UMANESIMO
Con il decadere dell’Impero Romano e con le invasioni barbariche si ha un lungo periodo di oscurantismo nel quale prevalgono le forze materiali ed egoistiche di uomini e popoli a scapito dei valori umani e morali e delle conquiste sociali.
«Ciò che aveva l’aspetto di pantano stagnante € nebuloso, non era realmente che un fenomeno immane di incubazioni delle nuove energie possenti di quell’immortale dinamismo storico, da cui dovevano risorgere, direi quasi, esplodere il superbo risveglio dell’Umanesimo prima, del Rinascimento poi, che hanno rappresentato il definitivo trionfale affermarsi delle intime esigenze della coscienza umana e delle sublimi virtù dello spirito universale».
L’Umanesimo, non è stato un semplice fenomeno artistico letterario che, iniziatosi nell’Alto Medioevo, culminò nel secolo xv.
Esso infatti «si rivelava naturalmente nel rinnovamento delle concezioni dell’arte € della letteratura, che poi sono le forme più trasparenti e significative dell’attività umana, ma investiva altresì campi più vasti delle conoscenze scientifiche e speculative». Si rivalutano i tradizionali principi etici, si rinnovano le dottrine critiche, si dà gradualmente al libero pensiero la possibilità di espandersi e di affermarsi. Così si ricercano le opere classiche della cultura antica e si ritorna agli antichi ideali di beltà e di poesia. In Inghilterra Riccardo da Bury appare quale un precursore dell’Umanesimo; in Italia Renzo d’Alessandro, tornando a Catullo, precorre Petrarca € ‘Boccaccio (scopritori di codici) e Guglielmo da Pastrengo fa rivivere le opere di Plinio il Giovane.
Ma nell’Umanesimo « quel che più conta, ai fini della storia delle realizzazioni morali umane, è il principio dell’indagine critica, è la revisione e il ripristino intelligente ed evoluto delle tradizioni, è il perseguimento di un’autonomia di spiriti e d’intelletti, un senso i problemi speculativi, che, di penetrazione acuta € polemica in tutti iniziatisi con Benvenuto d’Imola, si diffondono nella scuola e danno origine ai moderni metodi scientifici e filosofici, mentre dischiudono la via a quel processo stupefacente di metodi e di azioni che poi
porterà, con il libero esame, alle sublimi ed emancipatrici affermazioni della Riforma Luterana».
Naturalmente la Chiesa Cattolica organizzò una tenace resistenza al movimento umanistico, ma senza riuscire peraltro ad arrestarlo.
« Esso dilagava prepotentemente per tutti i paesi, interessava molteplici sfere di attività: s’impadroniva delle stesse fonti del sapere; alimentava sentimenti di fraterna solidarietà umana; dava precisazioni e integrazioni a studi o a ricerche morali, riformando filologiche, scientifiche, l’ortografia e la grammatica e dettando i nuovi canoni artistici, ritornando agli studi di Seneca, di Properzio, di Lucrezio. Né basta: ché il fiorentino Poggio Bracciolino, ricercatore minuzioso di codici, scovava nel Monastero di Cluny e in quello di San Gallo, opere di Cicerone, di Flacco, di Stazio, di Quintiliano, e proseguendo i suoi… scavi bibliotecari in Inghilterra, metteva in luce frammenti di Petronio Arbiter. A Firenze, il Crisolora, riporta una larga schiera di discepoli alla disciplina degli studi greci e, più tardi, oltre il 1400, Filelfo traduce e commenta Senofonte, Tucidide, Omero. Né va dimenticato, tra i tanti che concorsero al glorioso ripristino degli studi classici, Giorgio Merula, che rese pubbliche le opere di Plauto, di Marziale, di Plinio, di Virgilio, ed egli stesso commentò largamente Cicerone. Così si preparava il terreno, sul quale fiorì, arrendevole e armonioso, il “ dolce stil novo ” e, ricalcando le orme degli antichi storici, giuristi, filosofi, si affermavano con il Valla i diritti della ragione contro i tradizionalismi etici e politici e si gettavano i semi fecondi dai quali, più o meno tardi, Spuntarono i grandi principî riformatori delle religioni, le “ Istorie ” di Machiavelli e i canti freschi come un’aurora di Angelo Poliziano.
« L’Umanesimo è quindi un fenomeno grandioso di rinnovamento della vita in tutti i suoi aspetti ed è il preludio del Rinasci- mento, il quale poi, almeno dal punto di osservazione iniziatico, non è che l’espandersi, specialmente nell’ordine estetico, dei grandi principi umanistici