L’IMPORTANZA DEI RAPPORTI INTERPERSONALI E DELLA RITUALITA’ AI TEMPI DEL COVID

Social connections. 3D illustration

L’IMPORTANZA DEI RAPPORTI INTERPERSONALI E DELLA RITUALITÀ AI TEMPI DEL COVID

In questo contributo analizzerò le conseguenze che l’isolamento forzato conseguente alla pandemia COVID ha prodotto nei rapporti interpersonali in genere e, come conseguenza di ciò, anche in diversi contesti, dall’università, alle associazioni di servizi, alle nostre officine. In particolare, analizzerò e condurrò una riflessione su come anche i supporti forniti dalla tecnologia attuale delle comunicazioni via WEB abbiano sì aiutato in certe situazioni, ma siano risultati, in molti casi, solo un debole palliativo all’isolamento ed alla necessità di ritrovarsi fra persone che condividano esperienze ed obiettivi simili.

In particolare il forte desiderio di tantissimi Fratelli di ritrovarsi, ritualmente, nei nostri Templi e riprendere, in presenza, i nostri lavori architettonici.

Quella della COVID-19 non è stata, solo, una pandemia virale, vale a dire un’epidemia che coinvolge contemporaneamente più continenti con gravi effetti sulla salute fisica dei colpiti. Le conseguenze “della diffusione del virus e delle misure attuate per contrastarne la diffusione, almeno nei primi mesi dalla scoperta dell’agente patogeno, prima della realizzazione e produzione in massa di vaccini e di cure anti-virali efficaci, hanno generato effetti negativi sulle persone e sulle società difficilmente prevedibili a priori, riscontrabili a più livelli, con diverse sfumature e livelli di pericolosità. In un articolo del World Economic   Forum, pubblicato alcune settimane fa, si riportano i più recenti dati IPSOS e si tirano le somme su quanto la crisi sanitaria abbia insegnato e ci abbia cambiato la vita. Ne emerge un quadro ad ampio spettro, molto più preoccupante delle sole, pur gravi, conseguenza sanitarie della pandemia.

Innanzitutto, la COVID ha reso molte persone più ansiose, depresse, stressate; inoltre, le ricadute psicologiche sono state più marcate soprattutto tra i più giovani, meno colpiti, almeno fino a qualche mese fa, dalle conseguenze strettamente fisiche del virus. Tanto che molte nazioni hanno valutato supporti per aiuti psicologici a supporto dei problemi indotti dalla pandemia e dal conseguente lockdown. Lo studio, poi, rileva come, a fronte delle chiusure indotte dall’emergenza sanitaria, si sia passati dall’accumulo di prodotti quali lievito e carta igienica a “riempire” il vuoto lasciato dalle restrizioni acquistando beni

di lusso, generando un incremento dell’inflazione. Ma se le preferenze dei consumatori sono cambiate nel corso della pandemia, un’abitudine sembra perdurare anche dopo, a fine delle restrizioni: quella degli acquisti on-line. Abitudine, questa, che contribuisce ad aumentare l’isolamento e produce gravi perdite economiche nei piccoli e medi distributori di beni.

La pandemia, inoltre, non ci ha reso migliori. Anzi! Ha esacerbato le disuguaglianze di tutti i tipi. Tra i giovani e gli anziani, più deboli nei confronti del virus, tra gli uomini e le donne, più coinvolte nelle cura dei figli a casa (a discapito del lavoro).

Ma anche fra bianchi e neri e, più in generale ed in maniera molto più grave, tra Paesi ricchi e quelli poveri, penalizzati nell’implementazione

delle campagne vaccinali.

Contrariamente, poi, a quanto ci si aspettava e, forse, anche come conseguenza del clima di timore ed incertezza indotto dalla pandemia, la Covid ed i conseguenti lockdown non hanno favorito le nascite. In Italia, nel 2021, sono nati 12.500 bambini in meno rispetto al 2020, quando già si era registrato un calo di natalità di 15.000 nascite in meno rispetto al 2019.

Ma la natalità è crollata anche in Cina, giungendo ai minimi storici e nonostante il fatto che il governo di Pechino preveda, ora, incentivi per chi abbia più di due figli. Se tale trend fosse confermato, la crescita della popolazione mondiale potrebbe arrestarsi ben prima del 2050.

