancano appena lo conquistano,
che pensano di poter davvero possedere una persona,
o almeno di conoscerla interamente e definitivamente”
(Patrizia Valduga)
Quello degli adolescenti è un tema complesso e delicato, ma oltremodo importante e quindi adatto alle nostre riflessioni. Inoltre la tavola letta dal Fratello Francesco si lega bene con quanto abbiamo già argomentato nella nostra precedente tornata.
E’ indubbiamente un essere strano il giovane adolescente, un essere non più appartenente al mondo dei bambini e non ancora accettato dal mondo degli adulti, un essere fragile ed insicuro, come una crisalide non ancora divenuta farfalla. Per difendersi assume spesso una corazza protettiva, una falsa sicurezza, una spavalderia, una presunzione che durerà fino alla maturità.
Esistono situazioni di rischio reale che i genitori e gli educatori non possono e non devono ignorare, come l’uso di “canne”, l’invio in rete di materiale pornografico, l’ingestione incontrollata di bevande alcooliche. Ma perché questi comportamenti? Di chi è la responsabilità? Un eminente studioso dei problemi adolescenziali afferma: “la responsabilità non va cercata solo nella famiglia tradizionale. E’ anacronistico. Sono i coetanei a dettare le regole di comportamento. Succede sia per i maschi che per le femmine. Il gruppo degli amici è diventato una sorta di famiglia sociale per gli adolescenti. Svolge funzioni di consolazione, di appoggio, sostituisce la famiglia. Ed è ricercato dai ragazzi fin dalle elementari. Il gruppo assorbe modelli e valori dalla T.V. e dalla sottocultura della pubblicità. Non sono certo i genitori ad aver inventato il piercing, i tatuaggi o gli spinelli. E’ il gruppo. L’attuale contesto sociale istiga al successo, alla visibilità, alla bellezza esteriore. Obiettivi difficili da realizzare: per questo gli adolescenti cercano di “sostenersi” in qualche modo, per esempio con l’alcool o con le “canne”.
Quindi le responsabilità di questi comportamenti vanno divise tra le varie “famiglie”: la famiglia tradizionale, la scuola, la società”.
Il genitore deve cercare di mantenere un costante contatto con i ragazzi. Il che non vuol dire essere buonista, sottomesso, amico dei figli. Anzi, significa essere molto autorevole e competente, è allora che si potranno completamente aprire. L’adolescente, al contrario del bambino, non crede all’adulto in quanto adulto, ma gli riconosce l’autorità solo se questi gli dimostra competenza e rigorosità e se possiede quella dote di modestia e prestigio che si chiama autorevolezza.
Per quanto riguarda poi la scuola, condivido in pieno ciò che ci ha detto il Fratello oratore: a proposito della necessità che la scuola sia centrale nelle scelte legislative. Una volta, se un adolescente toglieva il rispetto ad un suo professore, veniva costretto dai genitori a chiedere scusa, poi veniva anche punito. Credo che questa fosse una vera lezione di vita. Purtroppo le parti si sono invertite ed oggi assistiamo a genitori che si schierano apertamente dalla parte dei figli, qualsiasi cosa sia successa, e magari lo fanno con il sostegno di avvocati. Non è possibile continuare così.
Cambiare rotta è necessario. Ma non spetta solo ai genitori o agli insegnanti. L’educazione è tema prioritario dell’intera società. Già abbiamo fatto danni enormi con il pessimo esempio che la società, peraltro da noi costruita, sta dando, non solo ai giovani, ma a tutti coloro che hanno dei bisogni a qualsiasi livello. Assistere alle squallide rappresentazioni in T.V. di litigi, insulti e risse, è altamente diseducativo.
Ma importante è anche riconoscere che i giovani non sono tutti eguali, non tutti vanno in gruppo a spaccare le vetrine o a dar fuoco alle macchine. Questi non sono certo degli adolescenti che hanno bisogno di essere educati dalla famiglia o dalla scuola: questi sono dei delinquenti che vanno puniti in modo esemplare e con la certezza della pena. Non si può pensare che qualunque decisione presa in maniera democratica, possa poi essere contestata in maniera così violenta da gruppi di teppisti. Alla base del vivere civile c’è il rispetto delle regole, e chi viola questo semplice ma importante principio va punito (ma queste sono altre considerazioni).
Personalmente, avendo tre nipoti a bordo di questa macchina così veloce, ma con scarsa capacità di frenata, devo dire che sono fiducioso. Nonostante gli scandali e la pessima gestione della cosa pubblica, l’Italia è piena di uomini, ex adolescenti, che si sono costruiti un percorso nelle imprese, nelle università, nella cultura, nella ricerca ed, aggiungo, nella Massoneria. Hanno saputo cambiare, evolversi nel modo giusto e migliorarsi.
Il mondo che ci circonda non è pieno soltanto di macroscopiche ingiustizie, è un mondo pieno di pericoli ma anche di opportunità. Dobbiamo far capire ai nostri adolescenti che non devono sentirsi sfiduciati o rassegnati, devono – con il nostro aiuto – prendere coscienza e ribellarsi a tutto questo. Dobbiamo far loro capire che le potenzialità dell’Italia sono enormi: siamo famosi in tutto il mondo per le cose buone e le cose belle. Milioni di persone vogliono comperare prodotti italiani o venire in Italia. Spiegare tutto questo e, soprattutto, che non devono piangersi addosso; che le vecchie scorciatoie (leggi raccomandazioni) non servono più; si deve studiare di più, prepararsi meglio, sacrificarsi. Quando questa bellissima età sarà superata, i nostri ragazzi ci ringrazieranno.
E poi bisogna avere la consapevolezza che: “la maturazione di un individuo dura l’interezza della vita e non si esaurisce con il termine dell’adolescenza. Sono le esperienze quotidiane e quelle straordinarie che facciamo nel corso di una esistenza, a contribuire al nostro sviluppo cognitivo ed affettivo. Si tratta di un processo molto lento di cui ci possiamo accorgere solo se abbiamo tempo per soffermarci a riflettere”.
Per quanto ci riguarda, come massoni e come scozzesi, voglio concludere con le parole del nostro G.M. Stefano Bisi, il quale, durante l’ultima Gran Loggia ha detto: …..”
Pensavo al futuro delle giovanissime generazioni e meditavo sul nostro compito, sulla nostra missione di Liberi Muratori e di uomini, sull’immensa responsabilità che abbiamo tutti di consegnare loro un paese migliore, soprattutto di costruire per loro un futuro migliore. Si deve puntare sulla loro crescita e sull’enorme tesoro della nostra cultura per realizzare una nuova Italia al passo con le immense sfide della globalizzazione che vive una evoluzione continua …. I cambiamenti saranno possibili investendo nella cultura e nella formazione, in una parola nella scuola.”