Risposte date dal Gran
Maestro dell’Ordine
in occasione di alcune Conferenze
Pubbliche
Alle soglie del terzo
millennio, cosa può spingere ad intraprendere un cammino
iniziatico?
All’inizio d’ogni cammino spirituale
c’è il desiderio di compensare l’insoddisfazione personale riguardo al senso
della vita, la necessità di rispondere alle domande fondamentali: “chi sono? Da
dove vengo? Dove vado?”. C’è anche il desiderio di partecipare a una grande
opera di rigenerazione dell’umanità coltivando il senso della fratellanza. Ma la
motivazione più profonda è che l’essere interiore dell’uomo aspira a realizzare,
mediante il cammino iniziatico, la propria natura
spirituale.
Perché è nato
quest’Ordine e, soprattutto, che cos’è?
L’Ordine
della Rosa-Croce è una Fratellanza mondiale, un Ordine iniziatico, filosofico e
tradizionale mondiale, non religioso e non settario. Il termine Rosa-Croce, per
noi, riveste due significati particolari: il simbolo e l’ideale, lo stato
interiore di perfezione, di realizzazione spirituale che tale simbolo ricorda.
Questo simbolo è una croce d’oro nella quale s’inserisce una rosa. La rosa e la
croce in genere veicolano un senso esoterico molto
profondo.
Per noi il simbolo della Rosa-Croce rappresenta
soprattutto la dualità dell’uomo: la croce prefigura il suo corpo fisico,
materiale e la rosa, in qualche modo, l’essere interiore, la coscienza in
evoluzione o, se preferite, la sua anima divina. Quindi per noi Rosacrociani, lo
scopo dell’incarnazione terrena è di far fiorire la rosa della coscienza tramite
le esperienze del corpo.
Ispirandosi ai misteri
egiziani come ai segreti dell’alchimia, al buddismo esoterico come al misticismo
islamico dei Sufi, non si rischia di confondere le differenze storico culturali
in una piatta semplificazione?
Ci sono movimenti
che mescolano in un unico cocktail teorie e pratiche diversissime. Ma sono di
breve durata perché legati in genere alla figura del fondatore. Dopo la sua
morte si dissolvono rapidamente così come sono nati. La via tradizionale,
invece, si basa sulla nozione di continuità della trasformazione. La conoscenza
esoterica è segnata da un processo continuo di approfondimento, rimanendo nel
solco di una lunga tradizione spirituale. Noi non cerchiamo di mescolare, ma di
trovare l’unità.
Qual è il rapporto tra
la conoscenza iniziatica e la conoscenza scientifica
ufficiale?
Nella tradizione spirituale utilizziamo
due metodi di ragionamento: quello induttivo, che risale alla causa partendo
dall’effetto ed è proprio del procedere scientifico, e quello deduttivo, che
desume l’effetto dalla causa. Questo spiega come alla tradizione rosacrociana
appartengano eminenti scienziati quali Cartesio o Bacone, padri del mondo
scientifico moderno. La tradizione racchiude, infatti, gli elementi migliori
della filosofia, della scienza e della metafisica in genere per contribuire
all’edificazione di un uomo migliore.
Come si concilia il
cammino di iniziazione spirituale con la quotidianità della
vita?
L’insegnamento rosacrociano ha una funzione
pragmatica. Cerchiamo di sviluppare la nostra eredità interiore e le nostre
facoltà latenti ponendo tutta la vita sotto il dominio del pensiero. Ciascuno di
noi è continuamente il riflesso dei propri pensieri. Il nostro atteggiamento
interiore si riflette nel nostro comportamento esteriore. Perciò ci sforziamo,
per quanto possibile, di praticare in ogni momento l’alchimia spirituale
mantenendo un livello alto e positivo di pensiero. Coltivare i valori della
spiritualità è essenziale per affrontare meglio il quotidiano. Inoltre, tecniche
come la concentrazione o la visualizzazione, possono rivelarsi molto utili anche
sul piano professionale allo stesso modo in cui l’esercizio della tolleranza è
indispensabile per mantenere buone relazioni sociali.
La tradizione
rosacrociana restituisce alla storia un preciso orientamento. Quale destino
attende, dunque, l’uomo nel terzo millennio?
La
storia dell’uomo tende progressivamente al raggiungimento dell’unità tra la
coscienza singola e la coscienza universale. Quando l’umanità avrà talmente
ampliato il proprio stato di coscienza, sarà un’umanità completamente rinnovata.
Il terzo millennio è quindi un’opportunità importante per realizzare una
coscienza più vasta. Oggi si parla della Terra come di un unico villaggio in cui
è possibile la comunicazione globale. Ma perché il terzo millennio diventi
veramente un’età dell’oro, dovrà permettere non solo l’ampliamento della
comunicazione esteriore, ma anche l’estensione di quella interiore. Se non ci
sarà anche la comunicazione interiore, come consegue da una corretta
armonizzazione della natura materiale con quella spirituale, la comunicazione
esteriore finirà per diventare un pericolo per l’uomo: la scienza senza
coscienza è solo rovina dell’anima.
Uno dei principi che
contraddistingue la Massoneria è quello della grande solidarietà, della grande
predisposizione del fratello verso il fratello; anche se in alcune Obbedienze
non sono ammesse le donne, per quanto riguarda il sesso maschile, nella
Massoneria vige questo “tutti per uno, uno per tutti”. Nella Rosa-Croce si
ritrova tale regola?
La differenza essenziale tra
la Massoneria e la Rosa-Croce è che la Rosa-Croce non ha alcun’Obbedienza e,
inoltre, a livello mondiale, ha sempre rifiutato un impegno
socio-politico.
La questione della solidarietà è un punto
molto importante. Ci sono diversi modi di aiutare l’umanità. Possiamo aiutare
l’uomo dandogli del cibo per una settimana, un mese. Possiamo anche aiutarlo
insegnandogli a pescare, come dice un proverbio cinese, cioè aiutarlo a trovare
il proprio cibo. Per questo ci sono differenti Associazioni il cui scopo è di
dare un aiuto materiale direttamente a coloro che ne hanno bisogno. Parlo in
questo caso della solidarietà a livello mondiale o di un paese. Noi, invece,
lavoriamo sul concetto di educazione. Il nostro concetto della solidarietà è
spirituale. La nostra missione, il nostro scopo è dare degli strumenti di
conoscenza all’uomo al fine di evitargli, quando possibile, di soffrire e di
consentirgli di risolvere i grandi problemi della sua esistenza. Questo può
essere applicato a vari livelli dell’esistenza. La conoscenza di se stesso può
rendere più capaci di riconoscere le proprie potenzialità e, dunque, di poter
definire il campo d’azione da scegliere. Può permettere, in determinate
circostanze, di scoprire le proprie facoltà mentali, psicologiche per affrontare
una nuova situazione, ecc. Dunque la solidarietà per noi si manifesta già nel
fatto di trasmettere un insegnamento pragmatico. Questa è una solidarietà a
livello spirituale.
Altro aspetto: ogni giorno, su tutta
la superficie della Terra, dei Rosacrociani applicano i principi mistici
dell’Ordine per aiutare gli altri e sé medesimi. Ad esempio, sin dall’inizio i
Rosacrociani lavorano sul concetto della pace nel mondo. Ci sono due possibilità
di concepire la pace: in modo provvisorio e in modo definitivo. Il modo
provvisorio è quello di intervenire in un paese per separare le persone in
lotta. Edificare un cordone separatore affermando che in tal modo non ci saranno
più guerre e così stabilire una pace relativa. Il modo definitivo è dire: l’uomo
non può creare la pace fuori di sé se non ha acquistato la pace dentro di sé.
Quindi lavorare su se stesso conduce alla pace interiore, che produce la pace
esteriore. Se riflettiamo sul fatto che tutto nell’universo è scaturito da un
pensiero, si può capire quanto sia efficace la solidarietà spirituale. Persino
più di quella materiale!
Altro aspetto ancora: la
solidarietà attraverso i membri. Noi consideriamo la fratellanza non come
qualcosa di chiuso, ma di aperto anche all’umanità. Nell’Ordine della Rosa-Croce
la solidarietà è soprattutto spirituale, non abbiamo una solidarietà materiale
che si esprime in modo ufficiale. Tuttavia, quando c’è un fratello in
difficoltà, i Rosacrociani manifestano la solidarietà in modo individuale e
l’applicano anche a coloro che non sono Rosacrociani. Quando si parla di etica,
del codice di comportamento, della pratica delle virtù, dei grandi valori come
la tolleranza, la generosità, la solidarietà, ecc., tale conoscenza si deve
applicare altrimenti sarebbe un discorso teorico. Il pericolo della solidarietà
materiale è che l’uomo, essendo debole nella carne e talvolta nello spirito, ha
tendenza talora a deviare il vero senso Tradizionale della solidarietà. Un uomo
può essere tentato di entrare in una fratellanza esoterica per approfittarne
soltanto sul piano materiale.
Concludendo, diciamo che la
solidarietà nell’Ordine della Rosa-Croce esiste soprattutto sul piano spirituale
e ogni Rosacrociano è invitato a manifestarla verso l’intera umanità. Ma non si
può diventare Rosacrociano, come purtroppo si diventa qualche volta membro di
altre organizzazioni, per avere benefici sociali come un arricchimento puramente
materiale, perché l’Ordine tratta soprattutto degli ideali e della riforma di se
stesso. Allora, dobbiamo dirlo, dato che qualche volta si possono fare dei
paragoni e affermare che “A me piace diventare Rosa-Croce perché so che, dovendo
aumentare le entrate nella mia vita, potrò ampliare il mio mercato”. No. Questo
non rientra nella spiritualità.
Lei pensa,
obiettivamente, che in questo periodo dove forse tutti viviamo con l’orologio
tra le mani, in questo tram tram quotidiano, in questo stress che è la sindrome
del terzo millennio, si possa trovare un attimo nella vita per dedicarsi alla
riflessione personale? È vero che oggi, e lei lo saprà, è di moda, specialmente
durante il periodo estivo e per chi è stressato dalla vita, non andare più in
vacanza ma trascorrere quindici giorni in un monastero al fine di riacquistare
quella dimensione umana di cui si ha tanto bisogno. Si ricercano luoghi e città
a dimensione umana. Ecco, lei pensa, nonostante abbiamo effettivamente bisogno
di liberarci, di vivere momenti di meditazione, che ci sia per la gente questo
spazio oggi rubato dai tempi decisamente più veloci della nostra
era?
Secondo me, oggi più che mai, è importante
dedicare il tempo necessario all’essere spirituale e psichico. Si parlava prima
della meditazione: bastano soltanto cinque minuti al giorno per produrre un
effetto positivo utile nella lotta contro lo stress. Lei sa sicuramente che
nelle università di alcuni paesi dei medici hanno studiato gli effetti benefici
della meditazione sulla corrente sanguigna e sull’equilibrio nervoso. Il ricorso
alla spiritualità, alle tecniche ed esercizi spirituali ed anche psichici,
permette, dunque, non un mese l’anno, ma ogni giorno, di far fronte, di dare una
risposta positiva allo stress quotidiano. Lo stress canalizzato è positivo e
necessario, una certa quantità serve per l’adattamento all’ambiente, ma quando
diventa eccessivo, come oggi nel mondo moderno, l’uomo ad un certo momento fa
l’esperienza della malattia che, lei lo sa sicuramente, ha soprattutto
un’origine psicosomatica.
Voi ponete l’origine
della vostra Tradizione all’origine stessa della civiltà! I Greci, tuttavia, e
poi i Romani, hanno dato una dimensione diversa gli uni e distrutto molto gli
altri per risalire alla vera Tradizione. La vostra iniziazione mi sembra molto
simile a quella che forse pretende o vuole la Massoneria, cioè l’idealizzazione
di un dio Architetto dell’Universo. È così?
Dobbiamo essere chiari. La mente tende sempre a fissare dei riferimenti. In
questo caso l’inizio della Tradizione. Ma l’inizio della Tradizione non è
l’antico Egitto, … si “potrebbe” arrivare fino all’Atlantide. Ma… prima di
Atlantide? Si potrebbe allora dire che le radici della Tradizione esoterica sono
soprattutto nel cuore dell’uomo e nella sua anima. Il fatto poi di vedere delle
relazioni tra la Tradizione Rosa-Croce e quella massonica, della vera
Massoneria, non è un caso. La Verità è universale! Nell’insegnamento della
Rosa-Croce si potrebbero vedere dei punti comuni con il Buddismo esoterico, la
Massoneria, il Sufismo, i Druidi, ecc. La verità è nel cuore dell’uomo e lo
scopo d’ogni Tradizione è di proporre un cammino per scoprirla in sé. E ogni
cammino è valido quando dà la possibilità di sperimentare. E comunque, dal punto
di vista storico, la Rosa-Croce si è manifestata la prima volta nel 1600 e la
Massoneria nel 1700 con la Costituzione di Anderson.
Cosa pensa l’Ordine di
Gesù Cristo?
Gesù Cristo, per noi, è uno dei più
grandi maestri dell’umanità. Ma anche Buddha. Vivendo in questa parte del mondo
oggi siamo cristiani, se per la legge della reincarnazione nasciamo in India,
saremmo induisti o parsi, ecc. Gesù, quindi, è un Avatar, un maestro spirituale;
Figlio di Dio, certamente, come tutti i figli di Dio perché se si accetta Dio
come il Grande Architetto dell’Universo, tutta la creazione è sua figlia, quindi
l’uomo è sempre figlio di Dio.
Anche altre
Associazioni che si definiscono Rosa-Croce parlano di iniziazione, di scuola. Ho
chiesto se tra loro ci sono dei maestri. Mi hanno detto che non ce ne sono, che
vi sono solo praticanti e che ognuno è maestro di se stesso. Vorrei sapere se da
voi è ammesso che ci siano diverse associazioni rosacrociane o se ce n’è una
sola, tradizionale. E se nella vostra ci sono dei maestri che quindi hanno
appreso la sapienza a loro volta da altri maestri.
La Verità non è proprietà di nessuno o lo è di tutti. Dunque, ecco in breve sui
vari movimenti rosacrociani.
Cinquant’anni fa, ad esempio,
nel mondo c’erano tre movimenti internazionali che utilizzavano la parola
Rosacroce nella loro definizione: il Lectorium Rosicrucianum o Scuola della
Rosacroce d’Oro, l’Associazione Rosacrociana di Max Heindel e
l’A.M.O.R.C.
Dal punto di vista storico diciamo
semplicemente che la filiazione del Lectorium e dell’Associazione di Max Heindel
deriva dalla società Teosofica tramite Rudolf Steiner.
Max Heindel era
discepolo di Rudolf Steiner il quale prima di essere il padre dell’Antroposofia
era il rappresentante della Società Teosofica in Germania. Max Heindel dopo
essere stato suo discepolo creò il proprio movimento: l’Associazione
Rosacrociana di Oceanside (ARCO).
Per quanto concerne il Lectorium
Rosicrucianum, Jan Van Rijckenborgh, il fondatore, fu discepolo di Max
Heindel.
Non desidero giudicare gli altri movimenti tenendo conto che il
nostro motto è: “La più ampia tolleranza nella più rigorosa
indipendenza“. Invece, la filiazione dell’A.M.O.R.C. è iniziatica. Colui che
è all’origine dell’Ordine moderno della Rosa-Croce ha ricevuto l’iniziazione in
Francia. Possiamo dire che all’inizio del secolo l’Ordine era rappresentato
soprattutto in Europa e poi negli Stati Uniti. Dopo la seconda guerra mondiale è
avvenuta una unificazione di tutte le correnti della Rosa-Croce iniziatica per
formare l’Antico e Mistico Ordine della Rosa-Croce e la messa per iscritto
dell’insegnamento da parte di Spencer Lewis dietro istruzioni dei Rosa-Croce di
Francia e d’Europa. L’Ordine in Italia era presente ancora prima della seconda
guerra mondiale.
