PROPOSTA DI LAVORO

PROPOSTA DI LAVORO

Venerabili Maestri, Fratelli tutti di ogni Dignità e Grado

la Tavola che sto per leggervi ha il solo fine di illustrare il Lavoro che la R..L.. Pedemontana si è proposto di svolgere nell’Anno Massonico che sta scorrendo , ma anche quello di chiedere, a voi tutti Fratelli della altre Logge che ci onorate della vostra presenza, un commento ed una discussione di questo lavoro. La tavola, quindi, cercherà di essere breve per lasciare tempo alla discussione successiva.

Anzitutto, il tipo di argomenti che abbiamo scelto come tema costante dei nostri lavori – senza esclusione, è ovvio, di altri argomenti contingenti – . Ci siamo rifatti alla Tradizione Massonica, così perfettamente espressa nel suo Rituale. In esso ci sono alcuni punti che non lasciano alcun dubbio sullo scopo fondamentale del nostro Ordine. Uno è il tema, ricorrente nel Rituale d’Iniziazione. della ricerca della Luce. In tutte le Scritture, la Luce è l’apparenza di Dio; lo si trova nei Vangeli, nei Veda ed anche nelle esperienze trascendenti di coloro che seppero attingere al contatto diretto, alla presa di coscienza ed all’immersione nell’Essere Universale. Un altro è quello della ricerca della Parola perduta; e la Parola creatrice, il Verbo del Vangelo di Giovanni non può essere altro che il Santo Nome di Dio, quel nome che il Gran Sacerdote degli Ebrei solo sapeva profferire e che pronunciava nel segreto del Santo dei Santi, mentre il clamore dei canti e delle musiche impediva ad alcuno di sentirne il suono.

Noi siamo Liberi Muratori; liberamente siamo entrati nell’Ordine e siamo stati riconosciuti di buoni costumi; fra i nostri buoni uno dei maggiori è di dire liberamente la verità. Dobbiamo quindi credere con sicurezza che il candidato sia venuto al Tempio in cerca della Luce e non per altri scopi profani. Non può essere un ateo stupido; se dubitasse dell’esistenza stessa della Luce trascendente gli possono essere offerte nuove prove, ad esempio, a livello di miracolo; e qui possiamo dare testimonianza il Fratelli BLD ed io, che il miracolo abbiamo visto in azione.

Dove cercare la Luce dell’Infinito? Non certo fra gli oggetti del mondo esterno che formano il campo di ricerca della scienza moderna; se lì si potesse trovare sarebbe anche Essa un oggetto finito, non sarebbe l’Infinità stessa. Non resta altra alternativa che di rivolgere la ricerca all’interno di noi stessi; ecco perché il tema fondamentale del lavoro di Loggia è stato riassunto nell’esortazione tradizionale CONOSCI TE STESSO. Dai Veda a Platone questo imperativo è sempre stato l’indicazione dell’unica via capace di condurre l’uomo al fine più alto ed ultimo, che è la presa di coscienza d l’immersione nell’Assoluto, che è la vera essenza e legittima dimora dell’uomo.

Non si tratta qui di una conoscenza a livello caratteriale, moralistico e contingente, ma a livello dell’Eterno e dell’Infinito.

Non è facile per noi comprendere appieno di che cosa si tratta; tutti siamo legati, in un modo o nell’altro, alle contingenze transitorie di questo modo; fra tutte, la più potente che è il senso dell’ego. Noi ci sentiamo singoli e separati da tutto ciò che ci circonda; persone, cose, avvenimenti. Invece l’Assoluto, la Luce, il Grande Architetto dell’Universo è uno e comprende tutto e, per prima cosa, ci insegna la Fratellanza. Questa è l’analogia terrena di quell’Unità Universale che è la sola Realtà; ed il senso di gioia e di pace che viene dal sentirci tutti fratelli è un barlume della Beatitudine che è una della caratteristiche dell’Essere Universale. Da questa Fratellanza, che fluisce da una sorgente trascendente, viene il bisogno istintivo di agire per il bene dell’Umanità e che, come disse felicemente un Fratello in una sua tavola scolpita con perfezione, deve essere concepita come la definitiva Massoneria Universale.

Qualcosa ci impedisce il cammino verso la realizzazione della Luce; non è che la Luce sia qualcosa che prima non abbiamo e finalmente otteniamo. La Luce è sempre in noi, ma non sappiamo vederla. La nostra vista è annebbiata dall’errore e l’errore è la mancanza di libertà,  Crediamo di essere liberi, invece, anche se viviamo in un paese di libertà politica, siamo tutti schiavi di convincimenti tenacissimi. Prima di tutti è la venerazione per la cosiddetta personalità, l’ego. Con quella ci contrapponiamo sempre di più a tutto; vogliamo dominare con la potenza dei nostri muscoli, della nostra prestanza fisica, dei nostri averi, della nostra intelligenza … e perfino della nostra “bontà”; e con ciò non finiamo mai di contrapporci agli altri, al mondo fisico, ecc.; ed invece l’errore è proprio la contrapposizione. Libertà è una delle tre parole che formano il Trinomio Massonico, ma non saremo liberi finché saremo vincolati al nostro ego, Immersi nell’Essere Universale abbiamo raggiunto l’Uguaglianza; che è un’uguaglianza al più alto livello, a quello Divino … e non al livello più basso, come molti oggi vorrebbero, Abbiamo raggiunto la Fraternità, perché tutti siamo una sola Unità Infinità e questa Realizzazione l’avremmo ottenuta col mezzo della Libertà. Ricordiamo che, nelle Dottrine Orientali, il grado supremo di Conoscenza equivale a Liberazione, Moksha. Ecco quindi, anche nell’ordine di realizzazione, LIBERTÀ, UGUAGLIANZA, FRATERNITÀ

Per prima, la Libertà, senza la quale non si può avanzare verso la Luce; poi l’Uguaglianza nella comune qualità divina che tutti abbiamo, ma che non sappiamo riconoscere, e Fraternità in quest’Uguaglianza che è identificazione con il nostro Padre che sta nei cieli … in quel Cielo che è l’Infinito in noi.

Questo è, anzitutto, una ricerca a livello d’informazione. È evidente che letture, tavole e discussioni sono il suggerimento di una Realtà e delle vie verso la Realizzazione di Essa; Ma, avute le informazioni, diventa un impegno personale quello di camminare per una di quelle vie o rimanere fermi. Ma il tempo di incamminarsi, preso o tardi, arriverà per tutti.

In secondo luogo, questa certezza diventa un parametro per riconsiderare tutti i problemi, più o meno profani, che possono essere dibattiti in Loggia. Per sua natura la Loggia non è la sede della meditazione e della contemplazione, ma quella dell’insegnamento e dei proponimenti. D’altronde, anche i Maestri Orientali, che paiono i più contemplativi, non sconsigliano l’azione, ma anzi indicano il modo di compierla più perfettamente ed iniziaticamente. Krishna, incarnazione di Dio, dice al guerriero Argiuna, che voleva abbandonare la battaglia e rinunciare al regno per darsi alla vita contemplativa: “Argiuna, combatti …”. L’esoterismo del Massone non lo distoglie dall’agire, ma gli insegna ad agire con perfezione, da un lato, e con disinteresse, dall’altro.

Ecco che, a livello di informazione, il tema di lavoro che la Pedemontana si è proposto può ben svolgersi in un anno, ma, a livello di effettuazione, forse non bastano molte vite.

TAVOLA DEL FR,.’. M. B.

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *