INTRODUZIONE ALLA MASSONERIA
LE ORIGINI
I costruttori, che possedevano conoscenze speciali, costituirono sin dalla più remota antichità (età in cui usavano raggrupparsi in “Collegi sacerdotali”), una sorta di aristocrazia tra altri corpi del mestiere. Nel Medio Evo, quei particolari costruttori di cattedrali e palazzi, beneficiarono, da parte delle autorità ecclesiastiche e secolari, di numerosi privilegi (franchigie ed esenzioni tribunali diverse, speciali ecc), donde il nome di “franchi muratori” (letteralmente “muratori affrancati”), col quale erano designati.
L’Architettura era allora, “Arte Reale”, i cui segreti erano comunicati solamente a coloro che se ne mostravano degni, donde l’idea di una specie di “Opera Suprema”: la costruzione, con un lavoro incessante, di un TEMPIO IDEALE, sempre più perfetto, immenso, universale e infinito.
Il passaggio dalla Massoneria “operativa”, composta da gente del mestiere, da costruttori, da tagliatori di pietre, alla Massoneria moderna, detta “speculativa” si operò in Inghilterra, grazie alla parte sempre più importante avuta dai “Massoni accettati”.
Il XVI secolo, periodo inquieto! vide una diminuzione molto sensibile delle grandi costruzioni, e le corporazioni di mestiere – sentendosi in pericolo – ammisero nelle loro fila persone che non erano uomini di mestiere, detti “massoni accettati”, per lo più personaggi influenti, destinati a Tialzare il prestigio della Corporazione; fra questi, anche dei Rosa+Croce che ebbero parte decisiva”.
A poco a poco, infatti, i Rosa+Croce introdussero i loro simboli e modificarono profondamente il rituale iniziatico. 1 tagliatori di pietra non avevano che un grado, quello di Compagno (gli Apprendisti non facevano parte della Corporazione) ed il Maestro era, in realtà il Compagno incaricato della direzione di un cantiere.
In quella che doveva diventare la Masonry speculativa, al contrario, era istituita una iniziazione per l’Apprendista, ed anche di Maestro, il cui rituale, riferito al mito di Hiram, di origine di Consorteria, i Rosa + Croce svilupparono con profondo simbolismo.
Ai grandi corporativi e alla leggenda della costruzione simbolica del Tempio di Salomone,
essi aggiunsero anche nuovi gradi ispirati agli antichi Ordini Cavaliereschi dei quali la Scozia era terra di elezione; da quella regione arrivò, infatti, il nome di Massoneria “scozzese” dato al sistema degli Alti Gradi, il cui rituale ermetico-cristiano si riferiva alle iniziazioni Rosa+Croce.
Il 24 giugno 1717 (San Giovanni Battista, o d’Estate) quattro Logge della capitale inglese,
riunite a mezzanotte nella cattedrale di S. Paolo, fondarono la prima Grande Loggia, con lo scopo precipuo di unificare i regolamenti della Massoneria. 1 regolamenti o Costituzioni, redatti da Anderson, ma sotto la guida spirituale di Desaguliers furono pubblicati nel 1723; la Massoneria non era più una corporazione di mestiere, di maestri d’opera, ma un corpo puramente “speculativo”, pur conservando simboli, rituali, linguaggi, abiti ed abitazioni di origine corporativa. Un corpo speculativo nel quale i Massoni si assumevano l’impegno di coltivare “l’amore fraterno che è il fondamento e la pietra maestra, come il cemento è la gloria di questa antica Fratellanza”.
INIZIAZIONE
I riti iniziatici derivano da più fonti: iniziazioni operative e di consorteria, “misteri dell’antichità”, rituali gnostici, alchemici…; per quanto concerne gli Alti Gradi, i rituali sono di origine Rosa+Croce, ossia dell’ermetismo cristiano.
Il “gabinetto di riflessione” e la “alchimia spirituale”
L’aspirante opera una “riflessione” nel senso etimologico della parola, un ripiegamento su se stesso.
Il profano rappresenta la “materia prima” della Grande Opera Alchemica: il gabinetto di riflessione corrisponde all’alambicco dello alchimista, al suo Uovo filosofale (di origine orficopitagorica) ermeticamente sigillato; è nel sepolcro tenebroso nel quale volontariamente muore la esistenza sua passata per rinascere quindi rinnovato: il gabinetto di riflessione realizza qualche cosa di simile ad un riassunto della Creazione, essendo condizione primordiale per qualsiasi generazione, l’essenza totale di luce.
V.LT.R.LO.L. che è l’acrostico della formula ermetico-alchemica Visita Interiore Terrae Rettificando Invenies Occultum Lapidem (“visita l’interno della terra, rettificando troverai la pietranascosta”), è invito alla ricerca dell’EGO, dell’IO profondo, che altro non è se non l’anima umana,nel silenzio della sua meditazione. Il profano “spogliato dei suoi metalli” è l’essere umano ricondotto simbolicamente allo statonaturale (il metallo tolto rappresenta la civiltà con tutto ciò che è artificiale), e, nello stesso tempo,vestito in modo da non intralciare gli influssi magici al centro dei quali sarà posto (i metalliostacolano la circolazione delle correnti magiche); denudata una parte del petto (segno di franchezzae sincerità), ed una gamba (segno di umiltà) ed attorno al collo un nodo scorsoio che rappresentatutto ciò che lo trattiene ancora nel mondo in cui vive.
Significato dell’iniziazione
L’iniziazione è un processo destinato a realizzare psicologicamente nell’individuo il passaggio da uno stato inferiore dell’essere, ad uno stato superiore: la trasformazione del profano in iniziato. Con atti simbolici, prove morali e fisiche, il profano acquisisce la sensazione che egli “muore” per “rinascere” a nuova vita: cioè avanzare in un mondo superiore, in uno stato psichico più perfetto del precedente. Al limite estremo, l’iniziazione diventerebbe una vera “deificazione”, proponendo all’iniziando la possibilità di condursi aldilà di qualsiasi stato condizionato.
La iniziazione è intesa cioè come realizzazione puramente interiore dell’essere umano, realizzazione di una possibilità che l’uomo già aveva in sé allo stato virtuale. L’iniziato è colui che è messo sul cammino. In questo l’iniziato si distingue dal “mistico” che è un “irregolare”, un “isolato”, mentre l’iniziazione può essere tale solo per effetto di un Ordine iniziatico: di qui il carattere “sociale” dell’iniziazione. Quanto può essere fornito dal di fuori (cioè la presenza dei membri della organizzazione) è per l’iniziato solo un aiuto, un appoggio, una catena di “corrente” magica; l’opera principale è svolta dal singolo su se stesso. In questo senso il segreto iniziatico è veramente incomunicabile, perché ognuno “personalizza” a suo modo il simbolismo rituale: i riti agiscono quasi impregnando il subcosciente cui danno una potenza ed una efficacia reali.
L’iniziazione è una autenticizzazione dell’esistenza.
PERFEZIONAMENTO
La Massoneria si propone di costruire il “Tempio Ideale”, cioè di trasformare l’essere umano, di “sgrossare” la Pietra “grezza”: il profano riceve la Luce, diventa Apprendista Libero Muratore, e attraverso un “aumento di salario” diventa Compagno d’Arte; la “Pietra grezza” cioè, diventa “Pietra cubica”, quella che può inserirsi nel Tempio Ideale. Il processo di perfezionamento del Massone si completa quando l’iniziato diviene Maestro Libero Muratore (in teoria, poiché molti autori ammettono francamente che taluni iniziati non raggiungono mai – malgrado successivi aumenti di paga e luce – lo stato della “Pietra Cubica”).
