V.M. in Cattedra e cari FFr.,
è con grande gioia che mi accingo a leggere la tavola di benvenuto per il Fr. Apprendista ….. testé iniziato. Gioia ma anche preoccupazione, si avete sentito bene, preoccupazione, per quello che la Massoneria nel Suo complesso e noi singoli FFr. potremo concretamente offrire al Fr. ….. il quale, certamente, tante aspettative ripone nel suo nuovo status di Fr. Massone.
Siamo veramente in grado di offrire a qualcuno qualcosa? Fosse anche solo una l’occasione di guardarsi dentro? Di lasciare fuori dalla porta del Tempio le ansie quotidiane, l’ambizione, i Metalli?
Non lo so, o meglio, so che non è così e non vorrei con questo deludere le aspettative di un Apprendista, aspettative che poi sono probabilmente uguali a quelle che avevo io quando fui iniziato, ormai più di dieci anni fa.
La mia esperienza come massone mi porta ad affermare che la retorica massonica ci presenta del nostro Ordine una visione idealizzata, un iperuranio platonico della Massoneria, di cui, come il mondo reale per Platone, noi non siamo che un pallido riflesso e, lasciatemi aggiungere, di uno specchio deformato.
Qual’è il nostro fine?
• La crescita morale ed intellettuale dell’Iniziato? Si, certamente.
• Il mutuo soccorso? Ma è naturale, direbbe qualsiasi massone. Ma poi,
• Attraverso quali mezzi intendiamo raggiungere questi obiettivi?
• Come valutare la “crescita” di un massone, la sua capacità di dare aiuto fraterno?
Ecco, qui il discorso si fa difficile, perché al di là delle risposte da manuale del perfetto massone non ho trovato risposte vere ed univoche o quantomeno compatibili fra loro
Si direbbe che ogni massone sia lasciato libero di interpretare il concetto di crescita e di scegliere i mezzi necessari allo scopo in modo del tutto autonomo.
Per alcuni, pochi per fortuna e direi “deviati”, crescere significa “sedere all’Oriente” ed occupare quindi posizioni di potere (reale o presunto che sia non ha importanza), la Massoneria quindi si trasforma automaticamente in un ambiente competitivo nel quale le relazioni, le alleanze, i voti divengono il mezzo per ottenere un fine personale che con la Massoneria ha ben poco a che spartire.
Ecco quindi, in questo caso, che la Massoneria diventa duale, da un lato le finalità dichiarate, dall’ altro quelle inespresse ed inesprimibili. Un Giano Bifronte in senso negativo insomma che scade nel più profano degli ambienti.
Per altri, la maggioranza, idealisti e nei quali prevale lo spirito di servizio ai FFr., crescere significa trasfondere la Tradizione Iniziatica nelle nostre istituzioni e nei FFr., per questi FFr. la vita è più dura.
Essi si scontrano quotidianamente, per dirla con metafora cinematografica tratta dai film della serie Star Wars, con il lato oscuro della forza che ben più forte attrazione esercita per facilità d’ingresso, sui falsi massoni come sui profani, di quanto non faccia il lato luminoso.
I massoni idealisti peraltro, non ambiscono di solito a cariche ed orpelli e li lasciano volentieri, sbagliando, all’esigua minoranza di cui sopra rendendo così difficile per le strutture massoniche portare a compimento le finalità dettate dalla “Tradizione”, quella con la “T” maiuscola, prigioniere come sono di questo dualismo.
Dualismo che non può nemmeno poi dirsi estraneo al singolo massone deviato nel quale spesso questi due aspetti, ideale e profano, coesistono in percentuali diverse da un individuo all’ altro.
Un pò come Yin e Yang dei cinesi direste Voi? No, io direi più come Dr. Jekill e Mr. Hyde in quanto non vi può essere equilibrio fra concezioni tanto diverse e contrapposte della vita massonica, profana quando occorre e massonica, apparentemente, se proprio serve allo scopo.
Per meglio esemplificare il concetto vi faccio un esempio pratico.
Tempo fa ebbi una riunione con massoni svizzeri di alto rango, che aveva come scopo “dichiarato”, ma non ultimo a mio personale giudizio, il trovare la soluzione ad un presunto problema ed al termine di una contrastata discussione che sfociò in un “nulla di fatto” per la mia opposizione a soluzioni che giudicai massonicamente (ma non solo) vessatorie mi sentii dire da uno di questi FFr. che “avevo la necessità di percorrere ancora un lungo cammino massonico”.
In questi mesi mi sono chiesto spesso a cosa si riferisse il Fr. che aveva formulato tale valutazione sulla mia condizione massonica, ed ancora, quali parametri egli avesse, sempre che esistano, per distinguere il buon massone, il massone formato, compiuto, la Pietra Cubica insomma, da quello acerbo, dalla Pietra Grezza appena sbozzata, e poi, di nuovo, quale il termine a cui doveva tendere il mio cammino?
Non ho trovato francamente risposta, anche perché le argomentazioni dalle quali scaturì quella affermazione giudico fossero astiose, preconcette e pretestuose, insomma il contrario di Fraterne, Tolleranti, Amorevoli, in una parola, l’esatto opposto di: “massonico”, eppure eravamo tutti FFr. massoni e ci stavamo occupando di Massoneria.
Ecco quindi affiorare, in un caso concreto, l’insano dualismo attraverso il quale l’uomo concupiscibile ed irascibile prevale sull’uomo massone.
Ma ciò che mi preoccupò allora e mi preoccupa vieppiù oggi circa tali valutazioni espresse sulla mia persona é che sono state formulate àa un massone che evidentemente considera se stesso “compiuto”, insomma, una Pietra Angolare della Massoneria.
Ma chi o che cosa rappresenta il massone ideale? Chi è in grado di tracciarne il profilo?
Purtroppo nessuno. La Massoneria non è una Religione e quindi non è portatrice di nessuna Verità Rivelata o Svelata. Nessun massone o gruppo di massoni può dirsi “eletto” o superiore agli altri FFr..
La Massoneria non può e non deve assomigliare ad uno stato teocratico nel quale i vertici rappresentano ed interpretano leggi divine alle quali uniformarsi. La Massoneria ed i suoi vertici devono essere e rappresentare il contrario di tutto ciò, essi debbono “servire” i FFr. massoni, non pascolare un gregge, la storia e una via lastricata di buoni pastori, delle loro buone intenzioni e delle nefaste conseguenze delle loro azioni.
Al massimo le strutture della Massoneria Universale servono, o meglio dovrebbero servire, quale strumento di un disegno comune ai FFr. massoni, disegno che dovrebbe mirare unicamente a migliorare l’Umanità tutta attraverso le opere e l’esempio.
Un insieme di uomini liberi dunque, i quali, nel tentativo di raggiungere una verità interiore che, per definizione massonica si può solo intravedere ma mai raggiungere, esplicano un autonomo processo di miglioramento morale, umano, intellettuale.
La Massoneria quindi come luogo della “Crescita” con la “C” maiuscola, fucina di ciò che dovrebbe, e sottolineo il condizionale, essere trasfuso nel mondo profano attraverso l’esempio dei FFr. massoni.
La mia Tavola è, forse, e lo ammetto senza difficoltà alcuna, un pò dissacrante e disillusa ma sincera e realistica in quanto frutto di una vita massonica vissuta intensamente e grazie alla quale ho avuto modo di partecipare per molti anni al C.d.U. della nostra R.L. incontrando tra l’altro molti FFr. massoni svizzeri e stranieri.
Ho voluto metterti in guardia caro Fr. …. perché giudico sia meglio per un Fr. massone essere cosciente dei limiti della Massoneria che divenire, nel tempo, un massone disilluso e disamorato dalle troppe aspettative disattese.
A questo punto trovo comunque doveroso, ma direi di più, “voglio” trasmetterti, caro Fr. ……, una nota di ottimismo e fiducia nel futuro massonico mio, tuo e di tutti i FFr. massoni.
Il nostro è un tempo di cambiamenti epocali, possiamo e dobbiamo quindi cogliere l’occasione per migliorare noi stessi e le nostre istituzioni, e poi ricordiamoci sempre che, come disse il Principe di Tayllerand ai regnanti europei impegnati nello spartirsi l’Europa al tavolo del Congresso di Vienna, dall’ alto del suo titolo di Maestro di sopravvivenza politica e nel momento più buio della Restaurazione post napoleonica:
” I Sovrani passano, i Popoli restano” Caro FFr. ……, con il Triplice abbraccio fraterno.
V. M. in Cattedra ho detto.