Interessante, poi, è analizzare, secondo l’indagine IPSOS sopramenzionata, quali siano le professioni maggiormente degne di fiducia, nella percezione collettiva: dopo la Covid, sono i medici i professionisti considerati più affidabili, seguiti, al secondo posto, dagli scienziati in generale. Quella che dovrebbe far riflettere è la percezione della affidabilità dei politici, ultimi in classifica, a prescindere dalla loro collocazione politica.

Infine, e questo è l’aspetto che vorrei qui approfondire con maggior dettaglio, emerge come la Covid abbia sempre più isolato le persone fra loro. E non parlo solo della privazione della libertà di muoverci senza pensieri, tanto che le difficoltà nel viaggiare sono tali che molti vi rinunciano. Parlo del fatto che sembra che tutti quanti siamo diventati più casalinghi, anche solo per uscire con gli amici o andare al ristorante; insomma, avere una vita sociale.

Durante i mesi di lockdown più rigido, gli strumenti del WEB hanno, in parte, sopperito all’isolamento interpersonale, permettendo anche, in qualche misura, di continuare le attività lavorative, didattiche e, perché no, anche ricreative e sociali.

Fra tutti gli aspetti della nostra vita toccati dalla chiusura generalizzata

imposta dalla pandemia, vi sono state, come è ovvio, anche le attività nelle nostre Officine, sospese nei mesi di maggiore diffusione del virus. In questo periodo, invero, molte logge, collegi circoscrizionali, corpi rituali e lo stesso Gran Oriente d’Italia hanno cercato di ridurre i disagi connessi all’isolamento imposto organizzando eventi via WEB aperti ai Fratelli ed ai profani. Tutto questo ha permesso di mantenere, almeno in parte, un legame di fraterna convivialità. In tutte

queste iniziative, ovviamente, non è stato possibile conservare la ritualità dei nostri lavori; ritualità che costituisce un fattore rilevante del lavoro introspettivo di ciascuno di noi. Questo ha generato, ad esempio, per quello che posso constatare di persona, non pochi disagi e disorientamento in alcuni fratelli, specie apprendisti, che si erano avvicinati all’Ordine da poco tempo a ridosso dalla pandemia. Ma in tutti noi è indubbio che il desiderio di ritrovarsi di persona, riprendendo la completezza dei nostri lavori rituali, è cresciuto via via che i mesi passavano. Se da un lato, infatti, la possibilità di meeting online

su argomenti anche molto interessanti ha permesso, in alcuni casi, di partecipare, comunque, ad eventi e rivedere Fratelli che, altrimenti, sarebbe stato molto difficile incontrare di persona, dall’altro, in molti di noi, a lungo andare, è cresciuto un fortissimo desiderio di riprendere i lavori in presenza, nella piena completezza della dovuta ritualità.

E’ stato possibile rilevare un desiderio e, direi anche, una necessità di presenza fisica interpersonale non solo in relazione ai nostri lavori di loggia, ma anche in tante altre situazioni: prime fra tutte la scuola e l’università. Questi mesi di didattica a distanza, davanti ad uno schermo costellato da cerchietti luminosi con le iniziali dei nomi dei partecipanti alle lezioni, ha lasciato strascichi psicologici non indifferenti nei nostri giovani,  la così detta “Generazione COVID*, i cui effetti, ahimé, potranno essere compresi appieno solo in futuro. Anche il fatto  di dover indossare sempre una mascherina, che nasconde parti

del viso importanti per l’espressione di emozioni e parole, sembra poter aver arrecato disturbi sulla percezione emotiva e linguistica, specie dei più piccoli?.

E in Loggia a cosa abbiamo assistito? Come detto in precedenza, è innegabile che le iniziative scaturite a vari livelli, con incontri via WEB più o meno informali, sempre, ovviamente, non rituali, sia solo fra Fratelli, sia anche aperti a profani, abbiano mitigato, in parte, il disagio e la solitudine nei mesi più difficili della chiusura generalizzata. Parallelamente, si è assistito anche ad un montante desiderio, da parte di tanti iniziati, di riprendere i lavori rituali in presenza.

Il nostro rituale muratorio è, infatti, costellato di simboli. In Loggia, i comportamenti dei Fratelli, i loro movimenti, i gesti, le modalità per prendere la parola, per esprimere i propri pensieri ed i propri spunti di riflessione, possiedono tutti un valore altamente simbolico.