Tutto questo per dire che sul piano
puramente storico ci sono tre movimenti: Lectorium, A.R.C.O. e A.M.O.R.C.: due
derivanti da una filiazione teosofica, l’altro da una filiazione iniziatica. Al
di là di tutto, comunque, l’importante non è sapere qual è la sorgente del
fiume, ma se l’acqua che porta è buona per noi. E l’unica possibilità in questo
senso è fare l’esperienza di tale o talaltro movimento. Secondo me il carattere
autentico di una Tradizione è l’apertura, il riconoscimento delle altre vie e il
fatto di insistere sulla necessità di fare un cammino spirituale. Se c’è un
risveglio psichico dell’essere, questo risveglio deve essere legato ad un
risveglio spirituale altrimenti si prende un cammino senza
uscita.
Quanto alla domanda se ci sono dei maestri,
dobbiamo fare una precisazione tra la Tradizione Occidentale e la Tradizione
Orientale.
La Tradizione Orientale, in genere, pone l’accento sul maestro
spirituale o sul guru, vale a dire il capo della scuola circondato dagli allievi
ai quali dà il suo insegnamento. Dopo la morte del guru la scuola ,in genere,
chiude perché era lui l’essenza della scuola.
La Tradizione dell’Occidente si
manifesta sotto una forma impersonale, noi parliamo di catena iniziatica. Il
nostro insegnamento, l’eredità che abbiamo ricevuto dai nostri fratelli e
sorelle di una volta, proviene dai maestri del passato. Tra quei fratelli e
sorelle c’erano dei maestri spirituali, coloro che avevano raggiunto lo stato
Rosacroce o che l’avevano avvicinato.
Ma i due concetti
Orientale e Occidentale, personale e impersonale, si riuniscono nel terzo punto
del triangolo che è il Maestro Interiore. L’Ordine pone l’accento sul Maestro
Interiore e sul fatto che il vero guru è, appunto, quello interiore, il sé.
Dunque esiste un accordo di base. A livello della verità, della realtà profonda,
sia l’uomo d’Occidente che quello d’Oriente, sono uomini di cuore e d’anima, con
lo stesso colore del sangue, con i medesimi sentimenti d’amore,
ecc.
Quale legame, se c’è,
avete con l’Ordine del Tempio?
Su questo punto
posso parlare di quella che è la mia comprensione; non dico sia la verità
assoluta e neanche la verità, ma solo la mia comprensione riguardo
all’argomento.
Secondo me gli Ordini Iniziatici
Tradizionali dell’Occidente, hanno ricevuto una parte dell’eredità dell’Ordine
dei Templari. Posso dire, per esempio, che questa eredità, nell’ambito della
Rosa-Croce, è un’eredità spirituale. Si possono notare, infatti, nella
tradizione tanto orale quanto scritta della Rosa-Croce, dei simboli che
provengono dai Templari. Inoltre, sempre secondo me, l’Ordine dei Templari non
esiste più sul piano storico essoterico ed esoterico dal 1318, anno della morte
del Gran Maestro Jaques de Molay a Parigi. Quindi a questo livello possiamo
affermare che l’Ordine dei Templari aveva compiuto la sua missione terrena. Ma
nel “fiume” della Tradizione Primordiale, i Neoplatonici, i Templari,
come gli Alchimisti, hanno aggiunto la loro ricchezza spirituale alla
Tradizione. A proposito dell’antichità greca, si sa che Pitagora, Platone,
Solone, sono stati iniziati nell’antico Egitto. Quindi c’è sempre una filiazione
con un’origine. Quando osserviamo il percorso del fiume in un dato punto,
l’acqua in quel momento è la sintesi di tutte le acque precedenti. Questa è la
cosa più importante. Dopo, dire che l’Ordine dei Templari esiste ancora è un
discorso nel quale non voglio entrare. Certo non può esistere nello stesso modo
perché risale a più di 600 anni fa. L’uomo ha avuto un’evoluzione sul piano
spirituale. Quando si parla, per esempio, della filiazione con gli Esseni, è
evidente che gli Iniziati d’oggi non vanno per le strade con tuniche bianche
ecc. La Tradizione Iniziatica Esoterica si è sempre adattata ai tempi moderni.
Diciamo che i Templari sono un momento importante della storia della Tradizione
Occidentale in genere.
Come l’A.M.O.R.C.
considera il problema della reincarnazione?
In
poche parole, la dottrina della reincarnazione poggia su tre
punti.
1. Nel corpo fisico dell’uomo si incarna o è incarnato un principio spirituale chiamato anima che si disincarna al momento della morte. Tutte le religioni, le tradizioni e i movimenti che si rifanno alla filosofia spiritualista, si basano su questo concetto. In effetti, se non c’è anima non c’è spiritualità.
