GUERRA E PACE

Guerra e Pace




La pace è uno stato dell’anima ed è frutto di una conquista spirituale. I Maestri sentenziarono, tempo fa, la nota sacra: “Che la Terra diventi un Pianeta sacro”. Il Pianeta Terra è ancora infatti un mondo d’espiazione destinato, come tutto, ad evolversi. Nell’attesa che gli uomini seguano le direttive dell’anima più di quelle personali, la Terra è influenzata potentemente dai venti di guerra e fino a che armonia non sarà, il conflitto sarà sempre uno stato di fatto, nelle sue varie manifestazioni. Non deve infatti sorprendere l’ennesimo scontro alle porte: esso è già formulato ed evitare la sua escandescenza in Iraq non servirà a molto perché l’infiammazione è alla radice: così tanta è l’energia negativa espressa che da qualche parte deve esplodere.
Vi sono influenze esterne alla Terra, cosmiche, che agiscono pesantemente sulle personalità del nostro pianeta; il karma reclama “il Suo”: bisognerebbe essere consapevoli per neutralizzare, trasformare… Stiamo imparando ma, nell’attesa che questa sia una pratica estesa coscientemente a tutti, la violenza chiama violenza che risponde con violenza. Spesso essa è subdola, non riconosciuta, infinitesimale, sembra non ci riguardi ma si sviluppa e cancrenizza. Per catalizzazione, come un uragano, si sposta da un luogo all’altro del Pianeta e infuria. Sorprende che l’umanità non riconosca la guerra come costante del nostro mondo, che continua a spurgare veleno perché continuamente prodotto: soprusi sui più deboli, violentati fisicamente, moralmente e concettualmente, fino all’annichilimento; guerre intestine o di confine che continuano ininterrotte o che si alternano come in una malefica e mastodontica staffetta da secoli; guerre in parlamento, conflitti in società, gruppi, famiglie. Faide individuali. Disarmonie d’ogni tipo, dalle più subdole alle più striscianti. È un terreno preparato a livello concettuale che s’infiamma per precipitazione, infiamma la dimensione emotiva e si proietta come un ciclone in manifestazione terrena. Quando il conflitto è in manifestazione, è già troppo tardi per ignorarlo, risolverlo sarebbe come tentare di sanare un malato con un antidolorifico dopo essersi disinteressati di ciò che ha causato la malattia. Così curiosamente l’uomo si preoccupa della guerra ma si disinteressa di concorrere a prepararla col consumismo sfrenato, l’indifferenza e l’egoismo che gli fa anteporre “il proprio” al bene comune. E il bene comune è la Terra con tutta la sua famiglia, nessun essere vivente escluso.
Yogananda diceva che anche i terremoti a volte sono causati dall’energia prodotta dall’azione umana. Certo non si può minimizzare lo stato attuale e considerare inutile ogni riflessione o tentativo di evitare un possibile massacro tra uomini nel luogo che fu la Mesopotamia. Probabilmente scoppierà l’ennesimo eccidio, forse molto meno grande di quanto sarà reclamizzato e che si aggiungerà ai tanti focolai già accesi e infetti. Ma ci si dovrebbe innanzitutto concentrare su cosa sta a monte della guerra e tesorizzare la lezione dell’anima e l’istruzione che porta il dolore del conflitto. Ma non è la paura che deve dettare le condizioni dell’analisi né la miopia nel considerare il problema: fino a che l’uomo farà guerra ai suoi simili, devasterà il cuore degli animali, suoi fratelli, violenterà la Terra, insensibile ai richiami dell’anima, il problema non si risolverà. L’uomo deve imparare a pensare la pace.
Oggi ai Padroni del Vapore interessa il mercato petrolifero, l’Iraq fa gola, i ministri della guerra sono pressati dalle industrie belliche che devono vendere; con la guerra serviranno i farmaci e anche quelle industrie saranno accontentate. Quanto alle nazioni interessa la Pace universale e gli interessi speculativi, personali e provvisori che non sono di tutti ma di pochi? Dietro pochi c’è la moltitudine che segue, le guide sono incapaci di riconoscere la Guida. Oggi pochi sono consapevoli degli effetti devastanti che ancora si accumulano in Terra. Quando l’uomo comincerà a pensare in pace alla pace diffonderà una nota che influenzerà tutta la Terra e richiamerà un torrente dal cosmo di luce bianca che come polline nutrirà tutti i bisognosi. Ma prima della Pace, la Non violenza.
