PREPARIAMOCI A TESTIMONIARE IL GRANDE VALORE DELLA LIBERTA’”
«Quali tempi stiamo vivendo è di fatto sotto gli occhi di tutti: nessun limite
è più frapposto tra l’uomo e la sua più pericolosa e funesta inframmettenza in
ogni campo. Ogni limite è abbattuto, mentre le coscienze si vanno facendo
sempre più inquiete, gli intelletti sempre più dubbiosi, i cuori sempre più
pesanti». Con queste parole iniziava una lunga riflessione del prof. Franco
Franchi, Proprio da queste parole
l’agenzia stampa Palazzo Vitelleschi ha tratto motivo per un’intervista con il
Gran Maestro sui temi che investono la società civile, sul futuro che all’uomo
d’oggi si preannuncia e sulle continue e mai sopite campagne contro la
Massoneria.
Mancano soltanto ventun mesi alla conclusione del secolo che è anche fine di
un millennio, ovvero una sorta di finis terræ oltre il quale ignoti paesaggi
futuri sembrano inquietare le coscienze. Come si pone il Massone innanzi alle
paure, vere o presunte, di un millenarismo apocalittico?
«E’ indispensabile una premessa. Ricostruire una nuova coscienza e rendere
possibile una progettualità del domani costituiscono il principale compito per
ciascun uomo. Per noi Massoni è una sfida che deve passare attraverso un
adeguato dialogo con il mondo profano, con la società civile, alla quale
dobbiamo offrire un volto che deve mostrare l’equilibrio tra senso del sacro e
obbligo di laicità. Tutto il nostro lavoro iniziatico deve tendere oggi a
questo obiettivo. La Libera Muratoria non è una scuola di partito, né una
palestra di dogmi. E’ semmai un percorso offerto alla coscienza di uomini
liberi per migliorare sé stessi e per dialogare con il mondo profano. Fatta
questa premessa che attiene essenzialmente al nostro essere Massoni, il
paesaggio che abbiamo innanzi ai nostri occhi sul futuro prossimo venturo non
induce certo a pensieri ottimistici».
Per esempio?
«Beh, basterebbe rileggere tutte le notizie dei giorni scorsi. La continua
ostilità nei confronti della Massoneria è passata dalla strada del sospetto a
quella dell’insulto. Sembra sufficiente oggi solamente evocare sinistramente o
minacciosamente l’appartenenza ad essa per gettare discredito sugli avversari
politici. C’è pure qualche esponente del Senato della Repubblica che ha avuto
il cattivo gusto di lasciarsi andare alla poco edificante equazione: massone
uguale rogna. Paradossalmente la cosa più sensata l’ha detta l’on. D’Alema:
parole che lasciano il tempo che trovano».
Ma nel paesaggio futuro, almeno per quel che riguarda l’Italia, c’è anche la
sentenza della Cassazione sulla legittimità di ricusazione di quei giudici
iscritti alla Massoneria. In Toscana, a Prato, c’è anche un primo segnale sul
poco gradito ingresso nella “Cosa 2” di eventuali Massoni con tessera
socialista. Se poi usciamo dai nostri confini, il recente conflitto tra il
governo Blair e la Gran Loggia d’Inghilterra è un altro segnale a dir poco sconcertante
di come potrebbe presentarsi lo scenario futuro.
«La diversa provenienza e la coincidenza temporale di questi fatti legittima il
sospetto di una campagna anti-massonica pensata secondo schemi storici già
collaudati. Ma occorre stare molto attenti, poiché a mio avviso la posta in
gioco è molto più alta che il voler impedire o limitare, o controllare,
l’esistenza della Libera Muratoria. Mi spiego. Ho la sensazione che in alcuni
paesi europei forti obiettivi comuni da raggiungere ad ogni costo (vedi la moneta
unica) abbiano portato – o stiano pericolosamente portando – al rafforzamento
di un’idea centralistica dello Stato a danno delle libertà individuali dei
cittadini. Un po’ ovunque – ma in Italia è più evidente, anche per opera di
certi settori della magistratura – i poteri esecutivi non trovano valide
opposizioni proprio sul terreno delle libertà. Libertà che si minaccia con la
subdola manipolazione dell’informazione. Libertà che si restringe con il sempre
più difficoltoso accesso al lavoro (il disoccupato è certamente uomo meno
libero). Libertà che si spegne innanzi alle spesso tragiche necessità
quotidiane del vivere. E ancora, libertà che si compromette con l’intolleranza
e gli integralismi ideologici. Il timore che nell’immediato futuro solo i
Massoni potrebbero alzare la voce di uomini liberi contro l’appiattimento delle
coscienze e l’unanimismo delle menti, fa sì che il potere politico ritorni ad
usare le solite allocuzioni contro la Massoneria e a compromettere
calunniosamente i suoi iscritti. Questo continuo e meditato rinfocolare certe
accuse desta enormi sospetti, soprattutto quando si pensa che da mezzo secolo
il dettato costituzionale sulla libertà di associazione è rimasto lettera
morta».
In effetti, la riflessione sul tema della libertà si sta aprendo anche in
altri contesti culturali, come dimostra la pubblicazione postuma, nell’inserto
domenicale del “Sole 24 Ore”, di un appunto dello scomparso teologo
laico Sergio Quinzio. Che cosa si chiede al Massone?
«Sul terreno delle libertà il Massone non può scendere a compromessi. Nella
nostra storia sono molti i Liberi Muratori che hanno testimoniato con la vita
il senso e la voglia della libertà. Un esempio fra i tanti e fra i più fulgidi
è quello di Placido Martini della nostra Obbedienza, trucidato dai nazisti alle
Fosse Ardeatine insieme con i massoni Fiorino Fiorini, Mario Tapparelli e altri
15 Fratelli. Del resto sull’Italia unita si è sparso anche il sangue dei
Massoni e mai questo sangue è stato versato a solo profitto della Massoneria,
bensì a beneficio dell’intera umanità. Proprio a questo proposito io vorrei
ricordare quanto è detto nel rituale di iniziazione alla Libera Muratoria: se
occorre che un Massone versi il proprio sangue, ciò accada per una causa giusta
e nobile. Capisco, dunque, come potrebbe dare ancora fastidio il fatto che
esistano uomini e donne che non hanno assoggettato il proprio pensiero a nessun
vincolo di credo politico o religioso, se non a quelli dettati dalla coscienza
e dalla ragione di ciascuno».
E allora, a quali compiti si prepara la Massoneria per il prossimo
millennio?
«Molti compiti potrebbero essere indicati. Il principale è quello di tenere
acceso il fuoco del Tempio per ricordare a uomini e a dei la reciproca
esistenza. E alla luce di quel fuoco prepararci a testimoniare il grande valore
della libertà».