2. Lo scopo dell’incarnazione dell’anima è di manifestare la perfezione della sua natura sulla Terra. Dunque lo scopo definito dalla religione, dall’esoterismo, dal misticismo o dalla spiritualità, è che l’uomo è sulla terra per evolvere e manifestare la perfezione.
3. Alcune religioni oggi, dico oggi, affermano che l’incarnazione è unica. Quindi l’uomo per realizzare il suo programma, la sua missione, ha soltanto una vita. Altri dicono che in una vita è impossibile. Vediamo solo a livello personale che per dominare un difetto, come ad esempio la collera, il risentimento o la gelosia, vent’anni non sono sufficienti. Quindi noi diciamo che per raggiungere la perfezione della nostra natura una vita è veramente poco. Se ammettiamo che una vita non è sufficiente, ci sarà una nuova incarnazione, dunque una reincarnazione.
Devo aggiungere che
nell’Ordine della Rosa-Croce, questa dottrina è soltanto evolutiva. Secondo il
nostro insegnamento, si accetti o no, non si può retrocedere ad esempio nel
corpo di una “mucca pazza” perché nella vita precedente siamo stati
completamente matti! Quindi si deve fare la distinzione tra la reincarnazione,
la metempsicosi e la trasmigrazione delle anime.
A questo
va aggiunto che nell’Ordine la dottrina della reincarnazione è proposta, non
imposta, quindi, questo come altri aspetti dell’insegnamento, può anche essere
rifiutato se non condivisibile nella sincerità del proprio
cuore.
Un altro elemento di riflessione sulla
reincarnazione è che le religioni monoteiste dell’Occidente a un dato momento
della loro storia facevano riferimento alla reincarnazione in una parte dei loro
scritti. E si deve ricordare che per quanto concerne la Chiesa cristiana, fu il
Concilio di Costantinopoli, nel 553, a vietare, in qualche modo, l’allusione
alla reincarnazione. I Padri della Chiesa cristiana, come Origene o S. Girolamo,
padre della prima versione ufficiale della Bibbia nel ‘300, parlavano della
reincarnazione. Per citare S. Girolamo, in sostanza egli diceva: “Dobbiamo
riservare la dottrina della reincarnazione alla minoranza perché è preferibile
che la maggioranza creda ai tormenti dell’inferno”. Questo non può essere più
chiaro.
Nei testi sacri come il Corano, si parla della
reincarnazione nel famoso episodio della mucca. Nel Vangelo vi si fa riferimento
nel racconto del nato cieco: i Discepoli chiedono a Gesù se è tale per i suoi
peccati o per i peccati dei suoi genitori. Per commettere il peccato prima della
nascita aveva bisogno di un corpo fisico, ecco quindi il riferimento ad un’altra
incarnazione.
Tutto questo, naturalmente, se si aderisce
ad una filosofia spiritualista. È ovvio, invece, che seguendo una filosofia
materialistica, la coscienza si forma alla nascita e si disintegra alla morte.
Una sinfonia di Beethoven, una poesia, un progetto architettonico, sono soltanto
dei processi chimici. Naturalmente la maggioranza degli uomini non aderisce a
questa dottrina del materialismo. La maggioranza degli uomini e delle donne,
sulla Terra, è per una filosofia di spiritualità.
Quale carattere
economico riveste il vostro movimento, fatto molto importante visto che “gratis
vi è stato dato e gratis darete”.
In questo mondo
materiale non c’è niente di gratuito. Per trasmettere un messaggio via Internet
sarà necessario pagare una tariffa elettrica e una telefonica. Questo cosa
significa? semplicemente che l’Ordine, in quanto associazione, ha bisogno di una
quota per sopravvivere, ma che sul piano tradizionale l’insegnamento è gratuito.
La quota associativa serve unicamente a sostenere le spese di gestione
materiale, l’affitto della sede, la stampa, la posta, ecc. Ci sosteniamo solo
mediante le quote, non ci sarà ad un certo momento dell’affiliazione la proposta
di dare il 50% dello stipendio al guru della setta perché l’Ordine non è una
setta e non vi è alcun guru. Attualmente la quota è 30.000 lire al mese, più o
meno.
Il mondo spirituale ha
viaggiato sempre sui principi che la vostra associazione professa. Gli Esseni,
Gesù Cristo che può essere considerato il primo Rosacroce, Seneca che riesce a
capire che solo con un equilibrio etico si può salvare l’impero romano, hanno
tutti espresso l’importanza di quanto affermate voi. Quindi il vostro movimento
non scopre nulla di nuovo poiché il primo Rosacroce è lo stesso Gesù Cristo. La
mia osservazione, dunque, è che nel mondo spirituale voi non portate niente di
nuovo.
Prima di tutto non facciamo un recupero
delle personalità spirituali dicendo Gesù Cristo era Rosacroce, Lao-Tzè era
Rosacroce, Krisna era Rosacroce ecc. Rosacroce, nella nostra terminologia, è lo
stato d’illuminazione. Dire Rosacroce è come dire Illuminato. In tal senso si
può affermare che Gesù Cristo era illuminato o che Buddha era illuminato. Questo
è un fatto storico. Gesù Cristo, come la Verità, non è proprietà di nessuno.
Eraclito diceva che “non c’è nulla di nuovo sotto il sole”. Noi non affermiamo
di portare un nuovo messaggio. Neanche Gesù Cristo ha detto questo. Noi
insistiamo soltanto sulla necessità di vivere pienamente la spiritualità tramite
una via particolare. La cosa più importante non è parlare dell’Oriente,
dell’Occidente, di questo o di quel personaggio; la cosa principale per la
nostra evoluzione spirituale è di scegliere un cammino individuale o collettivo,
tenendo conto che anche il cammino collettivo è sempre individuale. La
Rosa-Croce può, quanto un altro cammino, permettere a qualcuno di realizzare,
mediante i suoi strumenti, l’insegnamento e l’iniziazione, la propria dimensione
interiore. Ma nessun cammino rivela un aspetto nuovo dell’uomo, insiste soltanto
sulla sua dimensione reale, perché all’inizio tutto è stato già fatto. L’Alfa e
l’Omega.
Come l’Ordine valuta
la spiritualità iniziale di una persona che vuole cominciare questo
cammino?
Nessuno valuterà il vostro livello. L’unico che
potrà farlo è il vostro io interiore. La caratteristica di una fratellanza
esoterica è di considerare tutti i suoi membri uguali sul piano dell’essenza,
dell’anima, dell’essere interiore. Ad esempio, quando s’incontra un membro del
Giappone, dell’America o dell’India, l’unica parola che abbiamo è Frater
(Fratello) per parlare tra noi, poiché questo è il riconoscimento della
fratellanza rosacrociana e, al di là di questa, della fratellanza umana. Quindi
nessuno nell’Ordine andrà a giudicare. Invece in certi momenti dell’insegnamento
c’è la possibilità di fare un esame personale per valutare la propria
comprensione e dunque vedere i punti deboli per ritornare a studiarli. Inoltre
offre la possibilità di incontrare altri membri nelle Logge per uno scambio di
comprensione dando così l’opportunità di correggere un falso punto di vista in
rapporto a una certa conoscenza esoterica. C’è quindi sempre la possibilità di
avere un consiglio o ricevere un altro punto di vista e poi, tornati a casa,
arrivare alla propria conclusione.
Il significato
religioso di Illuminazione è diverso dal vostro?
La
spiritualità può esprimersi sia mediante una via di credenza, come la religione,
sia per mezzo di una via di conoscenza, come una via iniziatica o mistica. La
parola illuminazione, per noi, ha soprattutto un senso di risveglio interiore,
di presa di coscienza della nostra natura profonda, della nostra coscienza
interiore, del nostro io reale profondo. Per noi ha soprattutto una connotazione
simbolica e allegorica. Come il sole rischiara tutta la creazione, così la
conoscenza, la saggezza iniziatica ha per scopo fondamentale di risvegliare,
illuminare, rischiarare l’essere umano. Quindi, colui che è illuminato da questa
conoscenza, raggiunge lo stato d’Illuminato, se preferite di realizzato.
L’Illuminazione ha dunque un significato iniziatico e mistico, non religioso.
Anche se ho parlato del Buddismo, qualcuno dirà che il Buddismo non è una
religione, ma piuttosto una filosofia. È vero anche che si potrebbe fare un
paragone fra lo stato interiore d’Illuminazione del Rosa-Croce con quello, ad
esempio, del Bodhisattva della tradizione del Buddismo tibetano. Illuminazione
per noi, essere illuminato dunque, è raggiungere lo stato dell’anima, la
fusione, le nozze chimiche, il matrimonio tra l’uomo e la sua anima. Non c’è
alcuna connotazione religiosa.
Dite di non essere una
religione, però usate il termine anima che si rifà alla religione. Che
differenze ci sono allora?
In genere quando si
parla dell’anima, della spiritualità, del rituale, non dell’iniziazione, ma del
rituale, si pensa subito: religione. Tuttavia si deve comprendere bene che la
spiritualità non è rappresentata unicamente dalla religione. Infatti, la
religione è una via di credenza che poggia principalmente su una chiesa, su
dogmi, sulla dottrina rivelata dal fondatore, da colui che è all’origine di tale
religione, mentre la via iniziatica è una via di conoscenza dove non ci sono
dogmi e nemmeno alcun intermediario tra l’uomo e la causa iniziale, o tra l’uomo
e la sua parte interiore. Questa parte interiore, questa coscienza interiore,
abbiamo proposto di chiamarla anima, ma si può anche chiamarla coscienza
interiore, coscienza spirituale o coscienza cosmica ad un certo livello di
comprensione.
Come ha detto Teilhard de Chardin, tutte le
cose che si elevano convergono. È evidente che anche la religione tratta di
spiritualità. Quindi è evidente che ad un certo livello di coscienza i punti di
vista mistico e religioso possono essere uguali, identici. Soltanto che mentre
lo scopo fondamentale della via iniziatica è di conoscere se stesso, quello
della religione è di dare delle risposte sull’origine dell’universo, sulla
natura di Dio e di preparare la salvezza. L’obiettivo della via iniziatica è di
proporre una via di conoscenza e di saggezza e non soltanto di dare un senso
alla spiritualità, ma anche di capirsi a livello mentale, comprendere qual è la
relazione tra gli esseri viventi e l’universo, dare un senso alla vita e a tutti
gli aspetti dell’essere. In qualche modo, quindi, il misticismo è un ponte tra
la scienza e la religione.
Ho sentito che fate
molto uso del concetto di mistica, misticismo, tant’è che entra anche nella
sigla che vi definisce. Senz’altro, come lei saprà, mistica ha la stessa radice
di mistero. Pertanto mi viene da pensare che dietro la vostra associazione,
sullo sfondo della vostra ricerca, ci sia un tentativo di definire, o chiarire,
di scavare qualcosa che non è del tutto chiaro. Coincide o mi sbaglio?
Senz’altro ci sarà stato uno sviluppo e quindi un ampliamento delle conoscenze,
un adattamento nei secoli, ma non possiamo confondere le intenzioni di due, tre
o cinquemila anni fa con quelle di adesso, oppure non è così? E c’è una noce, un
nocciolo dall’inizio della ricerca che si è perfezionato
sinora?
Nella parola misticismo si ritrova
l’allusione alle scuole di misteri dell’antichità. Nell’antico Egitto si parla
dei misteri di Osiride e di Iside, e diciamo semplicemente che gli iniziati di
allora, come di oggi, studiavano i misteri della vita, della morte e
dell’universo. Dunque il loro scopo era di capire e approfondire lo studio e la
conoscenza delle leggi che operano a livello tanto del microcosmo quanto del
macrocosmo. L’etimologia della parola fa riferimento direttamente alla parola
iniziazione, poiché i mistici dell’antica Grecia erano gli iniziati. Quindi si
potrebbe dire che il misticismo è la scienza dei misteri, tenendo conto che i
misteri sono le leggi che operano nella creazione che man mano l’uomo ha cercato
di scoprire.
Da un altro punto di vista, il misticismo è
in qualche modo un’arte di vita, l’arte di integrare progressivamente una
conoscenza graduale nella saggezza. Passare dal sapere alla conoscenza tramite
un’esperienza vivente.
Infine, altro aspetto, il
misticismo è una scienza iniziatica. Il mistico è un ricercatore che tenta sia
di capire la creazione a livello visibile, sia di dare senso all’esistenza di
una parte spirituale o di una coscienza interiore. Il mistico Rosacrociano è
qualcuno che ha il senso della realtà e che ha certamente la testa tra le
stelle, ma anche i piedi ben piantati per terra! Questo spiega perché il nostro
insegnamento tratta della fisica, della cultura o della biologia, per arrivare
alla metafisica e all’essenza della spiritualità. Essendo l’uomo materia e
anima, essenza e fenomeno, non dobbiamo per capirlo dividerlo in differenti
parti senza legame tra loro, ma studiarlo nella sua integrità, nella sua
globalità. L’essenza del misticismo è dare un senso all’esistenza terrena
provando a rispondere alle domande “Chi sono?”, “Da dove vengo?”, “Perché sono
qui?”, “Dove andrò?”
Un nocciòlo di principi che si
è trasmesso nei secoli? Certamente, ma devo aggiungere e ricordare che
l’insegnamento della Rosa-Croce non si è cristallizzato 3000 anni fa. Quando si
parla di una via iniziatica e della tradizione in generale, si deve capire che
l’immagine migliore che possiamo prendere è quella di un fiume. L’acqua che
vediamo oggi ha per sorgente e origine l’acqua di tremila anni fa. Ma durante i
secoli questo fiume ha ricevuto l’arricchimento di piccoli altri fiumi e dunque
dell’acqua di coloro che hanno lavorato su se stessi. Nella struttura, nella
natura degli insegnamenti Rosacroce, si trova anche un’origine greca o egizia,
ma c’è anche l’aiuto degli alchimisti del medioevo, dei pensatori del
rinascimento e di tutti coloro che nei secoli hanno portato la propria
esperienza interiore.
Leggendo il libro
dell’A.M.O.R.C. “L’Ordine in domande”, ho trovato, se non ho capito male, che si
può vivere senza sofferenza.
Quella risposta ha un
senso globale legato alla filosofia dell’Ordine. L’uomo, come l’iniziato, non
può sottrarsi alle prove dell’esistenza, dunque al dolore, alla sofferenza
morale o fisica. Il valore della conoscenza, in rapporto all’ignoranza, è di
poter dare un senso alla sofferenza e sminuirla recando così sollievo all’uomo.
Spesso la sofferenza morale risulta dalla violazione cosciente o incosciente
dell’etica. Il nostro pensiero negativo genera altri pensieri negativi, figli
del primo, e la sofferenza morale che ne risulterà sarà molto grande. Quando la
sofferenza nasce sullo schermo della nostra coscienza interiore, conoscendo
l’alchimia spirituale, cioè il metodo di trasmutare il pensiero negativo in
pensiero positivo, si potrà farla sparire più velocemente.
Per la sofferenza
fisica è la stessa cosa. Spesso l’uomo paga il prezzo dei suoi errori a livello
dell’alimentazione e anche del pensiero; poiché non invento nulla, anche la
medicina d’oggi riconosce che la maggior parte delle malattie ha un’origine
psicosomatica. Dunque la conoscenza che ha un valore liberatore permette non
tanto di eliminare tutte le sofferenze, perché anche l’uomo iniziato o un
Maestro può provare il dolore, la compassione, una sofferenza in relazione
all’errore di un altro, in relazione alla sofferenza di un altro. Lo scopo non è
di divenire qualcuno senza alcuna reazione in rapporto alla sofferenza altrui,
ma di acquisire una conoscenza utile sia a se stesso, sia all’altro, sia
all’umanità intera. La conoscenza di se stesso, quindi, permette di sminuire,
ridurre e qualche volta evitare la sofferenza.
