450 E L’OROLOGIO
450 grammi di carne, ad esempio di filetto, possono valere sulle 32.000 lire. Questo è il peso di un feto immaturo di cinque mesi con elevate probabilità, nel caso di sopravvivenza, di restare handicappato, che è stato prelevato da un utero materno per farlo, si fa per dire, vivere in una incubatrice sino al momento di una presunta vita autonoma.
Questa forma di vita ha un riscontro omomorfo in un’altra città, quasi una clonazione.
Entrambi questi esseri sopravvivono e, superato il periodo di prognosi, sono trasferiti dall’ospedale alle proprie case dove si trovano in condizioni ambientali totalmente opposte.
Entrambi, pur avendo superato l’anno di età, continuano a vivere ma piangono in continuazione creando scompensi psicologici nelle rispettive famiglie.
Due i casi. Una madre, forte di un sostegno religioso, accetta la prova, certamente con angoscia che comunque non viene a galla in modo palese, mostrando una stupefacente serenità.
Un’altra, con il marito, non riesce fisicamente a sopportare un tale stato di fatto e solleva inquietanti interrogativi sull’etica e sulla deontologia medica nei confronti dell’accanimento terapeutico.
Questi i casi che sono stati presentati dai mass media.
Continuano a vivere. Ma quale differenza c’è tra la vita e quello che noi chiamiamo vita?
Cosa è la vita? Non riusciamo a distinguere tra la nostra vita e la vita di un sasso, Per noi la vita è legata al movimento e perciò noi diciamo che una pianta vive, che un animale vive, che un uomo vive perché tutti questi si muovono. Anche le piante, in fondo crescono, e pertanto quasi si muovono.
Quando un uomo o un animale è ucciso non si muove più, quando la pianta viene tagliata non cresce più e pertanto non vivono più, sono, come suol dirsi, morti.
Il sasso, salvo la presenza di un terremoto o dell’acqua di un torrente, non si muove e quindi non vive.
La vita è movimento – è vero! – quindi anche il sasso. che non si muove, è vivo. E’ vivo come lo è il nostro corpo fisico, perché anche lui è composto di atomi, all’interno dei quali c’è del moto almeno sino al raggiungimento dello zero assoluto.
Lo zero assoluto, non raggiungibile, è l’assenza di moto: potrebbe essere anche la raffigurazione di Dio. Nulla si muove, Non c’è tempo, non c’è spazio. C’è il nulla e c’è il tutto.
Quello che noi intendiamo per vita è in realtà un’altra cosa. E’ un filo. La morte recide il filo.
Quale? Quello che lega il corpo fisico all’anima. Il corpo ritorna a vivere come sasso, e l’anima continua a vivere legata al corpo astrale. Quando l’anima avrà perso tutti suoi metalli sarà una cosa unica con lo spirito e non avrà più necessità di vivere.
Il me si è annullato e si è identificato nel sé.
Perché i due feti hanno continuato a vivere? Chi li ha costretti a continuare a vivere quando sarebbe stato molto più semplice lasciare che la natura facesse il suo corso?
Abbiamo la brutta abitudine di scaricare addosso al buon Dio tutto quello che capita convinti che questo sia un atto di amore. Siamo talmente bravi a fare per conto nostro delle stupidaggini che non è il caso di disturbare sempre il Grande Architetto.
E allora? Entra in gioco l’orologio.
Quanto segue ha soltanto valore se si ipotizza credibile la teoria delle reincarnazioni, Se fosse vera non sarebbe da escludere che la mia deità, come quella degli altri, si fosse creato un “programma” di esperienze da vivere in vite successive.
Le ipotesi più banali sono sovente quelle che poi vengono confortate dai fatti.
Ne faccio una di queste, per la quale non vi è riscontro di fatti, ma che può aiutare ad intuire la logica recondita di tante presunte contraddizioni.
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Se quanto detto prima, relativamente alla reincarnazione, fosse vero, potrebbe darsi che entrambi i feti si fossero scelti quel tipo di esperienza e che le loro madri e i loro medici ed io che vi parlo e voi che mi ascoltate stessimo realizzando un nostro tipo di esperienza che ci compenetra l’uno con l’altro, avendo allora accettato consapevolmente, oggi inconsapevoli, di fare parte tutti, come rotelline, di quell’enorme, imponderabile e stupendo orologio cosmico collegato da fili metafisici a quella campana che, quando suona, suona anche per te.
A.G.D.G.A.D.U.
TAVOLA DEL FR.’. E. S.