Finalmente sole
Nel capitolo successivo inizia la storia delle Gran Logge femminili. Oltre alle sacrosante affermazioni di principio sull’iniziabilità della donna, si getta ancora un po’ di veleno sulla massoneria mista, nella quale riuscivano ad emergere solo quelle che avevano capacità di “favorite” (vedi nota 3). Sono stupito nel vedere a quali vette possa portare la vis polemica degli autori del libro. Si usano anche le offese più brucianti a quelle che sono delle sorelle.
Si racconta poi che un gruppo di donne, dopo trenta anni di sofferenze (sic!) rifletterono e stabilirono questi punti fondamentali: autodisciplina invece di esuberanza sentimentale, capacità di apprezzare la propria libertà invece di impersonale devozione, affermazione di individualità invece di sforzo di costruire in sé l’immagine estranea “dell’Amata” (****), collocazione dell’esperienza di amore ha un posto subordinato nella vita; non più la femmina, l’ombra dell’uomo, ma la donna come l’uomo, la donna libera.
Si racconta poi come alcune sorelle deluse dalle logge del generale Ghinazzi siano migrate verso altri lidi, in particolare alle Stelle d’Oriente. Qui è solo comico, e totalmente inverosimile, il racconto di Lia Bronzi Donati che – afferma lei stessa – fondò il capitolo di Fiesole senza rendersi conto che non si trattava di un rito massonico ma solo di un’organizzazione subalterna. Ma come, un’ intelligenza così brillante non si accorge di un inganno così trasparente? Nei dieci anni trascorsi nella nostra Obbedienza cosa aveva imparato? “Non avevo rituali né statuti, non potevo giudicare. È nostra opinione che invece sapesse benissimo quello che stava facendo, ma lo faceva strumentalmente perché lo considerava un passo necessario per avere un giorno l’appoggio del G.O.I. per fare una gran loggia femminile, come poi avvenne.
Giordano Gamberini, Gran Maestro del G.O.I. a sua volta – così si afferma – avrebbe avuto interesse a mantenersi buoni gli americani (fin qui siamo d’accordo, è anzi una banalità) non perché sono ricchi e potenti, ma perché la loro amicizia garantiva la nostra libertà. In altre parole secondo gli autori vennero costituiti dei gruppi di Stelle d’Oriente per evitare che l’Italia passasse nel blocco sovietico o che le venisse imposta una dittatura come quella dei colonnelli greci!
Nel 1975 ebbe finalmente luogo la fondazione della Gran Loggia Femminile d’Italia, con a capo Marisa Bettoia.
Una piccola osservazione lessicale: in massoneria non si dice riunione, ma tornata; non si dice camice, ma clamide; non si dice lavora a un rito ma seguendo un rito. Inoltre non è chiaro cosa voglia dire che la Gran Loggia Femminile d’Italia è “il solo Grande Oriente Femminile dove ha sede la Gran Loggia Femminile” (****).
È veramente poco chiaro il significato della seguente frase: “la massoneria diventò per le iniziate un investimento per appagare le loro rappresentazioni di libertà, le esigenze laiche ed iniziatiche, l’ambizione di essere presenti in un milieu speciale, entrando in questo modo in competizione con l’identità massonica maschile” (le sottolineature sono nostre).
Proseguendo, mi sembra più gravosa l’affermazione: “la Gran Loggia Femminile … assorbì … alcuni motivi del neo femminismo… basato sull’esaltazione della donna e della sua diversità; tuttavia le massone mostrarono anche il lato più tradizionale con la valorizzazione dei ruoli femminili espressi nell’ambito domestico-familiare… “. Qui infatti non c’è solo confusione, c’è contraddizione con i principi già visti e c’è soprattutto la gravissima accettazione della diversità della donna, che è la premessa dell’affermazione di inferiorità e della discriminazione.
Quello che segue è il triste racconto della scissione che ha portato alla costituzione nel 1979 della Gran Loggia Tradizionale Femminile d’Italia di Lia Bronzi Donati (ma per il primo anno Gran Maestra sarà Carla del Po). Da quanto viene detto emerge chiaramente che si tratta di una semplice emanazione della gran Loggia Femminile di Francia, dalla quale sono stati mutuati anche gli statuti e dalla quale ricevette le patenti.
Qui viene fatto di felicitarsi, per la sua fine ironia, con il Fratello Ghinazzi, del quale viene detto che nell’80, al convento della G.L.F.F. si complimentò con le sorelle italiane per “i progressi fatti” e poi alla riga successiva si aggiunge che il viaggio ebbe per esse scopi “didattici-formativi”. Certo avevano ed hanno molto da imparare, specie se si pone mente agli avvenimenti successivi, che sono raccontati dal libro a volo d’uccello e soprattutto senza indicarne le ragioni, lasciando indovinare continui contrasti e lacerazioni: fondazione del C.L.I.MA.F., accesso delle sorelle italiane agli alti gradi, fino alla costituzione di un Supremo Consiglio Femminile, cambiamento del nome in Gran Loggia Simbolica Femminile d’Italia, nascita (si deve credere in seguito ad una nuova scissione) della Gran Loggia Massonica Femminile d’Italia presieduta da Roberta Bianchi, assonnamento della Gran Loggia Simbolica e poi sua riemersione con il nome di Ordine Massonico Femminile d’Italia con Gran Maestra Laura Botti. Si dice che un popolo felice non ha storia…
(*) Edizioni Bestogi – Foggia, Lit. 25.000.
(****) Le virgolette sono nel testo.
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