I rituali che si evocano ad ogni tornata individuano una nuova “storia”, sempre diversa per ciascuno dei partecipanti, in ragione della propria personale evoluzione interiore e del proprio livello di approfondimento esoterico; un “racconto” in cui ciascuno dei Fratelli è, insieme, attore e spettatore.

Durante i lavori rituali, la Loggia diviene, così, un “meta-universo”, altro dal mondo profano, nel quale i punti di riferimento e lo scorrere del tempo abituali cessano di esistere, per trasmutarsi in grandezze ideali. Ecco che la Loggia (il cui significato si può far risalire al termine sanscrito “Loka” (Universo) assume “una lunghezza che va da Occidente ad Oriente, una larghezza compresa da Settentrione a Mezzogiorno, un’altezza che si estende dal Nadir allo Zenit”. Essa è coperta dal cielo stellato, che col sole, la luna e lo zodiaco, completa il simbolismo astrale del tempio quale “universo parallelo dei lavori iniziatici sempiterni e mai terminati”.

Quale che sia l’età anagrafica – ciascuno dei Fratelli in “Camera di Apprendista” ha tre anni, cinque in Camera di Compagno e sette in Camera di Mezzo -, quale che sia l’ora segnata dall’orologio, il tempo dei lavori (ad eccezione dei rituali di commemorazione dei defunti e dei solstizi) si svolge da mezzogiornoa mezzanotte. Gli Apprendisti siedono tra le “Colonne di Settentrione”, i Compagni d’Arte tra quelle di Meridione, e tutti Fratelli lavorano la “propria Pietra Grezza”. Nei lavori rituali è necessario riconoscere ed accettare una disciplina ed un ordine

superiore che strutturano e organizzano in modo diverso lo spazio, il tempo e l’agire comune, che il surrogato elettronico del WEB non può assolutamente ricreare. Quello massonico è un “tempo a parte”, in uno “spazio altro”, sacro ed interiore, non fisico, ma “extra-fisico”. Il rituale istituisce, così, una regola di lavoro, un “orizzonte di senso’, un “metro di comportamento”, quasi una specifica “categoria etica a priori, che permette di apprendere ogni cosa sotto un’angolatura particolare, con una predisposizione d’animo pienamente ricettiva e costruttiva. Il segno e la padronanza del gesto, nei nostri lavori rituali, invitano alla calma ed alla ponderazione, favorendo l’espressione di pensieri profondamente ragionati.

Il rituale colloca, così, all’esatto posto, i diversi elementi che concorrono a costituire la “cornice ideale” dell’opera muratoria, definendo, in maniera precisa, la funzione dei partecipanti al rito; esso offre, a ciascun Fratello, la regola di condotta necessaria al corretto svolgimento dei lavori latomistici, improntati sui concetti cardine del nostro Ordine: Libertà, Uguaglianza e Fraternità. Principi forti, i quali, tuttavia, proprio per la possente valenza intrinseca dei loro contenuti etici e morali, necessitano di un rituale rigoroso a tutela della regolarità dei lavori e del rispetto reciproco. Regole senza le quali potrebbero facilmente degenerare in forme aberranti di comportamento quali, ad esempio: l’anarchia, l’appiattimento forzoso delle individualità, il lassismo, il permissivismo.

Questo “spazio sacro ed iniziatico” qual è il tempio massonico durante i lavori di Loggia, unico e diverso da ogni altro luogo profano – come ci ricorda il filosofo idealista tedesco Johann Gottlieb Fichte (1762 – 1814) nella sua opera “Filosofia della Massoneria” -, non si può certo ritrovare né ricreare con un collegamento informatico dalla casa di ciascuno di noi. Ed è questo che ci è mancato di più, quali Iniziati, nel mesi del lock

down più stringente. Un bisogno di ritrovarsi in presenza, pur con tutte le cautele del caso, per rinsaldare la catena d’unione, cardine portante dell’egregoro di ogni Loggia. Siamo stati tutti ben lieti, a settembre dello scorso anno, di ritrovarci in presenza, con la massima sicurezza garantita dalla perfetta organizzazione dell’evento, a Rimini, alla nostra annuale Gran Loggia. Esperienza e momento di condivisione e compartecipazione che ci apprestiamo a rivivere, con grande gioia e molte aspettative, anche quest’anno, ad aprile, riprendendo il tradizionale calendario della nostra Assise Generale.

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *