FENOMENOLOGIA DELLA COSCIENZA MODERNA
Grazie di avermi dato l’opportunità di essere qui questa sera in mezzo a voi.
La mia sarà una conversazione fraterna, portata avanti cioè con tutto
l’entusiasmo, ma anche con tutti Ì limiti che il termine lascia intendere. Essa
vuole rappresentare più che altro un tentativo di capire ed interpretare alcuni
aspetti della realtà sociale odierna in uno spirito di libertà e di apertura completa.
In questo spirito infatti penso che non vi sia nulla che non possa essere detto,
nulla che non possa essere ascoltato, C’è piuttosto il dovere di non isolarsi in un
mondo staccato e rarefatto, aprendosi insieme con genuino interesse alla effettiva
realtà del contesto sociale in cui viviamo.
Non vi è dubbio infatti che molti aspetti dell’attuale contesto sociale
pongano pressanti e nuovi interrogativi. Per 2000 anni l’aspetto generale del
mondo e delle attività umane è apparso statico, caratterizzato da mutamenti
sorprendentemente irrilevanti. L’orizzonte appariva sempre uguale, tanto che gli
uomini non avevano completa coscienza né del procedere della storia, né dei
mutamenti già intervenuti o prossimi a compiersi. La loro concezione del mondo e
del tempo era essenzialmente statica, o al massimo ciclica in termini di quello che
i Greci chiamavano «l’eterno ritorno», La vita delle generazioni successive si
muoveva su di una scena che era fondamentalmente la stessa.
Oggi i mutamenti divengono tanto frequenti da essere percepiti ad occhio
nudo. L’aspetto del mondo e le attività degli uomini si sono trasformate nello
spazio di pochi anni in misura maggiore di quanto non fosse avvenuto prima nello
spazio di millenni. Le caratteristiche stesse di ansietà della vita moderna mettono
in luce non solo mutamenti sociali ma anche diverse tendenze della mentalità
comune.
Occorre naturalmente precisare che non si tratta tanto dì un mutamento
repentino quanto di una presa di coscienza piuttosto improvvisa della nuova
realtà. Non si tratta tanto di fenomeni nuovi, che abbiano fatto irruzione
all’improvviso nel mondo. Tutto quanto di nuovo notiamo intorno a noi appare ad
una indagine più approfondita preparato e portato avanti da avvenimenti
verificatisi in precedenza e non ancora maturati nella coscienza dell’uomo.
Analizzando bene troviamo sempre il presente nel passato, poiché quanto è
stato scoperto dal 1940 in poi mette semplicemente in maggiore risalto la grande
importanza del nuovo indirizzo che il mondo prese tre secoli or sono ai tempi della
rivoluzione scientifica.
Possiamo tuttavia facilmente comprendere come i nostri predecessori
avessero minore coscienza di noi del dinamismo sociale e come tante
sovrastrutture mascherassero spesso il vero corso degli avvenimenti. Le nostre
origini antiche avevano propaggini così profonde ed erano cosi radicate in ogni
aspetto del nostro pensiero, che furono necessari secoli di pressioni e di lotte e
quasi un conflitto tra diverse civiltà prima che si accettasse a pieno il fatto che le
fondamenta della nostra storia moderna erano da tempo mutate. L’idea di una
società che muta continuamente e porta ad un futuro sempre rinnovato non era
concepibile in passato. Così per secoli gli uomini hanno. creduto in una. cultura
chiusa, hanno pensato, che le possibilità umane fossero limitate e all’orizzonte.
come meta ultima vedevano solo la saggezza degli antichi, quasi non si potesse far
altro che sperare .di divenire saggi come essi erano stati.
Ma oggi, fattosi il dinamismo sociale più evidente, abbiamo bisogno di una
più chiara ed approfondita coscienza del mondo moderno e dei suoi problemi.
Tutto ciò in una atmosfera di libertà e di apertura complete. E, se. questo vale per
l’uomo della strada, tanto più vale per , una istituzione come la nostra, che si è
sempre proposta di cercare la verità e la luce e di portarle nel mondo.
Ecco perché questa sera ho. scelto di guardare alcuni fenomeni che si
presentano come essenzialmente caratteristici dell’evoluzione della coscienza del
nostro tempo. Ho scelto il termine «coscienza» e non termini, più tradizionali
come «spiritualità» o «religione» per evitare possibili incomprensioni e
fraintendimenti. Può darsi che nell’esprimermi usi la parola religione, tuttavia
vorrei già chiarire fin d’ora che intendo per religione un attributo universale della
condizione umana in una visione che cerca di superare i. particolarismi
confessionali e si inserisce in uno sforzo di sintesi e di riunificazione. Gli
aspetti, caratteristici della coscienza dell’uomo d’oggi sono indubbiamente difficili
a definirsi e ad analizzarsi Benché si sia generalmente convinti che qualcosa di
nuovo è accaduto nella società contemporanea, quasi universalmente si parla di
progressiva decadenza dell’uomo che avrebbe perso ogni slancio spirituale e
sarebbe divenuto ; incapace di sentire il valore di ciò che lo trascende.
È lecita questa affermazione? Penso di no. Penso piuttosto che sia in atto
una drammatica trasformazione delle radici stesse della spiritualità umana, penso
che stiamo, vivendo una esperienza a dimensioni mondiali anche se abbiamo solo
una sensazione del fenomeno e sentiamo una spaventosa mancanza di dati.
Certo due fenomeni hanno assunto caratteristiche di particolare evidenza
rispetto ai secoli precedenti: la secolarizzazione e l’ateismo così; si può parlarne,
come di climi culturali diffusi e nettamente prevalenti in vari settori della nostra
società. Si tratta, da un punto di vista sociologico di un fenomeno completamente
nuovo. E di questo fenomeno vorrei tentare, questa sera una analisi.
‘Quando parliamo di secolarizzazione e di ateismo come caratteristiche delle
coscienze della nostra epoca, una intera schiera di problemi si affaccia alla nostra
mente.
Possiamo, per iniziare, ammettere che entrambi i fenomeni —
secolarizzazione ed ateismo — sono più accentuati oggi di quanto non lo siano
stati in qualsiasi altra epoca della storia umana. Sottolineiamo inoltre che esiste
una interazione dinamica tra questi due fenomeni così che essi reciprocamente si
influenzano.
Ma che cosa è la secolarizzazione? Possiamo darne una definizione
operativa: secolarizzazione è un processo di distacco della società e della cultura
dall’influsso sia di specifiche istituzioni religiose sia dell’influsso del sacro in
qualsiasi manifestazione. Questa definizione prende in considerazione due aspetti
della secolarizzazione:
-— l’aspetto soggettivo: relativo alla persona singola e al suo sviluppo
in un credente autonomo;
— l’aspetto oggettivo: relativo alle strutture sociali per quel tanto che
sono disgiunte dal sacro e situate in sfere autonome.
Questa distinzione è utile per individuare più accuratamente Ie origini della
secolarizzazione. Nel ricercare queste origini è possibile distinguere tre fattori
fondamentali:
— pluralismo ideologico: la prevalenza cioè del concetto di libertà di
opinione nella nostra società, là cui aspirazione non è più il
raggiungimento di un consenso totale sui valori di fondo, ma la
tolleranza della diversità, l’accettazione di valori culturali e di
comportamenti competitivi;
— accresciuta esigenza di razionalità: risultato del progresso
tecnologico e dell’abitudine a decidere sui mezzi da impiegare in
termini dei fini da raggiungere;
— processo di industrializzazione e urbanizzazione che ha trasformato,
lo stile di vita degli uomini in una inquietudine complessa,
sofisticata, anonima.
La secolarizzazione è dunque un fenomeno tutto particolare che non può
essere semplicemente identificato con l’ateismo ma è molto più complesso e
diffuso, anche se tra i due fenomeni si sono potuti individuare rapporti.
Già come tendenza storica ogni espressione di radicalismo socioculturale è
sempre stata interpretata come proclive all’ateismo, alla negazione cioè delle
credenze religiose dominanti in uria data cultura. Si veda, ad esempio l’accusa
lanciata a Socrate dagli Ateniesi perché stimolava atteggiamenti critici di pensiero
nei giovani.
Tuttavia la secolarizzazione non implica il rifiuto di ogni religiosità per il
semplice fatto di consistere in una separazione dal sacro.
Essa può senz’altro condurre all’abbandono di una data religione nella
misura in cui una visione religiosa sia compenetrata nelle componenti culturali di
una data, società, la quale sia sottoposta a trasformazioni profonde.
