Il Mediterraneo
culla
della civiltà
Oggi, cadute le barriere che
vedevano contrapposte le due grandi potenze Stati Uniti e Unione Sovietica;
oggi che la Comunità Europea è una realtà operativa, il Mediterraneo e i Paesi
del suo bacino, tornano ad acquistare una posizione strategica, diventano
anello di congiunzione tra il mondo occidentale e il mondo orientale, due
realtà ancora lontane fra di loro, separate dalla diversità socio-economica che
esplode con contrasti anche di natura bellica; due mondi che hanno bisogno di
conquistare la pace per potersi incontrare e costruire un futuro per le
generazioni del Duemila.
Ormai da anni e da più parti sono state avviate iniziative tendenti al raggiungimento
dell’equilibrio necessario per la convivenza fra i popoli, ma il percorso
mostra difficoltà notevoli, la meta irraggiungibile: incomprensioni, interessi
economici contrastanti, mancanza di progetti che abbiano una comune finalità,
provocano divergenze apparentemente insormontabili per portare a compimento
quel processo di pace da tutti auspicato ma, di fatto, solo enunciazione
teorica
Nei tentativi d’incontro tra Mondo occidentale e Mondo Orientale, la Massoneria
nella sua dimensione internazionale non ha saputo o voluto assumere il ruolo
che le compete: troppo chiusa entro i propri confini territoriali, ha
dimenticato la sua Universalità, non si è fatta carico di quella ricerca del
Bene per l’Umanità, che è uno dei principi fondamentali della sua esistenza
istituzionale.
Enormi responsabilità ricadono in particolare sulla Massoneria Italiana alla
quale, per posizione geografica in questo complesso contesto Umano, compete il
compito primario di aprire un dialogo fra le Nazioni, avvalendosi degli strumenti
di penetrazione che le sono propri. La Massoneria Italiana, fin troppo
frammentata nel suo Corpo e fin troppo aggredita dall’esterno anche a
situazioni comportamentali anomale del passato, ha cercato di sopravvivere in
un Paese che non le riconosce alcun ruolo, e che ignora il contributo ricevuto
al momento della sua costruzione in entità nazionale unitaria. La Massoneria si
è così chiusa nei propri ambiti, finendo con l’emarginarsi dalla vita
pubblica.La Massoneria Internazionale, dal canto suo, ha altrettante pesanti
responsabilità per le condizioni di precarietà che si sono venute a determinare
in Italia: non facendo sentire la sua Voce – come era suo dovere – ha
consentito il consolidarsi di una situazione complessivamente negativa,
consentendo che si rendesse vuota, di fatto, l’operatività dell’Istituzione
Massonica in Italia.In questo scenario, caratterizzato da molteplici aspetti di
contraddizioni interne ed esterne, la Massoneria Italiana è rimasta inerte di
fronte ai problemi della pace: insensibile alla miseria che sta dilaniando i
popoli vinti spesso dalla fame e dalla disperazione dell’isolamento, incapace
d’intervenire per porre un freno alle guerre fratricide vicine e lontane, in
cui a pagare sono principalmente gli innocenti. La Massoneria Italiana non è
riuscita a porsi come baluardo rispetto alle violazioni delle libertà
individuali e collettive. Nonostante ciò non può esservi dubbio che i Massoni
Italiani (e sono tanti!) esistano e vogliano essere partecipi di quanto accade
per offrire la forza delle loro idee, di quei principi immutabili ed eterni che
li hanno sempre guidati, per contribuire a mutare tutte quelle condizioni che
affliggono larga parte dell’Umanità.
Dai Massoni della GRAN LOGGIA DI SICILIA – dalla loro Isola al centro del Mediterraneo,
osservatorio unico e privilegiato per comprendere i grandi sconvolgimenti
dell’epoca che si sta chiudendo – viene lanciato un appello ai Massoni
Italiani, ai Massoni del Mediterraneo, ai Massoni di tutto il Mondo, affinché
si ritrovi quella coesione d’intenti necessaria a cambiare il corso degli
avvenimenti e ad affrontare il Terzo Millennio in maniera adeguata, in
attuazione di quei principi che hanno fatto grandi Uomini e Nazioni, quando si
è agito per il Bene dell’Umanità.
E’ necessario che cadano le barriere dell’incomprensione: se anche la Chiesa
Cattolica oggi, con i messaggi del pontefice Giovanni Paolo II, entra nel vivo
dei problemi della pace, non è da contrapporre alcun primato laico là dove le
finalità sono comuni. A 50 anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti
dell’Uomo voluta dall’Onu – come Giovanni Paolo II ha detto – “…la pace deve
essere uno dei punti da tenere sempre all’attenzione. Una pace che deve
tradursi in concreti gesti di riconciliazione…” Il raggiungimento della pace
deve essere l’obiettivo comune che deve animare tutti gli Uomini di buona
volontà che vogliono costruire un mondo più giusto e solidale. Facciamo nostre,
perché sono la base dei nostri stessi principi ispiratori, le parole del
cardinale Martini: “…Il segreto della pace vera sta nel rispetto dei Diritti
Umani: il riconoscimento dell’innata dignità di tutti i membri della Famiglia
Umana è il fondamento della Libertà, della Giustizia e della Pace nel mondo.
Sono molti i Diritti inalienabili e nessuno può essere impunemente violato:
scegliere la Vita comporta il rigetto di ogni forma di violenza, quella della
povertà e della fame che colpisce tanti esseri umani; quella dei conflitti
armati; quella della diffusione criminale delle droghe e del traffico delle
armi; quella degli sconsiderati danneggiamenti all’ambiente naturale…”
Non è più possibile indugiare oltre: occorre lavorare per costruire subito e non assistere passivamente alla disumanizzazione dell’Umanità che viene perpetrata!