IL TABÙ DELLA GUERRA
Di A.M.
Non che ami Moravia che, dopo « Gli indifferenti », non ha più
scritto opere grandi.
Devo però riconoscergli un merito proprio in questi ultimi tempi.
Ha dichiarato che la guerra deve diventare un « tabù » così come
lo è l’incesto.
Nei tempi antichi l’incesto era normalmente praticato e nessuno,
sul piano etico, aveva nulla da obiettare.
La guerra si va praticando, come rimedio normale per dirimere
controversie, conquistare mercati, affermare la propria supremazia,
inculcare il proprio credo, da quando esiste l’uomo sociale.
Oggi la guerra è diventata estremamente pericolosa ed incombe,
con le armi nucleari, sul presente e sul futuro del mondo.
Non si deve più fare e non solo quella mondiale.
Se la scateniamo finiamo.
Può darsi che, per un imperscrutabile disegno, proprio la deflagrazione
nucleare debba segnare la fine dell’umanità con l’esplosione
della terra. Si spiegherebbero così i voli interplanetari e la conquista
dello spazio.
Può essere che una navicella spaziale, come novella Arca di Noè,
approdi in una stella e È si ricominci.
Ma può invece darsi che l’uomo, cui è stata affidata la Terra, la
debba conservare integra e viverci rispettandola.
Oggi la condizione per continuare ad essere terrestri è quella di
eliminare la guerra e trovare altre soluzioni alle nostre beghe perenni.
Ben venga dunque il suggerimento di Moravia.
Creiamo il tabù. Consideriamo la lotta armata come il vizio capitale,
come l’atto più ignobile ed immorale che si possa concepire,
come l’ultimo stadio della degradazione, come immonda ed imperdonabile.
Per far ciò occorre, io penso, prima di tutto imparare la tolleranza
che sola consente di rispettare l’altro.
Ma in tanto posso essere tollerante in quanto consento all’altro
di essere libero. Così come l’altro consente a me di esserlo.
Libertà e tolleranza.
Due princìpi che la Massoneria ha sempre predicato e, si spera,
praticato.
Insistiamo dunque su questi punti e viviamoli quotidianamente.
Pace vuol dire soprattutto amore e comprensione.
Dato che, come uomini, siamo legati da uno stretto rapporto di
fratellanza esaltiamolo questo vincolo che ci unisce, non teniamolo
dentro di noi come un segreto, ma insegnamolo a tutti, cominciando
dai nostri figli piccoli.
Libertà, tolleranza, fratellanza, amore.
Sono i fondamenti della Massoneria.
Per essere uomini di pace è sufficiente essere massoni.
Ecco il nostro compito in questo particolare momento storico.
Farci paladini all’esterno dei nostri antichi ed intramontabili principi
che non sono mere utopie come ben sappiamo noi che abbiamo
il privilegio di viverli intensamente nelle nostre officine.
Come tutti i privilegiati dobbiamo ogni giorno dimostrare di meritare,
con le opere ed il costante comportamento, l’incommensurabile
dono di poter indicare agli altri con la persuasione e
l’esempio, mai con la forza, la via che crediamo giusta ed etica.
La via della pace.