La secolarizzazione non può però dirsi causa diretta dell’ateismo, anche se
può contribuire alla sua diffusione.
A questo proposito diviene necessario specificare meglio le interrelazioni
tra secolarizzazione ed ateismo, ma per farlo occorre distinguere tra vari tipi di
ateismo. Abbiamo infatti:
— l’ateismo ideologico, che è una scelta e und convinzione autonomamente
acquisite;
— l’ateismo culturale, che è l’abbandono della religione concomitante alla
obsolescenza di una cultura che sia vitalmente compenetrata dalla
religione stessa;
— l’ateismo sociologico, che è funzione dell’ambiente sociale;
— l’ateismo di protesta, che è provocato dall’espressione di protesta
individuale e sociale a mezzo di atteggiamenti ateistici,
Queste tre ultime forme di ateismo non sono, se le si analizza attentamente, vero e
proprio ateismo. Infatti alcuni sociologi usano a questo proposito il termine di pseudo-miscredenza.
Tra queste forme di pseudo-miscredenza e la generale tendenza alla
secolarizzazione intercorrono nessi molto complessi,
Può darsi, come abbiamo già detto, che si tratti di continuità e che la
secolarizzazione porti all’ateismo, ma può anche darsi (e questo aspetto del fenomeno va
sottolineato con forza) che si tratti di discontinuità o persino di opposizione.
Infatti se un contesto sociale pluralistico e nazionale può essere terreno fertile
per l’ateismo, esso può però anche favorire una religiosità più adulta e personale,
responsabile e cosciente.
L’uomo, d’oggi, dopo la rivoluzione scientifica, ha acquisito una capacità nuova
di conoscenza dei fenomeni esterni e di loro definizione. Egli sa dominare (almeno in
parte) la sensazione di insicurezza che in passato lo aveva fatto ricorrere a pratiche
religiose o magiche. Anche nella sfera dei valori agisce con maggiore razionalità, trova
il coraggio di uscire dalla relativa sicurezza di sistemi religiosi tradizionali, di tirarsi
fuori da schemi fissi di vita, di impegnarsi a realizzare se stesso in un’azione
consapevole ed autonoma nel mondo, Ed è qui in questo impegno creativo, che l’uomo secolarizzato può nuovamente incontrare il sacro.
La secolarizzazione dunque presenta una ambivalenza rispetto alle due posizioni
di credenza e di non credenza (o ateismo) ed è questo un fatto importante, quello che
costituisce l’elemento di novità delle coscienze moderne.
Storicamente i mondi della credenza e della non credenza hanno sempre teso ad
assumere identità nettamente distinte. Essi sono stati considerati in termini di contrasto, di opposizione irriducibile e non c’è mai stata alcuna possibilità dì dialogo.
Ma con il pluralismo e la sua penetrazione in ogni aspetto della vita sociale,
qualsiasi forma di estremismo può essere mantenuta solo al prezzo della marginalità
sulla scena sociale.
Il contesto sociale odierno offre una opportunità senza precedenti di dialogo
significante. Avviato il dialogo, vaste aree di interessi comuni possono essere messe in risalto: valori, presupposti, condizioni.
Quale è il terreno di incontro, quali interessi possono formare il linguaggio
comune per il dialogo? Indichiamo:
— la capacità del pluralismo di attutire i contrasti e di armonizzare le
contrapposizioni più radicali;
— la tendenza a favorire una maturazione indipendente della persona umana
e il peso crescente delle scelte personali che vengono trasferite dal
livello istituzionale a quello individuale;
— l’interesse comune per la realtà e le esigenze essenziali di individui e
gruppi;
— la disponibilità di simboli e di linguaggi comuni, capaci di permettere di
comunicare con il numero più grande possibile di persone. Indichiamo
come esempio di questa omogeneità culturale il linguaggio simbolico
comune a tutti gli scienziati).
Tutte queste condizioni creano una comune disponibilità a riconoscere ciò che si
ha in comune piuttosto che ciò che divide.
Questo nuovo atteggiamento è indice di crescita, è premessa di un processo di
maturazione. Si nota infatti una rivalutazione globale di tutto ciò che può portare al
rinnovamento e al miglioramento. La ricerca della verità sta divenendo una impresa
comune così come la ricerca della prosperità sociale.