Se è vero che da un frammento di tessuto vitale si può risalire al suo Dna, è vero che dal frammento comportamentale della società in cui viviamo risaliamo alla sua matrice. Oggi nelle finestre delle case delle abitazioni delle nostre città sventolano un gran numero di bandiere della pace. È curioso che a richiederla spesso siano le stesse persone che accolgono disarmonia nutrendosi di televisione e rotocalchi alla cui base c’è violenza: violenza alla verità, attraverso le fiction e le cronache distorte quasi alla radice, violenza all’etica, con film e teleromanzi il cui contenuto è un concentrato di omicidi, soprusi, slealtà e comportamenti umani infarciti di abominio e amenità. Non parliamo dell’uso scriteriato che in troppi fanno di Internet, fornendo canalizzazioni ed energie a mondi oscuri il cui potere non è ancora svelato. In nome di cosa tutto questo? Del profitto commerciale e dell’immagine, fittizia ma che da potere. Della pace nessuna traccia. E allora come meravigliarsi e allarmarsi quando il conflitto bussa forte alla porta per reclamare il suo obolo?
Tutto ciò che non è armonia è conflitto, tutto ciò che non è pace è guerra. L’esercito ammassa truppe al fronte e la storia ci insegna che la maggior parte dei combattenti non sono truppe scelte ma soldati, assoldati appunto, pagati, reclutati o requisiti da Qualcuno che li domina. L’uomo, anche quello più insignificante, per il solo fatto di essere in questo mondo, ha la sua parte da svolgere e in un fronte o nell’altro presterà le armi. Per la Legge della Corresponsabilità. L’esercito che muove alla guerra è grande, potente e ha più fronti: guardando col binocolo dalla postazione propria dei generali sarebbe quanto mai sorprendente e doloroso per l’uomo scoprirsi e riconoscersi, in prima, seconda, terza linea, muovere i pesanti cannoni o tenere le baionette puntate contro la pace. Se lo ricordasse, l’uomo, tutte le volte che fomenta conflitto, in casa come in società, cibandosi di ciò che non vivifica ma uccide, diserterebbe subito.
Oggi la violenza è così reclamizzata che gli omicidi provocano indifferenza. Vi è un vero e proprio elogio al negativo. Il positivo non fa notizia. Impera lo stato di finzione. La fiction è uno stato di fatto così solido che non siamo nemmeno sicuri se e quanto TG e giornali ci propinano sia attendibile. Le immagini che vediamo sono spesso e volentieri “di repertorio” e non corrispondono al fatto con cui vengono sposate. Ad esempio, non sappiamo che minimamente quanto sia accaduto realmente nella guerra del Golfo, quanto accade in Israele o cosa è veramente stato nelle guerre dei Balcani, perché le contraddizioni si sprecano e chi è stato lì ha raccontato cose che fanno a pugni con le “verità di facciata”. L’uomo non sa neppure se credere o meno di essere davvero sbarcato sulla Luna perché i fatti, così come sono stati mostrati e dimostrati, hanno creato legittimi sospetti. Tornando ai nostri giorni, non si sa bene cosa sia successo a Genova per il No Global di qualche anno fa. C’è anche chi afferma che, per una logica di spionaggio e “politica” (sic) internazionale, molti attentati attribuiti a movimenti di rivoluzione o guerriglia siano organizzati ad arte dalla controparte per scatenare la ritorsione o la pubblica reazione. Tutto questo e molto altro ancora non produce pace ma guerra. Pensare e respirare pace per non creare i presupposti del conflitto. La calma dona serenità e poi la pace, l’allarme produce agitazione e poi paura.
Il consumismo sfrenato, l’uso potente e smodato dei media, lo sbandieramento dell’effimero ha prodotto un incantesimo a cui l’uomo moderno in generale dimostra di non voler sottrarsi. La forma ha preso il sopravvento sulla sostanza delle cose creando uno stato d’ipnosi collettiva. Oggi non si parla d’altro della guerra senza che nessuno spieghi i reali motivi per cui è alle porte. Se ne parla e basta, il più diffusamente possibile, tenendo in scacco le masse e distraendole da tutto il resto. In questo modo Coloro che hanno interesse oscuro hanno tutto il tempo di agire legiferando di nascosto, promuovendo decreti impopolari, influendo pesantemente sul prossimo ignaro e speculando sui deboli e le risorse del Pianeta. Così i tesori e le ricchezze di tutti continuano a servire pochi e pericolosi eletti e creando sempre più squilibrio. Allo stesso modo i regimi del terrore tengono in scacco intere popolazioni affamandole e avvilendole nell’amor proprio. Gli ottenebrati del Pianeta fanno leva sull’ignoranza per raggiungere lo scopo. La paura paralizza e distoglie l’attenzione da ciò che realmente si sta preparando. Loro stessi si consegnano nelle mani di Chi è più grande e pericoloso di loro.
Un celebre comico italiano che da anni svolge attività sociale ha denunciato come le automobili attuali siano progettate in modo che il carburante produca in massima parte calore e in minima forza motrice. Stiamo parlando di milioni di autovetture che circolano e scaldano il Pianeta. E’ un’impronta sociale importante e deriva dal criterio con cui gli uomini sono indotti ad agire. Seguendo il principio Come in basso così in alto possiamo così notare che l’attività umana produce in massima parte calore e in minima luce. Questo concetto, spiritualmente o esotericamente che dir si voglia, chiarisce molte cose e spiega quanta strada l’uomo deve compiere, con la propria volontà, per raggiungere la pace.
Luce e calore sono energia. Dove va questa linfa? Quando l’uomo comprenderà davvero di essere parte dell’universo e che il suo magnetismo deve fare i conti con quello di Mondi, Pianeti e Galassie, pensanti ed agenti di sconosciuta e quasi infinita potenza, allora capirà. Capirà che per la legge di attrazione ed influsso il suo comportamento fa i conti con l’influenza di chi gli è superiore, che catalizza la sua energia disponendone l’uso. Ponendosi al riparo, al servizio della Luce, attraverso buon senso e buon comportamento, l’uomo e la sua casa, richiamano l’attenzione dei Mondi che producono Luce, che La accolgono e La riflettono. Agendo sotto l’egida della violenza, a qualsiasi livello, l’uomo si consegna all’influsso di Chi, dal Cosmo, in qualche parte e per qualche ragione, ha interesse a fomentarla, richiamarla e riproiettarla devastando, perché tutto e collegato e tutto si sviluppa in un modo o nell’altro, in un mondo e nell’altro.
Oggi la vera guerra avviene sui mondi sottili. Il mondo emozionale è in subbuglio e la battaglia da tempo infuria ma una nuova frontiera si è aperta, quella mentale. L’uomo sta imparando a ragionare e pensare. Non è cosa semplice ed è facile errare. Ciò è inevitabile e nel Libro Bianco è già scritto. Ma siamo chiamati a non perseverare nell’errore. L’attività mentale è linfa che sviluppa in coscienza ma nelle mani di chi ha mire egoistiche e oscure è un’arma preziosa per soggiogare gli individui ed il Pianeta. Dobbiamo imparare a ricordare che tutto ha un principio ed un fine per poter comprendere. Anche cosa sia la Pace e cosa la guerra. Dobbiamo ricordare che non siamo soli, dentro e fuori di noi, che siamo parte dell’Universo, con tutte le influenze, pressioni, implicazioni e responsabilità che ne derivano. Non dobbiamo proseguire nel delirio di ritenerci al Centro dell’universo ma in una periferia cosciente, da cui poter raggiungere il cuore attraverso il buon pensiero. Per questo, per quanto piccola sia, la nostra influenza è preziosa e va protetta e illuminata.

Scritto prima dell’inizio del conflitto in Iraq

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