IL TEMPIO
La disposizione della Loggia o Tempio Massonico, varia seconde i riti ed i gradi, anche se vi sono sempre delle simbologie obbligate da osservare: la forma rettangolare del Tempio, rappresenta il cammino che conduce dall’Occidente all’Oriente, e cioè “verso la Luce”; l’entrata è situata verso l’Occidente, il seggio del Venerabile all’Oriente, il lato destro a Mezzogiorno, il sinistro al Nord. Il soffitto, in forma di volta, rappresenta il cielo stellato. Il Tempio simboleggia il cosmo: ecco perché è proibito ai massoni darne le dimensioni (devono rispondere: “la sua lunghezza va dall’Occidente all’Oriente, la sua larghezza dal Settentrione al Mezzogiorno, la sua altezza dal Nadir allo Zenith”).
Il nome stesso di Loggia, deriva etimologicamente dalla radice d’origine indo-aria, lonke, lodke, luogo nel Cosmo, non luogo preciso, nel senso di spazio precisato, indicato, specificato, ma “punto”, punto indefinito dell’Universo.
I SIMBOLI MASSONICI
Il pavimento a scacchi bianchi e neri è simbolo del dualismo, ossia dei contrapposti che dominano la vita: maschile e femminile, luce e tenebre, bene e male, alto e basso, ecc. In senso più esoterico, il pavimento rievoca il famoso e leggendario palazzo di Minosse, a Creta, chiamato
labirinto che, come i templi dell’antico Egitto, costituiva il tragitto che l’iniziando doveva
percorrere nei rituali d’iniziazione.
Boaz (B) e Jachin (SJ): la Bibbia ricorda le due colonne poste all’entrata del Tempio di Salomone in Gerusalemme, e dice che sono rievocanti delle divinità del fuoco e dei venti, di origine siriana. In senso esoterico più compiuto, le due colonne sono i due alberi, uno del bene e del male, l’altro della vita e della morte, che si trovavano nell’Eden, o Paradiso terrestre, posti uno vicino all’altro. Possono anche rappresentare, le due colonne, la lotta delle forze costruttrici e delle forze distruttrici dell’Universo.
Il simbolo dell’infinito è rintracciabile nella “cordicella” che circonda il Tempio vicino al cielo: i nodi hanno la figura di un OTTO che in magia rappresenta l’infinito ed è un simbolo molto simile all’infinito in matematica. La cordicella, cosmo e infinito, si “interrompe” alle colonne, all’entrata del Tempio, ad Occidente, lasciando, simbolicamente, entrare gli iniziati nel Lonke, in quel “punto” indefinito dell’Universo che è il Tempio, rappresentazione del Cosmo.
Il Triangolo equilatero o “Delta Luminoso” è il simbolo della Divinità: nel centro del Triangolo, l”occhio divino” o il tetagramma ebraico che designa il Nome che non si deve
pronunciare. Il triangolo è all’Oriente della Loggia, sopra e un po’ dietro il seggio del Venerabile e simboleggia la Trinità divina in tutte le sue forme: Passato, Presente e Futuro; Saggezza, Forza, Bellezza; Sale, Zolfo, Mercurio (i tre principi della pietra filosofale); i tre Regni della Natura; la Nascita, la Vita e la Morte; la Luce o principio Attivo, le tenebre o principio Passivo e il Tempio che realizza l’equilibrio tra il principio maschile e il principio femminile. L’occhio simboleggia ad un tempo il Sole, espressione visibile della Divinità da cui emanano la Luce e la Vita, il Verbo o il Logos, principio creatore (nella sua unitaria e indifferenziata espressione comprendente le manifestazioni della cognizione e della volizione), e cioè, il Grande Architetto di cui non conosciamo l’esistenza se non dalla sua manifestazione sensibile che è l’Universo.
La Stella Fiammeggiante con al centro la lettera G, è il simbolo dell’azione benefica; costruita secondo le proporzioni del “Numero d’Oro” pitagorico, ha un significato profondo per l’esoterismo massonico: con la punta all’insù, è considerata bianca, benefica, e simboleggia l’Uomo, unità psicoconcettuale, nel significato universalistico dell’Uomo. Ad essa è deferita l’intera Realtà (in interiore homine abitat veritas). È un invito alla individualizzazione, alla autocoscienza e autoconsapevolezza dell’Io, della particolare funzione che caratterizza l’uomo come entità pensante in proprio e per sé; è cioè la Coscienza Universale nel suo Divenire. In senso magico-esoterico, l’Uomo – così concepito – è il Dio di questa terra, così come Dio è l’Uomo dell’Universo.
Rovesciata, la Stella fiammeggiante diventa malefica, rappresenta la magia nera, il Non- Uomo, la rinuncia all’“Uomo” nelle caratteristiche di cui sopra, la rinuncia a quel Divenire
Cosmico: rinuncia operata attraverso vari e infiniti modi di “condizionamento”, pretese “verità” possedute, che sono in fondo solo espressioni di presunzioni ignoranti e dogmatiche.
La Stella fiammeggiante, in conclusione, pone da sola tutta la problematica della Massoneria: la filosofia, la religione, la scienza dell’Uomo, la fede infinita nell’Uomo quale Centro dell’Universo, purché gli uomini, individualità esistenti, realtà empiriche, siano tali, cioè ciascuno personalmente realizzi se stesso, tenti di raggiungere il suo proprio io, affinché l’Uomo entrando in Sé sia Io.
La squadra e il compasso. La squadra simboleggia l’azione dell’Uomo sulla materia e l’organizzazione del Caos; il compasso è simbolo della Ragione dell’Uomo, del relativo, in quanto misura il più vasto campo che può raggiungere il genio umano.
Il compasso simboleggia anche i due principi (rappresentati dalle braccia) che sorgono dal
“punto”, inizio di ogni manifestazione cosmica.
Nel Sigillo di Salomone (Stella a Sei Segmenti), o Stella di Davide, il triangolo bianco con la
punta rappresenta la Divinità, le forze dell’evoluzione, il Fuoco spirituale; il triangolo nero, opposto al primo, simboleggia l’involuzione, le forze terrestri e l’uomo puramente sensibile.
La Pietra grezza e la Pietra cubica: l’iniziazione massonica ha per scopo di trasformare il profano in iniziato, di “tagliare la pietra grezza” per farne “pietra cubica”. Da qui l’importanza di simboli come il Martello e le Forbici, la Perpendicolare (“filo a piombo”), la Livella, la Riga e la Leva, la Cazzuola, tutti utensili che sono indispensabili per sgrossare la “pietra grezza”.
La Spada Fiammeggiante simboleggia la Creazione per mezzo del Verbo luminoso, ed anche
la purificazione dell’iniziato per mezzo delle prove.
LA LEGGENDA DI HIRAM
La leggenda di Hiram (che viene vissuta dal Compagno nel corso dell’iniziazione al grado di Maestro), è il dramma simbolico che costituisce, nella Massoneria speculativa, non tanto e non solo
la sopravvivenza dei Misteri dell’antichità, quanto la continuazione di essi.
Gli elementi del dramma sono apparentemente semplici: tre Compagni, gelosi dei privilegi del Maestro, assalirono, uno dopo l’altro, Hiram (leggendario architetto costruttore del Tempio storico di Salomone) e l’ultimo di essi lo uccise; sotterrarono il corpo e piantarono un ramoscello d’acacia nella terra appena rimossa. Grazie a quel ramoscello, i Compagni partiti alla ricerca di Hiram ne scoprirono il cadavere. (Questo Mito viene rivissuto dall’aspirante, che simbolizza lo stesso Hiram “ferito dalla Riga”, poi dalla “Squadra”, ed “ucciso dal Martello”). Dopo questa “triplice morte”, e una “putrefazione” avanzata, Hiram resuscita.
Le interpretazioni “mitiche” così come quelle esoteriche della leggenda, sono invece assai
complesse; tra esse: – il “dualismo” delle potenze buone e malvagie, come nei Misteri antichi nei quali si fronteggiano sempre un uomo ed un dio destinato a perire, vittima di una potenza malvagia, ed a resuscitare in una esistenza gloriosa o trasfigurata; – Hiram è Osiride, il Sole. L’Acacia, simbolo delle antiche teologie solari, rappresenta la nuova generazione, cioè la vegetazione generata dalla resurrezione del Sole, donde il nome di “Figli della Vedova” con il quale i Massoni si riconoscono; (la Natura, Iside, abbandonata dal suo Sposo, il Sole, sceso nella tomba) quando in dicembre il Sole invernale sembra lasciare i nostri climi per andare a regnare sull’emisfero australe, inferiore, e scendere nella tomba, la “Natura” è “Vedova” del suo “Sposo”, del Sole, dal quale riceve gioia e fecondità.
I suoi figli si disperano: a giusta ragione i Massoni, discepoli della Natura e che nel grado di Maestro ritrovano questa bella allegoria, si dicono “Figli della Vedova” (o della Natura); alla riapparizione del dio diventano “Figli della Luce”. La Vedova è caratterizzata da un velo
nero e simbolizza le Tenebre che sono… inerenti allo Spazio. È per questo che i Massoni sono nello stesso momento Figli della Vedova e Figli della Luce: sono cioè figli del Mondo
delle Tenebre, ma in seno a questo mondo, si manifestano come figli della Luce; – -infine, Hiram, il suo mito, costituiscono una allegoria Alchemica della Grande Opera spirituale, essendo la “Morte” (fase di putrefazione) la tappa indispensabile attraverso la quale la “materia prima” deve passare per poter trascendere. I tre Compagni, uccidendolo, “liberano” Hiram (l’iniziato) dal piano materiale, dal piano fisico e da quello… astrale: i tre
piani del mondo “profano”, contingente. Hiram resuscita sul piano dell’Io, del Manas, sul
piano divino-umano:è allora veramente Maestro, Guru. La morte simbolica di Hiram, come quella di Osiride (e di altri simbolici simili personaggi), o, come quella di Rama, di Cristo,
di Krisna, annuncia non una distruzione totale dell’Essere umano, ma un suo rinnovarsi, una sua metamorfosi.
LE OBBEDIENZE
Contrariamente a talune credenze, la Massoneria non è retta da un potere unico, mondiale,
centrale: le Officine o Logge costituiscono gruppi che si amministrano autonomamente e formano in ogni nazione una Obbedienza diretta da una Grande Loggia (o da un Grande Oriente), organi a carattere nazionale e completamente indipendenti, così come lo è lo Stato stesso dagli Stati vicini.
Tuttavia la Massoneria è una, e, in teoria, tutte le singole Logge non costituiscono che una Loggia Ideale, così come gli uomini, quale che sia la loro nazionalità, appartengono tutti all’umanità.
Taluni adattamenti, di luogo e di tempo, hanno peraltro determinato, in seno a questa universalità, dei singoli specifici “Riti”, i quali pur diversificandosi in qualche aspetto particolare, confluiscono tutti allo stesso fine.
IL SIGNIFICATO ESOTERICO
La Massoneria deriva il suo insegnamento da una premessa etica, e cioè: la Verità fu creata
con l’Uomo; la verità è la legge morale che deve governare e dirigere l’uomo, gli uomini; conseguentemente, la Massoneria è ricerca e culto della Verità. Nel Libro che si apre sull’Ara, è contenuta la frase significativa di S. Giovanni: “cercate la Verità, essa vi renderà Liberi”.
Ma se la ricerca e il ritrovamento della Verità è il gran fine cui l’uomo deve tendere, significa
che l’uomo ha in sé la disposizione e la potenza per poterla raggiungere: le “virtù” che rendono l’uomo consapevole dei propri doveri e dei propri diritti, fanno dell’uomo stesso un essere armonizzato e armonizzante con i suoi simili.
Verità e virtù, l’una fuori di noi, l’altra in noi, sono i due termini etici della scienza della vita.
D’altra parte, l’ignoranza, la superstizione, le passioni, sono come le parassitarie dell’animo
umano. Esse rendono l’uomo schiavo di ogni tirannide morale e materiale; paralizzano l’esercizio delle virtù, e trattengono l’uomo in un ambiente di pregiudizi e di menzogne convenzionali.
Ma d’altro canto, l’ignoranza, la superstizione, le passioni non possono distruggere il sentimento innato delle virtù; ed anche l’uomo più rozzo, ignorante e superstizioso, dinnanzi allo spettacolo straziante dei dolori umani, sente in sé prepotente e inconsapevole il bisogno di risentimento contro la forza ignorata che lo domina. È indubbio che in quel momento, uno sprazzo di luce gli illumina la mente: egli sente in sé la forza che ignorava di possedere: una forza che squarciando il velo misterioso che lo avvolgeva e lo isolava, lo spinge allo studio dell’Universo.
Il dubbio è il primo passo della sua rigenerazione.
Nei primi tre gradi della piramide massonica è contenuta ed espressa questa rigenerazione: la costruzione del Tempio ne è il simbolo. Ma Hiram, costruttore di questo Tempio viene assassinato; la sua morte interrompe la costruzione, la Parola della Verità è perduta. Subentrano cioè, nel dominio del mondo, l’invidia, la cupidigia, l’ipocrisia (la menzogna, l’ignoranza, la superstizione): i tre assassini allegorici del Maestro. In tal modo il simbolismo, così come la costruzione del Tempio, è interrotto e trionfa il vizio; ma il vizio può a lungo trionfare?
Il simbolismo massonico non si interrompe: materializzandosi nella vita reale, porta il contrasto in un altro campo, e la lotta assume un carattere diverso. Morto Hiram, Sette Maestri, sono da Salomone insigniti della direzione del Tempio, in modo che il vicendevole aiuto li renda atti a scoprire il segreto del grande Artefice e a vendicarne la Morte: essi cioè, devono tendere, non solo alla ricerca della Parola perduta della Verità (perduta con la morte del Maestro) ma anche a riabbattere tutti i vizi.
Per vendicare Hiram è cioè necessario vincere il vizio.
In questo senso, il simbolismo massonico, al di là del segreto Rituale rievoca la storia antica:
la Verità nacque con l’Uomo, fu perduta con il primo errore dell’Uomo, nell’Eden. Fu riacquistata da Noè animò la vita dei patriarchi, ma ancora una volta fu perduta dal popolo eletto. Giuseppe scacciato dai fratelli la rivelò ai sacerdoti di Egitto e fece la grandezza della Terra del Nilo. Da quei sacerdoti la apprese Mosè che, designato a propagarla, la soffocò nella tirannide e nel significato di un dominio sulla terra, sugli altri uomini: la verità fu sostituita dalla menzogna; dalla uguaglianza si passò al privilegio, eleggendo a legge del mondo l’arbitrio di una casata o di una classe; facendo del popolo eletto non l’anima di una guida esoterica, ma la cricca di una razza di dominatori.
Così la storia della menzogna divenne la storia del genere umano, finché Salomone ed Hiram non rintracciarono nuovamente la Parola Perduta: la Verità che sovrintese e diresse la costruzione del Tempio. Poi, la direzione del Tempio si interruppe per la uccisione del Maestro Hiram, e il mondo ricadde in balia del vizio.
A questo momento il simbolismo massonico passa dalla storia antica alla storia moderna, collocando la leggenda giudaica a quella del Cral, attraverso l’esoterismo dei templari collocando cioè, sullo stesso piano Hiram, Ugo dei Pagani (fondatore dell’Ordine del Tempio) e Jacopo de Molay, ultimo Gran Maestro dell’Ordine monastico-cavalleresco templare.
1 Templari intrapresero la ricerca della Verità: dopo molte ricerche ritrovarono la Parola Perduta: costruendo, con le proprie mani, un tempio a Gerusalemme, i cavalieri del Tempio ritrovarono, nel corso degli scavi, tre pietre, sulla ultima delle quali era incisa una parola misteriosa, Jehovah, la chiave del Mistero.
I Templari, ritrovata la Parola, fecero di Essa un culto e la propagarono nel mondo, scacciando gli scribi e i farisei; ma questi, ed è storia, vinsero ancora: con Filippo il Bello di Francia e con l’aiuto della Chiesa di Roma, distrussero l’Ordine del Tempio. Trionfò come prima, se non meglio di prima, il vizio; l’umanità soggiaceva nuovamente alla tirannide religiosa e politica.
La Parola della Verità non fu tuttavia dispersa: essa fu rivelata, dall’ultimo dei Templari, ai Massoni che fecero della Verità un sacerdozio per il quale e nel quale l’uomo si rigenera. Il cerimoniando, esotericamente, scende, risale, ridiscende, tra immense difficoltà; si solleva angosciato, avvilito, stanco, mentre una fiaccola invisibile lo precede e lo guida nel regno del terrore, tra patiboli e carceri, tra grida soffocate di dolore, fra i deboli, gli umili, mentre una voce gnorata gli grida “avanti”. E quando d’un tratto la luce rimbalza scacciando le tenebre, egli si sente rigenerato…
La Luce ha vinto le tenebre, la Verità ha vinto la menzogna e il massone si sente sacerdote
della Verità, principe di se stesso.
I simboli della sua potenza sono la scienza e la verità, il dovere e il diritto, immedesimati per un unico fine: la gloria del Grande Architetto, cioè della legge morale che è in lui.
IL FINE DELLA MASSONERIA
Lo scopo della Massoneria è la “ricostruzione simbolica del Tempio di Gerusalemme”, cioè la costruzione di una Società conforme ai principi razionali, in modo da assicurare all’Umanità il suo perfetto sviluppo. Gli uomini devono lavorare al piano della Natura, sotto gli ordini del Grande Architetto dell’Universo.
La Massoneria cioè ha per finalità la conoscenza dell’Uomo e della natura; fondata sul Tempio di Salomone, non può essere estranea alla scienza dell’uomo, perché tutti i savi vissuti dopo la sua fondazione hanno riconosciuto che quel famoso Tempio non è esistito se non come tipo universale dell’uomo, considerato come genere, nei suoi stati passati, presenti e futuri e nel quadro figurato della propria storia.
I mezzi adottati dalla Massoneria sono l’esecuzione di quegli atti simbolici che formano i riti; l’insegnamento reciproco e l’esempio, la cultura intellettuale, la pratica della fraternità e della solidarietà.
La Massoneria è cioè una particolare Istituzione filantropica e umanitaria il cui primo fine è il miglioramento morale e materiale dell’uomo, visto nel contesto del genere umano, e conseguentemente dell’umanità, i cui principi sono le credenze nel progresso dell’umanità, la tolleranza e la fratellanza al di 1à e al di sopra di tutte le distinzioni religiose e nazionali.
La Patria del Massone è il Mondo intero e non soltanto il luogo in cui è nato o la collettività in cui si è sviluppato.
Il fine della Massoneria non è di sconvolgere le istituzioni sociali, ma di compiere delle conversioni morali al di sopra delle singole patrie e delle singole religioni, per formare un’alleanza universale di tutti gli uomini d’Amore, che aspirano e necessitano all’unione, per lavorare tutti insieme al perfezionamento intellettuale e morale dell’umanità.
Lo scopo iniziatico
La Massoneria apre la via all’Iniziazione, cioè alla Conoscenza, e lo studio dei suoi simboli offre al Massone la possibilità di accedervi. La filosofia della Massoneria non impone ai suoi Fratelli alcuna credenza religiosa, alcun sistema dottrinale determinato, ma indirizza gli iniziati verso uno studio dell’uomo, del progresso dell’uomo, che ha per termine delle …pietre cubiche.
Il simbolismo tende a suggerire il lavoro interiore ed a stimolare l’orientamento personale
sulle vie del Costruttivismo universale.
La Grande Opera Massonica è un compito sempre in movimento, un ideale cui occorre sforzarsi di tendere, poiché il Tempio non sarà mai compiuto e nessuno può attendersi di vedere resuscitato in esso l’autentico ed eterno Hiram.
Il simbolismo massonico è cioè l’aspetto sensibile di una sintesi concettuale di ordine trascendentale ed astratto, alla quale l’iniziato deve cooperare.
La Massoneria si apprende soltanto, ed esclusivamente, quanto ciascuno ha trovato sé in se stesso.
L’esoterismo
Il fine della Massoneria dunque è un qualcosa di fondamentalmente diverso da una dottrina segreta nel senso stretto e tradizionale del termine.
Tuttavia, si incontrano, nella letteratura massonica, ripetuti’ richiami ad una “tradizione
segreta”, ad un “segreto massonico” del quale la Fratellanza sarebbe depositaria, cioè di misteriose conoscenze venute dall’Oriente nel lontano passato, coltivate e trasmesse dai Savi e dai Filosofi: Pitagora, Mosè, Zoroastro, Rama, Krishna, Cristo, Budda, Lao-tze. In senso esoterico la Massoneria – e per essa gli Iniziati Massoni – deve ritrovare la “Parola Perduta”: riunire le vestigia della Tradizione primordiale. La Massoneria è cioè, la religione “naturale” dell’uomo: sul cammino che può portare alla Massoneria tutte le religioni non sono che fasi storiche sul cammino che può portare al ritrovamento del Tempio dell’Umanità edenica ed al ristabilimento del regno della Età dell’Oro.
1 pensatori della Massoneria ritrovano così i classici temi dell’esoterismo del quale si conosce la lunga storia e la evoluzione attraverso tutte le epoche; l’unità creatrice è un tutto universale: uomo e donna, bruno e biondo, spirito e materia, che conosciamo soltanto nelle sue manifestazioni particolari, nelle quali ogni uomo è di volta in volta attore e spettatore. Si ripete così l’antico dualismo dei due Principi, maschile e femminile: il Padre universale di natura ignea che feconda la Madre universale, principio materiale (simbolizzato dalle due colonne).
Il Grande Architetto non è un Essere superiore al Mondo, ma la forza, l’energia che regge il Mondo, la Legge dell’Universo di cui gli uomini non possono percepire che la manifestazione sensibile.
Come il Rosa+Croce e massone Fludd, così i filosofi iniziati hanno ritrovato la teologia
solare; la Luce del Sole è espressione sensibile della Vita cosmica e divina: il Sole è la residenza
donde Dio anima il nostro universo. Dio è tutto e tutto è Dio: è la onnipotenza, l’intelligenza
universale che anima tutto l’Universo sensibile e visibile; da Dio promana il Principio conduttore e conservatore, la Divinità allo stato della manifestazione. L’origine dell’Universo sta nell’azione reciproca della Luce e delle Tenebre. La moderna letteratura iniziatica si appella di frequente alla scienza contemporanea nel campo della fisica nucleare. Secondo Boucher, ad esempio, l’ultima teoria della scienza è il risolversi di qualsiasi “materia” in fotoni (particelle luminose) che a loro volta, accumulandosi nello spazio, formano le nebulose del mondo in formazione… “Se l’essenza ultima e intima della Materia è la Luce, l’ambiente in cui essa si muove è la Tenebra: lo Spazio è la Notte, la Materia il Giorno. Il Tempo esiste solo quando i fotoni raggruppati in elettroni, atomi e molecole, formano dei mondi votati alla segregazione”…
Si ha così una formulazione moderna dell’antica dottrina dell’Uovo dei mondi, in cui tutti gli esseri sono contenuti allo stato dei germi non manifestati.
Quanto all’Uomo, egli occupa un posto privilegiato nella Natura: la Divinità è rappresentata
dall’Uomo che porta in Se stesso l’ideale del Vero, del Bello e del Bene, cioè un architetto che presiede alla costruzione del suo essere morale. Ciascuno porta in sé un Dio, principio pensante,
“Sole occulto che brilla nel soggiorno dei Morti” dal quale emana la ragione e l’intelligenza.
L’uomo è un Dio in potenza che può sviluppare i suoi poteri in un modo illimitato