Forse il compito che ci aspetta è proprio quello di favorire un superamento della
tradizionale distinzione tra credenti e non credenti, così ci accorgeremo della infinita
varietà degli esseri umani.
ll mondo dei giovani, ad esempio, non insegue soltanto il benessere materiale, non
va esso forse anche alla ricerca di qualcosa che superi la realtà quale è diffusa dai mezzi di comunicazione di massa o quale la si apprende dalle generazioni precedenti, i’li vediamo interessarsi di astrologia, di religioni orientali, esplorare certi tipi di droghe.
Essi cercano in modo confuso il trascendente oltre al naturale, oltre al socialmente e
culturalmente definito, Il dialogo con il mondo secolarizzato può dunque continuare. La secolarizzazione non è intrinsecamente negativa, essa significa piuttosto la scomparsa di una visione più o meno mitica dell’universo.
Occorre operare perché fa secolarizzazione non scivoli necessariamente
nell’ateismo, ma sviluppi le sue potenzialità positive. Non è vero che la razionalità che
si accompagna alla secolarizzazione debba essere necessariamente un fattore limitativo, che la scienza sia esclusivamente qualcosa di arido. Infatti l’universo che è fonte di conoscenza scientifica resta pur sempre punto di partenza di conoscenza metafisica e poetica,
Quando Borman rimise piede sulla terra, guardò la luna e disse che era stupenda,
in quel momento evidentemente essa gli appariva come oggetto di bellezza e non
semplicemente come oggetto di conoscenza scientifica. Tutti ì grandi fisici del nostro
tempo, del resto, da Einstein a Plank a Bohr sono stati profondamente attenti alle
implicazioni epistemologiche delle loro scoperte e dei loro metodi.
Non ‘solo è possibile nell’ambito del mondo secolarizzato ricuperare un contatto
tra conoscenza scientifica e conoscenza metafisica, ma è anche possibile ricuperare un contatto tra razionalità e spiritualità.
Uno degli aspetti essenziali del mondo d’oggi. strettamente legato alla
secolarizzazione è la consapevolezza dell’uomo moderno di avere raggiunto la
maggiore età? Non esiste più il «fatum», per la prima volta nella stia storia l’uomo
è consapevole del fatto che egli non è più necessariamente una’ vittima del fato
cosmico o della necessità sociologica.
Si tratta di un mutamento che l’uomo investe la consapevolezza profonda che ha di se stesso. L’uomo sente di essere maggiormente capace di dominare le energie del cosmo. Ma questo non è tutto, vi sono altri compiti che lo attendono, vi sono le ingiustizie sociali, le sofferenze umane e su questo terreno può avvenire l’incontro con quelle verità supreme, che formano la sfera del sacro o, come alcuni sociologi amano dire, l’elemento «serio» dell’esistenza. L’uomo d’oggi sta riscoprendo in maniera autonoma la necessità di un riferimento ultimo, in mancanza del quale la sua libertà, le sue conquiste intellettuali possono, solo portare all’autodistruzione, all’anarchia. Questo è infatti il pericolo. Se l’uomo d’oggi si limita ad essere soltanto l’uomo dell’azione sociale o comunitaria, vale a dire se non riesce ad essere anche l’uomo dello spirito, se non riesce ad impegnarsi creativamente al servizio di qualcosa che lo supera, finirà per mutilare tutta la cultura, privando se stesso di; una fonte essenziale che costituisce la sua grandezza e la sua nobiltà.
La religione oggi ‘può essere qualcosa di diverso, dall’oppio dei popoli. Venti anni fa uri marxista apriva la bibbia e diceva «mitologia», oggi, se l’apre, vi trova la domanda «dov’è tuo fratello Abele?». Quindi è errore pensare che la credenza sia con la chiesa (qualsiasi chiesa, qualsiasi dogma) e la non credenza sia con il mondo.
La credenza è presente nel mondo, l’uomo d’oggi deve realizzare la sua vita di persona completa, non di persona che vive soltanto in un mondo di idee. Definiamo allora la secolarizzazione come «moderna espressione dei pensieri più profondi»,
Dobbiamo quindi avere un dialogo continuo con noi stessi. Ciò fa emergere le idee e da loro un Volto. E quello che era una parola, diviene una Voce nostra, umana. Ed è così che si incomincia a cercare la verità: nel nostro tempio interiore, nella parte più sconosciuta di noi; dove non sempre abbiamo l’umiltà di discutere.
BEM