Rispetto alla morte, è
evidente, come ha detto Montaigne, che filosofare è imparare a morire. La morte
è l’ultimo senso della vita e il fatto di fare della morte una nostra amica
durante la vita permette di vivere pienamente questo passaggio. Per noi
Rosacrociani la morte è una transizione, una metamorfosi dell’essere. Non è un
passaggio al nulla, ma un passaggio ad un’altra esistenza, e la vita ha per
scopo di preparare questa grande iniziazione, questa grande trasformazione
dell’essere. Invece chi non ha alcun ideale, alcuna conoscenza di se stesso,
vive la morte come qualcosa di terribile senza alcun senso. Ed è molto
interessante, per noi Rosacrociani, vedere che la scienza attuale comincia a
scoprire e ad affermare le stesse cose sostenute dai mistici dell’antica Grecia,
dell’antico Egitto con il libro dei morti egiziano o dell’Oriente con il Bardo
Todol, circa i passaggi successivi che vive l’anima al momento della morte. Il
fatto di vivere la spiritualità, quindi, dà un maggior senso alla morte e
soprattutto alla vita quotidiana.
E i rapporti con la
New Age?
New Age è un movimento, un epifenomeno che
in genere si accontenta soltanto di prendere taluni elementi della conoscenza
tradizionale per creare il proprio sistema. Si prende un po’ di conoscenza degli
Indiani d’America, un po’ degli Aborigeni dell’Australia o un po’ della
Rosa-Croce, si mescola tutto e si crea una scuola New Age. Dunque la New Age è
un movimento superficiale, che si appoggia sulle conoscenze del passato od
odierne trasmesse dalla Tradizione. Quando parla della visualizzazione o della
conoscenza dei sogni, non ha inventato niente, perché della conoscenza dei
sogni, del magnetismo curativo se ne parlava già nel ‘600. Dunque la New Age è
ad immagine della società del consumismo. Fa il consumismo dell’esoterismo. Si
pensa che con qualche libro, con qualche insegnamento, si possa realizzare la
propria natura spirituale, dimenticando che l’unica possibilità di trasformarsi
è di lavorare su se stessi. Senza pazienza, senza coraggio, non c’è possibilità
di trasformazione. Tutto il resto è illusione. La New Age può essere
interessante per introdurre ad una ricerca di verità. Ma ad un certo momento
colui che ricerca dovrà fare la scelta di un vero cammino iniziatico o
tradizionale. Fortunatamente ce ne sono diversi. Non diciamo che c’è soltanto la
Rosa-Croce. Ci sono altri movimenti, ma è essenziale per il ricercatore trovare
la propria via.
Come membro dei
Rosa-Croce, che cosa si scopre di sé? Che cosa dà? Quali benefici si ricavano
dopo anni di tale esperienza? Che cosa si riesce ad individuare di sé o di
quanto ci circonda?
Questa domanda è fondamentale.
Che cosa può offrire una Tradizione come quella Rosa-Croce? Gli scopi e i
benefici dell’Ordine sono sia individuali sia collettivi.
Sul piano individuale insegna a trovare in sé stesso risposte a domande di
ordine materiale, emozionale ed anche metafisico. L’Ordine trasmette una
conoscenza utile sul piano fisiologico, su come mantenere una certa qualità del
pensiero per beneficiare dell’armonia e quindi del benessere sui piani fisico,
psichico, emozionale e spirituale. Dà la capacità di comprendere l’importanza
della tolleranza, della pratica delle virtù fondamentali che fanno parte
dell’eredità umana, dei valori universali come la generosità, la volontà di
comunicare con l’altro al dil à delle frontiere, dei confini di razza, cultura o
religione poiché l’uomo è sempre l’uomo. Egli per noi è un fratello e la donna
una sorella. Permette anche di conoscere meglio le facoltà latenti, come
l’intuito o la telepatia. Offre l’opportunità di aprire la coscienza interiore
tramite la pratica della meditazione. Dà un senso nuovo alla preghiera in quanto
la meditazione e la preghiera sono i pilastri della spiritualità. Tutte le
tradizioni del passato, di oggi e di domani, poggiano e poggeranno sulla
meditazione e sulla preghiera per risvegliare l’essere
spirituale.
Sul piano collettivo troviamo un grande
conforto nell’unità e nell’armonia, nel senso che abbiamo coscienza di far parte
di una grande fratellanza mondiale, della fratellanza umana; punto questo molto
importante, poiché secondo noi la finalità della Tradizione Rosa-Croce è di
comunicare degli strumenti di conoscenza non solo per il nostro bene, ma
soprattutto per servire l’umanità, per trasmettere questo amore, questa pace al
di là di noi. Quindi per noi la Tradizione Rosa-Croce è uno strumento di pace. È
anche una via di risveglio spirituale nella libertà, cioè nella coscienza delle
proprie responsabilità. È una via per trovare l’armonia del corpo, del cuore e
dell’anima e dunque per acquisire una certa pace dell’essere che nella
Tradizione Rosa-Croce si chiama Pace Profonda.
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