
(PUBLIWEB)
Si potrebbe dire che gran parte della saggezza di
vita si basa sulla giusta proporzione in cui dedichiamo la nostra attenzione in
parte al presente in parte al futuro, in modo che l’uno non ci rovini l’altro.
Molti vivono troppo nel presente, altri troppo nel futuro, e raramente uno
manterra’ la giusta misura. Coloro che, animati da una continua tensione,
vivono solo nel futuro guardano sempre avanti e corrono incontro con impazienza
alle cose che sopraggiungono come alle sole che porteranno la vera felicita’,
lasciando intanto passare inosservato il presente senza goderne, assomigliando
all’asino italiano di Tischbein, con il suo fascio di fieno appeso davanti al
muso per accelerarne il passo. Costoro vivono solo ad interim, fino alla morte.
La quiete del presente puo’ venire disturbata al massimo dai mali in sé certi e
di cui e’ altrettanto certo il momento. Ma questo genere di mali e’ assai raro,
poiche’ i mali o sono di per se meramente possibili, o semmai probabili, oppure
sono certi ma il loro momento e’ completamente indeterminato, come nel caso
della morte. Se vogliamo fissarci su questi due generi, non avremo piu’ un solo
istante tranquillo. Per non perdere la quiete di tutta la nostra vita badando a
mali incerti ed indeterminati, dobbiamo abituarci a considerare i primi come se
non giungessero mai e i secondi come se non giungessero certo in questo
momento.