SPORT E MASSONERIA

SPORT E MASSONERIA

Sviati dagli originali concetti di sport, di migliore conoscenza dì se stessi e degli altri, di rispetto e di amore per il prossimo; spesso plagiati dai mezzi di comunicazione di massa, che ci inducono a concepire lo sport solo più come sinonimo di spettacolo; noi, comuni mortali, indaffarati ogni giorno con i numerosi problemi della vita, rischiamo di lasciarci  sfuggire alcuni degli aspetti più importanti e dei concetti più profondi racchiusi in questa strana, ermetica parola.

Sarebbe estremamente riduttivo ed erroneo intendere lo sport solo come competizione.

La fase competitiva, qualora sia contemplata, arriva certamente molto tempo dopo che nello sportivo si sono sviluppati altri ben più importanti. concetti finalizzati, in sostanza, ad una continua crescita interiore,

Dobbiamo intendere l’attività sportiva una sorta di «educazione fisica «sportiva », prima che una competizione tra simili.

1} concetto dî sport, inteso come «educazione fisica «sportiva», sembrerebbe contraddittorio per chi volesse trarre  significato dai due termini dell’espressione presi singolarmente: infatti ciò che è educazione può non sembrare fisico e viceversa.

Î due termini, tuttavia, sono a mio avviso strettamente legati in una espressione          significativa di un concetto che non comporta, come tale, alcuna contradditorietà: può essere kantianamente assimilabile ad un «concetto sintetico a priori».

Credo che il modo più vicino alla verità per intendere la educazione fisica come attività meramente educativa, nel senso che ho appena enunciato, sia dato dalla possibilità di riferirla alla «persona esìstenziale», che è unità, a priori, di realtà corporea e spirituale.

Nel concetto di «persona esistenziale» si trascende necessariamente il dualismo metafisico Cartesiano (tra «sostanza estesa » e «sostanza pensante»), che, nella storia

del pensiero, costituisce la difficoltà maggiore per intendere è costruire pedagogicamente l’educazione fisica e sportiva.

Restando assoluto il dualismo tra corpo e anima, resta inconcepibile ogni processo educativo di natura esistenziale, potendosi, se mai, giustificare una crescita di tipo intellettuale, ma non fisica.

Gli stessi filosofi della Chiesa hanno sempre raccomandato la cura ed il rispetto del corpo quale tempio dell’anima.

Per S. Tomaso bisogna amare e curare il corpo, perché più è sano l’organismo e – più profonda diventa la perfezione intellettuale.

Questa attuale concezione fu anticipata da Platone e da Aristotele (figlio    di medico), che nel suo «De Anima» affermò che corpo e spirito costituiscono una unica esistenza.

La grande cultura greca antica nacque e germogliò proprio attorno al nucleo primitivo

dell’educazione del corpo umano. Già gli antichi Greci capirono, quindi, che per ottenere un miglioramento sociale reale bisognava preparare i giovani alla padronanza del proprio corpo, allo sfruttamento razionale delle proprie forze, alla

resistenza, alla destrezza.

E qui nasce il mito di Olimpia. Un mito che continua fino ai giorni nostri. All‘interrogativo dei critici e dei dotti, che si domandavano sui loro fogli se le Olimpiadi avessero una «anima», hanno sempre risposto dagli stadi, dalle piscine, dalle palestre, dei piccoli grandi uomini con imprese dal valore umano, oltre che agonistico, incommensurabile.

Quale rimedio migliore esiste, contro la droga, se non l’avviamento dei giovani alla pratica sportiva, intesa nella sua accezione più nobile?

Massoneria spesso ha significato lotta, rischio, persino trasgressione, per il progresso dell’Umanità; questo progresso passa anche attraverso l’educazione all’attività sportiva, specie delle giovani generazioni. Incontrandoci in tuta ginnica su un campo sportivo, accanto ai nostri figli, che hanno sempre più bisogno di noi, ci renderemo conto di quanto, anche lì, ci si possa sentire liberi, uguali, fratelli.

TSVOLA DEL FR.’.Y.  S.

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