L’ARMONIA DELLE SFERE
L’Unità, principio di tutti i numeri, li contiene tutti e non è generata da alcuno di essi. I numeri incorporati e raggruppati all’infinito nello spazio, sono i membri dell’Universo e gravitano intorno all’Unità sforzandosi di rientrare in essa.
L’insieme di questi sforzi costituisce l’armonia. Pitagora, istruito nella sacra scienza di Tebe, affermava, venti secoli prima di Copernico, la rivoluzione degli astri intorno ai loro centri solari, e provava che le danze siderali si compiono in mezzo agli accordi celesti.
«Dall’Uno centrale si sviluppa una sfera che avvolge il mondo. I corpi celesti danzando nell’etere è chiaro che essi vi generano degli impulsi, cioè dei suoni; e poiché le loro velocità di rotazione sono differenti, essi producono dei suoni tra loro differenti e degli accordi, che compongono l’armonia delle sfere che i nostri deboli sensi non possono percepire». (E. CI-IAIGNET – Studi su Pitagora).
Il racconto di Er, l’Armeno (RepubbL – libro V) con ferma questa teoria: «Alle estremità di questa linea che attraversa la circonferenza del cielo, è sospeso il fuso della Necessità che dà il movimento a tutte le rivoluzioni celesti. Su ognuno dei cerchi planetari è posta una Sirena che gira insieme a Lui cantando su di una sola nota, in modo che da queste sette note differenti risulta un accordo perfetto».
La lira aveva (OMERO – Inno ad Ermete) sette corde, e le sette note della gamma diatonica corrispondono, come i sette colori del prisma, ai sette pianeti principali.
Tutte le stelle hanno un loro colore particolare nella gamma infinita delle sfumature, i colori prismatici dei pianeti sono condensati e riassunti nel colore bianco di Giove che è il pianeta benefico per eccellenza.
Così come il movimento generale genera la luce, i diversi e particolari movimenti generano luci differenti, ognuna delle quali ha una azione differente.
Le rivoluzioni degli astri, mediante i loro multipli effetti, producono così le armonie della Natura.
Dalla scoperta delle analogie colleganti le creazioni terrestri al mondo immateriale la scienza trae singolari chiarezze.
Secondo Aristotele (Intorno al Mondo), «l’Universo è l’armonia del Cielo e della terra, il concatenamento di tutte le creazioni della natura, che contiene racchiuse in se stesso. È l’armonia e la disposizione di tutte le cose create ed è soggetto alle divinità che lo governano. Il Cielo è l’abitacolo degli Dei».
Gli Antichi riportavano ogni cosa ad una causa unica, ad un motore supremo, al Dio Uno.
«Omnes Sibyllae unum Deum proedicant». (LATTANZIO – De falsa religione).
«Non ci sono, dice Giuseppe de Maistre, delle cause fisiche o materiali, poiché la materia non agisce che a mezzo del movimento, e non può esservi movimento senza un motore primo, anima o volontà. Keplero giunse alla sua scoperta immortale seguendo non so quale idea mistica di numeri e di celesti armonie, idee che vanno perfettamente d’accordo con il suo carattere religioso» (Soirées de Saint Pétersbourg).
La stessa etimologia della parola Universo, ci rivela che ogni cosa converge verso l’Uno, verso la Causa Unica.
Secondo Swedenborg (La sapienza angelica) il nome che gli Antichi davano all’uomo (microcosmo) èstato ricavato dalla scienza delle analogie e delle corrispondenze; e il Zohar nella descrizione delle parti del microprosopo dice: “egli è rivestito della forma dell’Antico dei giorni”, idea questa conforme alla espressione «E Dio fece l’uomo a sua immagine e somiglianza».
Quindi, l’uomo che non si è degradato e che presenta nelle sue proporzioni l’armonia originale, è rivestito della forma divina.
In astrologia i dodici segni dello zodiaco si dividono il dominio di tutte le parti del corpo umano; solo la testa, sede dell’intelligenza, è sotto l’influsso diretto dei pianeti la cui azione, come vedremo più innanzi, è tanto potente nelle cose umane.
Ma torniamo allo studio delle armonie siderali. L’impulso primitivo generà il calore, poi la luce, da cui ebbe origine la vita, ed infine l’attrazione e la repulsione dei corpi e degli spiriti. È facile dimostrare che dal movimento derivano il calore, la luce, ed anche il sole.
Se si prende un disco e lo si fa girare con moto continuo ed accelerato, esso si riscalderà emettendo un ronzio più o meno distinto e, a lungo andare, una specie di chiarore. Inoltre con lo sfregamento si possono ottenere, in determinate condizioni, delle proprietà magnetiche e di attrazione.
Analogamente per i corpi celesti: a causa della diversità delle loro masse e delle velocità delle loro rivoluzioni essi producono delle luci differenti ed emanano differenti influenze e differenti melodie, dando luogo nel loro insieme alla sublime sinfonia, ascoltata in ispirito da Pitagora, da Platone e dai saggi dell’Egitto.
La natura intesa con il suo procedere infinito, i suoi continui mutamenti è il risultato del moto e delle influenze delle sfere celesti.
E lì che bisogna cercare la spiegazione dei suoi misteri. Tutte le proprietà dei corpi, la loro azione reciproca, oggetto della fisica, non sono che la somma dei fatti naturali, che chiamiamo fenomeni, e la loro coordinazione è il loro legame al tutto ed alla Causa Prima.
D’altra parte lo studio della combinazione e della separazione degli elementi, l’analisi delle sostanze atomiche, il loro substratum e le loro trasmutazioni, la scienza dello spagirismo e quella dell’Alchimia ed infine della chimica moderna, provano che tutti gli elementi della materia, per la loro essenza, le loro qualità, le loro particolarità, obbediscono ad una legge generale e concorrono all’armonia universale.
Infine, tutte le scienze umane che noi abbiamo arbitrariamente divise e rese estranee le une alle altre, ma che gli Antichi avevano riunite sotto il nome di musica, devono darsi la mano e formare un coro maestoso per elevarsi fino a Dio Uno salendo tutti i gradini della scala della sapienza.
«Zeus oudìapxns, motore supremo, principio della sostanza, creò dai diversi elementi i sette astri erranti che hanno in se stessi le proprietà del Destino e dai quali provengono tutte le cose pantomorfe e le leggi della Natura Eterna, varia e mutevole’>. (ERMETE TRISMEGISTO – Lettera ad Asclepio).
I pianeti sono dunque dotati di queste virtù sottili che poi emanano, nel raggio della loro azione, producendo le varietà e le trasformazioni della Natura.
Da ciò può inferirsi che ogni ciclo solare racchiude dei pianeti aventi proprietà differenti e, per conseguenza, generanti altre forme ed altre varietà della materia animata o inanimata, e così sino ai limiti della sfera dell’Universo.
«Le creazioni terrestri, dice Proclo, corrispondono esattamente alle figure celesti dalle quali procedono secondo verità l’armonia e la fine di tutte le cose. Poiché esse sono connesse all’Unità secondo l’ordine e le influenze celesti che discendono e si spandono su ogni cosa per Volontà divina, ed ogni cosa regolano nelle creazioni inferiori».
Così con l’autorità di Ermete e dei suoi saggi e sapienti discepoli ed eredi della sua dottrina, sono state stabilite le affinità secrete che uniscono il cielo alla terra, come tutti gli astri di uno stesso mondo planetario.
È la potenza magica comunicata all’origine del Principio primo che, creando la natura proteica, ha connesse tutte le cose mediante reciproci perpetui rapporti, il che è proprio del Destino.
«Il principio di ragionamento, dice Bossuet, fa uscire l’anima dal suo corpo, per stendere lo sguardo sul resto della Natura e comprendere la concatenazione delle parti che compongono un così grande Tutto».
L’armonia dell’Universo è la conseguenza di questi rapporti che legano, con innumerevoli ed invisibili fili, tutte le creazioni fisiche e spirituali e producono così le diverse manifestazioni della Vita e della Bellezza.