PINOCCHI E LUCIGNOLI

Pinocchi e Lucignoli

Quel pezzo di legno che tan­to spaventa Mastro Ciliegia, per la sua misteriosa vitalità, trova in Geppetto un grembo consapevole, capace di dare vita, di tirar fuori dalla materia l’espressione, il movi­mento è via via la curiosità, la rab­bia.  Già: perché Mastro Ciliegia e Geppetto sono una coppia e vivono una strana storia, di povertà ed emarginazione, una storta doloro­sa per la miseria costante della lo­ro condizione, fatta di freddo, inver­no e solitudine.  Mastro Ciliegia, nella sua dolcezza, è spaventato da­vanti a una vita incerta, a un futu­ro che non promette mai niente di nuovo. Ed ecco che in lui nasce il de­siderio di avere un figlio. La reazio­ne di Geppetto è – quasi violenta: scatta in lui il timore, forse, di dare un nuovo senso alla loro vita. Alla fine il compromesso è un buratti­no: ma come fare, visto che l’ulti­mo pezzo di legno è stato bruciato all’inizio dell’inverno?

Qualcuno bussa alla por­ta, aprono spaventati da quel momento tutto cam­bierà. Questa è la originale rivisitazione della coppia Geppetto – Mastro Ciliegia nello spettacolo «Pinocchio e Lucignolo», liberamente ispi­rato all’opera di Collodi, per la scrittura scenica e la re­gia di Maurizio Mistretta. Lo spettacolo approda ora a Pisa, il 4 novembre all’abba­zia di San Zeno, messo in sce­na dalla compagnia Nastro Adesivo 43 Teatro, nata nel 1994 all’interno del carcere «Don Bosco» di Pisa e con al suo attivo studi su  Shake­speare, Kafka, Dostoevskji, Hrahal, Bùigakov, Aristofane, e ora Collodi. Tutti rielaborati e riscritti in opere ori­ginali. Fino al 1999 la compa­gnia è rimasta interna al car­cere, ma da un anno rappre­senta i suoi spettacoli anche fuori, per migliorare la qua­lità artistica degli eventi. “Pinocchi e Lucignoli» dipin­ge la figura di Geppetto co­me uomo acuto, profondo, consapevole di aver fatto qualcosa che non è comune a tutti gli uomini: aver dato forma ad una creatura particolare che sarà impossibile da dimenticare.

Lo spettacolo fa parte dì un progetto ad ampio respi­ro: – il «Pinocchio Incatena­to», portato avanti da Na­stro Adesivo 43 e Piano Mi­nore Teatro «L’idea è nata in Asia l’anno scorso – rac­conta Maurizio Mistretta – e ha prodotto altri eventi co­me “The Funny Mystery of Pinocchio” rappresentato a Bangkok, “Che vita di legno” con gli studenti dell’Itgc di Pontedera e “Pinocchio in Siam 4”, con cui siamo entra­ti nei carceri minorili thai­landesi, preparando fram­menti molto ridotti, ma di forte impatto. Il Pinocchio è incatenato, anzi migliaia di Pinocchietti erano incatena­ti e aspettavano la libertà. Pinocchio spesso incappa in disavventure analoghe, fini­sce in carcere, rimane col piede incastrato nella porta della fatina, dopo essere sta­to impiccato ad un albero. Ma la cosa che forse mi ha colpito di più – continua Mistretta – è quando resta  intrappolato nella tagliola, quindi liberato dal contadi­no subisce un’insopportabi­le serie di violenze culmi­nanti in un’ennesima prigionia; legato ad una cuccia per cane, costretto ad una parte che è odiosa a qualsiasi car­cerato: fare la guardia ed abbaiare per avvertire il padrone. (d.f)

Questa voce è stata pubblicata in Pinocchio. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *